Battaglione Alpini Monte Ortler


Il battaglione “Monte Ortler”  nappina verde ,al comando del maggiore Ettore Caffaratti, è costituito il 24 febbraio del 1918 con le compagnie 1^, 3^ e 9^ del  I° battaglione sciatori (costituito il 9 gennaio 1917 con personale del 5° Alpini) che nell’occasione, assumono la numerazione di: 306^ (Cap. Guido Bertarelli), 307^ (Cap. Arnaldo Berni) e 308^ (Cap. Gino Pollacci).
Il battaglione che dal 20 marzo fa parte del XV° gruppo, è dislocato nel settore Alta Valtellina e più precisamente a Capanna Milano, sulle Eiskogele, sulle Pale Rosse sotto il Gran Zebrù, al Passo di Ables e al Passo Gavia.
Dopo aver trascorso un periodo in pattugliamenti e organizzazione della vita invernale nelle postazioni, tra il 30 aprile ed il 12 maggio del 1918 i reparti scendono in Valfurva a riposo, ma già il 1° giugno la 307^ invia un plotone in linea al Tresero ed a Punta Pedranzini mentre la 306^ è inviata alla Capanna Milano.
Il mese di luglio periodo più propizio per i movimenti in montagna, si susseguono i trasferimenti. Il giorno otto, la 306^ scende in Val Zebrù rimanendovi fino al 30 data del suo trasferimento al Rifugio Gavia. La 308^ che il 12 era salita al Passo dell’Alpe, il 30 fa ritorno a Santa Caterina mentre la 307^ è a riposo.
Ad agosto iniziano le operazioni per la conquista del San Matteo (mt 3678) e del Mantello. La data prevista è il 7 agosto ma, è rinviata a causa delle avverse condizioni atmosferiche che causano anche alcune perdite.
L’incarico per la conquista del San Matteo e del Mantello, è affidato alla 307^ e 308^, coadiuvate dalla 527^ mitragliatrici (Cap. Zino) del battaglione “Mondovì”, alla 306^ con un reparto mitraglieri è affidato il compito di presidiare le linee cha vanno dal Pizzo Tresero alla Punta Sforzellina.
La sera del 12, la 308^ è ripartita in cinque piccole colonne, quattro si appostano sul rovescio della Cima Dosegù, mentre la quinta assieme a due plotoni delle 527^ mitragliatrici si disloca dietro quota 3452 lungo la Cresta di Villacorna. Quel che rimane della compagnia mitragliatrici e la 307^ si disloca di rincalzo sul San Giacomo. Il mattino del 13, dopo un lungo bombardamento, le colonne prima e quarta iniziano l'avanzata. La prima colonna al comando del sergente Pietro Caimi formata da dieci guide alpine della Val Zebrù, si tiene sotto cresta sul versante del Ghiacciaio di Dosegù, punta sul San Matteo, mentre la quarta al comando del caporalmaggiore Venturini con nove guide alpine, si abbassa in direzione del Mantello. A distanza di pochi minuti la seconda al comando del sottotenente Giovan Battista Compagnoni con trenta alpini e la terza colonna del tenente De Filippi con trentaquattro alpini, che dirigono alle medesime mete; contemporaneamente lungo la Cresta di Villacorna la quinta colonna  del tenente Fausto Ceccon si avvicina da sud-ovest al Mantello. Verso mezzogiorno tutte le colonne giungono ai piedi delle posizioni austriache e ne iniziano la scalata. Il fuoco preciso dei piccoli e medi calibri, le accompagna precedendole di qualche decina di metri. La terza colonna, raggiunta la Sattel (la sella tra il San Matteo e il Mantello), piega a sud-ovest, prendendo la posizione nemica alle spalle, catturando l’intero presidio nemico. Nel frattempo, le colonne quattro e cinque, salgono contemporaneamente sia dalla Sattel, che dal crinale ghiacciato rivolto verso il Tresero. Le sezioni della 527^ compagnia mitragliatrici coprono l’avanzata facendo fuoco sulla vetta. La prima colonna è fortemente ostacolata dalle posizioni dominanti della vetta, ma la fitta nebbia che avvolge la montagna gioca a favore degli alpini, che salendo contemporaneamente dallo spigolo meridionale sorprendono i nemici, i quali si ritengono al sicuro perché coperti dalla posizione del Mantello. Alle 12,10 tutto  è finito, il San Matteo è conquistato.
Il 26 dopo i rimpiazzi sulle posizioni conquistate, le compagnie sono così dislocate:
308^ al Passo dell’Alpe,
307^ a Punta San Matteo (plotone della 307^ cp e comando di compagnia;sezione mitragliatrici della 695 cp;2 mitragliatrici Schwarzlose;mezza sezione Stokes)
Selletta S.Matteo - Mantello (mezza sezione Bettica;sezione pistole mitragliatrici)
Monte Mantello (plotone della 307^ cp;sezione mitragliatrici della 695 cp ;sezione pistole mitragliatrici)
Cima Dosegù-Punta Pedrazzini-Pizzo Tresero (squadra della 307^ cp)
Quota 3276  (di rincalzo 3 squadre della 307^ cp ;sezione mitragliatrici e compagnia comando della 695 cp)
306^ a Vallumbrina.
Nel pomeriggio del 3 settembre inizia il tiro d'aggiusyamento avversario sul Monte Mantello, sulla sottostante selletta e una tempesta di proiettili si riversa su Punta S. Matteo e sulla vedretta di Dosegù.
Tiri efficaci delle mitragliatrici nemiche dal Giumella e dalla Baita Villacorna ne integrano  gli efferri. Sotto l'infuriare dei bombardamenti, colpiti da gas asfissianti, gli alpini sono costretti a rifugiarsi nei ricoveri.
Il capitano Berni (le cui vicende sono raccolte nel libro "Il capitano sepolto nei ghiacci") ed i suoi uomini vivono in alcune baracchette costruite sotto un crestone di ghiaccio che a guisa di un enorme tetto si protende dalla sommità del S. Matteo sul rovescio della posizione.
I blocchi di ghiaccio dell'enorme cupola con la loro caduta dovuta al bombardamento seppelliscono ed uccidono buona parte del distaccamento. La posizione è persa, altri  reparti austro-ungarici s'impadroniscono della selletta e dopo aver risalito le pendici del Mantello sboccano sul ricovero principale bloccando i difensori che vi si sono asserragliati.
Ottenuti questi successi, l'ondata nemica cerca di dilagare ma la strenua resistenza del presidio di q. 3452 ne impedisce ogni ulteriore progresso.
Il 30 settembre il battaglione riceve il cambio, si riordina al rifugio Gavia e dopo alcuni giorni di sosta presso Edolo, viene trasferito fino alla fine della guerra nella zona del Piave. Il primo novembre è a Bigolino,il giorno seguente varca il fiume Piave il 4 novembre è a Miane dove apprende la fine delle ostilità.
Il battaglione è sciolto nei primi mesi del 1919.
Il 25 agosto 1919 sulla vetta del S. Matteo, gli ufficiali del battaglione collocarono una lapide ricordo:

V Reggimento Alpini
Battaglione Skiatori Monte Ortler
Alla gloria del
Capitano Arnaldo Berni
e dei fratelli soldati d'Italia
che col loro sangue consacrarono
questa vetta contesa
e da essa nel sepolcro di ghiaccio
vegliano sulle Alpi riconquistate
e sulla Patria libera.
13 agosto 1918 - 3 settembre 1918

Comandanti :
Magg. Ettore CAFFARATTI fino all' 8/10/1918
Cap. Guido BERTARELLI fino allo sciolglimento.

Perdite
Ufficiali : morti 1 ,feriti 2
Truppa : morti 21, feriti 37, dispersi 87


Battaglioni Alpini