L'obice Oto Melara 105/14 modello 56 è un obice leggero, recentemente reintrodotto in servizio.
Ideato negli anni 50 (col. Salvatore Fuscaldi) per rispondere all'esigenza dell'Esercito Italiano di avere un obice leggero che potesse equipaggiare principalmente i reparti Alpini, si tratta di un pezzo compatto d'artiglieria dalle caratteristiche uniche.
Costruito in acciaio, è provvisto di affusto a deformazione a ruote gommate, con ginocchiello e carreggiata variabili, con affustino a perno centrale e freno di via a mano per il traino meccanico. La bocca da fuoco è scomponibile, munita di freno di bocca e slitta a manicotto e rigatura elicoidale destra. Il pezzo è provvisto di code divaricabili, mentre il rinculo è governato con freni idraulici a valvola rotante. Il ritorno in batteria è assicurato da una valvola ad anello scorrevole. I ricuperatori sono a molla.Il congegno di chiusura è con otturatore a cuneo a scorrimento verticale e apertura verso l'alto. Il congegno di sparo è a percussione a molla, mentre il congegno di scatto è azionabile mediante cordicella di sparo o leva.Per il puntamento il pezzo è provvisto di alzo a tamburo indipendente e si può utilizzare un cannocchiale panoramico a doppia gradazione per tiro indiretto. Esiste anche un cannocchiale a gomito per il tiro controcarri, che si può effettuare variando le due posizioni di sparo del ginocchiello.Completa il pezzo uno scudo su cui è fissata una timonella per il traino animale e un orecchione per il traino meccanico. Lo scudo è provvisto di due feritorie di forma rettangolare.Il pezzo poteva utilizzare il munizionamento americano del 105/22 di cui, all'epoca dell'introduzione in servizio, esisteva ampia disponibilità.
Le caratteristiche uniche menzionate includono la possibilità di poter manovrare il pezzo a mano grazie alla sua leggerezza e il fatto di poterlo usare facilmente per tiro diretto. Oltre a questo, il 105/14 venne ideato per massimizzarne la trasportabilità: esso è infatti scomponbile in 12 parti che possono essere facilmente trasportabili con molteplici sistemi. Il pezzo può essere ricomposto in pochissimo tempo e direttamente dagli artiglieri in servizio al pezzo.Le caratteristiche uniche menzionate includono la possibilità di poter manovrare il pezzo a mano grazie alla sua leggerezza e il fatto di poterlo usare facilmente per tiro diretto .Quando non scomposto, la leggerezza dell'arma permetteva il traino con mezzi leggeri e non richiedeva trattori d'artiglieria o mezzi pesanti. Rimuovendo lo scudo, esso poteva essere addirittura trasportato all'interno di un APC M113 o agganciato al gancio baricentrico di un elicottero, senza nessuna particolare preparazione.
L'Esercito Italiano adottò il 105/14 per equipaggiare i reparti di artiglieria degli Alpini, sostituendo il pezzo 75/13 (Skoda 7,5 Vz 1915) rimasto in servizio da dopo la Prima Guerra Mondiale. Il pezzo venne anche assegnato anche alla Scuola di Artiglieria dell'Esercito Italiano. Il pezzo equipaggiò a partire dal 1958 anche il neonato Gruppo Artiglieria Paracadutisti costituito in seno al 1° Gruppo Tattico Paracadutisti, successivamente 185° Gruppo Artiglieria da Campagna Paracadutisti. Nei Reparti Alpini a partire dal 2002 iniziò la dismissione del pezzo dai vari reparti che lo utilizzavano. I reggimenti d'artiglieria da montagna, iniziano l'adozione dell'FH70 da 155mm , arma di tipologia completamente differente. Mentre la maggioranza dei pezzi vengono messi in deposito, alcuni esemplari rimagono in servizio presso la Brigata Artiglieria a Roma. Recentemente sono stati utilizzati per i festeggiamenti dell'unità d'Italia. Il 17 Marzo 2011 una batteria equipaggiata con 4 obici 105/14 del Comando Artiglieria, assieme a due pezzi da 75/27 del reggimento artiglieria “a cavallo” di Milano, hanno sparato 21 salve dal Gianicolo a Roma.
Diversi anni dopo la dismissione l'Esercito Italiano riconsiderò l'adozione del pezzo e intorno al 2016 iniziò la re-immissione in servizio attravero alcune prove svolte presso il poligono di Monteromano e la revisione dei pezzi idonei al servizio. Attualmente equipaggia due batterie dei due Reggimenti di Artiglieria ( 1° e 3°) in seno alle esistenti Brigate Alpine.
Ebbe largo successo nelle vendite all'estero grazie sopratutto alla sua leggerezza e adotatto da almeno 30 paesi. Venne utilizzato in Vietnam dalla Nuova Zelanda e dalla Australia, che però iniziarono ben presto la sostituzione con il pezzo americano M101, poichè giudicato più duraturo e robusto per le operazioni prolungate di fuoco. Gli inglesi lo utilizzarono per alcuni anni preferendo poi un'arma con maggiore gittata e con munizioni più letali, l'L118 Light Gun, che venne introdotto in sostituzione del modello 56 a partire dal 1976. Gli Argentini invece lo utilizzarono proprio contro gli Inglesi durante la Battaglia di Goose Green, Guerra delle isole Falkland. L'arma è ancora in servizio in diversi paesi.
Caratteristiche esseziali
Calibro (mm) | 105 |
Lunghezza bdf totale incluso freno di bocca (mm) | 2128 |
rigatura | 36 destrorse |
peso bdf (Kg) | 355,5 |
settore di tiro orizzontale (gradi) | Ginocchiello alto 36 Ginocchiello basso 56 |
settore di tiro verticale (gradi) | -5 / + 65 |
ingombro laterale massimo (mm) | 1450 |
peso totale in batteria con coda a due elementi (kg) | 1250 |
Lunghezza massima del pezzo allestito per traino meccanico (mm) | 3650 |
Velocità iniziale (m/s) | 424 (on granata HE m1) |
Giattata massima (km) | 10200 circa (con granata HE m1) |
Celerità di tiro (colpi/min) | da 4 a 8 (eccezionale, controcarri) |
Someggio | 12 carichi |