Durante la Prima Guerra Mondiale,nel corso del 1917,si costituirono dei reparti “arditi” (le cosiddette Fiamme Nere) aventi la funzione di truppe d’assalto e di rapido impiego, attorno alle quali si andò sviluppando un clima d’esaltazione della violenza e della bella morte,con atteggiamenti in gran parte retorici che furono poi cooptati dal Fascismo.Questa mentalità guerrafondaia era agli antipodi della concezione prevalente nelle truppe alpine,che considerava la guerra come male necessario o inevitabile e che bisognava fare per senso del dovere e spirito di sacrificio. Anche nell’ambito delle truppe alpine si costituirono degli speciali reparti arditi denominati “Fiamme Verdi”.
L’origine del reparto,identica a quelle di altre specialità come potevano essere le “Fiamme Cremisi” dei Bersaglieri, si può far derivare dalla circolare ministeriale 15810 del 10 Agosto 1916, con la quale si concedeva uno speciale distintivo per “militari arditi” a coloro che avevano dimostrato maggior spirito combattivo e di audacia nel corso del primo anno di guerra. Tale distintivo era formato dalle lettere V.E. (Vittorio Emanuele) intrecciate e sovrapposte al nodo di Savoia ricamato in argento sulla manica della divisa. La circolare 539 GM 1916 stabiliva la modalità di annotazione sui fogli matricolari di questi distintivi.
Nei primi tempi nelle truppe alpine i reparti arditi non costituivano squadre speciali , facevano parte della truppa ed erano raggruppati solamente per particolari azioni.La più famosa di queste fu quella che si svolse il 15 Giugno1917 con la partecipazione determinante di un drappello di alpini arditi del Btg “Monte Mandrone” sul Corno di Cavento .
Da quel momento cominciarono a costituirsi presso ogni Battaglione alpino plotoni di “arditi-esploratori”entro i quali affluivano elementi scelti sia per coraggio che per capacità sci-alpinistica. Nel settore Valtellina venne formato il Plotone “Guide ardite di Val Zebrù”.
Tutto ciò avveniva in difformità alla circolare 111660 del 26 Giugno1917 del Comando Supremo, la quale stabiliva che ogni Corpo d’Armata raccogliesse dai reparti dipendenti quei militari che volessero arruolarsi in uno speciale Battaglione d’assalto destinato alle più rischiose imprese. L’organico era previsto in tre Compagnie armate di moschetto,pugnale,bombe a mano, con sezioni di mitragliatrici,lanciafiamme e lanciabombe Stokes.
La divisa era costituita da pantaloni all’alpina,giubba aperta,maglione nero o grigio ,camicia di flanella con cravatta nera.Sul risvolto della giubba venivano applicate delle mostrine (fiamme ) di colore nero per la fanteria, cremisi per i bersaglieri e verdi per gli alpini.Sul braccio sinistro della giubba veniva applicato il distintivo di ardito in lana nera ricamata consistente in una daga romana col motto FERT sull’impugnatura ai lati della quale erano posti verso destra un ramo di quercia ed uno di alloro sulla sinistra uniti fra loro da un nodo di Savoia(circolare 455 del 12 luglio 1917).
Gli arditi non portavano lo zaino ed i pochi indumenti necessari venivano tenuti con i viveri in un più comodo tascapane. Erano esentati dai servizi di trincea e di corvee, ricevevano un miglioramento rancio ed un soprassoldo giornaliero di 20 centesimi. L’addestramento era tenuto lontano dal fronte ed erano impiegati in azioni di avanguardia delle colonne d’attacco e di rottura delle difese nemiche.
Uno dei primi reparti alpini ad essere costituito con queste caratteristiche fu il III Reparto d’assalto “Fiamme Verdi” sorto nell’ambito del 3° Corpo d’Armata (settori Valcamonica-Valtellina) nei primi mesi del 1918. Inizialmente si formò la 1 Compagnia con cappello alpino e fiamme nere al comando del Cap. Arturo Barbieri . A fine Giugno ultimate le altre due Compagnie ebbero tutte le fiamme verdi. Ogni Compagnia era costituita da 4 plotoni arditi,una sezione mitraglieri ed una lanciafiamme. Questo reparto ebbe un addestramento particolare perché era destinato a scalare posizioni su versanti ripidissimi,canaloni ,pareti di roccia.Gli arditi vennero allenati a speciali esercizi ginnici,lunghe corse in discesa con ostacoli, salite ripidissime,a ripetuti lanci di bombe a mano,a sbalzi repentini ,alla scalata di posizioni sotto l’arco di tiro di mitragliatrici.
La Prima Compagnia partecipò il 25-26 Maggio 1918 alla “battaglia bianca” per la conquista di Conca Presena e dei Ponticelli insieme ai diversi Battaglioni che presidiavano la zona. Nella prima fase si distinsero gli arditi dei Btg “Monte Mandrone”, “Pallanza”, “Val Baltea”.Nella seconda fase oltre al III Reparto d’assalto intervennero gli arditi dei Btg “Tolmezzo”,”Monte Rosa”, “Val Brenta”. Lungo i canaloni del Castellaccio-Camadre scesero i plotoni arditi dei Btg “Edolo”,”Val d’Intelvi”,”Monte Granero”.
Il III Reparto passò verso la fine d’Ottobre 1918 a combattere sul Monte Grappa.La Prima Compagnia combattè ai Solaroli, la Seconda al Col del Cuc,la Terza al Col dell’Orso. Quando fu ritirato dalla linea, il valoroso reparto era rimasto senza Ufficiali e Graduati.Aveva perduto 21 Ufficiali ( 4 morti,14 feriti,3 dispersi) e 303 arditi alpini (27 morti,172 feriti,104 dispersi). Nel Settembre 1917 si costituì in Valle Costerna l’VIII Reparto d’Assalto “Fiamme Verdi”.Il 10 Novembre 1917 difese la testa di ponte del Vidor sul Piave ed in seguito fu impiegato sull’Asolone.
Nel Maggio 1918 mutò denominazione e confluì nel VI Reparto d’Assalto che fu costituito nel Settembre 1917 nell’ambito della II Armata e con volontari provenienti dal 7° Alpini. Il 16 Novembre 1918 agli ordini del Cap. Andriolo Stagno, attaccò e conquistò le posizioni di Roccolo,Cima Tasson e Quota 1443 sul Monte Grappa. Il contrattacco austriaco dimezzò le forze del reparto. Ricostituito alla meglio,agli ordini del Ten.Col. Mario Re, passò il Piave con la Seconda Divisione d’assalto e raggiunse combattendo la cittadina di Susegana. Nel 1919 il reparto partecipò all’impresa Fiumana insieme a Gabriele D’Annunzio.
Altra unità mista fu il VII Reparto d’Assalto costituito nell’autunno del 1917 in Carnia anch’esso su 3 Compagnie di cui una formata da “Fiamme Verdi”. Nel 1918 assunse la numerazione di XXX conservando la Compagnia di alpini che si distinse in particolare sul Monte Grappa. Nel Gennaio 1918 in Val Lagarina si costituì presso il Deposito dell’80° Rgt di Fanteria il XXXIX Reparto d’Assalto agli ordini del Magg. Gastone Gambara .Il reparto pur essendo formato nella quasi totalità da alpini provenienti dal 6° Reggimento e dal Btg “Monte Pelmo” del 7°, ottenne le Fiamme Verdi, a rettifica di un evidente errore burocratico, solo alla fine di Settembre. Il 23 Maggio al SottoTenente Sante Dorigo venne conferita la Medaglia d’Oro per la conquista dei trinceramenti sul Zugna Torta. La mattina del 3 Agosto un distaccamento di arditi mosse alla conquista di Malga Zuret e di Quota 703 di Dosso Alto (zona lago di Garda) riuscendo a conquistarle dopo aspri combattimenti. Il reparto ebbe 2 Ufficiali e 12 Arditi uccisi e catturò 6 Ufficiali e 172 Soldati austriaci. Il 2 Novembre quale avanguardia del 4° Gruppo Alpini travolse le difese austriache ed entrò per primo in Rovereto e poi il giorno dopo in Trento.Meritò la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Il XXXI Reparto d’Assalto “Fiamme Verdi” si costituì nella primavera del 1918 con alpini provenienti dal 6° Reggimento.Il 30 Agosto conquistò Monte Majo,il 18 Ottobre combattè a Monte Corno in Vallarsa ed il 4 Novembre sull’Altopiano di Lucerna occupò fortini austriaci catturando 60 Soldati e 3 Ufficiali.
Il LII Reparto d’Assalto “Fiamme Verdi” fu costituito il 15 Maggio 1918 a San Pietro Intrigogna (Vicenza) dal Cap. Emilio Faldella con alpini della 52° Divisione.Al comando del Ten.Col. Carlo Rossi combattè il 17 Giugno 1918 sull’altopiano dei Sette Comuni inquadrato nel XIII Corpo d’Armata ,conquistando con gravi perdite (Ufficiali 4 morti e 3 feriti ,Arditi 14 morti e 93 feriti) il ridotto di Costalunga. Il 1° Novembre si attestò sul Monte Longara.
Ricordiamo inoltre che la Prima Divisione d’Assalto “Fiamme Nere” aveva alle proprie dipendenze un Reggimento d’Artiglieria Alpina ( 9 e 44 Gruppo da montagna),così pure la Seconda Divisione d’Assalto (12 e 29 Gruppo da montagna).
Al termine della guerra i reparti arditi che già avevano cominciato a manifestare sintomi di estremismo politico (a destra con le squadre d’azione fasciste ed a sinistra con gli arditi del popolo) vennero sciolti e fu trasferito in Tripolitania un nucleo consistente della Prima Divisione d’Assalto. Anche in questa occasione le Fiamme Verdi mostrarono equilibrio e moderazione rimanendo ferme sulle posizioni a difesa dell’onore e della apolicità dell’Esercito. La gran parte degli arditi alpini dopo il congedo confluì quindi nella grande famiglia dell’ANA appena costituita,preferendola alla Associazione Arditi d’Italia ed agli Arditi del Popolo