Lele ha scritto:
c'e' un piccolo problemino.....non so o/e non ricordo dove abiti!!!
Un miracolo molto lontano, che risale addirittura al 1238.
Lo racconta anche Jacopo da Varazze nella «Legenda aurea». Ci narra di un giovane pratese che aveva dato alle fiamme i campi del suo padrone che si era rivelato un disonesto. Per questo quel giovane, per la legge del taglione (occhio per occhio dente per dente) venne a sua volta condannato ad ardere sul rogo.
Ma il fuoco non lo sfiorò nemmeno; si era raccomandato a San Jacopo.
Il fuoco dunque, il calore, l'estate ci parlano di questo Santo venerato dai Pistoiesi fin dal mille.
Sant'Jacopo, o meglio, Giacomo, uno degli apostoli prediletti di Gesù, venne decapitato - per ordine di Menenio Agrippa - nel 42 dopo Cristo.
La sua prima tomba fu a Santiago di Compostela (oggi nella Galizia Spagnola); un nome che evoca poeticamente un miracolo del cielo: campus stellae.
Una stella indicò il luogo dove sarebbe dovuta sorgere la basilica di San Giacomo.
E fu da lì che il vescovo spagnolo, nel 1150 circa, concesse al vescovo di Pistoia, Atto (1133-1153) un frammento dell'apofisi mastoidea destra. A Pistoia lo portarono due pellegrini, Tebaldo e Mediovillano. Per andare a prendere quella preziosa reliquia avevano percorso a piedi quel cammino di Santiago (Sant'Jacopo appunto) che univa anche Pistoia, attraverso la via Francigena, alla basilica di Compostela, che era diventata una delle mete più importanti dei pellegrinaggi insieme a Roma e Gerusalemme.
Basti pensare che, poco prima della metà del XII secolo, Pistoia era divenuta l'unico centro di culto iacopeo ufficialmente riconosciuto in Italia.
Grazie a quella reliquia San Jacopo divenne il patrono di Pistoia ed il suo culto venne onorato anche con questo interminabile cammino, percorso da tanti pistoiesi, verso la Galizia spagnola, la cui partenza avveniva il 2 Febbraio di ogni anno per la festa della “Candelora” con la benedizione, nella Cappella di S. Jacopo, delle candele e dei bordoni.
Con il trascorrere dei secoli gli omaggi al santo sono aumentati anche attraverso le più belle opere d'arte. Prima fra tutte l'altare argenteo che si trova custodito in cattedrale. E' un capolavoro! Così scrive la studiosa Lucia Gai che ha approfondito il culto jacopeo: “una delle maggiori opere di oreficeria gotica italiana e una delle più rilevanti anche a livello europeo”. La prima tavola d'argento fu commissionata nel 1287 e, successivamente nel ‘300 e nel ‘400 quando un certo “Pippo da Firenze” fece le sue prime esperienze d'arte inserendo nelle tavole del lato sinistro le figure dei Profeti. Quel Pippo, altri non era che Filippo Brunelleschi che aveva appena 23 anni.
E sulla vetta del Duomo, nel 1721, comparve la statua del Santo Patrono, realizzata dallo scultore Andrea Vaccà , in sostituzione di altra più antica e ormai deteriorata.
E' quella stessa statua che ogni anno per la festa di San'Jacopo, veste un mantellino rosso.
Alfredo Chiti, nella «Guida di Pistoia», scrive «E' antica usanza, di ricoprire con un pastranino o mantelletto rosso scarlatto, la statua del Santo nel giorno della festività ». Un'usanza che Chiti colloca fra il 1910 e il 1931.
Ma perché?
E' una leggenda antica a spiegarci il motivo di questa inopportuna vestizione nel bel mezzo dell'estate. «Pago a tutto caldo», diceva San Jacopo ai creditori, e non pagava mai: si faceva trovare nel mese di luglio con un addosso un mantello di lana rosso.
Questo perché, dice la leggenda, prima di darsi alla vita spirituale faceva il sensale di cavalli. Acquistava i cavalli al mercato promettendo al venditore di saldare il debito con il sopraggiungere del caldo, allorché si fosse tolto il cappotto.
E quando, in pieno luglio o sotto il solleone, il venditore si recava da Jacopo per riscuotere il dovuto, lo trovava ancora incappottato e pronto a dichiarare che «l'estate tardava a venire».
Così vuole la leggenda tramandata nel corso dei secoli.
La tradizione popolare volle onorare anche così la capacità del Santo Patrono di convivere con il sacrificio. Poiché è sacrificio sopportare il solleone con un pastrano di lana pesante addosso.
Una figura altissima l'apostolo Giacomo, poi Santiago e per noi pistoiesi Sant'Jacopo vestito da quasi un secolo dai Vigili del Fuoco. Gli unici che possono salire fin lassù con l'autoscala che s'innalza verso la statua. Un momento regalato alla storia religiosa della città .
Pochi minuti che acquistano un valore profondamente simbolico, chiaro a tutti.
Lele, la tua curiosità è soddisfatta.
P.S.: Per fortuna che Beppe lavora in altra località , altrimenti dopo aver faticato (sic!) per monti assieme alla "morosa", doveva
subire un'ulteriore mezza giornata di riposo.
