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Nicola
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Re: .

Pierpa ha scritto:
Abbadia ha scritto: proprio non capisco che cosa c'entri il cardinale in questione con la scuola italiana....non sapevo avessimo bisogno di certi permessi....
Perchè, non può dire la sua opinione? Due pesi due misure...
Hai ragione, ci sono due pesi e due misure. Se da ragione ai suoi superiori la sua è un'opinione rispettabile di un uomo attento, se dice quello che pensa è un cretino che non sa stare al suo posto.
Ma ve bene così, se avesse contraddetto Stalin in URSS sarebbe un cretino morto :twisted: .
S.ten Nicola Pagotto
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Luigi
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Occidente in cerca di Identità 
di Franco Cardini
da "Il Tempo" di mercoledì 8 gennaio 2003

Trovato qualche tempo fa sulla rete.
Buona lettura.
Mandi.
Luigi


Qualcuno, ad esempio Augusto Del Noce, l'aveva già  compreso e previsto. Altri se ne stanno accorgendo adesso: e ne nascerà  forse un dibattito interessante.
Gli eventi politici internazionali ne hanno accelerato lo sviluppo: anche grazie a una vorticosa rinascita d'una scienza fino a ieri da noi semignorata e quasi vilipesa: la geopolitica. Certo è che da alcuni mesi tutti noi ce lo chiediamo ogni volta che il presidente George W. Bush jr. pronunzia - rivolto ora al suo paese, ora ai suoi più o meno stretti alleati, ora alla comunità  internazionale - il pronome «we» e l'aggettivo «our». Chi siamo «noi»? Che cos'è «nostro»?
Noi siamo la Civiltà  occidentale.
Da secoli ci sentiamo tale: ma da quando? E in relazione a quale «Altro-da-noi»? A quale Oriente si oppone il nostro Occidente? L'Europa e l'Asia sono «naturalmente» nemiche, fino dai tempi delle guerre persiane mirabilmente cantate in una tragedia di Eschilo? E questi valori, quest'Occidente, quest'Oriente, sono sempre rimasti invariati? Che Alessandro Magno, un greco semibarbaro, abbia tentato una sintesi eurasiatica, e che la fede cristiana (un credo «orientale»...) abbia conquistato l'Occidente tanto da potersi poi addirittura per lungo tempo identificare con esso, sono cose che non significano niente? L'Occidente di oggi può essere ancora il medesimo del quale, all'alba del secolo scorso, Oswald Spengler profetizzava il «tramonto»? Ed è una realtà  e solidale, questo «Occidente», al suo interno: oppure presenta articolazioni e addirittura fratture e contraddizioni?
È arduo considerare l'Europa interamente parte dell'Occidente. Questa «occidentalità » dell'Europa intesa sia come continente sia come realtà  politica, ch'è tanto fortemente avvertita a Londra, a Lisbona, a Madrid e anche - già  con qualche sfumatura... - a Parigi e a Roma, lo è altrettanto a Berlino o a Vienna? Certo lo è molto meno a Budapest e a Varsavia. Fino a che punto lo sarà  ad Ankara e a Mosca, se e quando Turchia e Russia entreranno a far parte dell'Unione Europea. Ma proprio per questo l'Europa è, o sarà , o può essere, qualcosa di più. Essa è impensabile senza il suo «continente liquido» complementare, il Mediterraneo. Attraverso le «semieuropee» Russia e Turchia essa si prolunga fin addentro l'Asia centrale. «Europeizzazione» e «occidentalizzazione» di terre e culture non considerabili, oggi, né europee né occidentali, sono (saranno) la stessa cosa? E quell'americanizzazione progressiva dei costumi, dei modi di produzione, degli atteggiamenti mentali e culturali che ha fino dall'indomani della prima guerra mondiale (ma era attiva già  da prima) conquistato progressivamente l'Europa, non era già  per altri versi attiva da tempo - indipendentemente dal nostro continente - in America latina, in Asia (specie in Giappone), in certe parti del continente africano (pensiamo alla Liberia)? Ma oggi l'occidentalismo e l'occidentalizzazione possono essere a loro volta definiti sinonimi di americanismo e americanizzazione? E strumenti quindi, o quanto meno veicoli, di quella che anche negli Usa - ci riferiamo al pensiero dei Brzezinski e dei Luttwak, dei Krautheimer e dei Wolfowitz - è considerata con sempre minori fisime eufemistiche una «politica imperiale» statunitense? E questa «politica imperiale» si accorda poi, e fino a che punto, con la diffusa e fortunata immagine degli Usa disinteressati e generosi guardiani della libertà , della democrazia e della pace nel mondo?
Se in Italia questi problemi sono per il momento solo il marginale oggetto di un dibattito (ch'è però in crescita) in certe aree della sinistra o anche della destra cattolica e non-liberista, dove «filoamericani» e «antiamericani» convivono con difficoltà  almeno dal 1968 in poi, lo stesso non accade altrove. In Francia ad esempio - il paese europeo che a tutt'oggi, insieme con al Germania, è il più frondista nei confronti della politica egemonica statunitense - la polemica è violenta. Lo attesta un bel libro recente edito dalla Sorbonne, «L'américanisation de l'Europe occidentale. Mythe et réalité», frutto d'un colloquio organizzato in un momento «non sospetto»: cioè nel luglio del 2001, due mesi prima del tragico 11 settembre.
E da noi? Qualcuno minimizza: che volete che conti se c'è chi «vuo' fa' l'americano», secondo una maschera che un film interpretato da Alberto Sordi o una canzone di Renato Carosone hanno reso popolare fin dagli Anni Cinquanta? Possono mai preoccupare chewing gum e hamburger, al di là  di certi limiti di buon gusto? Ci si può davvero aduggiare se gli americani sono più bravi di noi a creare mode, a far del cinema, a inventare stili musicali nuovi? E - mode a parte - gli aspetti deteriori della modernità , se e nella misura in cui ci sono, possono davvero imputarsi tutti e solo agli Usa? Non erano già  iscritti nello sviluppo delle filosofie e dei modi di produzione europei almeno dal XVIII secolo? Egoismo e materialismo, capitalismo e individualismo, non sono forse valori e/o disvalori occidentali in quanto europei, ai quali gli Usa hanno semmai fornito un contributo e un incremento a partire dall'Ottocento, ma seguendo un trend in parte segnato?
E poi, sono questi gli aspetti caratteristici del mondo statunitense in opposizione all'Europa? Solo una tardiva e acritica rilettura del desueto Americanismo e bolscevismo di Julius Evola potrebbe farlo pensare. Samuel Huntington ha indirettamente risposto a queste critiche e a questi malumori sottolineando che il centro dello spirito occidentale è la Magna Charta, non il Big Mac.
Ma attenzione: l'assunto del profesor Huntington non è per nulla avalutativo, come qualcuno vorrebbe. Egli sa bene che la sua tesi non si limita a ritrarre la realtà  e a proporne una visione «obiettiva»: egli mira a un'identificazione tra Usa, Europa e Occidente al punto tale da aver dichiarato, all'indomani dell'11 settembre, che la tragedia era servita se non altro ad allineare del tutto l'Europa sul fronte della causa occidentale. Il che la dice lunga su come in realtà  egli veda i rapporti fra States e Unione Europea.
Certo, lo spirito della Magna Charta è autenticamente europeo. Ma viene da chiedersi come abbia letto, Samuel Huntington, quel documento del 1215 che solo tirandolo per i capelli si potrebbe interpretare come fondamento della democrazia moderna (lo era, semmai, di una visione aristocratico-oligarchica del potere). Nel costituzionalismo americano, fino dall'Ottocento, forte è stata la volontà  d'intendere la Magna Charta in funzione dell'uso che se ne fece nell'à mbito del parlamentarismo inglese del Seicento: e nel presentarla come la base delle istanze portate nel Nuovo Mondo dai Pilgrim Fathers, attraverso i quali si sarebbe trasferito in America «il miglior sangue d'Europa». Il costituzionalismo statunitense, al pari del movimento cosiddetto "teutonista" che tanto significato ha avuto tra i membri dell'aristocrazia economica e intellettuale bostoniana (i "bramini", come gli Adams e i Lloyd George), ha sempre teso a interpretare la vita della giovane America come l'esito di un movimento di salvezza e di liberazione: via dalla follìa papista e tirannica della vecchia Europa, i valori più positivi del continente si sarebbero trasferiti oltreatlantico.
Come nell'impero romano l'anima era fondata sulla cultura ellenica, mentre la forza risiedeva nelle armi e nel diritto pacificatore di Roma. Una pax americana, dunque, sul modello della pax romana. Non stupisce come, in quest'ordine di attegiamenti, non sia mancato neppure chi ha visto in quest'Occidente «megaleuropeo» politicamente, economicamente e militarmente egemonizzato dagli Usa l'ultima versione e magari l'ultima spiaggia della Cristianità . Magari, d'una Cristianità  minacciata dal fondamentalismo islamico. O dell'Islam tout court, che sarebbe perfino più insidioso quando si presenta come «moderato».
Sul fronte opposto, militano intellettuali e studiosi che da Alain de Benoist a Romolo Gobbi (quindi da «destra» a «sinistra») sottolineano al contrario come, e fin dall'Ottocento, la politica statunitense si sia ispirata sistematicamente a un antieuropeismo ben cosciente; e come la stessa dichiarazione Monroe del 1823, al di là  della sua lectio facilior isolazionista, debba esser letta al livello di una dichiarazione di guerra all'Europa che allora doveva essere espulsa - come accadde - dal continente americano, e oggi dev'esser trattata come un alleato al quale assegnare compiti secondari.
Da qui la proposta di un giornalista abituato alle provocazioni, Maurizio Blondet: se così stanno le cose, perché l'Unione Europea non chiede di divenire la cinquantaduesima stella sulla bandiera stars and stripes? Il dibattito è aperto.
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Pierpa
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per fortuna Nicola che non siamo nell'URSS di Stalin :D
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Federico
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Molto, molto interessante, Luigi. Grazie.

Diciamo solo che io mi sento piuttosto vicino, pur non avendone letto le opere, a ciò che viene nell'articolo attribuito a de Benoist e Gobbi. Anche Evola, che conosco un pelino di più, non ha tutti i torti.

Ma l'unica "istituzione" Occidentale in grado di far da argine alla sempre aumentante debolezza dell'occidente, l'unico vero argine che possa funzionare viste le forze in gioco, è una entità  che più lontana dal concetto moderno di Stato non potrebbe essere. E questo dovrebbe dircela lunga circa le nostre reali condizioni.

Ciao
Art. Federico
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Luigi ha scritto:Occidente in cerca di Identità 
di Franco Cardini
da "Il Tempo" di mercoledì 8 gennaio 2003

Trovato qualche tempo fa sulla rete.
Buona lettura.
Mandi.
Luigi


Qualcuno, ad esempio Augusto Del Noce, l'aveva già  compreso e previsto. Altri se ne stanno accorgendo adesso: e ne nascerà  forse un dibattito interessante.
Gli eventi politici internazionali ne hanno accelerato lo sviluppo: anche grazie a una vorticosa rinascita d'una scienza fino a ieri da noi semignorata e quasi vilipesa: la geopolitica. (...)
Lo credo che fosse ignorata e vilipesa.
L'ha semplicemente inentata un italiano: Ernesto Massi.
Cercate e vedrete.

"La geopolitica è prassi prima di essere dottrina; i popoli che la praticano non la studiano; però quelli che la studiano potrebbero essere indotti a praticarla: è perciò logico che i popoli che la praticano impediscano agli altri di studiarla"
Ernesto Massi - (Processo alla geopolitica, L'ora d'Italia, 8 giugno 1947)

V. anche:
"Geopolitica" (1938-1943) di Giuseppe Bottai, Giorgio Roletto ed Ernesto Massi.
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Luigi ha scritto: (...)
Mandi.
Luigi

P.S.: Bricchetto, mannaggia, pagherei per quell'avatar... :D
8)

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Federico ha scritto: Diciamo solo che io mi sento piuttosto vicino, pur non avendone letto le opere, a ciò che viene nell'articolo attribuito a de Benoist e Gobbi. Anche Evola, che conosco un pelino di più, non ha tutti i torti.
Uhm... siamo in odore di zolfo intellettuale, mi pare... :wink:
Federico ha scritto:Ma l'unica "istituzione" Occidentale in grado di far da argine alla sempre aumentante debolezza dell'occidente, l'unico vero argine che possa funzionare viste le forze in gioco, è una entità  che più lontana dal concetto moderno di Stato non potrebbe essere.
Qui però non puoi fare come i Duellanti di ieri sera (uno, alla domanda sull'Iran, l'ha presa molto lontano, l'altro ha proprio parlato d'altro).
Perciò, argomenta pure senza pudore, che tanto non ti votavamo lo stesso... :D
Mandi.
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Bricchetto,
il tuo messaggio si potrebbe configurare come istigazione all'odio razziale, nonchè propaganda all'arruolamento mercenario. :wink:

Perciò chapeau.
Mandi.
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Luigi ha scritto:
Hellis ha scritto: Ma se mi dovesse, accidentalmente, capitare il terzo.. beh stravolgerebbe tutto l'equilibrio costruito. E ricorreremmo all'aborto probabilmente ed egoisticamente, forse.
Esiste per legge la possibilità  di partorire in una struttura pubblica adeguata e non riconoscere il figlio. Che avrà  poi una famiglia adottiva (così magari non c'è neppure bisogno di strane alchimie per le coppie sterili), e potrà  magari avere pure una vita stupenda.
Perchè vuoi fermare tutto ciò dopo soli tre mesi? Solo per i rischi che la gravidanza comporta? O perchè ritieni sia meno doloroso l'aborto che non riconoscere un figlio già  nato?
Mandi.
Luigi

"Tappami Levante, tappami!!!"
Non è colpa mia, voi consigliatemi un buon analista e io ci metto del mio, ecco.


Amici del vento.



CAMICE BIANCO

In questo letto bianco d'ospedale,
farai tornar stanotte primavera,
e quando il sole sorgerà  domani
il sole scalderà  un nuovo fiore
Come sei bella donna questa sera,
mentre il tuo amore diventa una cosa vera,
mentre il dolore già  si scioglie in pianto,
si compie il tempo che hai amato tanto
E questa notte noi saremo insieme,
a dimostrare al mondo che la vita
dall'uomo mai può essere tradita.
Dentro il mio bianco camice da medico
si fa destino il vecchio giuramento
e neituoi occhi stanchi questa sera,
leggo perché giurai di dar la vita
Stringi le mani a chi ti fece madre,
e sigillò per sempre un "sì" lontano, poi
chiudi gli occhi e lascia che i tuoi sogni,
seguano già  il ricordo di... domani
Ma questa notte noi saremo insieme,
a dimostrare al mondo che la vita
dall'uomo mai può essere tradita.





LETTERA AD UN BAMBINO BUTTATO VIA

Ciao bambino, piccolo uomo forse no,
sei solo poche poche cellule
non sei bello in quel sacco d'immondizie
ma che vuoi, c'è la crisi degli alloggi.
Bambolotto, sei già  rotto
chi ha giocato col tuo seme s'è stufato
non è il caso ha detto di metterti al mondo
il partito ha detto no, mi spiace tanto
Occhi azzurri, manine fredde
ti sei fatto due mesetti in questo mondo
era caldo il ventre dolce della mamma
fuori è freddo, ma che vuoi manca il petrolio
Non lo sai, ma tu sei già  importante
per ucciderti si son messi d'accordo
i partiti i sindacati e quella donna
ti va bene non dovrai chiamarla mamma.
Ciao bambino, piccolo uomo
non saranno tue le gioie ed i dolori
non vedrai tramonti ed albe e giorni uguali
non sciopererai con i parastatali.
Non vedrai bandiere tinte col tuo sangue
non dovrai dire di si a chi ti mente
non dovrai raccoglier firme per l'aborto
non dovrai portare fiori a chi è già  morto.
Poche cellule ma occhi troppo blu
scusa se ti lascio adesso torno giù
Ciao amico non rimpiango la tua sorte :
sei riuscito a restar puro sino alla morte !
Bricchetto
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Luigi ha scritto:Bricchetto,
il tuo messaggio si potrebbe configurare come istigazione all'odio razziale, nonchè propaganda all'arruolamento mercenario. :wink:

Perciò chapeau.
Mandi.
Luigi
Allora, i terroristi lo rapiscono e poi rapiscono una giornalista del Manifesto.
Dice: non è vero che sono terroristi sono resistenti.
Lo afferma la Magistratura, e siccome la Magistratura è istituzione onorevole, allora do ragione a lei.
Però, da uomo della strada non capisco contro chi resistevano quelli che si sono buttati con due aerei su due grattaceli.
Resistevano contro il calcestruzzo? Boh.

Comunque, i terroristi, si, insomma i resistenti, voglio dire i musulmani che poi i musulmani mica sono tutti così perché il Corano non dice quelle cose, prendono Quattrocchi e dicono che adesso lo ammazzano.
Quattrocchi non ha letto la sentenza della Magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, e ritenendoli "terroristi" pensa: l'Occidente non deve cedere al terrorismo; forse sono già  morto, ma se li imploro forse no, però poi il terrorismo vince, allora sai cosa faccio? li mando a cagare, loro e tutti i beduini come loro, così lo vedono che l'Occidente non si piega.
Insomma, finisce che uno così cocciuto lo freddano a revolverate.

Poi c'è la giornalista del Manifesto, una bionda un pò sfiorita, ma ai suoi tempi doveva fare una gran figura quando parlava alle assemblee a scuola, e lei era andata lì per aiutare i resistenti. E infatti, lei la sentenza della magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, l'aveva letta.
Allora, la bionda si fa vedere un paio di volte a piangere e implorare e dice che noi abbiamo torto e che i rapitori la trattano bene, però se noi non la smettiamo la ammazzano (?!).
Lei non ci pensa al fatto che se uno fa così, poi i resistenti, giustamente che resistono, forse rapiscono qualcun altro e gli fanno passare pure a quello un brutto quarto d'ora. O forse, tanto a lei la trattano bene e poi trattano bene pure quello.
Insomma quella piange, implora, frigna e poi la liberano.

Io pure ho letto la sentenza della magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, ma non la capisco tanto.
Secondo me, Quattrocchi si è comportato bene, e la Sgrena male.
Però si vede che mi sbaglio, infatti lui dicono tutti che è un pistolero al soldo di chi lo paga, lei, invece, è una impegnata che porta avanti un certo tipo di discorso.

Insomma, caro fratellino, io mi raccapezzo sempre meno.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:

Lasciali perdere quei due finocchi.
Si, hai capito benissimo di chi parlo.
Dell'allievo prediletto di "coniglio mannaro" Forlani e quell'altro là , che ha trovato l'amore con quella milanense che ci ha idee un sacco moderne sulle donne.
Lasciali perdere. Quelli ambiscono alle briciole che cadranno dalla tavola del vincitore.
Tu datti una strizzata agli zibidei come hai dimostrato di saper fare e lasciali stare.
Perderai, ma con le armi in pugno. E potrai firmare le tue lettere: "in fede". Tu.
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Bricchetto ha scritto:
Luigi ha scritto:Bricchetto,
il tuo messaggio si potrebbe configurare come istigazione all'odio razziale, nonchè propaganda all'arruolamento mercenario. :wink:

Perciò chapeau.
Mandi.
Luigi
Allora, i terroristi lo rapiscono e poi rapiscono una giornalista del Manifesto.
Dice: non è vero che sono terroristi sono resistenti.
Lo afferma la Magistratura, e siccome la Magistratura è istituzione onorevole, allora do ragione a lei.
Però, da uomo della strada non capisco contro chi resistevano quelli che si sono buttati con due aerei su due grattaceli.
Resistevano contro il calcestruzzo? Boh.

Comunque, i terroristi, si, insomma i resistenti, voglio dire i musulmani che poi i musulmani mica sono tutti così perché il Corano non dice quelle cose, prendono Quattrocchi e dicono che adesso lo ammazzano.
Quattrocchi non ha letto la sentenza della Magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, e ritenendoli "terroristi" pensa: l'Occidente non deve cedere al terrorismo; forse sono già  morto, ma se li imploro forse no, però poi il terrorismo vince, allora sai cosa faccio? li mando a cagare, loro e tutti i beduini come loro, così lo vedono che l'Occidente non si piega.
Insomma, finisce che uno così cocciuto lo freddano a revolverate.

Poi c'è la giornalista del Manifesto, una bionda un pò sfiorita, ma ai suoi tempi doveva fare una gran figura quando parlava alle assemblee a scuola, e lei era andata lì per aiutare i resistenti. E infatti, lei la sentenza della magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, l'aveva letta.
Allora, la bionda si fa vedere un paio di volte a piangere e implorare e dice che noi abbiamo torto e che i rapitori la trattano bene, però se noi non la smettiamo la ammazzano (?!).
Lei non ci pensa al fatto che se uno fa così, poi i resistenti, giustamente che resistono, forse rapiscono qualcun altro e gli fanno passare pure a quello un brutto quarto d'ora. O forse, tanto a lei la trattano bene e poi trattano bene pure quello.
Insomma quella piange, implora, frigna e poi la liberano.

Io pure ho letto la sentenza della magistratura, che pure è un istituzione onorevole e io credo a lei, ma non la capisco tanto.
Secondo me, Quattrocchi si è comportato bene, e la Sgrena male.
Però si vede che mi sbaglio, infatti lui dicono tutti che è un pistolero al soldo di chi lo paga, lei, invece, è una impegnata che porta avanti un certo tipo di discorso.

Insomma, caro fratellino, io mi raccapezzo sempre meno.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:

Lasciali perdere quei due finocchi.
Si, hai capito benissimo di chi parlo.
Dell'allievo prediletto di "coniglio mannaro" Forlani e quell'altro là , che ha trovato l'amore con quella milanense che ci ha idee un sacco moderne sulle donne.
Lasciali perdere. Quelli ambiscono alle briciole che cadranno dalla tavola del vincitore.
Tu datti una strizzata agli zibidei come hai dimostrato di saper fare e lasciali stare.
Perderai, ma con le armi in pugno. E potrai firmare le tue lettere: "in fede". Tu.
Posso mettermelo in cornice, così quando l'ala del dubbio dovesse sfiorarmi, avrei qualche cosa a cui aggrapparmi?

Ciao
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Caro Bric, leggerti è sempre un piacere.
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Luigi ha scritto:
(...)
Mandi.
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P.S.: Bricchetto, mannaggia, pagherei per quell'avatar... :D

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

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Bricchetto, concordo con federico e onesto...
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Fratellino, bello il filmato.
Che è, di quelli fatti in (s)parrocchia con bandiera della pace, la chitarra e i palloncini?
Però il calcestruzzo non va più di moda. Non è molto politically correct.

Sulla onorevole magistratura.
Io li chiamo guerriglieri, che è termine tecnico e fa molto "ice cream boys". 8)
Ma giustamente la magistratura è precisa.
Chi mi spiega allora per quale motivo, se non sono terroristi e perciò non devono andare in carcere, da resistenti (come sono stati giudicati) non finiscono in un bel campo di concentramento, come usa in guerra?
Forse che si tratti di una guerra asimettrica, nel senso che la può fare una parte sola?
Mandi
Luigi

P.S.: per chi vuole approfondire.
http://www.musicalternativa.com/amicidelvento.htm

Scusate, ma "uno dei miei uomini ha perso la pazienza".
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