Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Hellis ha scritto:Federico secondo me il tuo errore sta proprio nell'equiparare Vajont e Il sergente.
Partiamo da due presupposti diversi. Vajont era comunque una rappresentazione teatrale di dati acquisiti, documenti legali, di fatto un documentario romanzato. Ci sono perizie, controperizie, documenti agli atti inconfutabili.
Ma con Il Sergente non si può parlare in nessun modo di qualcosa di riconducibile ad un documentario. Partiamo dal racconto di una persona che ha vissuto quei fatti; una persona che ha raccontato la sua esperienza.
Ora ho paura di scrivere una cazzata, ma in Vajont Paolini non si calava nei panni di una persona, ma in quella di un popolo.
Ma tu non dici cazzate, anzi!

Io equiparo Vajont a il Sergente perchè questo mi è stato presentato come l'ultima fatica del protagonista autore di quello. Non solo: come bilgietto da visita de Il Sergente e del suo autore/recitatore mi hanno detto: massì, Paolini, quello di Vajont e di Ustica.

Che non fosse un documentario non saprei: se non lo era, perchè andarsene in Russia? Perchè sparare quelle ca**ate storiche? Perchè far venire in sala due Reduci, come a dire: qui si dicono le cose come stanno, loro c'erano?

Se poi addirittura Paolini (ho avuto il medesimo sospetto tuo) si è calato in un popolo, perchè non essere più rigorosi sui dati oggettivi?

Io arrivo a credere che lo abbia fatto apposta. Ad esempio: se si è davvero calato nei panni di un popolo (diciamo anche solo quello con la penna), e dato che è del tutto evidente che, con quei panni addosso, Paolini non si fa scrupoli a raccontare cazzate storiche, perchè non ripetere la panzana del bollettino radio russo (che poteva almeno suonare come un ringraziamento ed un riconoscimento del valore per chi da lassù non è mai tornato) invece della montanellata (oltrettutto citata con tanto di © dell'autore che, fuori da chi se ne intende un pochino, è molto rispettato e tenuto in gran conto)? Perchè, balla per balla, fare un complimento invece che sparare l'insulto?

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Hellis ha scritto:...e comunque Federico tieni sempre conto che, e con questo non ti voglio dare lezioni di vita, che da che mondo è mondo è sempre facile poi sparare (e con questo non ne faccio una colpa a Paolini) contro i responsabili dei disastri quando i fatti sono già  accaduti.
Qualche anno fa, quando io parlavo male di parmalat, ma sopratutto della sua gestione (e non per 'sentito' dire), qui a parma rischiavo il linciaggio. Oggi trovane uno che non sparla di Tanzi & Co.
:D

Grande verità .

E di fatti se non sbaglio, uno che nessuno si è mai sognato di criticare era il Comandante del 3° da Montagna, destituito e rimpatriato per la troppa foga mostrata nel protestare per l'impiego degli Alpini in Russia.
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Andrea68
Sergente
Sergente
Messaggi: 185
Iscritto il: gio nov 02, 2006 4:20 pm

E visto che si è accennato a "Vajont" anche in quello spettacolo Paolini ha commesso degli errori nella sua ricostruzione. Del resto lui stesso sul finire dice "avete il dovere di dubitare di ciò che vi ho raccontato". Io l'ho fatto e ho trovato un libro in cui sono spiegati nel dettaglio gli errori e le imprecisioni di Paolini. E per questo ho di "Vajont" un giudizio più realistico e meno mitizzato di quello generale, ma comunque positivo.
Io Otto e Mezzo non l'ho visto, ma non capisco cosa c'entra: quello che è stato detto in quella sede non può essere imputato a Paolini.

Nel caso che da laggiù mi sentiate...
Avatar utente
Von Kleist
Sergente maggiore
Sergente maggiore
Messaggi: 494
Iscritto il: mar ott 19, 2004 4:04 pm
Località: Battipaglia (SA)

A 8 e mezzo Ferrara (e non solo) ha sparato scemenze a raffica :lol:
Meno male che quel tenente reduce gli ha risposto a dovere.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
elettrico
Soldato
Messaggi: 38
Iscritto il: mer ago 15, 2007 5:20 pm
Località: Milano

A me in fondo non è dispiaciuto lo spettacolo. Posso permettermi solo di fare un appunto circa le battute, goliardiche o no, della prima parte. Così facendo Paolini ha distolto l'attenzione circa l'argomento principale, cioè la ritirata, riprendendolo successivamente con la coperta, etc....

Diverso discorso invece bisogna fare con il ciccione !!!!!
D'altra parte noi cosa ci potevamo aspettare da uno come Ferrara? Diciamo che sarebbe stato forse meglio incentrare una serata intera su un dibattito storico con i pochi reduci rimasti ( almeno con quelli che hanno ancora la voglia di ritornare con la memoria a quei giorni, e non è facile NDR ) e con alpini comuni, in armi e in congedo, per finire con Paolini e soprattutto lasciando perdere i tuttologhi moderni. Ma penso che una serata così nessuna televisione italiana la potrà  mai fare.
Del resto, gli alpini possono tranquillamente essere classificati come un popolo a se. Un popolo che, con i suoi valori e i suoi ideali, ha salvato più e più volte l'Italia e gli Italiani. Purtroppo la gente se ne ricorda solo nelle situazioni più brutte.
Fatto assodato che sono, o almeno erano, uno dei corpi più rispettati al mondo. Per il futuro, dopo la riforma dell'esercito, non credo!!!
Art. Davide Zanaboni
5° Rgt A.Mon.
Batteria Comando e Servizi
Minuto Mantenimento
10/93
Avatar utente
7°Alpini
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 594
Iscritto il: sab mar 18, 2006 11:27 pm
Località: Olmo-Vicenza

X Paolini giudizio...sospeso, mi sono 'perso' mezzo spettacolo, la stanchezza della giornata di lavoro ha prevalso sulla voglia di vedere questo adattamento teatrale.
Ma x quello che ho visto -inizio e finale- una persona 'digiuna' dell'argomento campagnadirussia ho paura che non sia riuscita a farsi un'idea di cosa è stata e soprattutto delle conseguenze interiori di coloro che vi parteciparono.
Sensazioni 'a pelle';
* molti giovani, andati a vedere la star Paolini e non x conoscere l'opera di Rigoni.
* ho visto 2/3 spettatori con il cappello alpino, ho avuto la sensazione che fossero 'fuoriposto' in quel contesto.
*maggioranza del pubblico 'digiuna' di valori cari al 'ns.mondo' -alla fine dello spettacolo il pubblico si è alzato in piedi ad applaudire l'attore, ma quando ha preso la parola il 'vero protagonista' della storia -Rigoni e Cenci- non è successa la stessa cosa ed è dovuto intervenire Paolini x 'ordinare' di alzarsi e rendere omaggio ai 2 Veci.
...
Condivido la speranza espressa da altri in precedenza e cioè che qualche spettatore sia spinto a leggere il libro di Rigoni e di altri x saperne di piu', sull'ARMIR, sugli Alpini, sul ns.mondo -magari!-
Comunque mi riservo di recuperare la registrazione e di vedere-rivedere interamente la rappresentazione, magari poi cambiera' la sensazione avuta -neutra-
Adios

Max :twisted: Diable 7/84
Avatar utente
C.le Busbani
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 516
Iscritto il: ven dic 06, 2002 5:50 pm
Località: ROMANO D'EZZELINO

Ho letto con interesse i vostri interventi. Chi conosce Mario Rigoni Stern sa bene che ha un carattere forte e che non ama molto che si facciano parodie sul suo conto...sembra che abbia ben visto lo spettacolo di Paolini e personalmente credo che l'abbia anche concordato prima, visto che è sempre molto preciso quando si parla di lui.
Ho ricevuto alcuni giorni or sono l'invito per partecipare ad una serata a lui dedicata che si terrà  sabato sera a Tresché Conca, sull'altopiano di Asiago. Non ho ancora deciso se ci andrò, anche se stare a cena con un personaggio di tale rilievo mi farebbe piacere Lo spettacolo di Paolini rientrava nelle iniziative fatte in suo onore; personalmente sono convinto, sapendo il carattere di Rigoni, che se non fosse stato di suo gusto non si sarebbe fatto.
Omar
REPARTO COMANDO
E SUPPORTI TATTICI "CADORE"
"FORZA ED INGEGNO"
Bricchetto
Sergente maggiore
Sergente maggiore
Messaggi: 445
Iscritto il: lun dic 09, 2002 11:12 pm
Località: Ostia (Roma)
Contatta: Sito web

Non volevo intervenire, tanto se uno mi vede loggato, lo sa già  come la penso, senza che intervenga.
Mi ero già  espresso su Rigoni Stern, che non amo e su Bedeschi, che amo.
Copio solo un pensiero bonsai già  pubblicato su PdD.
No, grazie (niente benda, una tirata di Marlboro light, al limite).



Non ho visto la performance teatrale, e non mi è piaciuta.

Mi piace ancora meno l'opera sistematica di cancellazione da ogni memoria di un autore ben più bravo: Giulio Bedeschi, con il suo 100.000 Gavette di ghiaccio, questo si un romanzo immortale sulla ritirata dei nostri alpini.

Rigoni Stern racconta una ritirata drammatica; è la cronaca di un fatto d'arme tragico ed eroico ad un tempo. Come, purtroppo, molti di quelli che hanno interessato gli italiani: El Alamein, Klisura, Ponte Perati, Tobruk, Giarabub et caetera.

Guareschi canta l'animo di un genere umano specialissimo, l'Alpino d'Italia, partito alla guerra per dovere, aduso alla sopportazione di mille fatiche, coeso in reggimenti e battaglioni composti di valligiani, cognati, cugini, compaesani, compagni di scuola, in unità  che portano i nomi delle sue valli.
Un animo sublimato dai tormenti della ritirata e dagli eroismi dello sfondamento. Che in questi rifulge, segnando con tratto immortale la via del dovere, ora militare, ora di vero uomo. Uomini di cui si è perso lo stampo.

Rigoni Stern, che solo pochi mesi fa giustificò l'assassinio di Fabrizio Quattrocchi, guadagnandosi l'ennesima patente democratica, disegna una vicenda tragica che fa da metafora a molte altre.
Per l'impegnato Paolini i clandestini che traversano il mare sono i nostri alpini che cercano di tornare a casa.
In queste tragedie la classe proletaria si ritrova al di là  delle frontiere nel suo tentativo atavico di riconoscersi ed emanciparsi.

Ma quale Paolini, per favore!
Ne abbiamo fin troppi che paternalisticamente vogliono insegnarci a pensare. Ad ogni cantone di strada. Affabili, suadenti, dalle colonne del Corrierone della Sera o dalle antenne delle televisioni.
Avatar utente
51Stinger
Maresciallo Capo
Maresciallo Capo
Messaggi: 1110
Iscritto il: lun gen 19, 2004 4:29 pm
Località: Gavardo (BS)

Perdonate la mia assenza continuata in questi ultimi mesi ma a causa del mio lavoro per me i mesi estivi sono praticamente senza soste.
Ho avuto solo modo di leggere la maggior parte degli interventi su questo forum... ma non ho avuto tempo di esprimere le mie opinioni come di solito faccio...
Ma dalla prossima settimana tornerò un po' più attivo...

Dopo questa premessa vorrei allegare un'articolo comparso sul sito della mia sezione http://www.montesuello.it (Sezione Alpini Salò) riguardo al monologo di Paolini e del quale condivido l'opinione. In fondo uno dei motivi per i quali siamo associati é di tenere alta la memoria di chi é andato avanti. Che la si pensi in un modo o nell'altro. Cosa che a mio modesto avviso in questo forum ultimamente si é perso questo.

Alla prossima

Da montesuello.it

Come ogni giorno (o quasi) anche mercoledì 31 ottobre prima di pranzo ho controllato la casella e-mail redazione@montesuello.it, alla quale mi arrivano anche le comunicazione del servizio che fornisce le statistiche di accesso al nostro sito.
Tra le varie me ne viene inviata una ogni 50 accessi e di solito ne ricevo una ogni 2 giorni, visto che negli ultimi tempi questo numero si aggira attorno ai 30 al giorno.

Immaginatevi la mia sorpresa, quindi, quando quella mattina aprendola ne vedo tre mandate dal sito delle statistiche.
Il primo pensiero che mi è venuto era che ci fosse stato un errore, per cui sono andato a vedere per prima cosa se il sito era ancora online e regolare come al solito.
Constatato che era tutto a posto sono andato a vedere le statistiche di acceso e noto che per il giorno prima (30 ottobre) e il giorno stesso (31 ottobre) gli accesso erano rispettivamente di 87 e 93: in pratica triplicati.
Siccome le statistiche forniscono anche la possibilità  di vedere come un utente arriva al sito, ho notato che i log degli accessi provenivano quasi tutti da Google, usando come parola di ricerca “Nikolajewka” oppure “battaglia di Nikolajewka”.
Il primo di questi contatti segnava le 22.31 di martedì sera.
Cos'avrà  scatenato la curiosità  su questo tema martedì sera?
Ebbene, anch'io ero tra i numerosi telespettatori (un milione e 232 mila secondo l'Auditel) che martedì sera hanno seguito “Il sergente”, la trasposizione teatrale del famoso romanzo “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, realizzata e interpretata dal noto e rinomato attore Marco Paolini, trasmessa da La7 (segnalato tra l'altro anche su Ana.it).

Per cui traggo la conclusione che molti telespettatori, sollecitati dalla curiosità  suscitata da questo evento mediatico, abbiano voluto saperne di più ricercando informazioni su internet.

Sapevo che la pagina del nostro sito che racconta la battaglia di Nikolajewka era una delle più visitate, appunto perché era stata intercettata da Google, che la propone al terzo posto quando si ricercano queste parole.

La sera di mercoledì 31 ottobre do un'ultima occhiata agli accessi e sono 116 e nel frattempo mi è arrivata un'altra email dal sito delle statistiche!

Fa piacere constatare come un evento mediatico e un'opera teatrale abbiano suscitato interesse per la storia e in particolare per la storia degli alpini e che anche il nostro sito (nel suo piccolo) contribuisce a diffondere conoscenza su questi temi, che è uno degli scopi per il quale è nato.
...Ma gli alpini non hanno paura

Art. Marco Zanetti
Gavardo (BS)
12/93 - 63D
5° Rgt. da Mont.
51° Batteria C/A Stinger
Silandro (BZ)
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Andrea68 ha scritto:E come credi che si sentissero loro?
"Non abbiamo la peste, noi, cavalo vestio da omo! Siamo gli alpini che tornano dalla Russia!"
Così Scudrera, se la mia memoria non ha perso troppi colpi.
Bricchetto ha scritto:Guareschi canta l'animo di un genere umano specialissimo, l'Alpino d'Italia, partito alla guerra per dovere, aduso alla sopportazione di mille fatiche, coeso in reggimenti e battaglioni composti di valligiani, cognati, cugini, compaesani, compagni di scuola, in unità  che portano i nomi delle sue valli.
Un animo sublimato dai tormenti della ritirata e dagli eroismi dello sfondamento. Che in questi rifulge, segnando con tratto immortale la via del dovere, ora militare, ora di vero uomo. Uomini di cui si è perso lo stampo.
Chapeau, mon camarade.
E quel Guareschi che a ragione non dovrebbe starci, ma invece ci sta benissimo, vale l'encomio.

E un toscanello al posto dell'altra roba da donne di sesso femminile :wink:
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
cavalli
Maggiore
Maggiore
Messaggi: 4247
Iscritto il: sab feb 01, 2003 2:59 pm

premetto che non amo Rigoni Stern per motivi miei persoali, ho l'impressione che si sia costruito la sua "fortuna" sulle disgrazie. Ho conosciuto diversi reduci di quella tremenda sciagura, una cosa mi ha colpito cercavano di parlarne il meno possibile!
Comunqe sempre a mio modesto parere, l'opera mal si presta ad una riduzione teatrale. Certo che Bedeschi era un uomo di tutt'altra caratura.
La Max Trid.
EX Gran Maestro delle Fortificazioni

(riciclato NATO)
Memento Audere Semper
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Bricchetto ha scritto:...

Non ho visto la performance teatrale, e non mi è piaciuta.

...
Applausi.

Di quelli inpiedi!

Grazie

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
Gian Luca
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 565
Iscritto il: gio mag 20, 2004 1:11 pm
Località: Faenza/Bologna

Federico ha scritto:
Bricchetto ha scritto:...

Non ho visto la performance teatrale, e non mi è piaciuta.

...
Applausi.

Di quelli inpiedi!

Grazie

Ciao
AHAHAHAHAHAAHAH
Scusate ma mi è scappata.....

Io amo sia Rigoni Stern che Bedeschi, c'è qualcosa che non va?
Boh, per me no!
I due scrittori riflettono diverse sensibilità , ma perchè tute le volte dobbiamo farne questioni politiche?
Ritorno a dire che sia "Centomila" che il "sergente" sono capolavori ed io preferisco il secondo perchè, secondo la mia modesta opinione beninteso, ha almeno pari valore testimoniale e superiore valore letterario; e di quanto fosse bravo Rigoni Stern lo abbiamo visto con i suoi libri successivi, altrochè costruire fortuna sulle disgrazie altrui, dai ben Cavalli! se a Rigoni Stern Mondadori ha dedicato uno dei suoi Meridiani una ragione c'è ed è almeno quella che i suoi scritti hanno travalicato di gran lunga il genere storico memorialistico, ne abbiamo già  parlato.
E, a proposito, se qualcuno comprasse Meridiani Montagne, lo acquisti con il libro di inediti di Rigoni Stern, dove ben poche righe sono dedicate alla guerra.
Oh, poi ammetto di essere "rigoniano", ci mancherebbe.
Rigoni Stern ha scritto il Sergente nel 1944 mentre era in prigionia, a 22 anni, il suo è un racconto non immediato ma sicuramente a caldo ed anche pieno di rabbia, per tutto quello che ha visto, ha fatto, perchè era non in prima ma in primissima fila, in Francia, Albania e infine con la pesante nelle case di Nikaljewka, con Antonelli che gli dava le munizioni.
Bedeschi è unico invece, SECONDO ME, nella descrizione dellìapocalisse che rappresentò la ritirata, nelle descrizioni uniche della massa come dei singoli; ma, ragazzi, SECONDO ME, la descrzione dello spirito di corpo è frutto del "dopo", del confronto, del ripensare a mente fredda.
Quando gli alpini erano lì, SECONDO ME, erano solamente incazzati, volevano tornare a casa, si domandavano che ca**o facevano là , prima di tutto in Russia, e poi in un luogo dove le montagne non c'erano!
C'era ben poco spazio per lo spirito di corpo, eddai.
Uguale rabbia, anche peggiore, si legge in Revelli, che era stato anche nelle retrovie, per poi scappare schifato per quello che succedeva.
ok ok non parlo di Revelli, che era di gran lunga + schierato :wink:

Il Sergente di Paolini l'ho visto a teatro l'anno scorso, ho notato che è piaciuto molto a chi delle vicende degli alpini in Russia sapeva poco o niente; a me, che pure apprezzo Paolini, non ha colpito più di tanto, ma questo non significa che sia fatto male; solo non ha toccato le corde che, per la mia sensibilità , sono quelle giuste.
A Rigoni Stern il lavoro di Paolini è piaciuto "ma fino a un certo punto, mi è sembrato un po' troppo urlato" così lo scrittore mi disse sull'Ortigara quando glielo chiesi.

baci e abbracci
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Bricchetto
Sergente maggiore
Sergente maggiore
Messaggi: 445
Iscritto il: lun dic 09, 2002 11:12 pm
Località: Ostia (Roma)
Contatta: Sito web

Gian Luca ha scritto:
Federico ha scritto:
Bricchetto ha scritto:...

Non ho visto la performance teatrale, e non mi è piaciuta.

...
Applausi.

Di quelli inpiedi!

Grazie

Ciao
AHAHAHAHAHAAHAH
Scusate ma mi è scappata.....

(...)

Il Sergente di Paolini l'ho visto a teatro l'anno scorso, ho notato che è piaciuto molto a chi delle vicende degli alpini in Russia sapeva poco o niente; a me, che pure apprezzo Paolini, non ha colpito più di tanto, ma questo non significa che sia fatto male; solo non ha toccato le corde che, per la mia sensibilità , sono quelle giuste.
A Rigoni Stern il lavoro di Paolini è piaciuto "ma fino a un certo punto, mi è sembrato un po' troppo urlato" così lo scrittore mi disse sull'Ortigara quando glielo chiesi.

baci e abbracci
Non è che uno la vuole buttare in politca.
E' proprio il contrario.
E' il fatto che per dare "l'interpretazione autentica" di un fatto, non si guarda al panorama intero delle opere, nell'ambito delle quali uno sceglierà  il suo Rigoni, Revelli, Bedeschi e via dicendo, ma si usa la versione di quello schierato a sinistra. Gli altri sono relegati nel dimenticatoio quando non sono diffamati perché "fascisti".

[E in italia non c'è niente di peggio, perché il F. è descritto non come regime totalitario e quindi non accettabile, ma come 'male metafisico e assoluto'.
Per cui, se fuori piove e uno in camicia nera si affaccia alla finestra e dice: sta piovendo, ebbene quello in camicia nera ha torto.]

Ovvio che di fornte alla descrizione ben fatta di una tale, immane, tragedia, la gente ne sia commossa e si interessi.
Ma l'insegnante, peggio, il formatore, è sempre quello, perché gli altri non è "politicamente" corretto che parlino.

Qual'è la conseguenza? che quando il Rigoni di turno poi, giustifica l'eccidio di Quattrocchi o critica i nostri soldati che in Afghanistan combattono Al Qaeda, ecco che la gente lo ritiene "obiettivo" perché "se ha parlato tanto bene degli alpini, e poi il soldato lui lo ha fatto".
Invece la sua dovrebbe essere una delle 100 oipinioni tra cui scegliere.

[E è così che si vincono, anche, le elezioni: non con i comizi, ma facendo in modo che quello che sente il comizio sia stato adeguatamente "formato" dai libri pubblicati con gli aiuti statali, dai professori di liceo e universitari, dai preti cattocomunisti e si "riconosca" in quanto detto dall'oratore del comizio.
Ma questo è un altro discorso.]
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Gian Luca ha scritto:[...]ma, ragazzi, SECONDO ME, la descrzione dello spirito di corpo è frutto del "dopo", del confronto, del ripensare a mente fredda.
Quando gli alpini erano lì, SECONDO ME, erano solamente incazzati, volevano tornare a casa, si domandavano che ca**o facevano là , prima di tutto in Russia, e poi in un luogo dove le montagne non c'erano!
Se non è "dopo" il '44 di Rigoni, non vedo perchè debba esserlo il '45 di Bedeschi. In ogni caso nessuno dei due scrisse contemporaneamente ai fatti.
Che poi il secondo abbia dovuto attendere oltre quindici anni per trovare una casa editrice è un altro conto.
Inoltre attenzione: che noi, adesso e nella medesima situazione, ci comporteremmo in un certo modo non implica che, ormai 65 anni fa, non si potessero avere altri comportamenti. Anzi, per la verità  penso che noi non partiremmo nemmeno, per "le Russie".

Gian Luca ha scritto:C'era ben poco spazio per lo spirito di corpo, eddai.
Anche questa è cosa che noi abbiamo appresa negli ultimi sessant'anni, e ci pare cosa del tutto naturale solo perchè noi penseremmo così.
Forse la gente che prima di morire voleva salutare il proprio comandante era uscita da un'altra manifattura.

Come ebbe a scrivere proprio Revelli, la pressochè totalità  delle reclute della "Cuneense" non sapeva nemmeno chi fosse Mussolini, ma riteneva per certo che se uno non andava negli alpini era per lo meno un "macaco".
Adesso noi sappiamo tutto del primo (o così riteniamo), e pensiamo che uno sia fesso se negli alpini ci va.

Io penso che senza spirito di corpo non sarebbe tornato proprio nessuno.
Avrebbero buttato le armi nella neve, come fecero altri, e finita lì.
Penso che a 40 sotto zero o si è parte di qualcosa di superiore, anche inconsapevolmente, o ci si siede nella neve aspettando la morte o i russi (che poi non cambiava molto).

In fin dei conti, non è che Bedeschi abbia scritto un romanzo: lui là  c'era. Evidentemente ha visto le cose in maniera diversa da Revelli (ho letto anche lui) e Rigoni, ognuno poi preferisce uno piuttosto che l'altro.

Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine

Torna a “Discussioni fuori tema - Sola Lettura”