Ma tu non dici cazzate, anzi!Hellis ha scritto:Federico secondo me il tuo errore sta proprio nell'equiparare Vajont e Il sergente.
Partiamo da due presupposti diversi. Vajont era comunque una rappresentazione teatrale di dati acquisiti, documenti legali, di fatto un documentario romanzato. Ci sono perizie, controperizie, documenti agli atti inconfutabili.
Ma con Il Sergente non si può parlare in nessun modo di qualcosa di riconducibile ad un documentario. Partiamo dal racconto di una persona che ha vissuto quei fatti; una persona che ha raccontato la sua esperienza.
Ora ho paura di scrivere una cazzata, ma in Vajont Paolini non si calava nei panni di una persona, ma in quella di un popolo.
Io equiparo Vajont a il Sergente perchè questo mi è stato presentato come l'ultima fatica del protagonista autore di quello. Non solo: come bilgietto da visita de Il Sergente e del suo autore/recitatore mi hanno detto: massì, Paolini, quello di Vajont e di Ustica.
Che non fosse un documentario non saprei: se non lo era, perchè andarsene in Russia? Perchè sparare quelle ca**ate storiche? Perchè far venire in sala due Reduci, come a dire: qui si dicono le cose come stanno, loro c'erano?
Se poi addirittura Paolini (ho avuto il medesimo sospetto tuo) si è calato in un popolo, perchè non essere più rigorosi sui dati oggettivi?
Io arrivo a credere che lo abbia fatto apposta. Ad esempio: se si è davvero calato nei panni di un popolo (diciamo anche solo quello con la penna), e dato che è del tutto evidente che, con quei panni addosso, Paolini non si fa scrupoli a raccontare cazzate storiche, perchè non ripetere la panzana del bollettino radio russo (che poteva almeno suonare come un ringraziamento ed un riconoscimento del valore per chi da lassù non è mai tornato) invece della montanellata (oltrettutto citata con tanto di © dell'autore che, fuori da chi se ne intende un pochino, è molto rispettato e tenuto in gran conto)? Perchè, balla per balla, fare un complimento invece che sparare l'insulto?
Ciao