Segnalo
qui l'ultima, grande, uscita di Uolter, degnamente sottolineata dalla feroce penna di Andrea Marcenaro.
In pratica: lui dà pieno sostegno al referendum sulla legge elettorale, però
non firma.
Il bello è che la cosa, per lui e per tanti della sua risma, è perfettamente legittima. In verità , essendo, come dice qualcuno, che la politica è l'arte del possibile, il ragionamento ci sta, un po' come le coincidentiae oppositorum...
Però qui si tralascia un dato fondamentale: che gli elettori si sono rotti le scatole di sentire scemenze del genere. Ne avevano già fatto il pieno ai tempi delle celebri
convergenze parallele... altra chicca del politichese nostrano. Espressione, quest'ultima, che potrebbe avere senso in un discorso inerente la geometria non euclidea, al limite, e non in Parlamento. La frase "geometrica" ha più di 20 anni. Un'altra generazione è arrivata al diritto di voto e si troverà , come novità ("buona") uno che appoggia ma non agisce per rendere fattivo, reale, l'appoggio espresso, oltrettutto considerando assolutamente non contraddittoria la sua posizione dialettica.
Nel frattempo Bersani ritira la candidatura in concorrenza a Uolter quale Lìder Maximo del PD. Di certo persona ben più concreta del Sindaco di Roma (ma si dimette?). Sono certo che qui al Nord, e non solo, avrebbe rappresentato una bel numero di voti per la sua parte: si tratta forse della personalità meno ributtante di quelle allineate dalla sinistra. Ma ha ritirato la sua candidatura. Che dia per scontata la trombata e la voglia lasciare tutta all'americano di Roma? Oppure le pressioni - anche da ambienti non nominabili - lo ha consigliato a desistere? O entrambe le cose?
Certo è che così come si presentano le oramai mitiche "primarie" del centro sinistra, nemmeno Stalin e Mao se le sognavano... Uolter più che candidato unitario (lo chiamano così... come foglia di fico è bella piccolina) assomiglia molto di più ad un candidato unico.
Da ultimo mi permetto di segnalare la violenta inca**atura del Califfo (Franco Califano).
Quel faccione di Diliberto farebbe meglio a smetterla di ridere come un deficiente: mi sa proprio che - non ostante l'invito (che sembra più che altro un'ulteriore presa per i fondelli) - mica ci riesce a sistemare la faccenda davati ad un buon bicchiere di vino. Chiamare il festival dei Comunisti Italiani "tutto il resto è noia", cioè col titolo di una delle più celebri canzoni di Califano - notoriamente di idee politiche "leggermente" diverse - è vissuto dal Califfo come quello che è: un furto.
Diliberto e i suoi potranno pure avere in spregio il diritto d'autore e la tutela delle opere dell'ingegno (quello degli altri, ovviamente), am qui non hanno fatto i conti col fatto che il Califfo è nato a Tripoli, dal che intuisco che di spogliazioni ne abbia subite fin troppe e si difenderà quindi fino alla fine.
Ma ci pensate che bello se Dilberto, da ex Ministro di Grazia e Giustizia, nonchè ordinario alla facoltà di Giurisprudenza della Sapienza a Roma, nonchè paladino delle mani pulite in Parlamento, finisse condannato per appropriazione indebita e/o inosservanza delle leggi sul diritto d'autore? E per mano di un personaggio, lui stesso men che limpido, proveniente da un mondo apertamente disprezzato da quelli come lui?
Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86