Perfetto, Jolly46.
Peccato che, come si usa dire, questo articolo non fosse stato scritto
prima dell'attentato.
Concordo appieno, soprattutto, sull'enorme "misunderstanding" sulla figura del militare, che da noi in Italia ha assunto connotati farseschi, presentando il soldato come un misto tra crocerossina/cappellano/volontario ONG. In questa "tripartizione" manca l'aspetto fondamentale, quella del soldato. E' da almeno una ventina d'anni che la grancassa mediatico-politica batte sul tasto del soldato di pace, che si è trasformato ultimamente in "operatore" di pace, come a voler sottolineare la completa estraneità delle nostre Forze Armate (solo di nome?) da qualsivoglia connotazione militaresca. Non c'è da stupirsi se, quindi, il Ministero da cui dipendono avesse fatto una cosiddetta fuga in avanti, proponendosi cone Ministero della Pace. Siamo onesti: a parte noi 4 gatti "fanatici" su questo e sull'altro forum, quello di Pierantonio, (che io sappia non ce ne sono altri, e questo dovrebbe dire parecchie cose al proposito), a quanti dispiaceva o trovavano completamente errata questa "visione" tutta Italiana? A ben pochi. Ora forse, come al solito troppo tardi, le cose cambieranno un pochino. Ma sarà un cambiamento ben tenue, se pure ci sarà , anche perchè io, da pessimista congenito, come mi definiscono (anche se io preferisco vedermi semplicemente come realista

) ho notato che molte delle immagini viste in tv durante il Lutto Nazionale mostravano si (qualche) Tricolore ma accanto ad essi non sono MAI mancate quelle altre bandiere, quelle arcobaleno con scritto su "pace". E sappiamo tutti come la pensano coloro che la espongono. Non si pensi nemmeno per un secondo che questi abbiano cambiato idea.
La differenza sta tutta qui: gli Italiani sono stati drogati da oramai 60 anni di "educazione" secondo cui il benessere di cui godono è uno status quo, quasi nemmeno un diritto, dato che l'idea di diritto sottintende (è l'altra faccia della stessa medaglia) l'idea di prezzo da pagare per mantenerlo, di rinuncia a qualche cosa in vista del diritto acquisito. E non sia mai che un Italiano (ma, poi, in tutta sincerità , questo "Italiano" esiste? O, forse, non sarebbe meglio togliersi le fette di salame dagli occhi e rassegnarsi all'esistenza si 56 milioni di Sig. e Sig.re Rossi, ognuno di essi animato dalle sue proprie prerogative ed interessi, che nulla, o poco, hanno a che fare con l'idea di Popolo?) sia disposto scientemente a rinunciare a qualche cosa, se prima non ne ha ricevuto il tornaconto. Meglio anzi prendersi il tornaconto
senza subire rinuncie. Questo è il peggior difetto nostro. Non ci si stupisca, quindi, della nascita dell' "Operatore di Pace". Gli Americani, invece, i loro soldati non si sognano nemmeno di chiamarli "Peace Operators" li chiamano, magari brutalmente per le nostre orecchie pacifiste, e con una buona dose di orgoglio "Warriors", guerrieri. Ma loro, gli Americani, sanno che lo standard di vita, i vantaggi di cui godono eccetera, NON sono gratis. Che tutto ha un prezzo, nel bene e nel male, e che per proteggere/affermare/gadagnare i propri vantaggi molto spesso una crocerossina, con fucile o senza, serve a un bel nulla. Ci vuole un soldato, un guerriero appunto.
Non dico che la "visione" USA sia per forza quella giusta, dico però che quella Italiana è sicuramente sbagliata. E pure quella dell'ONU, che ha coniato il termine "Soldato di Pace", contro il terrorismo non serve a nulla.
Ritengo che i Militari Italiani, Carabinieri compresi, se avessero sempre adottato un atteggiamento un po' più "cazzuto", passatemi il termine, non avrebbero probabilmente fatto così presto "amicizia" con gli Iraqueni, ma avrebbero rappresentato un obiettivo molto meno allettante. L'amicizia, poi, sarebbe arrivata lo stesso, dato che atteggiamenti di separazione assoluta, di bianco/nero, buono (io)/cattivo (tutti gli altri) non rientrano nelle nostre peculiarità . E, forse, si sarebbe trattato di amicizia più vera perchè, come insegnano tutti coloro che con i medio orientali hanno lavorato, se questi non vedono, non sentono, non percepiscono la
vera e reale esistenza del pugno di ferro, si convincono che esiste
solo il guanto di velluto e che quindi l'interlocutore è debole, una "femmina", indegna di rispetto e di considerazione, buona da usare a proprio piacimento, quando più fa loro comodo, e da derubare alla prima occasione. Dice nulla il saccheggio della base, dopo l'attentato? State certi che se avessero avuto anche solo il sospetto di una
possibile reazione da parte nostra, non si sarebbero nemmeno sognati di avvicinarsi in massa, quasi che si trattasse di andare al supermercato, così come hanno fatto. Qualche furto, forse, ci sarebbe stato lo stesso, ma si sarebbe trattato dell'azione di un criminale, non del gesto
coram populo che è stato, e che, secondo me, ha dimostrato al di la di ogni possibile dubbio che tutto il rispetto, "amicizia" addirittura, di cui hanno sempre cianciato i nostri vertici, anche militari, era tutta una loro illusione, o, peggio, una enorme balla. Se così fosse stato, non dico che non ci sarebbe stato l'attentato (ritengo che i suicidi fossero non Iraqueni), ma quasi certamente non ci sarebbe stato il saccheggio.
In poche parole: sarebbe ora che, almeno un po', i nostri militari si comportassero per come gli Iraqueni si aspettano che un soldato si comporti, e non come un'infermeira/assistente sociale col fucile.
Saluti
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86