Abbadia ha scritto:
No Jolly...non mi é piacciuto il tuo : nn posso permettere che...."si appropri" dei nostri morti..
Io ho scritto, e volutamente, "i nostri uomini in divisa" (non i nostri Morti) intendendo tutti coloro che nel tempo l'hanno portata, perchè tante volte si scopre che esistono anch'essi solo in momenti tragici e dolorosi.
In altre occasioni non si esita invece a gettare discredito e disprezzo su di loro, io ho fatto il servizio di 1^ nomina a metà degli anni '70 e ricordo bene cosa si diceva su di noi in uniforme, di qualsiasi Arma o Corpo fossimo!
Non mi piace nemmeno il fatto che si vogliano fare i distinguo fra il soldato, il Maresciallo, il Capitano ed il Generale, quest'ultimo invariabilmente il cattivo e cinico di turno.
Mi sembra una palese operazione di "dividere" per scompaginare l'essenza stessa dell'Istituzione.
Ho vissuto a lungo nell'ambiente e so benissimo che in tutte queste quattro categorie ci sono figure nobili e meno nobili, giuste e meno giuste, ma non approvo il tentativo di far passare la parola d'ordine della "disgregazione" e suddivisione in "ceti sociali" dell'Istituzione militare, che funziona proprio perchè esiste questa gerarchia ben definita e specifica.
Non si parla qui di un'azienda dove c'è l'operaio, il quadro intermedio ed il padrone, l'Istituzione Militare per me è un'altra cosa, forse meno "democratica" per certi versi.
Io la considero, tuttora, a 28 anni dalla "stelletta" una vocazione ed una scelta di vita che osservo anche oggi seppure "fuori dai ranghi".
..... E PER RINCALZO IL CUORE!