Abbadia ha scritto:Ciao Lele,
l'hai visto lo stemma vicino al mio nik ?
Bene lo sai che i crinacci che rimbeccavano sotto quello stemma trovavano lunghissimo ?
Hai gia' ottenuto la luna con le scuse e le 5+5 pieghe/pince che il vej ha VOLUTO concederti ...non esagerare...
Da noi i crinacci erano onorati di fare le pieghe/pince che dovevav fare il vej !!!!
Sto scherzando naturalmente...da noi non c'era il numero magico e prefissato anche perché " il vej l'é misteriùs !! " quindi " as sas nen " quante ne fa fare !!!
...(omissis)
Abbadia
Caro Abbadia,
noto che da te si faceva sul serio. Il linguaggio che usi, poi, mi ha fatto ritornare un pochettino indietro con gli anni (non tanti come i tuoi, ben inteso!

) .
Non badare a Lele: è il classico "banfone istituzionale", non sente proprio

; ma non lo fa di proposito (altrimenti avrei detto che "ti ha fatto un bel truuut"

), è che è fatto così. (Sarebbe andato bene da noi in Batteria: uno dei motti era : Siamo così o non siamo

).
Dici bene sul numero prefissato: al gesto del vejass (o anche solo allo sguardo) un buon rospo era già a terra a pinciare (niente pieghe da noi, non usavano) di buona lena. Eventualmente il vejass che aveva "dato l'ordine" (ripeto: spesso non ce n'era bisogno. Un buon figlio sa sempre anticipare un anziano, e ne previene le intenzioni ed i desideri

) poteva chiedere: "quante ne hai fatte", o "quante sono"? Al che il figlio spovveduto, la vera spina, rispondeva ad esempio "25" o il numero a cui era arrivato.

Mai, MAI dare risposte di questo tipo!! Si deve rispondere "in 40 non si conta!" (il che valeva anche all'
Edolo, "all'Edolo non si conta!"). In questo secondo caso, il vejass, soddisfatto dell'impegno del figlio, poteva far cenno di alzarsi. A volte però, c'era il "secondo esame": per farlo alzare diceva: "stai su, vecchia roccia!". E' ovvio, non ci sarebbe nemmeno bisogno di spiegarlo, che se il figlio a questo punto faceva anche solo finta di alzarsi, un grido di raccapriccio, di disperazione quasi, sarebbe uscito dalla gola del vejass: "ma sarai già una vecchia roccia! Impazzito!?!", e le pincie sarebbero continuate per un bel po'

. Se invece, il buon figlio, al sentire la frase di cui sopre, non avesse mosso una piega, nè avesse interrotto il suo pinciare, "l'esercizio", sarebbe finito con un bel, "bravo, stai su".
Naturalmente tutto questo, nella mia (fortunata) esperienza era sempre fatto col sorriso sulle labbra di tutti, "giovane" per primo, e senza il benchè minimo accenno di cattiveria, la quale esisteva prima che arrivassi io in Batteria (fino ad un mese o due prima), e a livelli di codice penale, ma una denuncia in Magistratura (!) fece finire tutto, per lasciare solo la parte divertente, volontaria e goliardica della cosa, come è giusto che sia.
Nel mio reparto, che puoi leggere nella mia firma qui sotto, di "religioso" c'era questo: la prima volta che si faceva qualcosa, tipo entrare in camerata la prima volta, entrare la prima volta nel magazzino radio, eccetera, il vej chiedeva: "è la prima volta che...?" ricevuta risposta affermativa, il figlio veniva invitato a pinciare un po'.
Non vi dico che pinciamento generale (Sten compresi!!) quando andammo a sparare con l'obice la prima volta (più di metà della Batteria era composta di scaglioni che non avevano ancora partecipato a scuole tiro), sia alla Linea Pezzi che all'Osservatorio, dove stavo io.

Veramente divertente.
Ultima cosa che mi viene in mente: il vejass chiede: "ehi tu!, scajun!?!", a questo punto il buon figlio non doveva rispondere di botto il suo scaglione, dato che cifre e numeri stellari come il suo potevano avere effetti maligni sulla salute del vejass (che come tutti i vecchi è a volte fragile, pu essendo una vecchia roccia

). Anche alla domanda "a quanto la va?", si doveva andare cauti nella risposta, per lo stesso motivo: cifre astronomiche potevano essere pericolose per la salute dell'anziano

, meglio rispondere una semplice "a una vita", rivolti verso il muro, od il soffitto, dato che la domanda proveniva da un fantasma, che come tutti sanno, è invisibile
Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86