Ritornando al quesito originario, espongo di seguito la mia tesi.
Di certo le tipologie di osservatorio erano di due tipi: con struttura a pantografo e con braccio elevabile.
Quelli con pantografo prevedevano la corona dentata fissata al basamento.
La stessa corona dentata consentiva la rotazione dell'intera struttura, con annessa cupola corazzata collocata sulla sommità, cupola che invece era fissa.
La vasca di contenimento prevedeva dimensioni diverse, più larga e con il bordo superiore del cordolo cementizio smussato.
Tale soluzione consentiva al pantografo di rientrare nella sua sede in qualsiasi direzione esso fosse orientato.
Ritengo quindi che le opere di Cormons e Quota 28 presentassero un osservatorio con pantografo.

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Quanto riportato dalla fonte ufficiale è vero, ma la prima parte (la descrizione del manufatto) non si sposa con la seconda che descrive la tipologia di osservatorio. Che tecnicamente doveva essere ospitato in strutture diverse.
Infatti gli altri manufatti di osservatori (San Vito al Torre, Corona, Borgo Bidischini, sud Percoto, nord Medeuzza, ecc.) sono di dimensioni diverse; sicuramente più stretti.
Tali locali ospitavano un osservatorio con braccio elevabile ed estendibile.
Il braccio si elevava e si allungava, ma a differenza di quelli montati sui furgoncini usati per la pubblica illuminazione, essi non erano girevoli. Solamente estensibili. La stretta larghezza del manufatto non l'avrebbe consentito.
Lo dimostra la struttura metallica ancorata alla base del manufatto.
Ritengo quindi che questa tipologia di osservatori prevedesse la cupola girevole.
Cupola che ospitava l'osservatore su un sedile.
Si ipotizza quindi che lo spazio all'interno della cupola fosse decisamente risicato e che la rotazione, in entrambe le soluzioni tecniche, fosse indispensabile per garantire una buona visuale attraverso la o le feritorie.

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