Non aspettatevi cose sensazionali.
Quel che si vede sono tutte le armi disposte in linea, tipiche dello schieramento controcarri che conferma un poco le tesi che già esposi nel post “il mistero dell’anno”.
Il ponte di Dignano doveva essere una difesa a tempo indeterminato di posizioni ad opera della Garibaldi che aveva reparti meccanizzati a Maniago, Orcenigo, e Pordenone (l’unico fuori mano).
Mentre il contrasto dinamico prevedeva proprio i ripiegamenti per logoramento, lo schieramento c/c aveva più un idea di caposaldo, con tutte le armi in linea, dal pezzo anticarro alla bomba energa del fante e anche se il caposaldo prevedeva una difesa su 360 gradi, lo schieramento c/c era inteso come una strenua difesa con una linea di apertura fuoco unica per tutte le armi (la sponda opposta del fiume guarda caso conferma l'ipotesi). Il contrasto dinamico prevedeva invece lo sfruttamento delle massime gittate con un'unica linea d'apertura fuoco per dar modo di garantire la copertura in caso di arretramento delle armi più avanzate. Ricordiamo infatti che saltato questo dispositivo a ridosso del ponte, restavano le brigate Mameli e Ariete e gli 8 reparti carri da San Vito ad Aviano, poi via libera sino a Bologna a bersi le scorte di vodka, se da Milano non si sbrigavano ad arrivare la Centauro e compagnia cantante...
Probabilmente, nota per Gio, Sequals avrebbe visto i bersaglieri del 26° Castelfidardo di Maniago, Casarsa quelli del 3° Cernaia di PN, mentre Spilimbergo quelli dell’11° Caprera di Orceni(g)co. Il 7° carri “Di Dio” di Vivaro, facente parte della Garibaldi, avrebbe fatto parte della reazione dinamica con gli altri reparti carri più arretrati e magari non avrebbe partecipato alla festa sul Tagliamento se non tirando un paio di vecchi colpi HEAT sui T72 ungarici per poi darsela a gambe, mettersi in salvo e prepararsi all’azione finale del giorno dopo

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Durante questa esercitazione il comando Brigata venne posto in un’area che non ricordo esattamente ma doveva essere tra Cordenons e Orcenigo ai limiti del Cellina Meduna in un boschetto sassoso con i tipici M577 disposti a croce coi tendoni tirati a tunnel.
Ecco quindi in quale contesto si sarebbe posta l’opera. A giudicare dalle armi in gioco e dalle distanze di ingaggio, gittate di 2000/3000 metri erano sciupate mentre l’opera avrebbe dato comunque fastidio con i cannoni da 90 e in caso di ripiegamento del dispositivo a ridosso opera, che sarebbe arretrato dagli argini nel greto, le mitragliatrici di Case Navarons avrebbero comunque fatto “la bibi” o “la bua” alla fanteria avversaria. Pensate che invece dei “cannoni di Navarone” se fosse scoppiata la guerra avrebbero potuto girare il film “i cannoni di Case Navarons”

Un dubbio sempre rimastomi è perchè lasciare una parte della fanteria al coperto nelle corazze, pco, ecc. e i bersaglieri fuori all’aperto a prendersi schegge e colpi...
Nelle foto notare gli striscioni arancioni sui carri avanzanti, l’elicottero che simula l’MI24HIND e il fumo del carro colpito. Però, come nei migliori film, vigliacco che in esercitazione ti facevano fuori un tuo carro, tu vincevi sempre…che razza di realismo…
La mia foto davanti al carro altana ve la risparmio.
Chi è che sa dirmi chi avrebbe comandato l’opera? Nel senso, gli ordini dal Comando Brigata come gli sarebbero arrivati. Chi gli diceva quando iniziare a sparare o smettere. Mica mandavano il bersagliere a bussare alla cupola del tipo “toc toc c’è nessuno?”
