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40° del Vajont

Oggi ricorre il 40° dell'immane tragedia. Tutte le parole sono inutili, vi rimando ad un paio di siti che trattano la tragedia sotto tutti i suoi aspetti.

http://www.vajont.net
http://www.vajont.it

Ce ne sono altri, lascio a voi altri approfondimenti.
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Re: 40° del Vajont

axtolf ha scritto:Oggi ricorre il 40° dell'immane tragedia. Tutte le parole sono inutili, vi rimando ad un paio di siti che trattano la tragedia sotto tutti i suoi aspetti.

http://www.vajont.net
http://www.vajont.it

Ce ne sono altri, lascio a voi altri approfondimenti.
Grazie per avercelo ricordato anche se penso che tutti ne fossimo gia' a conoscenza ma.....hai fatto bene, non si sa mai.
Per il resto o qualche commento...senza parole
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In virtù dell'età  ricordo ancora nitidamente quella tragedia.
Un paio d'anni dopo passai per la Statale che risale verso il Cadore: un paesaggio lunare, terribile!

Qui mi sembra importante ricordare anche il notevole contributo dei reparti dell'Esercito nei soccorsi, per prima la Brigata Cadore, gli "alpini di casa" e poi anche tutti gli altri reparti accorsi dalle regioni vicine.
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Avete visto il film ieri sera in TV su Rai1?

Forse è un po' troppo "romanzato" ma la tragedia è ben delineata.
Quello che fa pensare ( e mi fa incaz****!) e che i responsabili, tutto sommato, non son stati adeguatamente perseguiti (solo 1 anno di carcere !!).

Tempo fa (qualche anno) venne trasmesso anche uno speciale (presentato da Parolini?).
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LONGARONE (BELLUNO) - Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e' arrivato stamane insieme alla moglie Franca a Longarone (Belluno) per partecipare alla cerimonia del 40/o anniversario del disastro del Vajont. Il Capo dello Stato, e' stato accolto da un caloroso applauso al palasport comunale, dove un coro alpino di Belluno ha intonato l'inno d' Italia. Alla cerimonia sono presenti, tra gli altri, il presidente della Giunta veneta Giancarlo Galan, il sindaco di Longarone Pier Luigi De Cesero, il sindaco di Belluno Ermanno De Col, il presidente della Provincia Oscar De Bona e il presidente del Consiglio regionale Enrico Cavaliere. Sono presenti anche il presidente dell' Enel Paolo Scaroni e il vescovo di Belluno. Dopo la cerimonia il presidente della Repubblica si rechera' sulla diga del Vajont per poi ritornare a Longarone per un' altra breve cerimonia nella chiesa monumentale.
09/10/2003 09:17
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Mauro
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Ragazzi anche io sono senza parole.
Ieri ho visto il film e nello stesso tempo su La7 c'era uno special.
Credo che non potremo mai averne un'idea di cosa fu questa tragedia, io ho visto la diga lo scorso anno e avevo la pelle d'oca.
No, non ce la faccio, è indescrivibile.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
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Mauro ha scritto:Ragazzi anche io sono senza parole.
Ieri ho visto il film e nello stesso tempo su La7 c'era uno special.
Credo che non potremo mai averne un'idea di cosa fu questa tragedia, io ho visto la diga lo scorso anno e avevo la pelle d'oca.
No, non ce la faccio, è indescrivibile.
Purtroppo non sono riuscito a veder elo speciale e non mi sono ricordato di registrarlo.... :cry:
La diga oltre che da terra l'ho vista anche in una delle perlustrazioni in elicottero fatte quando ero a Naja....bestiale che possa essere capitato un fatto del genere.
Alp. Malaguti Daniele
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Hellis
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Ho visto il film ieri sera.
Ho cercato di documentarmi perchè, da "tecnico", sono rimasto sgomento dall'atteggiamento dei progettisti.

L'etica dei progettisti (non voglio parlare degli "amministratori"), è stata veramente soffocata dall'ego e dalla mania di grandezza nutrita con la speranza di realizzare qualcosa di unico al mondo.

Veramente non comprendo come un "tecnico" e, dovreste essere tecnici progettisti per capire questo stato d'animo, possa soffocare il proprio senso di responsabilità  per successo personale.

Tutti abbiamo la smania di progettare qualcosa che lo consacri nel circolo degli immortali, ma i conti devono sempre tornare per tutti, e sappiamo sempre che una nostra noncuranza può provocare danni o la morte di persone. Credetemi. Quando inizi questo mestiere è la prima cosa con cui ti scontri. Notti insonni a pensare a cosa succede in caso di un tuo errore.. una struttura sottodimensionata per un errore di valutazione che collassa... il braccio di una gru che cade.. una deriva improvvisa di un azionamento elettronico...
Questo qui, Ing. Carlo Semenza, svalutava le rilevazioni dei geologi per continuare l'opera.... 2000 persone morte...
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presenze

io c'ero come rappresentanza, é stata una bella cerimonia, ha lasciato in silenzio il filmato proiettato in apertura, fa paura pensare che 40 anni fa dove ieri ero seduto c'erano solo macerie...

Per la cronaca c'erano anche Iob comandante della julia, il presidente dell'ana e il suo vice
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Le parole più belle, anzi quelle che con maggior efficacia hanno descritto questa tragedia, sono state pronunciate da Mauro Corona, anni 51 da Erto: l'evento ci ha scaraventati (noi ertani) in un'altra dimensione, sradicandoci dalla nostra terra e disperdentoci in mille rivoli: siamo un popolo SENZA LA MEMORIA, ecco la più grande tragedia che ci ha colpiti è stata proprio la privazione della memoria.

Io non sono poi così certo che i tecnici che hanno progettato e costruito la diga fosserro delle persone senza coscienza, ma che certamente non siano riusciti a ipotizzare un evento di quelle dimensioni, evento e modello che viene oggi, a livello mondiale, utilizzato per la valutazione degli effetti che gli invasi hanno a sul terreno circostante.
E' forse il caso di ricordare che la prima intuizione per l'utilizzo della Valle del Vajont per scopi idroelettrici è del primo dopoguerra, e che la costruzione è iniziata nei primi anni 50, all'inizio della ricostruzione post bellica quando la fame di energia era immensa (il solo impianto del Vajont avrebbe incrementato la produzione nazionale di energia idroelettrica del 20%). Da allora la tecnologia, la conoscenza in generale, le possibilità  di calcolo e di verifica, sono aumentate in modo esponenziale (la sala per i calcoli topografici dell'Istituto Tecnico per Geometri di Vicenza nei primi anni settanta era costituita da una trentina di divisumma, alias calcolatrici che facevano, e fanno, le quattro operazioni fondamentali: addizione, sottrazione, moltiplicazione, e divisione).

A me personalmente da fastidio, e non sono il solo, la costruzione del mausoleo a Fortogna, in quel CIMITERO che ospita 1500 delle 2000 vittime della tragedia, quando proprio quel CIMITERO era, con le sue candide croci, il testimone più efficace dell'arroganza umana nei confronti della natura.

Consiglio la lettura di due bellissimi libri:
- "Finchè il cuculo canta" di Mauro Corona, per cogliere l'ambiente, la gente, il momento storico, la paura, il dramma, lo sradicamento, della gente del posto.
- "Il racconto del geologo che scoperse la frana" del prof. Semenza (figlio dell'Ing. Carlo Semenza) per approfondire le questioni tecniche e la successione degli eventi.

PER ME, CHE HO VISITATO LA FRANA E SONO SALITO SUL MONTE TOC SOLO NEI PRIMI MESI DI QUEST'ANNO, QUESTA TRAGEDIA DEVE RIMANERE NELLA STORIA PER RICORDARE CHE LA SUPPONENZA UMANA DEVE CONFRONTARSI, SEMPRE, CON MADRE NATURA, E CHE LE CERTEZZE DI OGGI SONO GLI ERRORI DI DOMANI.

In quanto a mausolei sono convinto che non ce ne fosse bisogno, poichè un muro di calcestruzzo alto quasi trecento metri, sovrastato da un monte disarticolato e spettrale (la frana caduta nella Valle del Vajont), siano i migliori testimoni dell'arroganza umana.

Un'ultimo appunto: se i tecnici che hanno costruito la diga erano degli inetti, come dobbiamo definire quelli che hanno progettato la "nuova Longarone"? Io che non sono un'esteta rabbrividisco alla vista di quei palazzoni, che sarebbero avulsi anche da realtà  urbana milanese, ogni volta che transito lungo la statale per Perarolo e il Cadore.

P.S.: Adesso faccio l'Hellis di turno: Da tutte queste celebrazioni non sta forse nascendo un "bussinnes" TURISTICO?
Mi auguro di no, perchè questo sarebbe l'ennesimo insulto ai morti provocato dall'arroganza dell'uomo.
:evil:
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Tempo fa (qualche anno) venne trasmesso anche uno speciale (presentato da Parolini?).
Si tratta di Marco Paolini.
Imperdibile per conoscere TUTTA LA VERA STORIA DEL VAJONT (e non quella che ti raccontano in tv) in termini accessibili a tutti è il suo libro "Il racconto del Vajont" (Garzanti)

Questo qui, Ing. Carlo Semenza, svalutava le rilevazioni dei geologi per continuare l'opera.... 2000 persone morte...
Il disastro del Vajont ha tanti, troppi colpevoli. Pensare di poter addossare tutto a Semenza mi pare riduttivo, se non altro perchè ci sono dei colpevoli molto più colpevoli di lui, gentaglia di cui non si è sentito parlare molto ma che si è eretta a protagonista di questa tragedia. Alcuni nomi: Biadene, Caloi, Penta, Sensidoni, Violin, Greco e tanti tanti altri...
D'altra parte l'unica cosa "buona" che è rimasta di tutto questo è proprio la diga (come opera in sè) di Semenza.

In ultimo volevo ricordare una persona a cui pochi hanno fatto caso, il guardiano della vicina diga di Pontesei (Forno di Zoldo) che era di turno quando il 22 marzo 1959 anche lì la frana che incombeva sul lago si è staccata e vi si è precipitata dentro, strappandolo alla vita.
Si chiamava Arcangelo Tiziani.
Non è mai più stato ritrovato.
Era cugino di mia nonna.

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Volevo aggiungere:
Da tutte queste celebrazioni non sta forse nascendo un "bussinnes" TURISTICO?
Mi auguro di no, perchè questo sarebbe l'ennesimo insulto ai morti provocato dall'arroganza dell'uomo.
Se questo BUSINESS servirà  a far conoscere alla gente TUTTA la VERITA' sul Vajont, potremmo anche passarci sopra.
Piuttosto, qualche tempo fa era uscito su "Il Gazzettino" un articolo in cui gli imprenditori del bellunese sostenevano l'importanza (economica, naturalmente) di "rimettere in funzione l'impianto", dimenticandosi tra l'altro (beata ignoranza) che l'impianto non solo non è mai stato in funzione, ma non è stato neanche mai collaudato...
Se non è un insulto ai morti questo... E non solo ai morti... Benedette persone, voi che sguazzate nei soldi e ve ne venite fuori con xxttanate come questa, vedete gentilmente di andare 'affanxxxx e anche in fretta per favore, grazie!

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fanicchi ha scritto: Si tratta di Marco Paolini.
Imperdibile per conoscere TUTTA LA VERA STORIA DEL VAJONT (e non quella che ti raccontano in tv) in termini accessibili a tutti è il suo libro "Il racconto del Vajont" (Garzanti)
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Anch'io l'ho visto questo spettacolo, e prima avevo letto il libro, e ne sono rimasto molto colpito. Approfondendo poi la conoscenza dell'evento mi sono convinto che si tratta di UNA delle tante verità .
fanicchi ha scritto: In ultimo volevo ricordare una persona a cui pochi hanno fatto caso, il guardiano della vicina diga di Pontesei (Forno di Zoldo) che era di turno quando il 22 marzo 1959 anche lì la frana che incombeva sul lago si è staccata e vi si è precipitata dentro, strappandolo alla vita.
Si chiamava Arcangelo Tiziani.
Non è mai più stato ritrovato.
Era cugino di mia nonna.
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UBI MAIOR MINOR CESSAT. Ma anche questo è un uomo sacrificato sull'altare dell'arroganza. A proposito: questa persona viene menzionata dal Prof. Semenza nel suo libro sul Vajont, quando cita la frana che si è verificata nel Lago di Pontesei, e raffronta le diverse problematiche geologiche con quella del Monte Toc.

Sui businnes costruiti sui cadaveri delle persone io non sono disposto a passarci sopra. Mai.

Oggi pomeriggio ho ascoltato su Radio24 una parte di un approfondimento sul disastro del Vajont, e c'è una cosa che mi fa meditare, anche perchè non me la ricordavo: Processo Penale - Sentenza della Cassazione - Condannate due sole persone, una a cinque anni di carcere, di cui tre condonati, e una a tre anni di carcere.
Mah!!!!!
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fanicchi ha scritto:

Si tratta di Marco Paolini.
Imperdibile per conoscere TUTTA LA VERA STORIA DEL VAJONT (e non quella che ti raccontano in tv) in termini accessibili a tutti è il suo libro "Il racconto del Vajont" (Garzanti)
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Anch'io l'ho visto questo spettacolo, e prima avevo letto il libro, e ne sono rimasto molto colpito. Approfondendo poi la conoscenza dell'evento mi sono convinto che si tratta di UNA delle tante verità .
In che senso "una delle tante"? Quante ce ne sono? Se leggi "Sulla pelle viva" della Tina Merlin vedi che è tutto coerente. E la Tina sapeva quel che scriveva.

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fanicchi ha scritto: In che senso "una delle tante"? Quante ce ne sono? Se leggi "Sulla pelle viva" della Tina Merlin vedi che è tutto coerente. E la Tina sapeva quel che scriveva.
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Almeno due:
1) politica - Merlin
2) tecnica - Semenza

Spero tu ci sia il 26 a Belluno, così potremo approfondire l'argomento, e scambiarci le fonti delle nostre personali conoscenze.

Ciao.
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