Ho visto di recente il film "I Girasoli" di Vittorio De Sica (1969), fresco della lettura di "Russia 1942-1953" di Padre Giovanni Brevi (ed. Garzanti, 1955).Lorenzo ha scritto:Dopo aver visto El Alamein (niente male per un film italiano) mi domando cosa aspettino a fare un film sull'argomento. E si che di materiale ce ne sarebbe. Basterebbe solo sceneggiare "Centomila gavette di ghiaccio" per farne un capolavoro.
Poco tempo fa ne ho visto uno con Mastroianni, "I girasoli" mi pare, ma non è che si possa definire un film di guerra...
Lascio la parola al Cappellano degli Alpini, M.O.V.M.:
[quote="Cap. X "LA QUESTIONE DEI DISPERSI""]
Vivono ancora prigionieri italiani in Russia? Quanti sono? Ventimila, diecimila, mille? Possibile che proprio tutti i «dispersi» siano stati inghiottiti dalla steppa?
E non può darsi che molti siano sopravvissuti svestendo il grigioverde e lasciandosi assorbire dalla popolazione russa?
E' vero o non è vero che molti hanno sposato donne russe e hanno messo su casa, e hanno avuto figli?
Dobbiamo ancora sperare o no?
Tutti questi interrogativi, ed altri ancora suggeriti dall'angoscia delle famiglie orbate dai loro cari, sono proposti puntualmente ogni volta che il doloroso argomento dei dispersi in Russia viene in discussione.
[...]
La difficoltà di essere creduti sta probabilmente nell'illusione seminata a piene mani durante il dopoguerra, sta nell'illusoria convinzione che sopravvivano ancora, sparsi nell'enorme territorio dell'Unione Sovietica, italiani che fecero parte del corpo di spedizione in Russia.
[...]
E' folle pensare che militari italiani dell'A.R.M.I.R. si siano silenziosamente sistemati tra la popolazione russa. Una cosa del genere è avvenuta spesso in tutte le nazioni europee, durante tutte le guerre, ma è matematicamente impossibile che possa essere avvenuta nell'Unione Sovietica. Chi continua a sostenere una simile tesi ignora profondamente come è organizzata la vita della popolazione sovietica, ignora che l'inesorabile controllo poliziesco gravita su ogni casa, dai quartieri alti dei gerarchi rossi alla più misera isba della Siberia e nessun italiano in tal caso sarebbe sfuggito all'arresto e alla condanna.
E' un insulto al soldato italiano e all'intelligenza comune affermare che gruppi di nostri connazionali vivano in Ucraina e altrove, dopo aver messo su famiglia. Tra l'altro, cose del genere sono rigorosamente vietate dalle leggi sovietiche e gli sporadici casi, ripeto, riguardano soltanto uomini politicamente legati al governo di Mosca. Durante l'estate del 1954 sono tornati in Italia due ex-militari italiani, già dati «dispersi» e che risultarono invece sposati nella Germania orientale. Questa duplice circostanza conferma ancora una volta quanto andiamo dicendo: si tratta di due militari non dell'A.R.M.I.R., ma catturati dai sovietici in campi di concentramento tedeschi, dove erano stati rinchiusi dopo l'8 settembre. Le loro vicende, quindi, fanno capitolo a sè, sono del tutto diverse da quelle dei «dispersi» dell'A.R.M.I.R.[/quote]
"Don Brevi, non creda che il suo martirio sia finito. I russi l'hanno fatto martire a metà , qui completeranno il suo martirio."
S.Em. Ildefonso Schuster, Cardinale di Milano