Premessa: scrivo qui perchè in effetti quello di cui vorrei parlare si trova spezzettato in diversi post "storici", ma questo è forse quello che ha più punti di contatto.
La tesi dell'aggiunta successiva di parte o dell'intero sistema anti-CO nelle postazioni più datate (tipicamente P in semiblinda a due piani e M in blinda) mi sembra avvalorata da alcuni elementi incontrati sia nelle esplorazioni che nell'esame del materiale del 12° Repainfra.
Partiamo da quest'ultimo punto: credo in nessuna tavola di progetto di quel tipo di postazioni si trova indicato un ventilatore, un diffusore portafiltri o simili. C'è invece in bella evidenza un locale "amache" (in altri casi "cuccette"), sia per le P che per le M. La cosa strana è che le tavole stesse sono spesso molto dettagliate relativamente alle dotazioni: ci si trovano indicati telefono, estintore, perfino punti luce in alcuni casi.
Negli inventari invece compaiono le voci relative all'impianto anti-CO: sono citati dei "complessi portafiltri" presenti in numero di 1 in ogni postazione d'arma -non solo quelle citate- e dei "collettori portafiltri" presenti in numero di due solamente nelle M 4f. Non so però se siano la nota "scatola" che ben conosciamo e che si vede nelle prima immagine del post.
Per quanto riguarda i vani destinati al riposo dei militari, ho incontrato nei miei giri due configurazioni: quella visibile nelle immagini di questo post, con delle coppie (due su ogni parete contrapposta) di supporti a muro su cui (immagino) si incastrassero dei telai metallici (leggasi "branda") e quella con dei ganci in nicchie semicircolari, uno per parete contrapposta, che vedrei bene come agganci di strutture non rigide (leggasi "amaca"). Gli stessi ganci, per inciso, si trovano anche in altre zone della postazione, con evidentemente funzioni diverse, come ad esempio il posizionamento di impedimenta, elmetti, maschere ecc.
Allego esempio (M7 Subit) in cui compaiono entrambe le cose:

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L'idea che mi sono fatto è la stessa riportata qui: ovvero che quei vani fossero stati progettati in origine per ospitare dei giacigli (magari amache in un primo tempo e poi brande, chissà) ed in seguito destinati ad ospitare il diffusore con portafiltri dell'impianto anti-CO. I militari avrebbero quindi dormito su materassini con sacco a pelo (come testimoniato altrove), a questo punto senza dover occupare un vano specifico.
Vi sembra una ricostruzione plausibile?
Passando a considerare l'intero impianto, trovo verosimili le osservazioni qui riportate, ovvero che la soluzione più sensata è che esso, almeno in parte, fosse stato progettato con la postazione. Mi chiedo, però, perchè una dotazione così importante non compaia nelle tavole di progetto; anche la visita ad alcune postazioni credo possa far nascere piu' di qualche dubbio sul fatto che le cose siano sempre andate effettivamente come sembrerebbe.
Le immagini che allego si riferiscono alla postazione P1 di Polonetto. Vi invito a guardare dove e come è stato installato il ventilatore ed i relativi tubi che da esso si dipartono. In basso sono indicate le destinazioni d'uso dei vani, secondo la tavola di progetto originale. A me sembra una soluzione molto raffazzonata che grida "inserimento successivo". A voi?

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