No, la prima che hai detto, Luigi, grazie. Come vedete il neurone è stremato
Oderisio Piscicelli Taeggi, Diario di un Combattente dell'Africa Settentrionale. Quasi introvabile, avviso subito visto che il libro, del 1946, venne ristampato negli anni '70. Interessantissimo, però. Dopo la prima parte Artiglieresca classica, con gustosi quadretti sugli alti comandi (da piangere), la seconda e ultima (quando il nostro ritornerà in NA, in Tunisia) parla della celebre azione dei Semoventi da 75 contro gli Alleati. Taeggi era il comandante del reparto.
Ora, non vorrei sbagliare, ma esistono delle celbri foto in cui si vede una camionetta Inglese di preda bellica con sul cassone montata una scala a pilo che punta verso il cielo. In alcune si vede un Ufficiale Italiano appollaiato lassù a sbinocolare. Viene detto che per questo l'Ufficiale fu soprannominato Conte della Scala. Nelle meorie di cui sopra Piscicelli Taeggi riferisce di essersi inventato l'accrocco della scala sulla camionetta inglese per poter avere un punto d'osservazione innalzato. Ne deduco che Piscicelli Taeggi fosse il Conte della Scala.
La vita degli artiglieri italiani, su qualsiasi fronte, fu frustrante. Sempre a corto di gittata, inferiore alla nominale data la vetustà dei pezzi, usurati da decenni d'uso (e una guraa almeno sugli orecchioni). Sempre con mezi di trasporto di fortuna, pezzi da incavalcare su carrelli per il traino, oppure da issare sui cassoni... ma vi immaginate che cosa significava fare la guerra ai tank inglesi con, che so io, un 75/27 con le ruote ancora in legno, o - poveri Libici nostri - con un 77/28?
Taeggi riferisce un episodio: lui era sulla scala a sbinocolare una colonna inglese che sfilava veloce a qualche Km di distanza. La sua Batteria (raffazzonata) schierata li vicino (era il Comandante di batteria a osservare e dirigere il fuoco, quasi a mente, in quei frangenti ove la velocità d'esecuzione era tutto). Sotto alla sua scala si ferma un mezzo MOLTO famoso in quel deserto. Ne scende Rommel che, pure lui, aveva visto gli inglesi. Dopo un paio di minuti, visto che non succedeva niente, diede in escandescenze e disse, anzi: urlò di fare fuoco e prendere sotto tiro la colonna inglese. Intanto la Batteria non solo non eseguiva quanto sbraitava Rommel, ma stava impacchettando tutto per andarsene chissà dove. Rommel diede in escandescenze: pretendeva che si sparasse contro agli inglesi. Taeggi, gesticolando verso i suoi Pezzi perchè facessero in fretta, si apprestò a scendere e disse a Rommel: non posso: non ho la gittata. Ora ci stiamo spostando più sotto agli inglesi, per poterli ingaggiare. Se vuole permettermi... avrei da fare. E salta sulla camionetta, che lo attendeva.
Non parliamo poi dell'episodio riferito da Luigi: immaginatevi di fare tiro controcarro con dei 149/35, pezzi buoni, nel 1915-18. Ma erano ad affusto rigido... sapete cosa vuol dire, vero? Che dopo ogni colpo sparato, i serventi dovevano riportare in batteria il pezzo, (Kg 8.200 circa (!)) che non essendo dotato né di freni di rinculo, nè di recuperatori, non poteva fare altro che rotolare sulle sue enormi ruote di qualche metro indietro. Per questo dietro alle ruote si montavano le panche, sorta di scivoli inclinati, in modo da rallentare la corsa indietro del cannone e di farlo tornare più agevolmente verso la sua posizione iniziale. Ovviamente, e chi ha servito al pezzo saprà cosa sto per dire, questo significa anche che tutto il puntamento/allineamento del pezzo andava rifatto. E intanto i tank ti arrivavao addosso, sparando come matti, e tu non avevi nemmeno gli scudi dietro cui ripararti. E quelli sono stati li, a tirare granate da 149 contro ai carri inglesi, fino a quando non gli sono passati sopra, i carri superstiti, o quasi. Per poi sentirsi dare dei codardi nei libri di scuola, al cinema, e dovunque.
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86