Stefanazz
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Aree Addestrative?

Ciao a tutti e un bentrovati.
Tralasciando per un attimo le fortificazioni d'arresto di cui a breve vi posterò un'altra bella impresa fotografica, volevo chiedervi informazioni a riguardo di queste aree di simil-arresto.
Le foto nel post sono alcune opere poste a ridosso del confine sloveno in zona vallone-Jamiano-Doberdò... guardando bene tra i cespugli ce ne sono moltissime con la dicitura: "Zona militare - Area addestrativa - Vietato l'accesso".
Ora, secondo me sono delle vere e proprie fortificazioni a ridosso del confine "mimetizzate" da aera addestrativa visti i trattati di pace che impedivano la costruzione di nuove aree fortificate proprio a ridosso della line confinaria.. d'altronde.. che bisogno c'era di "addestrarsi" in edifici simili? Posso sbagliare, ma mi sembrano costruzioni anni '70 - '80.. ben diverse dalle centinaia di rifugi di fanteria nascosti ovunque da queste parti... quelli sono solo stanzette, qua ho notato postazioni complete e, in alcuni casi, anche articolate. Qualcuno di voi c'è mai stato in addestramento o ne ha mai sentito parlare? Le foto si riferiscono solo agli esterni, internamente ci sono situazioni dalle 2 o 4 stanze comunicanti con attacchi alle pareti ( presumibilmente per arma lunga ) ma non comprensivi di attacchi o predisposizioni per impianti di ricircolo aria ( almeno non ne ho trovato tracce )
Saluti a tutti e buona Pasqua!!
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Ce ne sono alcune anche in zona Sablici nel bosco tra la casermetta del distaccamento ed il cippo Toti, altre ancora sul rovescio del caposaldo di Pietrarossa (Debelj Vrh, due grandi a due ingressi, una piccola "in buco", una quarta più staccata, incontrate qualche giorno fa) cosiccome sul ciglione che sovrasta l'autostrada più o meno all'altezza del centro ippico di Pietrarossa (viste 20 anni fa).

Vista la tipologia a me sembrano più dei ricoveri per il personale non utilizzato direttamente nelle opere ovvero riservette.

Come sempre la parola agli esperti.
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"

(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
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Fortificazione campale.

Trattasi della fortificazione campale che integrava il sistema difensivo della fortificazione permanente (postazioni P, M, PCO).
Nella zona del Carso isontino ce ne sono un'infinità  su tutti gli sbarramenti da Sablici a Castel Rubbia. Costruite quasi contestualmente alle opere alla fine degli anni '60, quando, con l'Italia già  entrata nella Nato, si avanzò la linea difensiva a ridosso del confine Yugoslavo.

La fortificazione campale sul Carso è stata costituita perlopiù riadattando trincee e caverne della I Guerra, creando postazioni per mortaio, per fucilieri e ricoveri temporanei per uomini, armi e munizioni. Per tale ragione non prevedevano un impianto di circolazione/filtraggio dell'aria. Non esiste quindi uno standard costruttivo.
Significativa è Quota Toti, le cui numerose trincee in calcestruzzo con feritoie sono state interamente riutilizzate, con aggiunta di ricoveri soterranei.

Allego una foto delle postazioni che si trovano su ambo i lati della strada che conduce da Castel Rubbia-Gabria a San Michele del Carso.
Ma tali postazioni sono sparse un pò ovunque, anche lungo i sentieri, avendo unicamente funzione anti fanteria.
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Stefano
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E' il classico saliente predisposto per un paio di fucilieri.Si può notare integrato anche da filo spinato e code di porco. Avevo visto in montagna alcune postaz.campali con scavo appena accennato ma lì,a ridosso del confine meglio predisporle dal tempo di pace. Del resto realizzate contemporaneamente alla fortificazione permanente son costate nulla.
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Gio
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A prima vista mi era sembrato l'ingresso della postazione, di si vede anche la presa d'aria,ma semi dici che è una postazione diciamo "semipermanente"....... Ancora più interessante per un'escursione!
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Sarebbe interessante effettuare una ricognizione interna o trovare - magari! - un disegno/schizzo costruttivo delle "nuove" realizzazioni.
In tal modo, si potrebbe valutarne bene le dimensioni e il sistema d'aerazione/ricambio dell'aria, se previsto (vedi la presa d'aria - con protezione anti-napalm? - dell'ultima foto postata).

Nulla di particolarmente accattivante, per noi, ma in genere... siamo o non siamo degli studiosi della materia (:sss:) ?

Un saluto a tutti, ma in particolare al gruppo dei Fanarresto.
Maurizio, fante d'arresto ("rottamato" NATO)
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Saluti

Contraccambio i graditi saluti di Maurizio.

:D Caruccia la torretta enucleata :D
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D'accordissimo. Se queste opere campali integrano il sistema fortificato, una minima occhiata vale la pena, prima o poi di dargliela. Segnamo per il prossimo giretto.

Tra parentesi mi sembra che anche nella prima foto tra i sassi si riconosca una presa d'aria un po' ruginosa.

Di certo per quanto riguarda ciò che sui manuali era scritto, si indicava se non sbaglio di integrare l'opera dello sbarramento tramite lavori campali per la difesa vicina. Può essere che piu' vicini al confine i lavori siano stati fatti in maniera permanente, utilizzando magari materiali già  disponibili. E' evidente la somiglianza con le opere di fanteria che abbiamo già  visto
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jolly46
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L'argomento "integrazione opere" è molto interessante e stimolante pur se la carenza di informazioni porta ad un'analisi certamente incompleta e non esaustiva.
Certamente fra opera ed opera (parlando di fanteria d'arresto) era previsto l'inserimento dei reparti "mobili" preposti alla copertura, sia di quelli stanziati sin dal tenpo di pace in zone che di quelli di prevista affluenza all'emergenza.
Ad esempio sulla soglia di Gorizia alla divisione Folgore si sarebbe affiancata la Legnano proveniente dalla Lombardia.
Ma questi reparti avrebbero certamente costituito dei gruppi tattici di fanteria con alle spalle il gruppo tattico corazato divisionale come riserva.
Non sarei quindi dell'idea che queste unità , che avrebbero dovuto comunque agire con una certa mobilità  (nonostante la non completa meccanizzazione), avessero degli apprestamenti difensivi fissi alle "ali" delle opere di prima schiera.
Penso piuttosto che eventuali "integrazioni" fossero costituite a cura degli stessi reparti d'arresto che avrebebro mobilitato unità  quadro.
Un caso particolare è poi rappresentato dagli apprestamenti difensivi fra Castel Rubbia e San Michele (ed analoghi ce n'erano anche a Quota 54).
In questo caso si trattava di vere e proprie integrazioni alle opere, direi ad occhio e croce assicurate da unità  a livello compagnia rinforzata con armi di squadra fino a mortai da 60 e 81 e cannoni s.r. da 75 e 106.
E'evidente come queste integrazioni fossero ubicate proprio nel settore più sensibile della frontiera, dove più necessitava di fare muro.
Essendo parte integrante del sistema difensivo mi sembrerebbe scontato che queste unità  appartenessero agli "arresto" così da ottenere unità  di condotta, di comando ed impiego.

Speriamo di trovare prima o poi qualche documento che possa contribuire a "svelarci" qualcosa di più e soddisfare la nostra curiosità .
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
lappino
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Saluti a tutti da Changwon,
ecco un piccolo contributo, una foto presa durante l'escursione sul Carso nel gennaio 2005.
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Un reparto del "Vecio" durante l'ispezione delle fortificazioni...
Un reparto del "Vecio" durante l'ispezione delle fortificazioni...
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