...diciamo che probabilmente ho sbagliato e che la similitudine è troppo vaga.
Io ho, da una parte, un candidato premier che va a parlare, nella loro lingua, ad un movimento indipendentista, ignorando volutamente che alcuni loro estremisti hanno portato attacchi terroristi ad italiani e loro beni; che si è lamentato della scarsa autonomia loro concessa nell'ultima legislatura; che ha definito il loro territorio, dove gli italiani sono discriminati, "esperimento utile a tutta l'Italia" (perché? che vuol dire?).
Dov'è l'amor di Patria?
E l'attenzione agli italiani che lo voteranno?
Dall'altra un candidato premier che, allo stato dei documenti, fa quel che fa (leggere,
please); che si definisce "un tentino prestato all'Italia"; che invita gli istriani ad "adoperarsi in senso jugoslavo"; che, a quanto mi consta, era contrario ad un referendum in Istria e Dalmazia, che manifestasse il
disagio italiano alla dominazione slava.
Dov'è l'amor di Patria?
E l'attenzione per gli italiani che lo voteranno?
Io vedo nel primo il compimento finale di quanto iniziato dal secondo: il
cupio dissolvi di democristiana memoria che ha sempre osteggiato l'idea di Patria e di nazione, fino a dimenticare il, più importante, interesse nazionale.
Ciò che ha fatto scomparire l'allora Democrazia Cristiana, in uno stillicidio di voti inziato nel 1953 (40 % !!) al 1992 (29 % !!), e ciò che ha fatto scomparire il PPI dal 1994 (11 %) a oggi, con la definitiva scomparsa nella Margherita ("mi sciolgo, non mi sciolgo, mi sciolgo, non mi sciolgo"

).
In altre parole, il terrore di fare peccato ad essere italiani.