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Luigi
Capitano
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Ieri sera sono passato in sede per gli auguri.

Nella città  attraversata dalla frenesia festaiola, ha sempre un sapore antico chiudersi il pesante portone alle spalle, salire con lentezza i tanti gradini (ovviamente siamo al terzo piano dell'edificio), arrivare all'ultima rampa di scale e, alzando la testa, vedere il grande stemma dell'ANA (del 10° Alpini, come lo chiamo io) fra le due bandiere tricolori.
Eravamo pochi intorno al tavolo, sotto il quadro della morte del Capitano, con le nostre solite parole di naja, di adunate, di caccia e di gente che ormai non c'è più da tempo, anche se noi non ce ne siamo ancora accorti.

Ma ieri c'era qualcosa di diverso.
Avevano un altro sapore il panettone tagliato alla buona come se fossimo ancora in camerata, la grappa sorseggiata fra una risata e l'altra, il vino versato come si usa tra fratelli, anche se fra l'uno e l'altro corrono magari quarant'anni.
Perché questo sarà  il primo Natale, da quando l'Italia è una nazione, che non vedrà  militari di leva nelle nostre caserme.

Lo so, è forse solo un sentimentalismo fuori luogo il mio attaccamento al mito del "cittadino in armi", quello che per il proprio paese ha sostenuto tre guerre mondiali vincendone due.
Ma come già  ho raccontato a qualcuno, quando la scorsa estate, attraversando una domenica pomeriggio la Svizzera in treno, ho visto pian piano il vagone riempirsi di ragazzi in uniforme (non in tuta da lavoro), capelli corti e volti rasati, mi son detto che abbiamo perso qualcosa di importante.

La foto (alzabandiera sul Monte Grappa) venne postata da Leonardo sul forum di Ferreamole. Mi permetto di inserirla qui perché parla da sola. "Vivi e morti sono qui".
Mandi fradis.
Luigi
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"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Francesco
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Come al solito Luigi mi hai fatto venire i brividi.
In queste ore nelle quali il raccoglimento, una volta tanto, prende il sopravvento sulla frenesia e ci concediamo un po' di tempo per riflettere, pensare ai nostri amici che attendono di scambiare gli auguri con noi, ai nostri familiari che tra poco vedremo riuniti attorno alla tavola ed a quelli che non siederanno più al loro posto è un tutt'uno. Il nostro cuore però (Dio voglia anche quello di tanti altri) ci sussurra che questo Natale è diverso perché dopo secoli di servizio alla Patria, in questa notte Santa, non ci sarà  alcun figlio d'Italia, muto custode della memoria ed icona dell'ego sacrificato al bene comune, a sospirare dietro i portoni delle caserme.
Buon Natale fratelli.
Francesco
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Lele
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Francesco ha scritto:Il nostro cuore però (Dio voglia anche quello di tanti altri) ci sussurra che questo Natale è diverso perché dopo secoli di servizio alla Patria, in questa notte Santa, non ci sarà  alcun figlio d'Italia, muto custode della memoria ed icona dell'ego sacrificato al bene comune, a sospirare dietro i portoni delle caserme.
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onesto46
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Leonardo aveva postato questa foto in risposta ad una mia della caserma Ruazzi sotto la neve, non c'è confronto la sua ha praticamente un supporto storico ed un significato che ha seppellito la mia sotto tonnellate di neve.
Devo della riconoscenza a Leonardo, perchè mi ha difeso essendo neofita della chat, il mio primo giorno in rete.
Buon Anno a tutti

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