Anzi, quando facevo notare - a livelo di battuta ma glielo dicevo - ai VFB con cui lavoravo che certe cose a Cividale non le avrebbero potute fare (stavamo a Udine) loro rispondevano "ca##o me ne frega". Giusto per darvi un'idea.

Aggiungo che i najoni che tiravano sera contando i giorni della stecca hanno svolto più che degnamente impegni come Mozambico, Vespri Siciliani, Forza Paris ecc...Leonardo ha scritto:E pensare che secondo le previsioni dei tanti esperti passando dalla leva al professionale avremmo dovuto avere dei soldati entusiasti, preparati, pieni di voglia di fare, chi si arruolano per passione... mica come i najoni che tiravano sera contando i giorni della stecca. Peccato che la realtà sia ben diversa, ed ancora un volta ne abbiamo la conferma. Dal canto loro i vertici militari, i politici e la stampa si ostinano con la solita retorica dell'esercito professionale-bello-efficiente-preparato-ecc-ecc, ovviamente contrapposto ai najoni-dilettanti allo sbaraglio. Poi tra le righe si sentono i commenti delusi di alcuni quadri, sapete cosa mi ha detto qualche giorno fa un mio ex superiore? "Male, non ci sono più i militari come voi". Strano, visto che i comandanti sono sempre gli stessi. Che esista forse qualche direttiva dall'alto, del tipo non rompete le scatole, altrimenti non si arruola più nessuno?
In tema di pulizie personalmente mi ha sempre dato fastidio la gente che si lamenta tanto ma non ha un minimo di buona volontà , che preferisce vivere nella m###a piuttosto che muovere un dito perchè tanto non è compito suo. Personalmente quando ero di leva ho fatto diverse volte le pulizie, nonostante ci fosse l'impresa esterna. Non mi sono mai fatto problemi per questo, si tratta solo di buon senso e educazione. Mai fatto discorsi del tipo sono un soldato e non è compito mio... e non ero di quelli prendono 800 euro al mese.
Sono sempre più amareggiato dalla piega che stanno prendendo le forze armate e fatico molto a vedere negli odierni "professionisti" i continuatori della storia e delle tradizioni del vecchio esercito. Mi trovo d'accordo con Abbadia, l'attuale esercito ha ben poco a che fare con quello che noi abbiamo conosciuto sotto le armi (più voi che io a dire il vero..), troppe cose sono peggiorate. Per il ricordo e le tradizioni il mio punto di riferimento è ora l'ANA, non certo questo esercito.
Giusto!! Anche l'impegno di bacare le adunate non era facile, ma ci sforzavamoLorenzo ha scritto:Aggiungo che i najoni che tiravano sera contando i giorni della stecca hanno svolto più che degnamente impegni come Mozambico, Vespri Siciliani, Forza Paris ecc...
Oggi ho l'impressione che per gli alpini professionisti presenziare alle Adunate che sia una stupida perdita di tempo.SempreSbalzo ha scritto:Giusto!! Anche l'impegno di bacare le adunate non era facile, ma ci sforzavamoLorenzo ha scritto:Aggiungo che i najoni che tiravano sera contando i giorni della stecca hanno svolto più che degnamente impegni come Mozambico, Vespri Siciliani, Forza Paris ecc...
Concordo al 100%Federico ha scritto:Eppure ragazzi, pensateci su un po' e ditemi se vaneggio o no (o fino a che punto).
La Naja, uscita (anzi: buttata fuori a calci) dalla porta, rientra, di soppiatto, dalla finestra. Purtroppo solo nei suoi aspetti deteriori. Mi spiego: come si evince da molti post di PdD, uno dei quali ho qui riportato giorni addietro, il bisogno di "bassa forza", di braccia in pratica, non è diminuito nelle FFAA, e più ancora nell'E.I. col passaggio al tutto professional. L'Esercito avrà sempre bisogno di rospi, (o di figli, di niplex, di missili che dir si voglia). Ci saranno sempre compiti che un professional cercherà con tutte le sue forze di delegare ad altri meno "importanti di lui". Se si pensava che col passaggio ai professionisti certe abitudini e certe tradizioni evaporassero come per incanto, si sbagliava di grosso. Io ho il forte sospetto, andreottianamente, che la costante riproposizione di contratti della durata di un anno (prima i VFA ed ora i VFP1) serva anche a rifornire l'organizzazione di rospi. Cioè il personale in servizio permanente o a lunga ferma è costantemente rifornito di figli. Adesso sono loro le Max, e una Max, la ramazza non la usa, contratto o non contratto.
Il sitema della suddivisione dei compiti "per mesi", come era in uso in parecchie caserme, secondo me funziona ancora alla stragrande. Solo che ai "mesi" si sono sostituiti gli anni. Trovare eterno davvero!
Se poi a questo aggiungete i cavilosissimi (così mi dicono) contratti che regolano i rapporti tra il personale, allora si può capire che oggi, altro che naja (minuscolo) addio! Si tratta invece del contrario: lunga vita alla naja (minuscolo)!
La sola cosa che si è persa, e che a questo punto dico volutamente, è quello che rendeva la naja (minuscolo) la Naja (maiuscolo). E sapete tutti meglio di me di che cosa si tratta(va).
Ciao
Lorenzo ha scritto:Concordo al 100%Federico ha scritto:Eppure ragazzi, pensateci su un po' e ditemi se vaneggio o no (o fino a che punto).
La Naja, uscita (anzi: buttata fuori a calci) dalla porta, rientra, di soppiatto, dalla finestra. Purtroppo solo nei suoi aspetti deteriori. Mi spiego: come si evince da molti post di PdD, uno dei quali ho qui riportato giorni addietro, il bisogno di "bassa forza", di braccia in pratica, non è diminuito nelle FFAA, e più ancora nell'E.I. col passaggio al tutto professional. L'Esercito avrà sempre bisogno di rospi, (o di figli, di niplex, di missili che dir si voglia). Ci saranno sempre compiti che un professional cercherà con tutte le sue forze di delegare ad altri meno "importanti di lui". Se si pensava che col passaggio ai professionisti certe abitudini e certe tradizioni evaporassero come per incanto, si sbagliava di grosso. Io ho il forte sospetto, andreottianamente, che la costante riproposizione di contratti della durata di un anno (prima i VFA ed ora i VFP1) serva anche a rifornire l'organizzazione di rospi. Cioè il personale in servizio permanente o a lunga ferma è costantemente rifornito di figli. Adesso sono loro le Max, e una Max, la ramazza non la usa, contratto o non contratto.
Il sitema della suddivisione dei compiti "per mesi", come era in uso in parecchie caserme, secondo me funziona ancora alla stragrande. Solo che ai "mesi" si sono sostituiti gli anni. Trovare eterno davvero!
Se poi a questo aggiungete i cavilosissimi (così mi dicono) contratti che regolano i rapporti tra il personale, allora si può capire che oggi, altro che naja (minuscolo) addio! Si tratta invece del contrario: lunga vita alla naja (minuscolo)!
La sola cosa che si è persa, e che a questo punto dico volutamente, è quello che rendeva la naja (minuscolo) la Naja (maiuscolo). E sapete tutti meglio di me di che cosa si tratta(va).
Ciao
p.s.: hai dimenticato il termine topi, o topastri. Ricordo ancora il giorno che arrivai al Battaglione, la max alle finestre che faceva miaooooo!
Come qualcuno aveva già scritto anni fa, i livellamenti avvengono di solito dall'alto verso il basso, non viceversa, come qualcuno voleva far credere.Federico ha scritto: La Naja, uscita (anzi: buttata fuori a calci) dalla porta, rientra, di soppiatto, dalla finestra. Purtroppo solo nei suoi aspetti deteriori.
La mia opinione è che forse, in servizio dove hanno chiesto, ci tengono e si comportano di conseguenza. Con tutto il rispetto, ma quando li mandano negli alpini valgono mediamente anche molto meno e non sognano altro che la "Sassari".Gio ha scritto: Però, e quì viene il però: un affidabile ufficiale,non sardo, mi ha parlato un gran bene e solo bene dei fanti della Sassari. Forse perché questi sentono quell'appartenenza ormai sparita. Sicuramente anche loro non aspettano che scappare da amori e amici ma forse meno imborghesiti dei continentali e con un senso dell'onore ormai desueto. Forse si rendono conto che se hanno un "lavoro" e possiedono un'auto o una moto lo devono all'esercito e gli sono riconoscenti e lo servono fedelmente per questo.
No di certo.Federico ha scritto: Di sicuro non vi sarà sfuggita l'enorme presa per i fondelli insita in tutta questa storia.
Si, e in più il 25 dicembre arriva Babbo NataleFederico ha scritto:Una delle motivazioni addotte per il passaggio ai professionals (tutt'ora ribadita ossesivamente da molti uffiziali) era che in 12 mesi, figuriamoci in 10, non si poteva formare un buon soldato.