Federico ha scritto:Luigi ha scritto:Bricchetto ha scritto:
pensavo di essere l'unico ad averlo
L'anno scorso il caro Pierpa deve aver raddoppiato le entrate de "Il Piccolo", con cui il libro era uscito in una collana dedicata agli scrittori triestini, procurandone una copia a mezzo forum. Purtroppo sono riuscito a leggerlo solo ora

Un salto nel passato dell'Artiglieria da Montagna.
Ah... Graziani... certo è motivo di riflessione che il suo sodale coloniale Badoglio provenisse dall'Accademia e fece pure peggio di lui...
Mandi.
Luigi
E io di Graziani ci ho
anche le sue memorie sulla campagna in Africa
Appena preso e non ancora letto. Ma è un pezzo d'epoca (stampato durante il ventennio), di grande formato e con parecchie foto.
Badoglio: giusto ieri sera ne parlava Rai 3 in La Nostra Storia. Mi è parsa una cosa abbastanza agiografica, se mi passate il termine. In fin dei conti l'uomo non viene criticato più tanto... pare quasi che gli autori abbiano voluto "salvarlo"... citato solo en passant il suo sonno durante Caporetto, sottolineato più volte il fatto che fosse benvoluto dai suoi sottoposti (Truppa compresa), il che mi pare una novità , enfatizzata come sua personale l'invenzione (Italiana, questo si) del celebre tiro di contropreparazione dell'artiglieria, testato positivissimamente durante la Battaglia del Solstizio, descritto come risolutivo il suo comando in Etiopia ecc. ecc. . Insomma: roba un po' diversa da ciò che uno si sarebbe aspettato. Anche i suoi molteplici incarichi (pardon: stipendi, chè gli incarichi erano uno alla volta, ma cumulavano gli stipendi di tutti quelli precedenti, ad es. come Ambasciatore in Brasile, continuò a riscuotere lo stipendio da CSM, ecc.) sono stati presentati come poco più di una burla.
In bibliografia, titoli di coda, si cita il libro Badoglio di Franco Bandini. Qualcuno l'ha letto? E' questo il tono usato dall'autore?
Ciao
lo credo. Il Badoglianesimo è uno dei caratteri fondanti della Repubblica Italiana.
Non dico che non dovessimo arrenderci. Dico che una volta fatta la cosa più opportuna avremmo in ogni caso dovuto vergognarcene.
Invece è proprio da lì che si parte.
Festeggiamo il 2 giugno, data di un Italia nuova (un re che sta sulla scaletta dell'aereo?!), quando un Italia già c'era, nata il 17 marzo del 1861.
Un pò come una giovane coppia che dice: si, è nostro figlio, ma non ci piace, facciamo finta di niente e generiamone un altro (ricorda nulla di recente?).
Che razza d'Italia è quella che per nascere di nuovo lascia fuori parte dei suoi figli? qualcuno lazzarone, ma qualcun altro pure galantuomo.
Cerchiamoli i motivi fondanti: Badoglio, l'8 settembre e la Resistenza "secondo noantri".
E l'Italia eccola qua.
Aridatece Berlusconi.