Ciao Gianluigi,
prima di tutto portami un saluto al gruppo di Casalecchio appena ne hai occasione. Ci sono stato a gennaio per una riunione della P.C., e proprio in quella occasione ho potuto gustare per la prima volta le famose tigelle...
Ho letto con attenzione sia questo tuo intervento, sia la tua presentazione, e vorrei fare un paio di osservazioni in merito.
Certi atteggiamenti (meglio conosciuti come "svacco") tendevano a manifestarsi anche nei reparti alpini di leva, solo che, a differenza di quanto avviene per i volontari, erano quasi sempre prontamente ripresi con metodi energici. Se adesso si permettono certi comportamenti non ne addosserei la colpa tanto ai soldati, quanto a chi (quadri) dovrebbe vegliare sulla disciplina. Inoltre non generalizzerei: lo scorso luglio ho visto un picchetto che mi ha quasi commosso, perchè una formalità tale era difficile da trovare perfino con la leva (addirittura ho assistito ad uno svenimento per il caldo, come avveniva ai bei tempi... ora sembra siano più diffusi quelli per il freddo

); ed anche la rappresentanza della 40^ Btr. che a dicembre era a Milano per la Messa dei Caduti mi è sembrata più che dignitosa.
In ogni caso, la leva è finita (per il momento) solo perchè pochi erano rimasti coloro che, sfidando il disprezzo dei benpensanti, sceglievano questa strada; e se il mio Reggimento continua a vivere e ad essere uno dei più decorati dell'Arma di Artiglieria, lo devo ai ragazzi che, magari solo perchè non avevano altre possibilità nella vita, hanno fatto questa scelta. In ogni caso, preferisco di gran lunga questi ultimi agli odc grazie ai quali, invece, il 3° da Montagna sarebbe morto e sepolto (anche se sono il primo ad avere il "magone" ripensando alle grida ed ai discorsi in veneto, friulano ed anche emiliano che si sentivano in caserma ai tempi della naja...)
E lo dico francamente, anche noi portiamo qualche colpa (tu magari qualcuna di più, visto che sei ufficiale

); noi che appassionati, orgogliosi e, perchè no, anche preparati, abbiamo scelto la più semplice strada della vita civile (bada bene, ho detto più semplice, non più facile) invece di quella impervia segnata dalla famosa (e famigerata) "firma".
Forse, come diceva qualcuno, la strada del dovere è veramente la più difficile.
Mandi.
Luigi
P.S.: dello speciale ho visto solo i primi 5 minuti.
Forse sarò un inguaribile ottimista, ma quando alla domanda sul reparto di appartenenza uno degli alpini ha risposto con una punta di orgoglio "Nono Alpini", mi sono ricordato di quando, capitati per servizio in una caserma abitata da strani e buffi personaggi

, a simile domanda io ed miei fra' rispondemmo con una punta di orgoglio (beh, forse più di una punta...) "Siamo artiglieri da montagna".
Forse la mia è solo un'illusione, ma se potete non toglietemela...