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jolly46
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La difesa va considerata nell'ottica globale. Le unità  d'arresto operavano a stretto contatto con le altre forze di copertura ed avendo alle spalle le forze mobili di 2° scaglione.
Prendere di mira le opere con artiglieria, missili ed aerei poteva essere fatto, pur se gli obiettivi erano puntiformi (si poteva ovviare con sistemi di saturazione come i lanciarazzi), ma questo avrebbe comportato un rallentamento dell'avanzata ed esposto l'attaccante alla reazione del difensore. Anche con l'utilizzo di armamento atomico tattico che la nostra dottrina dava per scontato (unità  Honest John ed obici da 203, oltre agli F-84F dell'AM).
Questo rallentamento già  sarebbe stato un successo, le unità  d'arresto avevano una funzione ritardatrice e di incanalamento, ovviamente non avevano la funzione di "vincere la battaglia", il cui compito era devoluto alle forze corazzate.
Quindi conoscere l'ubicazione delle opere non era poi un vantaggio fondamentale, un buon soldato già  guardando il terreno che ha davanti sa dove sono le posizioni dominanti ai fini della difesa, sa quali sono le vie di facilitazione, i "trucchi del mestiere" sono sempre i soliti da migliaia di anni, via via aggiornati ai tempi ed alle tecnologie.
La fanteria oggi non fa più il classico attacco alla collina, ma il concetto operativo resta lo stesso, basta applicarlo alla meccanizzazione d'oggi.

In sostanza sarebbe stata, come sempre, una partita a scacchi.
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bat64
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Concordo perfettamente con M26 sulla valenza della mimetizzazione, ma per quanto riguarda la possibilità  di confondere le varie tracce I.R. le cose non sono poi così semplici: i fotointrepreti militari, specializzati anche per scovare i "targets su queste particolari foto, sanno fare miracoli.

Per quanto riguarda i falsi bersagli I.R. menzionati da CAVALLI posso dire che la ditta Svedese SAAB (divisione difesa) stà  già  proponendo al mercato questi falsi bersagli.
In pratica questa Azienda produce modelli in scala 1:1 di svariati armamenti (presumo su specifica ordinazione) con all' interno un riscaldatore per generare anche la dovuta emissione I.R.

Ritengo infine che Cavalli e Jolly46 abbiano ragione a riguardo della funzione tattica delle opere nel dopoguerra. Le stesse avevano soprattutto una funzione ritardatrice ed erano inserite in uno strumento difensivo ben più complesso e articolato. Se qualcuno di voi ha avuto modo di leggere la Dottrina Difensiva dell' E.I. (serie 900) avrà  notato che si parla di operazioni difensive basate sull' esecuzione di una serie di atti tattici elementari. Uno di questi è la "difesa a tempo indeterminato di posizioni" che ha (o aveva) lo scopo di infliggere al nemico una serie di forti battute di arresto attuate su particolari posizioni organizzate denominati "capisaldi".
I capisaldi erano organizzazioni complesse composte da svariati elementi tattici: fanteria, genio, supporto di artiglieria e aereo e si classificavano in predisposti e non predisposti. E' proprio nei capisaldi predisposti che l' opera di fortificazione costituiva l' "intelaiatura" della struttura difensiva.
L'opera di fortificazione ha mantenuto quindi la sua validità  quale elemento della organizzazione difensiva per tutta la guerra fredda grazie anche alla minaccia causata dalle armi nucleari tattiche: il P.d.V. non avrebbe certo sprecato un missile balistico per colpire una o più postazioni della fanteria di arresto; ma potete immaginare facilmente che solo queste strutture potevano resistere agli effetti meccanici, termici e radioattivi di una esplosione nucleare tattica e continuare a mantenere una certa operatività  residua.
Negli anni della Guerra Fredda tutti sapevano che le armi strategiche nucleari costituivano principalmente una deterrenza e che difficilmente si ipotizzava un loro impiego. Ciò che spaventava di più erano le forze convenzionali del P.d.V. e l' impiego di ordigni nucleati tattici contro le difese NATO.

Annoiati???

Mandi
Saluti,
Bat64
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Bravi tutti ottimo dibattito.
Il premio speciale che ha vinto bat64 sono 2 brande modello originare da ritirare sul posto (Il telo non è coperto da garanzia).
L'opera 3 la tonante è una delle più grandi che ho visitato (ha addirittura 4 servizi). Una entrata (chiusa) l'avete individuata dalla statale, ci sono 6 postazioni (+ due dismesse) un'uscita murata per il tunnel ferroviario lato sx, la scala che sale sopra il tunnel e scende lato monte o dx. La cannoniera si apre fra le rotaie e la montagna. Di fianco al tunnel ci sono la camerata e i locali accessori e infine la porta di uscita entro il tunnel.
(230A mi spieghi come hai visto tutto sto casino dallo spioncino).
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tracer
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Oops.... dimenticavo le brande non sono quà  dentro.
Però c'è questa feritoia nella postazione P2.
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M26
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Belle foto.

Complimenti a Tracer per le belle foto che ci posta e per le opere che (almeno per me) ci fa conoscere.
Stefano
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Buriasco
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Bravo Tracer...foto bellissime...Va a finire che ci devo andare di persona perchè adesso sono davvero curioso...
Complimenti a M26-Cavalli-Jolly46-Bat64 per la lezione teorica. Vorrei rilanciare...ma secondo Voi, in caso di invasione, a livello di ipotesi, come si sarebbero dislocate sul luogo tutte le varie forze a parte gli arresto che bene o male sapevano già  come predisporsi? (fanteria meccanizzata/motorizzata, corazzati, cavalleria meccanizzata/corazzata, artiglieria semovente campale/pesante, alpini ecc...).v
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230 A
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tracer ha scritto:L'opera 3 la tonante è una delle più grandi che ho visitato (ha addirittura 4 servizi).

(230A mi spieghi come hai visto tutto sto casino dallo spioncino).
... rinfrescando le mie nozioni di voyeur estivo a Grado/Lignano/Bibione spionando nella cabina attigua attraverso gli intzersizi ... :o :shock: :o :shock:
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jolly46
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Interessante l'intervento di bat64, la dottrina se ad una prima impressione può sembrare noiosa ad una attenta lettura si rivela molto chiarificatrice di tanti aspetti tecnici ed ordinativi.
Bat64 cita la 900 che se non ricordo male risale agli anni 70 quando ci fu un attenuazione delle strategie di guerra nucleare massiccia.
Parimenti interessanti sono le precedenti, serie 700 (fine anni 50) e serie 800 (anni 60), anzi ritengo che la 700 sia la dottrina su cui si è basato lo sviluppo di tutto il sistema di fortificazione di frontiera del dopoguerra, in particolare con la creazione ex novo del sistema al confine ad est.

Poichè trattasi di pubblicazioni non classificate, penso sarebbe interessante pubblicare il loro testo integrale sul sito.
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Buriasco
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Riconosco che leggere le varie serie Dottrinali, almeno quelle riguardanti il periodo storico 60/70, per chi è interessato all'argomento fortificazioni/esercito del periodo, sia indispensabile.
Ogni volta che parlate di questi argomenti mi sento davvero ignorante.
Ma dove si trovano i libri inerenti?
Dovrei proprio studiare un po'.... :roll:
saluti Paolo
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bat64
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...qualcuno di voi ha per caso visitato in zona alto Friuli (forse zona Cavazzo o Carnia) un' opera con un locale pavimentato a moquette?... vi assicuro che non è una leggenda popolare, esisteva davvero.

Mandi
Saluti,
Bat64
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jolly46
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Una doverosa rettifica su serie dottrinali e date.

Serie dottrinale 600 - anno 1956 e seguenti
serie dottrinale 700 - anno 1963 e seguenti
serie dottrinale 800 - anno 1970 e seguenti

ogni serie si componeva di più fascicoli.
Le serie dottrinali erano realizzate dallo SME - III Reparto Ufficio Addestramento poi Ufficio Regolamenti.

Ampia sintesi di queste e con ottimo commento è nei due tomi "Storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano - Volume III" del Gen. Stefani editi dallo SME Ufficio Storico nel 1989 e credo ancora disponibili alla vendita ai privati.
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che quelli della Julia fossero un po spandoni è risaputo, ma quella della moquette sul pavimento delle opere è davvero grossa!
la max trid.
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jolly46
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cavalli ha scritto:che quelli della Julia fossero un po spandoni è risaputo, ma quella della moquette sul pavimento delle opere è davvero grossa!
la max trid.
Forse l'avevano messa per ottenere il "passo felpato"! :))) (:id:) (:so:)
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jolly46 ha scritto:
cavalli ha scritto:che quelli della Julia fossero un po spandoni è risaputo, ma quella della moquette sul pavimento delle opere è davvero grossa!
la max trid.
Forse l'avevano messa per ottenere il "passo felpato"! :))) (:id:) (:so:)
nei forti di fine '800 inizio '900 i pavimenti di certi locali (riservette etc. ) erano in legno anzichè in pietra per eliminare il rischio che scintille potessero sprigionarsi dalle calzature (con bullette) del personale ivi operante;

... che la moquette sia ... un adeguamento tecnologico ? :shock: :shock:
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bat64
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...bè visto che nessuno ha visitato l' opera con la moquette vedrò di contattare i miei agenti in loco per conoscere meglio l' esatta locazione.

Per quanto riguarda la "900" (edita nel 1977) è interessante leggere un capoverso riguardante le opere di fortificazione che stà  nel capitolo relativo alla Difesa di Posizioni:
"...Qualora le posizioni sulle quali le opere sono investite abbiano perso, combattimento durante, la funzione tattica inizialmente loro attribuita, i relativi presidi devono - finchè possibile - essere recuperati in vista di un loro successivo reimpiego. Il recupero dei presidi deve essere autorizzato ad un livello non inferiore a quello di Grande Unità  Elementare (Brigata n.d.r.)."In pratica la dottrina stabiliva la possibilità  di ripiegamento per le unità  di Fanteria d' Arresto qualora gli sbarramenti non avessero fermato il nemico, ma l' autorità  di ordinare l' abbandono delle opere non era devoluta al Comandante del Reparto di Arresto bensì al Comandante della Brigata.

Probabilmente si ipotizzava che questi presidi sarebbero stati impiegati più a lungo possibile per garantire la tenuta dei settori di Brigata.

Mandi
Saluti,
Bat64

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