La difesa va considerata nell'ottica globale. Le unità d'arresto operavano a stretto contatto con le altre forze di copertura ed avendo alle spalle le forze mobili di 2° scaglione.
Prendere di mira le opere con artiglieria, missili ed aerei poteva essere fatto, pur se gli obiettivi erano puntiformi (si poteva ovviare con sistemi di saturazione come i lanciarazzi), ma questo avrebbe comportato un rallentamento dell'avanzata ed esposto l'attaccante alla reazione del difensore. Anche con l'utilizzo di armamento atomico tattico che la nostra dottrina dava per scontato (unità Honest John ed obici da 203, oltre agli F-84F dell'AM).
Questo rallentamento già sarebbe stato un successo, le unità d'arresto avevano una funzione ritardatrice e di incanalamento, ovviamente non avevano la funzione di "vincere la battaglia", il cui compito era devoluto alle forze corazzate.
Quindi conoscere l'ubicazione delle opere non era poi un vantaggio fondamentale, un buon soldato già guardando il terreno che ha davanti sa dove sono le posizioni dominanti ai fini della difesa, sa quali sono le vie di facilitazione, i "trucchi del mestiere" sono sempre i soliti da migliaia di anni, via via aggiornati ai tempi ed alle tecnologie.
La fanteria oggi non fa più il classico attacco alla collina, ma il concetto operativo resta lo stesso, basta applicarlo alla meccanizzazione d'oggi.
In sostanza sarebbe stata, come sempre, una partita a scacchi.