Che questa discussione sia infarcita di luoghi comuni personalmente non mi meraviglia molto, salvo il fatto che questi luoghi comuni, senza fare esempi basta leggere i vari messaggi, siano patrimonio di ambo le “parti”. Questo è molto normale quando la stampa, la televisione ed i politici anno dopo anno ci propinano raffiche di “luoghi comuni”, ognuno adotta poi come verità assolute e relative quelli più confacenti alle sue inclinazioni.
Vorrei fare altre considerazioni cercando di evitare per quanto possibile il ricorso ai luoghi comuni anche se sono ben conscio che, essendo schierato da una delle due parti, non so se ci riuscirò (premetto che è meglio essere schierati, da una parte o dall’altra che stare “pilatescamente” nel mezzo e vedere poi che da parte tira al vento, categoria comunque notevolmente diffusa).
Ho letto dai sondaggi che la maggioranza degli italiani sono contrari alla guerra degli Americani ma sono anche certi delle responsabilità di Saddam, dato che le due cose sono in palese contraddizione mi sarei aspettato di leggere quali sono le soluzioni concrete proposte per evitare la guerra e rendere innocuo l’iraqeno. Al di là delle affermazioni di principio sul fatto che tutti sono per la Pace e contro la guerra e che bisogna trattare, trattare, trattare, altro sinceramente non ho visto.
Domande: fino a quando trattare ed alla scadenza, se non ci sono risultati, cosa fare? Il tempo a favore di chi gioca, rimandare è a favore di chi vuole trattare seriamente o di chi vuole trattare per dilazionare, guadagnare tempo, cercare il fatto compiuto?
Noi in Occidente bene o male abbiamo un’opinione pubblica che alla fine può far sentire la propria voce ma dove non c’è credete che si facciano scrupoli particolari?
Guerra giusta e guerra ingiusta: sento parlare di questi due appellativi e molti hanno la propria definizione per etichettare una guerra. Qualcuno ha detto che la guerra giusta è quella dove gli innocenti non vengono coinvolti: ma qui siano nell’utopia, gli innocenti verranno sempre e comunque coinvolti nelle guerre e soprattutto dal 900 in poi in maniera sempre più massiccia e sanguinosa poiché le guerre ora sono totali, non sono più ad esempio le guerre degli eserciti ottocenteschi che si affrontavano in campo aperto.
La guerra è la più grande tragedia che ci sia al mondo, tutti la pensiamo così! No, io credo che il terrorismo sia ancora più pericoloso per tutti noi ed ancor più aberrante e violento.
In una guerra ci sono distruzioni, lutti, fame, interi Paesi messi in ginocchio, ma in un certo senso quando fai la guerra o la subisci ne sei preparato, sai che quelli saranno momenti duri e bui.
Con il terrorismo invece tu subisci le violenze più efferate mentre vivi normalmente, lavori, sei al computer, stai nei grattacieli più famosi del mondo, sei colpito non perché appartieni ad un esercito nemico ma perché sei cittadino di un Paese, sei di una religione diversa, sei di una razza diversa, hai idee diverse.
La bambina vietnamita vittima di quell’atroce guerra è purtroppo nienete di più dei bambini tedeschi seppelliti dai bombardamenti alleati sulla Germania o dei bambini milanesi della scuola di Gorla vittime di una bomba d’aereo alleata. Erano solo nazisti i primi e repubblichini i secondi? No erano vittime come la bambina vietnamita dell’atroce realtà della guerra.
E gli americani di allora non erano gli osannati liberatori che ci hanno liberato dal giogo dittatoriale, ci hanno portato il benessere, hanno difeso la nostra democrazia e permesso il nostro sviluppo assumendo anche il maggior onere della nostra difesa?
E’ vero gli americani hanno protetto in passato molti dittatori ma ricordate tutti che in quell’epoca il mondo era diviso ideologicamente in due e tutte le mosse anche quelle sbagliate vanno valutate tenendo ben presente ciò. Ad esempio come mai i paesei dell’Est appena hanno potuto si sono subito tuffati nella NATO e nell’Occidente, anche se fino al giorno prima ne erano nemici?
I Vietcong ed i vietnamiti del nord erano proprio degli esempi di democrazia o strumenti di un terrore e di una violenza di colore diverso?
E’ sempre molto difficile stabilire da che parte stanno il torto e la ragione, ma ricordiamoci sempre dove sta la dialettica, la democrazia, la libertà di opinione e di stampa, la possibilità di far sentire la propria voce e di manifestare il proprio dissenso, il rispetto delle idee e delle opinioni altrui.
Ben altra cosa mi sembrano invece le vittime del terrorismo e del fanatismo omicida, non ci hanno insegnato nulla sei milioni di ebrei annientati, gli istriani “infoibati” dai titini, le montagne di teschi di Pol Pot, la pulizia etnica nell’ex Jugoslavia, il gas nervino ai Curdi, gli autobus israeliani pieni di studenti fatti saltare in aria, le immagini dei militari israeliani linciati vivi e gettati da una finestra in pasto alla folla inferocita, la faida algerina a colpi di popolazioni sgozzate vive.
In questi casi non mi pare che sia molto del “rispetto dell’avversario” citato da Hellis.
Lo sviluppo ed il sistema di vita dell’Occidente sono i migliori alleati del terrorismo, le nostre società aperte sono estremamente vulnerabili, non viviamo in regimi polizieschi dove tutti siamo controllati e controllori; su questo gioca il terrorismo e chi lo manovra, sul fatto di mettere in ansia la gente e portarla, per il quieto vivere e per il mantenimento del proprio benessere, a rifiutare l’idea di difendere valori universali e quindi lasciare campo libero agli avventurieri di turno.
Una nuova forma del “morire per Danzica?”.
Che poi questa sia una “guerra per il petrolio” mi fa ritornare ai “luoghi comuni”, tutto sommato a me sembrava più la precedente (anche se giustificata dalla liberazione del Kuwait) visto che una volta liberato il Kuwait ed i suoi pozzi, tranquilizzato il vicino saudita, le divisioni lanciate su Baghdad furono fermate: meglio un Saddam a pezzi che qualche integralista desideroso di primeggiare! E’ realpolitik ma è sempre andata così.
Anche oggi che Francia e Germania sono titubanti: guarda caso sono tra le nazioni con i maggiori interessi sul petrolio iraqeno. Per realpolitik oggi “rinnegano” anche gli articoli di mutua difesa del patto atlantico, così preziosi per i tedeschi negli anni del Muro quando facevano carte false per avere quanti più americani possibile in casa (e nessuno si ricorda più del ponte aereo di Berlino che salvò la parte occidentale della città dallo strangolamento sovietico).