Ciao Gian Luca,io ho fatto la naja a contatto coi muli,non ero conducente ma ho fatto un campo coi mussi(i vicentini li chiamavano cisi

)e spesso andavo in salmeria a trovare i miei frati conducenti.
Ti posso raccontare quello che io ho percepito:
Le salmerie innanzitutto erano un mondo a se,staccato dal resto della caserma,vigeva un certo nonnismo a cui tutti gli altri artiglieri non potevano parteciparvi,i servizi di caserma i conducenti li svolgevano all'interno della salmeria,corvè e guardie ne erano esenti.Le licenze erano gestite anche quelle a parte.
I nuovi conducenti muli che arrivavano venivano "battezzati" dai nonni,rituale che ancora nell'89 era presente.Si tocciava cioè un pezzo di pane nella piscia del mulo e i nuovi arrivati dovevano mangiarlo....fara' sicuramente un po schifo...ma piu che altro era una tradizione che arrivava da lontano,ed era giusta mantenerla.
La salmeria era comandata da un tenente 2 stelle che era laureato in veterinaria,ed una volta la settimana,insieme ad altri veterinari visitavano lo stato di salute dei muli.
La prima cosa che insegnavano ai conducenti nuovi era di girare al largo dai muli nelle gambe posteriori,si doveva sempre stargli difianco,in quanto un solo calcio del mulo ti portava quasi sicuramente all'altro mondo.Io di persona ho visto scalciare un mulo,e posso assicurare che il calcio è molto violento.
Ogni volta che un mulo ammazzava un artigliere gli si faceva un taglio in un orecchio,al terzo taglio il mulo veniva abbattuto.Questa era la legge ufficiale della caserma.Io su circa 50 muli ne vidi solo uno che aveva l'orecchio con un taglio,mi dissero che successe anni prima,il calcio di quel mulo sfondo la cassa toracica dell'artigliere...ma mi dissero anche che quell'artigliere si divertiva a far arrabbiare il mulo,dunque lo fece innervosire con il conseguente calcio.
Quando andai a fare il campo estivo coi muli sommeggiati dagli obici rimasi stupito dal fatto che i muli,si erano forti col peso che portavano,ma caddero a terra uno ad uno sfiniti e con la schiuma alla bocca.Il conducente allora doveva tirare via dalla sella il peso dell'obice,far rialzare il mulo e risommeggiarlo di nuovo.Era un duro lavoro quello del conducente,fatto di forza fisica e di tanta pazienza.
Scusa se mi sono dilungato troppo,ma mi hai dato modo di ricordare quei meravigliosi tempi oramai passati ma che resteranno per sempre nella mia memoria.
A breve ti postero' anche delle foto dei muli che ho scattato durante la mia naja....per adesso ti saluto e spero nel mio piccolo di avere soddisfatto la tua coriosita

Art. Oriente Inc. Radiofonista
16a Btr
Gr.A.Mon. "LANZO"
(6° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Cadore
1°\89
Signore delle cime
Piu salgo Piu valgo