Ed io sono d'accordo: la democrazia non è null'altro che la foglia di fico dietro a cui ci si è nascosti per "scippare" il potere a chi lo deteneva prima (qui da noi, solitamente, i Re). Sofistiche distinzioni tra la democrazia di oggi e quella di ieri, anche di un ieri molto lontano, come quello greco classico, lasciano il tempo che trovano, dal momento che allora non era in vigore la moderna invenzione del suffragio universale e che di conseguenza, ammettendo e non concedendo che noi tutti ci troviamo più o meno allo stesso livello culturale e di censo, nessuno di noi avrebbe avuto, ieri, nulla da dire in democrazia: non avremmo avuto voce in capitolo perchè non avremmo potuto votare a causa della mancanza dei requisiti essenziali per accedere al voto: un certo "reddito" minimo o l'appartenenza a certe classi/categorie. Un sistema, mi permetto di aggiungere, se non altro più onesto: non si fingeva neppure che il "proletario" o, peggio, il "sottoproletario" potesse sognarsi di avere un qualche cosa di interessante da dire o che, il che è lo stesso, la sua opinione contasse qualcosa: lui non veniva preso in considerazione e basta. E lo sapeva. Oggi, che siamo tutti "ricchi e nobili" (tutti possiamo votare), siamo diventati tutti "sottoproletari": la nostra opinione non conta una beata fava. Perchè il sistema, in TUTTE, le democrazie moderne, funziona in maniera tale da lasciare mano libera al governate di turno per un certo lasso di tempo, limitato verso l'alto dalla legge e verso il basso, sostanzialmente, dalla sua capacità di far credere al moderno ricco e nobile che la sua opinione è tenuta in gran considerazione.
Non è che la cosa sia molto diversa dall'avere un Re, od un altro governante a vita, magari anche di tipo assoluto. Secondo me non c'è molta differenza tra l'essere suddito del Re "X", per magari 30 o 40 anni, e l'essere suddito (pardon: "cittadino"

In teoria esisterebbe un sistema per mitigare la cosa: quella cosa che si chiama democrazia diretta e che prevederebbe i passaggio alle urne di qualsiasi decisione importante prima della loro entrata in vigore e cioè il referendum. Il popolo, cioè, è consultato ogni volta che il governo prende una decisione, per vedere se la cosa è bene accetta oppure no, ed il parere emerso dal referendum, è vincolante per il governo. E' ovvio che c'è un limite, stabilito per legge, atto a discriminare tra ciò che deve essere passato al vaglio delle urne e ciò che, invece, rientra nella normale amministrazione governativa/parlamentare (e anche qui si possono molto comodamente porre in essere delle belle foglie di fico, così come cambiare la legge che stabilisce il limite).
In teoria, ho detto, perchè in pratica io conosco un solo Paese al mondo ove un tale sistema è in vigore: la Svizzera. Addirittura, li, in alcuni Cantoni, o Semicantoni, in alcune occasioni e per alcuni tipi di decisione si va in piazza a votare per alzata di mano, tutti in costume tradizionale, gli uomini con gli spadoni e le donne... no le donne non ci vanno (e se ci vanno lo fanno da pochissimi anni) perchè loro non votano, non sono ammesse al voto (ma, non dubito, avranno sicuramente preventivamente istruito i mariti su come votare, paventando le pene a cui andranno incontro, al loro ritorno, in caso i desiderata dell'altra metà dell'universo non siano soddisfatti


A parte questo rimasuglio di medio evo (ma che, in realtà è quanto di più prossimo alla democrazia diretta esista al mondo, almeno in occidente) per il resto ci si regola coi rferendum e con le votazioni/consultazioni popolari (una raffica di votazioni tutti gli anni). Solo che succede una cosa "strana": la media dei votanti raggiunge a malapena, quando va bene, il 40% degli aventi diritto, spesso è molto inferiore. Dove'è la democrazia in ciò? Una minoranza che decide al posto della maggioranza, che non si esprime? Eppure in Svizzera funziona così e vi assicuro (per esperienza personale e diretta, forse 230A potrà confermare) che a parte lamentazioni più di forma che di sostanza sulla scarsa affluenza alle urne (virtuali, perchè là , sembra un sogno, si può votare per posta se ciò risulta più comodo), le cose funzionano. Ma sono 5 milioni di abitanti e comunque certi tipi di decisione sono libera scelta del governo.
Sarebbe proponibile una cosa del genere da noi? Che, ad esempio, uno dei grandi "Satana", delle democrazie occidentali (Bush, Blair, Berlusconi e Putin) si mettano a chiereci il nostro parere prima di fare qualcosa? Che questo qualcosa siano tasse, sanità scuola, o guerra? Non siamo ridicoli: è impensabile, nemmeno nell'era della comunicazione potenzialmente istantanea e con la possibilità tecniche di oggi che renderebbero la consultazione elettorale fatta da casa dal propio PC una possibilità , tecnicamente, fattibile.
E siccome siamo comunque sudditi (chè il "cittadino" altro non è che un suddito, così come una "persona totalmente audiolesa" non ci sente meglio di un sordo) io preferisco esserlo alla luce del sole, senza essere preso per il c**o facendomi credere di essere il detentore di chissà quale potere, il voto, che in realtà non rappresenta nulla quando le decisioni che davvero contano per la mia vita di tutti i giorni vengono prese. Che me lo si dica chiaramente e che a comandarmi sia un "Re".
Il c**o è con ogni probabilità l'ultima cosa che è rimasta di mia completa ed esclusiva pertinenza. Vorrei che rimanesse tale e che sia io a decidere di farmelo "mettere". "Prenderlo", devo prenderlo comunque... ma che almeno non mi si cerchi di imbrogliare, mettendomelo, ma fecendomi credere che la cosa è un mio "diritto".
Ciao