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La naja muore...

Qualcuno sa gentilmente indicarmi dove trovare sulla rete il testo della Legge sull'abolizione definitiva del servizio militare di leva obbligatorio a partire dal primo gennaio 2005, in corso di approvazione in questi giorni?
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Gian Luca
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Re: La naja muore...

Luigi ha scritto:Qualcuno sa gentilmente indicarmi dove trovare sulla rete il testo della Legge sull'abolizione definitiva del servizio militare di leva obbligatorio a partire dal primo gennaio 2005, in corso di approvazione in questi giorni?
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non è già  stato approvato?

http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori ... 048120.pdf

il testo comincia a pagina 61.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
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Re: La naja muore...

Gian Luca ha scritto:non è già  stato approvato?
Nel 2000 si era approvata la sospensione della leva a partire dal 01/01/2007.
Adesso la cosa viene anticipata di due anni, con la totale volontarizzazione delle FF.AA., l'obbligo dell'anno di servizio per chi vuole successivamente entrare nelle forze di polizia, nonchè la previsione dell'indennità  per chi farà  parte delle TT.AA (troppo faticoso, altrimenti).
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Ho letto la notizia sui giornali e.....sigh sigh, che peccato anches , purtroppo, prima o poi doveva accadere.
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Abbadia
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Beh, fa parte delle umane vicende il nascere, il vivere e il morire.
E chiaramente fa male veder scomparire qualche cosa che ha rappresentato e per qualcuno ancora rappresenta, la giovinezza.
Ma la naja, come tutte le cose , non é rimasta imbalsamata nel corso degli anni, si é evoluta, ha cambiato, in bene o in male non lo so dire ed ora é addirittura mutata in qualche cosa di completamente e, per me, assurdamente, diverso.
Non ho voglia di fare ragionamenti tecnici, di esprimere approvazione, riserve o disapprovazione di quello che é stato deciso.
Cosa fatta capo ha !
Invece mi viene in mente quello che la naja ha rappresentato per la generazioni di giovani che negli anni ne hanno" assaggiato" l'esistenza.

Parlando con "ragazzi " che avevano fatto la 15-18, la sensazione é stata che abbiano vissuto il militare con un insieme di rabbia , di rassegnazione, ma in fondo con un misto di curiosita' e di spirito di avventura.
Da una parte c'era " il governo" che rubava per anni le braccia migliori alle famiglie, c'era il disagio di immergersi in qualche cosa di conosciuto solo tramite leggende vissute da altri, ma c'era anche la curiosita' di "vedere" , di scoprire il mondo esterno con l'unica occasione che si poteva avereallora : fare il soldato.
Ma le origini contadine delle mie fonti portavano nel dna anche quella rassegnazione tipica che faceva considerare come inevitabile il "servire il governo " ( stranamente l'ho sempre sentito chiamare cosi', mai Stato o Italia ...) e anche andare da qualche parte a " fare la guerra".
Va beh, c'erano altri aspetti di cui si parlava solo "tra uomini" : in tempi in cui le caviglie femminili erano tabu', il solo immaginare che la divisa voleva anche dire avere la possibilita' e liberta' di...togliersi qualche soddisfazione...(..insomma andare al casino se non lo si faceva al tempo della visita , era la prima cosa da farsi sotto naja....!!! ) la faceva accettare come una specie di...patente, di vaccinazione...una specie di esame di maturita' in tempi in cui si faceva facilmente solo la terza elementare.
A quei tempi, per quei giovani, il denaro non era un grosso problema: erano abituati a NON averne, quindi quei pochi spiccioli e il "fumée" erano gia' uno stare bene, meglio che a casa.
Abituati poi a obbedire nelle famiglie patriarcali, quindi dotate di gerarchie simili a quelle militari, erano agevolati nel non trovare lungo e nel non discutere quello che veniva loro " comandato".
Diciamo che il militare di quei tempi serviva a svezzare un pochino quei giovanotti dalle veramente poche esperienze.
Per i genitori era una cosa scontata e risaputa che avrebbero dovuto dare per un periodo i figli al governo.
Io ricordo che mio nonno usava la stessa espressione "dare al governo " sia per i figli che per i muli che venivano requisiti dai comandi militari.
Quindi in fin dei conti se non si aveva la scalogna di capitare in mezzo a una guerra, la naja non é che disturbasse troppo ed era un passaggio obbligato nella vita di ogni individuo di sesso maschile.
Come vedete non ho evidenziato in nessuna parte il contenuto patriottico e morale della naja di allora.
E non l'ho fatto per mia volonta' o per dimenticanza; semplicemente quelli coi quali ho parlato dell'argomento, questi aspetti non li avevano proprio mai sentiti.
Non escludo assolutamente che questi aspetti ci fossero per qualcuno e anche di piu', semplicemente i contadinotti , boscaioli e malgari con cui ho parlato non me ne hanno mai accennato.
Perché ho fatto tutta questa lunghissima dissertazione sulla naja antica, oltre che per soddisfare la mia mania per i lunghi discorsi?
L'ho fatto perché forse la naja non é mai finita, é solo in continuazione cambiata e ognuno ha vissuto la sua come la sola vera e genuina.
E da quello che leggo dai piu' giovani di voi, mi pare che il salto dalle ultime leve obbligatorie al volontario, non sia proprio cosi' esagerato.
In fin dei conti, mi pare, negli ultimi anni la naja la faceva quasi esclusivamente chi la voleva fare.
Chi non ne " aveva voglia" trovava sempre il modo di scapolarla, o di farla da imboscato vicino a casa con permessi fine settimana, poca divisa eccetera...
Ben diverso era il discorso della naja di cui ho parlato prima , e per questo l'ho fatto.
E ora cosa é cambiato ?
Mi pare nulla.
Chi vuol fare il militare lo puo' fare; ha diverse possibilita' : dal semplice provare com'é, alla professione della propria vita.
Per questo dico che la naja non é morta; é cambiato il modo di intendere e fare la naja, ma questo si é evoluto costantemente col seguire delle generazioni e non é quindi una novita'.
Oggi la naja non "svezzerebbe" piu' nessuno, piu' nessuno la userebbe per evadere e conoscere e non mi dite che potrebbe insegnare ad obbedire, a sacrificarsi per i compagni, quando mi parlate di domino con dormite in albergo, di "straordinari", di scaricare una scatola da un camion solo se ne ho voglia, di divisa ( quindi di livella eguagliatrice ) ad uso e consumo praticamente solo delle parate.
E allora niente paura, la naja non muore, muore una buona fetta della " nostra" naja, ma chi siamo per pensare di contare con le nostre cosine piu' del due di picche nel grande gioco della storia ?
Ciao a tutti, anzi a tutti quelli che hanno avuto il coraggio e la costanza di arrivare a leggere fino qui.

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Abbadia ha scritto:Oggi la naja non "svezzerebbe" piu' nessuno, piu' nessuno la userebbe per evadere e conoscere e non mi dite che potrebbe insegnare ad obbedire, a sacrificarsi per i compagni
Invece per me è stato anche questo (comunque, guarda che la naja mai ha dormito in albergo e mai ha potuto rifiutarsi di scaricare un camion!); e devo dire, qualcosa di simile me lo dicono anche altri delle ultime leve: "Partivano ragazzi, e tornavano uomini".
Il messaggio ultimo e profondo della leva, per me? Il Dovere: nella vita esistono cose che vanno fatte anche se non piace farle. Servire la "terra dei padri", senza tirarsi indietro, senza cercare scuse, con fermezza: il peso di chi nasce uomo (le donne ne hanno di altri), e non si nasconde, allo stesso modo di come hanno fatto altri uomini, ed in ben altre circostanze, prima di lui. C'è chi, nella trincea, non ha retto ed ha fatto un passo indietro; e però c'è chi, nelle stesse condizioni, stringendo il '91 fino ad aver male alle mani, è rimasto fermo spesso concludendo così la sua giornata terrena. E così, in situazioni abissalmente migliori, c'è chi ha mostrato il certificato del medico compiacente, e chi, magari senza entusiasmo alcuno, ha risposto "presente".
Pensieri questi che non avevo in testa definiti, prima della naja, ma che sotto le armi ho messo a fuoco.
Gli Alpini mi sono piaciuti da subito, fin dal primo giorno di caserma, perchè nessuno ti insegna a memoria motivazioni di medaglie o fatti d'arme, e pochi tra loro si esaltano con parole vuote e roboanti, e tanti invece (l'ho fatto anch'io) nell'attesa del Silenzio, la sera in branda, pensano a casa (e non potrebbe essere che così, perchè hanno da affrontare quella che Montanelli chiamava "la più dura Scuola di Guerra del mondo: la montagna", e la montagna non ama il chiasso e la retorica).
E però la mattina che, sotto la neve, si esce dalla porta carraia nel buio per andare in marcia, oppure sotto la pioggia si deve fare servizio al pezzo, nessuno manca, e chi lo fa rappresenta la solita eccezione che conferma la regola, e come tale verrà  trattato.
Adesso, in un mondo dove gli uomini fanno le donne, e viceversa, dove le virtù civiche di cui parlava Brick non contano più, perchè miti falsi e corrotti le hanno sostituite, anch'io vorrei avere il tuo ottimismo e dire che la leva muore, ma la naja rimane, solo adattata ai tempi. Ma non l'ho, e perciò ho scelto quel titolo.

Comunque, a parte i nostri discorsi romantici :D, resta sempre, dal punto di vista pratico, che si è disfatto un esercito che aveva le sue notevoli lacune, ma che comunque c'era, senza sapere se si sarebbe riuscito a sostituirlo. Ed adesso, guarda caso, ci si accorge che non ci sono le palanche... :cry:
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Abbadia ha scritto: E ora cosa é cambiato ?
Mi pare nulla.
Chi vuol fare il militare lo puo' fare; ha diverse possibilita' : dal semplice provare com'é, alla professione della propria vita.
Beh, a mio giudizio un tempo (una decina di anni fa) alcuni facevano la naja per non fare il servizio civiole e poi, solo dopo, capitavano che tutto sommato aveva i suoi difetti ma che non era cosi' "malvagia"
Alp. Malaguti Daniele
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Che non ci sarebbero state palanche a sufficenza ci voleva poco a capirlo, bastava fare due conti " della serva " con quattro dati quattro.
Quindi o non l'hanno capito ( é c'é da preoccuparsi ) oppure l'hanno capito benissimo ed evidentemente i loro obiettivi sono altri.
vedi Luigi che anche tu scrivi " discorsi romantici" ?
Di straordinari, di scatole da scericare, e simili amene cosette se ne é detto su questo forum, e so per altre testimonianze che c'é anche di peggio, quindi la naia dei romantici come noi é solo l'eccezione che conferma la regola..
Muore la "nostra naja" ?
Ma quella era gia' morta..
Muoiono i nostri principi ( si quelli che sembra strano ma che abbadia e luigi hanno in comune....) ??
Non lo so...mi auguro che la montagna sia sempre grande maestra di vita e chi ama veramente la montagna abbia la possibilita' di frequentarla decentemente e prenderne insegnamenti.
E non con fuoristrada o pic nic con radio al massimo, ma " sentendone" i silenzi, apprezzandone le salite e il sudore che spremono, e che sia sempre in vita una cosa semplice che solo in montagna é rimasta : quella di salutare sempre chi si incontra anche nella solitudine dei picchi piu' difficili.
Questa sara' la nuova "naja alpina" e sara' quella per veri volontari perché vorra' dire andarsi a cercare qualche cosa di non comodo, ma che , se lo senti, ti porta tante cose ( come la naja appunto ).
Per questo non mi convincono le TTAA di volontari che la montagna non hanno mai visto e non vogliono e non amano ( salvo le debite eccezioni...chiaro...).
E questo a prescindere dai quattrini che non ci sono e non ci saranno neppure in futuro per tutti e che quindi saranno oggetto di aspre contese tra le varie ...branchie delle Forze Armate.
Quando leggo che il Cavour ci permettera' di fare bella figura e di avere incarichi importanti nelle missioni di pace all'estero, mi viene da piangere....siamo diventati dei burattini esibizionisti , e io che non sono un...patito dell'esercito, di certo preferivo quello di prima a quello che sta uscendo fuori ora.
Abbiamo la capacita' tutta italiana di costruire le case partendo dal tetto, forse perché il tetto si vede meglio delle fondamenta.
Direi che l'evoluzione della politica e dei rapporti internazionali, delle possibilita' enormi dei nuovi armamenti, avevano gia' fatto perdere da un pezzo alle forze armate la funzione di guardia ai confini..
Restava la possibilita' di avere a disposizione, ad un costo relativamente basso una massa di personale addestrato e che doveva essere pronto ad intervenire con pochissimo preavviso per necessita' magari meno nobili dal punto di vista militare , ma certo piu' utili alla gente e alla Patria ( Terra dei Padri !!! ) come alluvioni, terremoti, difficolta' di qualunque genere, e anche come deterrente solo con la presenza di divise...
E in piu' potevano servire da ...bagno di umilta' per i nostri giovani, gasati da tanta presunzione che incontrano ogni giorno
Credo ormai che si sia capito che non amo molto le divise, ma secondo me, se si é militari, si DEVE essere in divisa...ma azzo é un disonore forse?
La divisa é come il nudismo....rende inconsistenti le differenze di ceto, e per un momento ci si é ritrovati ad essere tutti uguali.
Da quello che leggo, ormai le nostre FFAA sono talemnte ridotte da essere impiegate in massima parte in missioni all'estero o di ricambio a queste; quindi solo per motivi squisitamente ..politici...
Per servire la Patria ( ripeto, per me la terra dei Padri) e relativi cittadini...per garantire una immagine ..sana e giovane sul territorio non ci sono i fondi....
A me é successo un paio di anni fa...di essere coinvolto in un raduno Rave..mi sono cioe' trovato , e con me moltissimi altri, coi camper e tende, circondati da circa 30.000 giovanetti /giovanette che hanno pratiche non propriamente consone con l'alta montagna ( 2000 mt ).
Chiaramente le Forze dell'ordine non hanno potuto fare altro che stare a guardare...non era certamente ipotizzabile una...azione militare.
Non é giusto, ma secondo me é un ragionamento...ragionevole.
Quindi noi...normali, abbiamo alzato i tacchi e senza problemi, abbiamo lasciato campo libero...
Non commento...non é questo il punto...
L'anno dopo e cioe' l'anno scorso, c'era la paura da parte delle autorita' che la cosa si ripetesse e cosi' siamo stati gentilmente invitati ( ordinanza di divieto di campeggio ahahaha ) a traslocare.
Il raduno dei Rave non c'é poi stato, ma solo perché hanno scelto un'altro posto...io agosto l'ho passato in valle Maira.!!!
Ora sarebbe bastata una compagnia di alpini in esercitazione, accampata nei pressi del colle della Maddalena ( di quello si tratta ) per evitare qualunque rischio e qualunque paura; sarebbe bastato solo il via vai dei mezzi e delle squadre in giro per i monti per dare sicurezza e tranquillita' a tutta la zona.
Ma evidentemente o non nc'era la possibilita' o la volonta' o capacita' di organizzare una cosa del genere e allora siamo rimasti preda della nostra paura.
Non so se mi sono spiegato...certo i militari, gli alpini in questo caso, avrebbero dovuto essere....amalgamabili con la gente della valle e con i turisti.
Non servono i rambo dei carabinieri o della polizia...serve la fiducia che la presenza di ragazzi di leva poteva portare .
Questo non lo vogliamo capire...pazienza...
Ecco di questa leva sento la mancanza...questa leva é morta...quella che dava fiducia e aiuto alla gente, quella che rappresentava iol territorio e la gente.
Ma quella é morta da un pezzo.

Ciao a tutti.
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Visto che ormai di tutto questo abbia parlato ampiamente aggiungo solo un amaro commento:

La naja aveva dei difetti strutturali, organizzativi, addestrativi notevoli, evidente che un esercito serio non poteva tollerare questi vizi.
I professionisti hanno dei difetti diversi, difetti che i najoni non avevano o avevano meno.

Con un po' di intelligenza si poteva provare a conservare quello che di buono c'era nei poveri najoni per darlo ai volontari.

Oggi abbiamo della gente addestrata meglio. Non sono però certo che i volontari che non si trovano in unità  che vanno all'estero, abbiano un addestramento molto superiore a quello dei najoni.
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Avete già  detto più o meno tutto e bene!
Tutto sommato non saprei aggiungere altro se non tristezza, in sostanza siamo passati dai Valori morali ai valori materiali.
Abbiamo "esternalizzato" (odioso neologismo ma purtroppo calzante) anche il senso di Patria e fra un po' lo troveremo sui banchi dei centri commerciali!
Mi preoccupo non tanto per me o chi come me che avrà  sempre il Ricordo, ma per i miei figli e per i giovani in generale.
Si dirà  "altri tempi", "oggi si sta meglio", forse avranno ragione dal punto di vista materiale ma per il resto .............
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axtolf ha scritto:Oggi abbiamo della gente addestrata meglio. Non sono però certo che i volontari che non si trovano in unità  che vanno all'estero, abbiano un addestramento molto superiore a quello dei najoni.
Quando ho servito io, se al primo poligono una recluta si impaperava con il serbatoio la destinavano alle cucine. Adesso la fanno VSP. :evil:
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Non sono d'accordo che oggi siano piu' addestrati di ieri.
E addestrati a fare che cosa?
Prima si poiteva scegliere tra ampi numeri, oggi quello che c'é ....é li' !!! Se é buono é buono , se non va, poche possibilita' di cambiarlo.

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Leggevo il messagero online di oggi e tra gli articoli guardate qua cosa ho trovato.
Istruzioni per l'uso: leggere attentamente cio' che scrive e non andare assolutamente al finale (l'ultima frase per intenderci) se non prima di aver letto tutto l'articolo, poi traete qualche conclusione (se volete)....con garbo.




Martedì 27 Luglio 2004

Va in congedo la naja obbligatoria

di ENRICO MENDUNI

ADESSO a tutti sembra ovvio che l'esercito sia composto di professionisti addestrati all'uso di armi e tecniche complesse, ma appena vent'anni fa il carattere popolare delle forze armate appariva una garanzia della loro democraticità . Le forze armate dovevano essere numerose; l'unità  di misura della loro forza era il numero di soldati che riuscivano a mettere in campo, anche se inesperti e sommariamente istruiti. La partenza dei coscritti da remoti paesi verso i reggimenti era una festa popolare, con coccarde, fiori e bande musicali alla stazione; giovani contadini che non si erano mai mossi dal podere per la prima volta si trovavano catapultati in città  estranee, anche per costumi e dialetti, all'interno di un'organizzazione complessa e gerarchica come l'esercito. Si portavano la loro condizione di soldato anche in libera uscita, infagottati nella loro divisa, sperduti fra i misteri e le tentazioni della città , i mercati, i luoghi di spettacoli, improbabili e inaccessibili avventure.
La naja era lunga, soprattutto quella in marina che, per imperscrutabili motivi, durava molto più della leva di terra con una diversità  di trattamento che oggi ci sembrerebbe intollerabile e appariva invece pienamente normale. Per la famiglia contadina, o artigiana, la prolungata assenza di due braccia valide era un danno economico notevole, a cui tuttavia era impossibile sottrarsi. Del resto, a nessuno piaceva essere scartato alla visita militare, le cui statistiche erano l'unica vera indagine epidemiologica sulla salute e i dati antropomorfici degli italiani o almeno di una parte di essi. C'era un certo orgoglio nell'essere arruolato in corpi specializzati, la marina, i bersaglieri, l'artiglieria da montagna, gli alpini.
La leva comportava grandi spostamenti territoriali. Passare dalla stazione di Venezia Mestre alla vigilia di Natale, anche trent'anni fa, ricordava le scene della Prima guerra mondiale: i marciapiedi affollati di migliaia di soldati in divisa che tornavano a casa per le feste.
Oppure erano congedati: un nastrino tricolore li contrassegnava, insieme al foglio di congedo infilato, arrotolato, sotto la spallina del giubbotto. Se le truppe erano schierate soprattutto nel nordest per evidenti motivi di geopolitica, i soldati venivano da tutta Italia e viaggiavano per giorni, in seconda, prima ancora in terza classe, su treni ansimanti. Tuttavia non può essere dimenticato che la leva ha rappresentato anche una socializzazione di molti giovani ad una modernità , sotto le specie della vita metropolitana, che non avevano mai conosciuto. Una sostanziosa e forse unica occasione di uscire dal proprio ristretto ambiente. Un modo di conoscere forme di vita, idee politiche, persone e gruppi che mai avrebbero avuto la possibilità  di frequentare, quando ancora il turismo non esisteva se non per i ricchi, nessuno aveva la macchina, viaggiare senza un perché era letteralmente impossibile.
Con la fine della leva spariscono forse anche i riti sadici degli anziani e dei pivoli, le forme di soggezione di giovani ai più vecchi, i gavettoni, i piccoli furti in camerata; ed anche i soldati usati come camerieri o attendenti in casa del colonnello, per spazzare il pavimento del cortile o lavare i vetri, per fare la spesa alla moglie del capitano. Difficile pensare che in un esercito professionista tutto ciò possa sopravvivere, almeno in questa forma. E questo, francamente, non è affatto un male.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
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Mauro ha scritto:Con la fine della leva spariscono forse anche i riti sadici degli anziani e dei pivoli, le forme di soggezione di giovani ai più vecchi, i gavettoni, i piccoli furti in camerata; ed anche i soldati usati come camerieri o attendenti in casa del colonnello, per spazzare il pavimento del cortile o lavare i vetri, per fare la spesa alla moglie del capitano. Difficile pensare che in un esercito professionista tutto ciò possa sopravvivere, almeno in questa forma. E questo, francamente, non è affatto un male.
Dice che non sia un male.....forse per gl iattendenti in casa del colonnello, per spazzare il pavimento del cortile o lavare i vetri, per fare la spesa alla moglie del capitano pero' tutto il resto fa parte della vita militare, insomma un pochetto penso che sia necessaria e, se fatta con logica, anche divertente.
Alp. Malaguti Daniele
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