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E lasciatemi aggiungere, per maggior chiarezza: moralmente parlando (è il succo del mio penultimo post) non "sono stati mandati mandati" ma ce li ABBIAMO mandati. Loro, in divisa, servono la Bandiera e la bandiera siamo noi, indipendentemente dal Governo che al momento è in carica.
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Hellis ha scritto:In Kosovo si è andati con l'intenzione di fermare un genocidio, e penso che tutti siamo d'accordo su questo punto.
In Iraq, senza tanti giri di parole, siamo andati per il petrolio e per interesse.
Balle. Scusami la franchezza, non intendo insultare, ma non trovo parola che renda meglio l'idea.

Ora, che teoricamente abbiamo evitato un genocidio (a proposito: dove sta scritto nella Costituzione che la guerra non si ripudia se la si fa per evitare un genocidio?), i nostri e gli altri militari ivi presenti fanno buona guardia ai campi clandestini di addestramento per i terroristi musulmani attivi un po' in tutto il mondo. Prima, poveretti, coi Serbi tra le scatole, mica riuscivano ad addestrarsi in santa pace.

E poi: perchè salvare i kosovari (sempre che fosse cosa vera) è un atto nobile (ma da fare di nascosto) mentre, ad esempio, salvare i kurdi no? Solo perchè sotto al sedere dei primi non c'è il petrolio?
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Hellis
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Beh ammetterai che, risultato a parte sul quale non ho tanto da ridire su ciò che scrivi Federico, nel primo caso sinceramente di interessi plateali non se ne riscontrano.
Nel caso dell'Iraq tutto sommaro il dubbio è legittimo. Concordo con te quando scrivi ce li ABBIAMO mandati, anche se rileggendo i miei post ante guerra posso tranquillamente sostenere che non ho mai cambiato opinione circa questa guerra.
Leggevo un articolo (l'ho letto online, ma non ricordo bene su che testata) nel quale l'autore elaborava un'opinione fantapolitica, che tutto sommato non è strampalata, e che può mettere una pulce nell'orecchio.
Secondo questa tesi potrebbe essere successo questo. Saddam Hussein era un didattore un tempo favorevole agli USA, e questo è un dato di fatto (foto di sfide a tennis con il vecchio Donald Rumsfield). Però regnava su un Paese logorato da lotte intestine e probabilmente da tempo non aveva più il controllo totale sui vari gruppi fondamentalisti-mafiosi. Soprattutto nelle varie periferie del Paese non riusciva più a garantire il controllo totale, e quindi gli accordi in essere con i Paesi occidentali. Ricordiamo tutti che nonostante le atrocità  del regime, della religione non fregava un granchè al Sig. Hussein: l'Iraq era uno dei pochi paesi dell'area musulmana dove i Cristiani potevano professare alla luce del sole.
Pertanto gli USA potrebbero aver deciso di mettere mano loro alla situazione, al fine di ridurre a più moderate posizioni i vari gruppi fondamentalisti-mafiosi, e continuare a garantire gli interessi di un tempo.
A suffragare questa ipotesi l'autore cita la scarsissima resistenza incontrata durante la guerra, così come le circostanze dell'arresto del dittatore (solo in una fattoria, senza un minimo di protezione personale).
Resta pur sempre fantapolitica, ma io penso che forse così strampalata non è.
Resto sempre dell'avviso, come scrissi tempo fa (citando il "Feroce Saladino") che non basta vincere una guerra per poter esercitare una qualsiasi forma di "democrazia occidentale" in quei paesi. Bisognerebbe farci vivere gli occidentali. A 40°C all'ombra, dimenticandosi il verde etc etc. Nella storia fino ad ora, nessuno è mai riuscito nel'impresa. Qualcuno ha conquistato qualche porzione di medioriente, ma poi ha dovuto desistere.
Per concludere non dimentichiamo mai che nei "per noi democraticissimi" Emirati Arabi, Arabia Saudita, etc etc, sono in vigore leggi come la lapidazione delle donne in caso di adulterio, etc etc... quindi, innanzitutto decidiamo per cosa è stata fatta questa guerra.
Non ero molto d'accordo con la guerra in Afganistan, ma sono dovuto tornare sulle mie posizioni, perchè al di là  dei metodi, la guerra aveva una motivazione di fondo.
Però questa guerra all'Iraq ufficialmente non sappiamo ancora per cosa sia stata fatta. Prima chiariamo il perchè, poi disquisiremo sulle opportunità . Però tutto ciò doveva essere chiaro ancora prima di mandare allo sbaraglio i nostri Soldati, senza la foga di voler risultare i primi della classe alla chiamata di Bush.
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Hellis ha scritto:Secondo questa tesi potrebbe essere successo questo. Saddam Hussein era un didattore un tempo favorevole agli USA, e questo è un dato di fatto (foto di sfide a tennis con il vecchio Donald Rumsfield).
Rumsfield non è gli USA.
Gli USA erano così amici dell'Iraq che, durante la I GdG, vendevano armi all'Iran (e qualcuno se ne è ricordato, vd. USS Shark), mentre le armi all'Irak erano vendute da URSS, Francia, Germania, Italia. Insomma, un'amicizia un po' tiepida...
Petrolio. Anch'io non avevo avuto remore a dire che con la guerra qualche attinenza l'avesse. Poi qualcuno (che in materia ne sa più di me) su Ferreamole ha fatto notare che, con quanto la guerra sta costando agli USA (e non solo monetariamente), gli yankees si potevano comprare letteralmente tutto l'Iraq, a partire da Saddam Hussein.

Nota. Comunque, dopo la guerra del Kossovo saltò fuori che il genocidio dei kossovari assomigliava molto da vicino alle armi NBC iraqene.
Purtroppo, come dice Biagi, con gli amici le leggi si interpretano, con i nemici si applicano.
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Luigi ha scritto: Purtroppo, come dice Biagi, con gli amici le leggi si interpretano, con i nemici si applicano.
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Obiettivamente concordo con te su questa affermazione.
Però, senza polemica non sono d'accordo su alcuni punti.
L' amicizia di lungo corso è ovviamente riferita a periodi antecedenti la I GdG, e ventilare l'idea che Rumsfield se ne girasse per l'Iraq solo a scopo personale, e non in rappresentanza di un'amministarzione politica, mi pare giocoforza una forzatura.
Che la guerra gli stia costando più degli eventuali guadagni se ne stanno purtroppo accorgendo, ma penso che questa mezza debacle, o meglio queste enormi complicazioni, non fossero nemmeno ipotizzate da questa amministrazione.
Comunque resta il fatto che ancora oggi dobbiamo capire il perchè di questa guerra; discutiamo di proclami ufficiali che hanno coperto di ridicolo chi gli ha dato voce, e ipotesi più o meno fantapolitiche proposte dai chi è avverso a questo modus operandi. E con gente che muore per davvero.
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ROMA - Sono di Fabrizio Quattrocchi i resti consegnati alla Croce Rossa Italiana a Baghdad. E' quanto si e' ufficialmente appreso a notte inoltrata in ambienti degli inquirenti a Roma.
Fino alla tarda serata di ieri sembrava che i tempi delle analisi del Dna dovessero allungarsi di almeno una settimana per poter accertare se effettivamente il cadavere consegnato dagli iracheni fosse quello dell'ostaggio ucciso, anzi vi era una certa preoccupazione tra gli investigatori poiche' lo stato di conservazione dei resti ritrovati avrebbe potuto impedire di giungere a un risultato definitivo.

Intorno alla mezzanotte invece una delle prove effettuate su un frammento osseo ha dato il risultato e il Dna estratto e' stato confrontato con i capelli recuperati nel casco e sul cuscino di Fabrizio Quattrocchi e consegnati agli investigatori dalla famiglia. Campioni di materiale organico erano giunti venerdi' sera. all'aeroporto di Ciampino portati dall'Iraq dal commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli. I risultati delle analisi verranno consegnati ai magistrati romani titolari dell'inchiesta, Franco Ionta e Pietro Saviotti. La salma di Quattrocchi rientrera' in Italia in nottata. Subito dopo l'autorita' giudiziaria disporra' l'autopsia e, non appena il medico legale incaricato dai magistrati avra' concluso il suo lavoro, potra' essere fatto il funerale e Quattrocchi potra' essere seppellito.

I carabinieri della stazione di Portoria hanno notificato nel pomeriggio alla famiglia di Quattrocchi il decreto della procura di Roma con cui viene disposta l'autopsia sul corpo del congiunto.
Silenzio da via Lagustena, dove si trovano la sorella e la madre di Fabrizio Quattrocchi e silenzio anche in via delle Ginestre, dove vive Alice, la fidanzata di Fabrizio, assieme alla famiglia. Alice, appena ha saputo che davanti alla casa c' erano alcuni giornalisti che volevano parlare con lei, ha chiuso le imposte e la casa e' piombata nel silenzio.
23/05/2004 16:24
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Hellis ha scritto:Obiettivamente concordo con te su questa affermazione.
Però, senza polemica non sono d'accordo su alcuni punti.
L' amicizia di lungo corso è ovviamente riferita a periodi antecedenti la I GdG, e ventilare l'idea che Rumsfield se ne girasse per l'Iraq solo a scopo personale, e non in rappresentanza di un'amministarzione politica, mi pare giocoforza una forzatura.
Sulla seconda parte del tuo post non intervengo (penso che conoscerai la solfa... a torto od a ragione...)
Su quanto ho quotato sopra, faccio solo notare che con I Guerra del Golfo io indico quella fra Iran ed Iraq, non quella seguente all'attacco contro il Kuwait.
I miei appunti erano volti a dimostrare come i rapporti Usa-Iraq fossero tutt'altro che chiari: per un Cheney che a fine anni '70 faceva affari con il regime, c'era chi, a metà  '80, vendeva armi all'Iran di Khomeini piuttosto che all'alleato iraqeno; e guarda caso, un pilota dell'aviazione iraqena confondeva una fregata statunitense per un'unità  iraniana. Ammetterai che qualche dubbio sulla saldezza di questa alleanza (che adesso qualcuno spaccia come "d'acciaio") possa nascere.
D'altronde, sono noti gli attestati di stima anglosassoni ricevuti dal regime fascista. I tempi ed i nemici cambiano secondo gli interessi (veri o presunti) nazionali.
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P.S.: sentito che il Pentagono ha perfino sospeso i pagamenti dei pasti forniti ai soldati in Iraq, perchè reputati troppo cari? :D
Certo che per essere una guerra fatta per arrichire qualche potente del governo USA...
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Concordo Luigi. D'altronde il Pakistan fino a un anno e mezzo fa era uno stato canaglia, e oggi è un fiero alleato.
Sui pasti sono al corrente; o almeno qualche mese fa leggevo che il Pentagono stava investigando perchè pagavano il carburante per i mezzi militari circa al prezzo del carburante alla pompa, e i caffè costavano un'esagerazione. Ma lo sai chi è la company che ha in appalto queste forniture? La Halliburton, quella società  che qualche tempo fa vantava come presidente (o viepresidente o comunque come carica di vertice) un tal Big Dick Cheney.
Ripeto. A mio modo di vedere gli statunitensi non sono dei cazzoni. L'amministrazione che li governa si.
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Hellis ha scritto:Ripeto. A mio modo di vedere gli statunitensi non sono dei cazzoni. L'amministrazione che li governa si.
Non saprei. Su Bush, si può anche discutere.
I Rumsfield ed i Cheney sono alla ribalta da 30 anni.
Secondo me, considerarli dei ca##oni è sottovalutarne le capacità , buone o cattive che siano.
Mandi.
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Di seguito ho riportato un modo diverso di vedere quello che sta accadendo a proposito dela guerra, del dollaro e dell'euro.
È stata elaborata da un valente scrittore ambientalista australiano per fare comprendere a tutti la posizione dell'euro.

«Fate finta di essere sommersi dai debiti ma ogni giorno fate assegni per milioni di dollari che non avete: l'ennesima auto di lusso, una casa di vacanze sulla spiaggia, il giro attorno al mondo che avete sempre sognato.
I vostri assegni non dovrebbero valere niente ma continuano a permettervi di comperare cose perché i vostri assegni non arrivano mai in banca! Avete un accordo con i proprietari di una cosa che tutti vogliono, per esempio benzina o metano, e secondo quest'accordo loro sono tenuti ad accettare solo i vostri assegni come pagamento. Ciò significa che tutti devono fare incetta dei vostri assegni così possono usarli anche per comperare altre cose. Staccate un assegno per comperare un televisore, il proprietario del negozio scambia il vostro assegno con benzina o metano; quell'esercente lo usa per acquistare della verdura dal fruttivendolo, il fruttivendolo lo passa per comperare pane, il fornaio lo usa per comperare la farina e così di seguito, senza fermarsi, ma non ritorna mai alla banca.
Avete un debito nei libri contabili, ma finché l'assegno non arriva alla banca, non dovete pagare. In realtà , avete avuto il televisore per niente. Questa è la posizione di cui gli USA hanno goduto per oltre 30 anni: hanno sfruttato il commercio mondiale per tutto questo tempo. Hanno ricevuto un enorme sussidio da tutti quanti. Poiché il debito ha continuato a crescere, hanno dovuto emettere più soldi (staccare più assegni) per continuare a fare affari. Non c'è da stupirsi se è una potenza economica.
Finché un giorno, un benzinaio dice che accetterà  anche gli assegni di qualcun altro; altri pensano che potrebbe essere una buona idea. Se la tendenza prende piede, non ci sarà  più la corsa ai vostri assegni che fileranno dritti diritti in banca. Visto che in banca non avete abbastanza soldi per onorare tutti gli assegni, vi ritroverete immersi nei guai fino al collo!
I dollari emessi dagli Stati Uniti, gli “assegni” staccati, inizieranno a essere presentati per il pagamento, grattando via l'illusione di valore che li sosteneva. La situazione economica reale degli Stati Uniti naviga in acque profonde; sono la nazione più indebitata della terra, devono pagare circa 12.000 dollari per ogni singolo individuo dei suoi 280 milioni di uomini, donne e bambini. Si trovano in una posizione peggiore dell'Indonesia quando un paio di anni fa implose economicamente, o in quella più recente dell'Argentina».

Attenti alle manifestazioni di panico
A questo punto non ci vuole molta fantasia per capire che il petrolio quotato in euro è molto più pericoloso per gli Stati Uniti di tutte le armi di distruzione di massa magicamente svanite che, a quel che si dice, Saddam sarebbe stato sul punto di usare contro gli americani. Alla luce di questi fatti, molti europei sostengono animatamente che la “vera” ragione che ha spinto Bush a invadere l'Iraq è il petrolio. Chi può dire che si sbagliano? Bush, l'erede di una dinastia di petrolieri? Cheney, la cui ricchezza personale deriva dal petrolio?
Come non può essere per il petrolio? L'occupazione di Baghdad farà  sì che l'Iraq ritorni a usare il dollaro. Un giunta irachena “democraticamente” formata e appoggiata dall'America permetterebbe
agli Stati Uniti di infischiarsene della produzione dell'OPEC e del cartello per i prezzi del petrolio. Poiché l'Iraq possiede la seconda riserva di petrolio del mondo ed è in grado, con ulteriori investimenti, di pompare circa 7 milioni di barili di petrolio al giorno, l'Iraq è secondo solo all'Arabia Saudita come bene immobiliare più prezioso del mondo. Gli Stati Uniti possono incrementare la produzione di petrolio dell'Iraq a livelli che vanno ben oltre le quote dell'OPEC e far scendere i prezzi a livello mondiale. Oppure, possono quotare i prezzi del petrolio in dollari e sostenere il valore del “petrodollaro” per molti anni a prescindere dall'euro.
Prima dell'invasione, la situazione in Iraq era la seguente: l'Iraq aveva iniziato a vendere petrolio in euro in novembre 2000 quando l'euro valeva circa 82 centesimi. All'epoca, questa decisione fu considerata un insolito atto di provocazione politica, ma in realtà  fu un'astuta decisione finanziaria. Nel 2001, l'euro guadagnò circa il 25% sul dollaro. Per l'Iraq fu un vero e proprio guadagno finanziario.

L'Iran ha dato segni di voler adottare l'euro come valuta per le contrattazioni del suo petrolio e nel 2003 il Venezuela, un importante produttore di petrolio, sta adottando misure per passare alle quotazioni in euro. Molto probabilmente gli altri paesi dell'OPEC seguiranno lo stesso esempio. Alla conferenza dell'OPEC tenutasi in Spagna il 14 aprile 2002, i paesi membri hanno discusso della possibilità  di quotare le varie qualità  di greggio.
Il controllo degli Stati Uniti sul petrolio iracheno renderebbe vana qualsiasi azione dell'Iran e forse il Venezuela da solo non avrebbe abbastanza influenza sul resto del mondo. Ma se l'intera produzione dell'OPEC fosse quotata in euro, sul dollaro ci sarebbero forti pressioni. A meno che… A meno che la dinastia saudita, che a quanto si dice possiede azioni statunitensi per un valore di circa mille miliardi di dollari e le riserve di petrolio più grandi del mondo, mantenga i suoi prezzi in dollari insieme all'Iraq.
È questo che ha in mente la Fazione imperiale? È questo che in realtà  aveva in mente Osama bin Laden? L'Arabia Saudita, allora, è l'obiettivo finale di al-Qaeda, movimento in gran parte controllato dai radicali sauditi?
In maggio 2004, l'Unione Europea si allargherà  ad altri 10 paesi. In quel momento, l'Unione consumerà  circa il 33 percento in più di petrolio degli Stati Uniti. Al fine di stabilire rapporti commerciali reciproci, gli europei potrebbero esercitare sempre maggiori pressioni sull'OPEC per commerciare in euro.
Visto che l'area euro sarà  il maggiore cliente dell'OPEC con la valuta più stabile e più apprezzata del mondo, molte delle nazioni dell'OPEC troveranno la proposta allettante. Se l'OPEC, o anche solo alcuni dei paesi membri, dovessero passare all'euro per le transazioni petrolifere, ci sarebbe un cambiamento alquanto veloce dei valori relativi del dollaro e dell'euro, a prescindere dagli eventi che si sono verificati da allora ad adesso.
Se la Fazione imperiale dovesse lasciarsi sfuggire dalle mani il controllo sul petrolio saudita e iracheno, cosa altamente possibile, prima o poi il dollaro crollerebbe. In sostanza, le nazioni consumatrici di petrolio eliminerebbero pian piano i dollari dalle riserve della banca centrale per sostituirli con gli euro. Secondo alcuni analisti il dollaro potrebbe subire un ribasso anche del 40 percento in un anno se tutti i paesi dell'OPEC decidessero contemporaneamente di quotare i prezzi in euro.
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Ciao Hellis,

questa teoria sull'intrinseca (ma nascosta) debolezza del dollaro USA l'avevo letta anche io tempo fa, però il "focus" dell'analisi era incentrato sulla differenza di valora (allora) tra USD ed Euro.

Un fatto tralasciato o dimenticato in questa analisi è che tutto questo (intendo la metafora degli assegni) è stato possibile solo dopo aver slegato il dollaro dalle riserve auree. Prima sarebbe stato impossibile. Non che ciò cambi di molto la cosa, comunque.

C'è solo una cosa che non mi torna, o meglio: mi manca qualche tassello perchè il meccanismo funzioni nella mia testa, in tutto questo discorso: siccome le teste d'uovo finanziarie che stanno dietro a questi movimenti non sono degli sprovveduti, tutt'altro, è mai possibile che essi non abbiano in alcun modo reagito alla nascita dell'Euro, cercando di impedirla o di ostacolarla?

Ciao
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Federico ha scritto:questa teoria sull'intrinseca (ma nascosta) debolezza del dollaro USA l'avevo letta anche io tempo fa
Sinceramente, a sentire qualche amico che mastica la materia meglio di me la debolezza del dollaro e dell'economia USA non è proprio nascosta :twisted:
Quanto all'analisi del "valente ambientalista australiano" (fuori i nomi :D), il consueto paragone imperiale cade ancora una volta su un punto base, anzi il punto base: come i (presunti) precursori romani, anche gli yankees fondano la loro potenza sulle armi.
Quando anche gli altri lo capiranno, penso che molti nodi verranno al pettine. Guarda caso, la seconda potenza mondiale (da indagine Newsweek ripresa sul numero di marzo di Rivista Marittima) non ha abolito il servizio di leva. Che, sotto sotto, qualcuno abbia le idee meno fumose di quanto sembri?
Mandi.
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Ho trovato interessate pure questa, anche se il contenuto non è "la verità ".
Io mi documento, giusto per far in modo che la mia opinione sia quantomeno fondata su ragionamenti equi e intelligenti.

Afghanistan, Iraq e Iran: la guerra era già  decisa nel 1998
Di Iuri Gaudi

In molti hanno pensato e tuttora pensano che l'Afghanistan prima e l'Iraq poi facciano parte di un progetto di dominio coloniale americano in Asia. Seppur vero in parte, il documento di John Maresca, presentato alla House Committee On International Relations, Subcommittee On Asia And The Pacific il 12 febbraio 1998 descrive ben altre necessità  del mondo industrializzato come primarie.
Ormai tutti sono coscienti che i grandi interessi (petrolio e ricostruzione) che saranno soddisfatti con la “vittoria” in Iraq rappresentano la ricompensa per le grandi aziende che hanno finanziato la presidenza Bush (Halliburton (Dick Cheney), Carlyle (Bush senior, John Major) Texaco (Condoleeza Rice) etc..), ma meno chiari possono risultare i meccanismi macroeconomici che regolano i mercati occidentali. Basta prendere un grafico qualunque di un indice di borsa per notare come le grandi guerre economiche coincidano con la fine di fasi di recessione o di ristagno (il Nasdaq o il DJ, ad esempio, segnano rialzi prolungati in due date: gennaio 1991 e marzo 2003), e questo porta inevitabilmente a pensare che, in fase di crisi del mercato, la guerra possa essere pianificata al pari di una qualunque manovra economica per invertire la tendenza.

Meno coscienti si è, invece, pensando ad una terra ostile e povera come l'Afghanistan. Quale poteva essere il motivo di un attacco se non il terrorismo? E le conseguenti guerre in Iraq (“conclusa”) ed Iran (si, proprio Iran, bloccata solo dall'indignazione mondiale)
John Maresca, e mi meraviglia che nessuno abbia mai pubblicato questo documento, semplice e lineare come nessun pacifista convinto sarebbe mai riuscito a comporre, dall'alto del suo ruolo di vicepresidente della Unocal Corporation lo espone con tranquillità  ai membri della Commissione per le Relazioni Internazionali, settore Asia e Pacifico.

I tratti salienti della relazione sono i seguenti:
- Gli Usa ed il mondo occidentale importano molto petrolio;
- I mercati asiatici stanno crescendo in modo esponenziale e la loro richiesta di petrolio, sempre maggiore, rischia di far schizzare alle stelle il prezzo del greggio;
- Le ex repubbliche sovietiche della zona asiatica producono una quantità  immensa di petrolio che non sfruttano e che potrebbe servire a calmierare i prezzi, oltre che aumentare i profitti delle aziende americane del settore, se immesso nei mercati mondiali;

Le vie per far pervenire il petrolio ai mercati sono tre:
- Costruire un oleodotto attraverso la Cina, ma i costi sono proibitivi;
- Costruire un oleodotto attraverso l'Afghanistan, ma occorre pacificarlo e porre al governo qualcuno favorevole a Stati Uniti e, soprattutto, a Unocal Corp.
- Costruire un oleodotto attraverso una via che attualmente è impraticabile…

Non occorrerebbe aggiungere altro, ma vi sono ulteriori fatti che avvallano una guerra in nome dell'economia occidentale. Se si potesse al limite sostenere che la coincidenza tra Afghanistan/Terrorismo e Afghanistan/Risorsa è un caso, difficile è giustificare il motivo per cui Karzai, presidente afgano postbellico, risulta essere stato a libro paga della Unocal, e, analogamente, il rappresentante americano per il Golfo e l'Asia, Khalilzad, risulta essere stato a libro paga della Unocal.
Maresca aggiunge: noi (della Unocal) chiediamo all'Amministrazione e al Congresso di sostenere con forza il processo di pace in Afghanistan condotto dalle Nazioni Unite. Il governo Usa dovrebbe usare la sua influenza per contribuire a trovare delle soluzioni per tutti i conflitti nella regione. L'assistenza Usa nello sviluppare queste nuove economie sarà  cruciale per il successo degli affari.
Tutto questo aggiunge una luce già  inquietante di per se sui fatti dell'11 settembre. In un mondo in cui nulla accade per caso si incrociano decine di coincidenze.
Perché dunque l'Iraq? Perché anche dopo la vittoria in Afghanistan, esso resta un paese senza pace, sconvolto da guerriglie tribali, inadatto quindi al passaggio di migliaia di km di oleodotti, che verrebbero fatti saltare in continuazione. La riserva di petrolio più facile da sfruttare e colonizzare, al costo più basso, con doppio profitto (gestito da multinazionali americane amiche di Bush, pronto a riversare un mare di petrolio sui mercati asiatici riducendone i costi) era l'Iraq (2 $ al barile per l'estrazione, contro i 3 dell'Arabia Saudita e i 10 del mare).
Già  si è iniziato a parlare di armi di distruzione di massa in Iran, ma perché? Era un obiettivo, la terza via di Maresca. Un oleodotto che attraversasse l'Iran. Il fallimento della campagna afgana ed il dilungarsi della guerra in Iraq hanno portato l'America ad interessarsi all'Iran invece che alla Siria, come suggerito (forse per non creare troppe coincidenze perfette) nel primo dopo Saddam.
Solo l'opinione pubblica e l'indignazione per la guerra unilaterale ha, probabilmente, impedito l'estensione del fronte a nord. Ma fino a quando?


Sinceramente la cosa che mi sconcerta un poco è apprendere che Karzai era sul libro paga di una multinazionale del settore.. sempre che la notizia sia vera, ma mi pare abbastanza circostanziata.
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Blitz a Baghdad, liberi ostaggi
La conferma arriva dal governo italiano

Sono stati liberati i tre ostaggi italiani nelle mani dei miliziani iracheni. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e il ministro degli esteri Frattini, a nome del governo, hanno confermato la liberazione degli ostaggi che sono stati salvati nei pressi di Baghdad dalle forze della coalizione. I rapiti si stanno recando all'aeroporto ed è stato previsto per il loro rientro in Italia che potrebbe già  avvenire mercoledì.


PROVOCAZIONE: c'entrerà  nulla percaso il fatto che mancano pochi giorni alle elezioni? questa cosa facendo l'Abbadia della situazione mi puzza...
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Abbadia sente troppa puzza ovunque e cosi' oltre la naso si tappa anche la bocca !!!
E non accetto che mi si chieda con cosa respiro!!!!!!
Buiona strada a tutti...

Abbadia

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