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si ma......se non erro i lnuovo premier Spagnolo aveva detto di voler ritirare le truppe e poi.......qualche giorno fa ha ribadito che le truppe spagnole rimarranno nel territorio iracheno!!!!!
allora la domanda era, ma non e' stata una mossa politica?
Ha detto che le truppe torneranno a casa se l'ONU non prenderà  il comando delle operazioni in sostanza.
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axtolf ha scritto:Ha detto che le truppe torneranno a casa se l'ONU non prenderà  il comando delle operazioni in sostanza.
Esatto.
Ma allora viene da chiedersi: se i funzionari dell'ONU sono fuggiti mesi fa dall'Iraq, se il segretario generale Annan ha ribadito che senza una adeguata cornice di sicurezza non ritorneranno, se lo stesso personaggio era il responsabile degli interventi di PKO ai tempi del Ruanda, non è tempo sprecato considerare una simile ipotesi?
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purtroppo dobbiamo parlare anche di cose serie

Morto il lagunare gravemente feritoE' morto il lagunare rimasto gravemente ferito durante gli scontri a Nassiriya. Troppo gravi le ferite riportate. Intanto la base Libeccio è stata evacuata: i militari italiani, di cui 20 feriti, hanno abbandonato la postazione. Da ormai due giorni il contingente italiano è sotto l'assedio dei guerriglieri iracheni. Nel pomeriggio sotto il fuoco era finita anche il governatore Barbara Contini, rimasta illesa. Smentito l'arrivo dei marines Usa.
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Beppe ha scritto:purtroppo dobbiamo parlare anche di cose serie

Morto il lagunare gravemente feritoE' morto il lagunare rimasto gravemente ferito durante gli scontri a Nassiriya. Troppo gravi le ferite riportate. Intanto la base Libeccio è stata evacuata: i militari italiani, di cui 20 feriti, hanno abbandonato la postazione. Da ormai due giorni il contingente italiano è sotto l'assedio dei guerriglieri iracheni. Nel pomeriggio sotto il fuoco era finita anche il governatore Barbara Contini, rimasta illesa. Smentito l'arrivo dei marines Usa.
E adesso, PURTROPPO, ci sara' anche la triste guerra politica.
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Beppe ha scritto:purtroppo dobbiamo parlare anche di cose serie

Morto il lagunare gravemente feritoE' morto il lagunare rimasto gravemente ferito durante gli scontri a Nassiriya. Troppo gravi le ferite riportate. Intanto la base Libeccio è stata evacuata: i militari italiani, di cui 20 feriti, hanno abbandonato la postazione. Da ormai due giorni il contingente italiano è sotto l'assedio dei guerriglieri iracheni. Nel pomeriggio sotto il fuoco era finita anche il governatore Barbara Contini, rimasta illesa. Smentito l'arrivo dei marines Usa.
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A essere sincero non ho gradito particolarmente la pagina di vignette dopo la morte del nostro militare.
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axtolf ha scritto:
A essere sincero non ho gradito particolarmente la pagina di vignette dopo la morte del nostro militare.
scusa Ax ed a tutti gl ialtri
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Giusto per raccogliere un po' di informazioni su quello che sta succedendo.
(ANSA)


PROIETTILE CON SARIN ESPLODE, DEBOLE DISPERSIONE GAS
Il proiettile contenente gas sarin trovato dalle forze della coalizione in Iraq e' esploso provocando ''una debolissima dispersione di questo agente'' tossico. Lo ha annunciato un portavoce dell'esercito americano.
17/05/2004 21:30


IRAQ: NASSIRIYA; LE REGOLE D'INGAGGIO DEGLI ITALIANI

ROMA, 17 MAG - Dopo gli scontri violenti di questi giorni a Nassiriya, ritorna il dibattito sulle regole d'ingaggio dei militari italiani impegnati nel' operazione Antica Babilonia. Sono adeguate? Il ministro della Difesa, Antonio Martino, oggi ha ribadito che le regole d'ingaggio, al momento, non cambiano. ''Sono - ha spiegato - perfettamente adeguate alle circostanze. Al mutare delle circostanze, le disposizioni all' interno di quelle regole d'ingaggio possono essere modificate''. Lo Stato maggiore della Difesa ha precisato che ''i nostri reparti hanno sempre risposto con fermezza ai reiterati e violenti attacchi, nel pieno rispetto delle regole d'ingaggio in vigore''. Le regole d' ingaggio del contingente italiano Babilonia sono comuni e concordate con tutti i contingenti della coalizione in Iraq. Esse prevedono l'uso della forza minima necessaria e proporzionale all' offesa. E' previsto che l' uso della forza sia esercitato al livello piu' basso possibile, in funzione delle circostanze ed in misura proporzionale alla situazione, nel rispetto del diritto internazionale, nonche' delle leggi e regolamenti nazionali. In particolare, esso deve assicurare, nel modo piu' efficace, la tutela e la sicurezza del personale. I militari sono soggetti al codice penale militare di guerra.
17/05/2004 15:54

LAGUNARE MORTO, DOMANI IN ITALIA SALMA MATTEO VANZAN
E' previsto per domani pomeriggio alle 16 il ritorno in Italia, con un volo militare, della salma di Matteo Vanzan, il giovane lagunare ucciso in combattimento a Nassiriya. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola.
Il giovane caporale e' morto durante la notte, per le gravi ferite riportate ieri in combattimento.
Vanzan era un caporale in ferma breve, in servizio presso il primo Reggimento Lagunari Serenissima di Venezia. ''Era dislocato a difesa della base Libeccio, a Nassiriya, assieme al suo plotone - ricostruisce il ministero - quando un colpo di mortaio sparato da miliziani che da alcuni giorni stanno ripetutamente attaccando con violente azioni di fuoco le nostre pattuglie, e' esploso nelle sue vicinanze''. Con lui sono rimasti coinvolti nella deflagrazione anche altri due lagunari, che hanno riportato solo ferite ''che non destano preoccupazione''.

IL PADRE: NON E' PIU' MISSIONE DI PACE
''Mio figlio era partito per una missione di pace, invece la pace non e'''. Sono le prime parole del padre di Matteo Vanzan.
L'ultima volta che Matteo Vanzan ha parlato al telefono con i genitori, venerdi' scorso, aveva detto che rispetto alla sua prima missione in Iraq le cose ora si erano fatte piu' pesanti. A riferirlo e' stata la mamma del lagunare morto, Lucia Vanzan, intervistata da Omnibus, la trasmissione su La7. ''Matteo ci aveva detto - ha affermato la donna - che non era come la prima volta, che le cose si erano fatte piu' pesanti. Matteo - ha proseguito la madre - era andato in Iraq col cuore, era convinto che si trattasse di una missione di pace. Diceva: se non sono costretto non sparo''.

A NASSIRIYA DOLORE E GRANDE AMAREZZA
''Dolore e grande amarezza'' a Nassiriya per la morte di Matteo Vanzan. Il colonnello Giuseppe Perrone, portavoce del comando del contingente, riferisce i sentimenti del comandante, il generale Gianmarco Chiarini, e quelli di tutti i soldati italiani impegnati in Iraq. ''Un'amarezza grandissima - spiega - per aver perso un commilitone venuto qui solo per fare del bene. E' un momento tragico, che nessun comandante vorrebbe vivere''.



AUTOBOMBA UCCIDE CAPO GOVERNO PROVVISORIO IRACHENO
Il presidente di turno del Consiglio di governo iracheno a nomina Usa e' stato ucciso dall'esplosione di un'autobomba a un check point a Baghdad. Lo ha detto il vice ministro degli esteri Hamed al Bayati.
Abdul Zahra Othman Mohammad, anche noto cone Izzedine Salim, stava aspettando di entrare nel principale compound della coalizione a guida Usa a Baghdad quando e' esplosa l'autobomba. Soldati americani sul posto hanno detto che nell'esplosione sono rimaste uccise almeno otto persone.
Izzedine Salim e' il secondo esponente del governo provvisorio a essere ucciso in un attentato.
Lo scorso 20 settembre la diplomatica sciita Akila Al Hashimi e' stata ferita gravemente in un agguato, nonostante fosse protetta da guardie del corpo, mentre usciva da casa ed e' morta all'ospedale cinque giorni piu' tardi.
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Riporto da Ferreamole, dove Pierantonio ha postato. Ieri sera parlavo proprio del fatto che il nostro soldato fosse morto per carenze o lacune nelle regole di ingaggio o negli equipaggiamenti. Questo articolo la dice lunga.

"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
Gian Micalessin da Nassirya per Il Giornale 19/05/2004

Tre giorni a Nassirya, due in attesa della battaglia, l'ultimo andando incontro alla morte.
È la storia del caporale Matteo Vanzan, il riepilogo delle ultime 24 ore di battaglia mescolate alle vicende dell'unità  di questo lagunare 22enne. Storie di corse sotto il fuoco, battaglie, cacce nella notte a quei mortai che alle diciannove di domenica troncherà nno la vita del nostro militare.
A raccontarle al Giornale è il colonnello Luigi Scollo, 46 anni, comandante dell'11° reggimento bersaglieri. L'ufficiale che dalla sala operativa ha seguito, minuto dopo minuto, l'evolversi delle operazioni. Il comandante che alla testa di bersaglieri, lagunari e cavalleggeri ha cercato di stanare i miliziani di Moqtada Sadr asserragliati nei vicoli del centro di Nassirya.
L'ultima giornata in divisa del caporale Vanzan inizia verso le 13 e trenta di sabato. «A quell'ora - racconta Scollo - un plotone di fucilieri della prima compagnia comandato dal tenente Barzanti esce da White Horse. Sono attesi alla base Libeccio per dare il cambio a un gruppo di soldati romeni impegnati da 24 ore nella difesa della postazione". Non appena effettuato il cambio capiamo che la situazione si sta deteriorando. Matteo e gli altri 25 fucilieri sono trincerati nel corpo centrale della Libeccio, ma tutt'attorno cadono già  le, bombe di mortaio. Sono in gran parte pezzi da sessanta e qualche altro colpo da 82. In quel pomeriggio di sabato i colpi sono ancora imprecisi. Lontani dalla recinzione della base».
Il problema è che quella è una postazione fissa, circondata da un ambiente urbano in cui è quasi impossibile individuare le postazioni dei gueriglieri. «L'unico modo efficace e veloce sarebbe utilizzare gli elicotteri, ma purtroppo qui non li abbiamo», sospira allargando le braccia il colonnello.
Dunque bisogna attendere, sperare nei rastrellamenti è nelle ispezioni notturne. Intanto però la mira si raffina. A sera le prime due o tre granate penetrano all'interno della base seppur ancora lontano dal corpo centrale m cui sono asserragliati Matteo e gli altri 24 fucilieri agli ordini del tenente Barzanti. Nella notte la situazione sembra tranquillizzarsi. Ma è un'illusione. «Alle 10 di domenica mattina dalla base Libeccio incominciano ad arrivare le prime notizie preoccupanti. Il fuoco - ricorda Scollo - si è intensificato. Non solo quello di kalashnikov e granate anticarro, ma anche e soprattutto quello dei mortai. Ormai le bombe cadute all'interno della base sono numerose. Non ancora sull'edificio centrale, ma tutt'attorno. Capiamo che bisogna fare qualcosa, che bisogna stanare quei maledetti mortai. Verso le undici dopo la segnalazione di un'ulteriore intensificazione del fuoco usciamo con otto trasporto truppe e quattro Centauro. Ad aprirci la strada c'è un Leopard anti barricate (si tratta dell'unico Pionierleopard presente in zona, ndr). Lo vogliamo utilizzare per spianare le fortificazioni nel centro della città  e cercare, strada per strada, i nidi di mortaio. Incominciamo il lavoro dal versante nord del ponte Zeitung. Lì sulla destra c'è la base Libeccio. Ottocento metri più a destra il ponte Bravo da cui arriva altro fuoco nemico. Il resto piove dagli spalti dell'ex stadio e dalle viuzze dal centro. Animal House, l'ex camera di commercio, l'abbiamo già  distrutta venerdì notte con quattro colpi da 105 dei nostri Centauro sparati dopo un attacco di mitragliatrice pesante. Con me, domenica pomeriggio, ci sono cinquanta fra Lagunari e cavalleggeri del Savoia Cavalleria tra cui un'unità  anticarro. Man mano che il Leopard ci spiana la strada nei vicoli e individuiamo le postazioni nemiche, mettiamo in postazione i missili Milan. Ne utilizziamo 5 o 6 e neutralizziamo almeno quattro nascondigli da cui arriva fuoco di lanciarazzi anticarri. Ma i mortai sembrano sfuggirci. Forse sono a bordo di un furgone scoperto e si muovono al nostro arrivo. Purtroppo abbiamo anche difficoltà  ad avanzare. Le blindo Centauro non riescono a superare tutte le fortificazioni e devono attendere l'appoggio del Leopard. Uno dei quattro Centauro si ritrova con due ruote squarciate. Poi c'è il fuoco costante dai portoni, dagli androni, dai palazzi. Decine di raffiche di mitra e granate anticarro sfiorano i miei uomini. Nei dintorni dell'ospedale due blindati vengono centrati da 4 colpi anticarro ciascuno. Per fortuna sono tutti colpi di Rpg con carica antiuomo e non con carica cava, se no avremmo avuto già  le prime vittime. Alle quattro, dopo sei ore di combattimento decidiamo di far rientrare tutti».
La mancanza di elicotteri impedisce ancora una volta il raggiungimento dell' obbiettivo principale e determina, di fatto, il destino di Matteo Vanzan. I mortai, infatti, hanno ripreso a colpire. «Alle 17 e trenta mentre sono di nuovo in sala operativa mi comunicano che la base Libeccio è di nuovo sotto il fuoco. E questa volta chi spara ha raffinato la mira. Ora cadono decine di granate tutt'attorno. Alcune colpiscono anche il corpo centrale. Il turno dei 25 lagunari dovrebbe finire alle 19, ma i carabinieri che devono rilevarli sono in ritardo. Ho dovuto mandarli fuori a bordo dei camioncini VM perché dopo l'operazione del pomeriggio non ho più blindati disponibili. L'ho giudicato un rischio accettabile, compatibilmente ai mezzi a dispospizione. Una volta arrivati ho pensato si sarebbero potuti barricare nel corpo centrale della Libeccio».
Ma a bordo di quei VM l'avanzata sotto il fuoco è difficile e lenta. I carabinieri ritardano. Prima di loro arriva quel colpo di mortaio. «Lunedì sono andato a vedere. Era un colpo da sessanta, ho ritrovato le alette. Matteo era sulla soglia di una porta, a trenta centimetri da una fortificazione di sacchetti di sabbia. La bomba si è infilata proprio lì, gli è esplosa tra le gambe. Non c'era niente da fare, è sembrato quasi un segno del destino, un improvviso voltafaccia dopo tante settimane in cui la fortuna aveva protetto i miei uomini»
Pierantonio
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Leggete bene l'articolo che Ax ha postato.

I nostri soldati "stanno sul muro" perchè noi si possa vivere nella libertà  e nel benessere, e continuano a starci anche se avrebbero bisogno dei carri e non li hanno, anche se avrebbero bisogno degli elicotteri e non li hanno, anche se avrebbero bisogno dell'artiglieria e non l'hanno.

Leggete bene.
Quattro RPG a segno, e per fortuna non erano a carica cava.
Sarebbe stato un compito perfetto per i Mangusta, ma non c'erano.
Un radar controfuoco, poi, cosa sarà  mai?

Quando si portano le stellette, si può arrivare anche a perdere la vita, ma per un obbiettivo che si pensi valga la pena.
Matteo è morto invece perchè qualcuno si possa vantare di essere il custode della Costituzione, perchè qualcun altro possa spacciare la favola bella degli italiani che portano gli aiuti, perchè alle parrocchie e parrocchiette varie non manchino i fondi per l'acquisto dei voti.

Fatte le debite proporzioni, qualcuno mi sa dire quale differenza passi con i ragazzi mandati a fermare i T34 con gli Skoda della Grande Guerra?
Mandi.
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Nessuna, Luigi, direi proprio nessuna, purtroppo. Allo stesso modo i Carabinieri inviati a dare il cambio ai Lagunari, mediante un'autocolonna di VM (!!!!) invece di mandare letteralmente a ca**re tutta la catena di comando a partire da loro stessi fino ad arrivare al "Colle", hanno obbedito e sono partiti, mi ricordano molto gli assalti avvenuti all'inizio della Campagna di Libia con gli L3/CV35.

La cosa che mi preme sottolineare, a questo proposito, riguarda però l'accenno che ho fatto alla catena di comando, fermandola al "Colle". Ma ho fatto un errore perchè, come sapete bene, il Superiore ultimo di ogni Militare è la Bandiera e, quindi, in ultima analisi, noi tutti Italiani.

Siamo noi che abbiamo consentito che questo potesse accadere un'altra, ennesima, volta. Siamo sempre noi che ora, alla tv, ci stracciamo le vesti parlando di inadeguatezza delle regole d'ingaggio (che però nessuno ha mai nè visto nè tanto meno letto, tipico dell'italiano (minuscolo) CT del lunedì) quando, dovrebbe essere sotto agli occhi di tutti, la prima cosa che non va è (da sempre!) l'equipaggiamento e i mezzi. Da dentro ad un Ariete, uno al limite può anche permettersi di aspettare che gli sparino addosso un RPG, prima di decidere di sparargli un razzo di Panzerfaust. Ora andate a dire ad un ragazzo di aspettare a sparare il Panzerfaust dopo che gli hanno tirato un RPG, da dentro ad un VM o ad un AR90. Il ragazzo lo farà , per tutta una serie di motivi che conosciamo o che dovremmo conoscere, ma nello stesso tempo egli avrà  messo la sua vita - letteralmente - nelle nostre mani. E, badate bene, quell'ordine di andare ed aspettare il primo colpo in quelle condizioni prima di reagire, lo abbiamo dato NOI.

Per dirla brutalmente, in modo che si capisca per bene: siamo noi elettori e contribuenti ad avere la responsabilità  ultima, moralmente, di aver consentito che le nostre Forze Armate si riducessere a quello che sono. E' troppo comodo lamentarsi per i tagli (non mi riferisco all'attualità , è sempre stato così) a, che so io, la scuola, e lamentarsi nel contempo anche del fatto che, ma che scoperta, una Land Rover non è corazzata.

Saluti
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....?? diciamo che sono stati mandati a fare una guerra che non deve essere una guerra perchè altrimenti quell'articolo 11 della Costituzione urlerebbe. Parliamo tanto di senso dello Stato, di Bandiera, di Padri fondatori però ci permettiamo di prendere la Costituzione a fasi alterne (quando va bene)..
Qualcuno ha cercato di salvare capra e cavoli, e purtroppo chi ne paga le conseguenze sono quei poveri Cristi che per un motivo o per l'altro sono là .. il bello che il pastore che gli ha mandati la li considera alla stregua di un "professionista" delle pallonate, e così se ne può fregare abbastanza se un 23enne torna a casa con un cappotto di legno...
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Ditemi una volta per tutte, senza tanti giri di parole e senza tanti distinguo (ne ho le tasche piene di questi) perchè diamine l'Art. 11 della Costituzione viene tirato in ballo ad ogni piè sospinto per la nostra presenza in Iraq (presenza che lo ricordo è da "non belligeranti" al contrario di USA e UK) ma dello stesso articolo, quasi tutti coloro i quali oggi se ne riempiono la bocca, non parlarono affatto per Iraq 1 e, soprattutto, per il Kossovo, che fu vera e propria guerra di aggressione contro uno Stato Sovrano, senza nemmeno uno straccio di mandato ONU a cui noi partecipammo in "prima linea" non solo fornendo le basi da cui partivano i bombardieri ma andando pure noi (di nascosto, alla faccia della democrazia e della trasparenza) a bombardare. Se sto benedetto Art. 11 non valeva allora per il Kossovo, a maggior ragione non vale ora. Tertium non datur come dicevano i latini.
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In Kosovo si è andati con l'intenzione di fermare un genocidio, soprattutto sulla soglia di casa, e penso che tutti siamo d'accordo su questo punto.
In Iraq, senza tanti giri di parole, siamo andati per il petrolio e per l'interesse di una congrega ristretta (e mi riferisco all'amministrazione USA, non al popola USA).
Ultima modifica di Hellis il gio mag 20, 2004 8:25 am, modificato 1 volta in totale.

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