Ciao Luigi,
non ho informazioni ma credo che le autolinee che da Trieste vanno ad Udine e Gorizia passino senz'altro da Redipuglia.
A Redipuglia c'è anche la stazione ferroviaria (Fogliano-Redipuglia) ma è sulla linea secondaria che da Monfalcone va a Gorizia e non so quindi che frequenza possono avere i treni.
Prova magari a contattare M26 o Penna Nera, abitano lì a due passi e quindi penso siano meglio informati.
Mi pare di capire che vuoi fare visita al Sacrario, ottima decisione!!!!!
Ti ricordo che oltre al Museo che c'è sul Colle di S.Elia, di fronte al Sacrario dall'altra parte della statale, anche in cima, oltre alla Cappella dove sono raccolti i 60.000 Caduti ignoti, ci sono alcune sale con ricordi e cimeli storici.
Come già introdotto dal dotto (non quello dei tettenani) Jolly, quasi tutti i treni della linea Trieste - Gorizia - Udine fermano a Redipuglia (35 - 40 min da TS consultare bene l'orario che non è propriamente cadenzato).
Dalla stazione uscendo a sx poi ca. 200 m a piedi sino all'entrata del sacrario (salire sino in cima, sul rovescio c'è il museo).
Interessante salire al colle di fronte (il S. Elia) ai piedi del quale si trova l'area servizi. Qui sorse un primo sacrario militare, da cui derivò in seguito il progetto più ampio sul colle opposto.
Uscendo dalla stazione a dx invece dopo alcuna decine di metri si giunge al cimitero militare austroungarico, leggendo i nomi dei caduti si può rimaner sbalorditi dalla panoplia di nazionalità che formavano l'impero danubiano.
Comunque il giuliano Penna Nera ed il bisiaco M26 potranno essere ben più precisi sulla logistica.
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"
(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
ciao a tutti
Io con il mio gruppo sono accampato a sistiana mare un po' lontano dal centro, circa 18 km. (attendamento 1)
spero di potervi conoscere. se avate indicazioni sul luogo dell'incontro fatemelo sapere.
Io dovrei arrivare venerdi nel primo pomeriggio.
ciao
Grazie sia a Jolly che a 230A per le informazioni.
Mi avevano detto della stazione ferroviaria, però avvertendomi che era molto lontana dal Sacrario. Meglio così.
Venerdì mattina saremo lì con il Vessillo della nostra sezione, per mantenere la promessa fatta dai reduci che fecero nascere l'ANA: non dimenticare.
Quanto ai nomi dei Caduti austro-ungarici, sul Grappa, tra i pochi noti, c'è anche un Peter Pan.
Fa riflettere sull'orrore senza fondo della guerra.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Non sapevo dove inserire questo pezzo che ho appena trascritto e.......perche' non qua visto che si parla di Adunata?
Grazie Bedeschi!!! Come ogni anno, a primavera si teneva l'adunata nazionale degli Alpini, e meno che mai volevo mancare.
L'adunata è, per gli Alpini, l'annuale festa d'esser vivi: per i bocia, d'esser vivi e giovani; per i veci, d'esser vivi nonostante tutto.
E' la festa per ritrovarsi tutti insieme, giovani e vecchi, legati al ricordo di chi non c'e' più e constatare fieramente con gli occhi d'ognuno che la razza alpina tiene, tiene nel tempo, ruvida e dura com'è, nella sua scorza e nelle sue giunture. Che non l'hanno distrutta le guerre, e non riesce a smembrarla neppure la pace.
Perche' la pace “alpina” è densa di opere che sempre risvegliano la vita.
E' da sapere che questa adunata per molti prende inizio in effetti un annetto addietro, il giorno che segue l'adunata precedente, quando l'alpino, che spesso e' povero e in ogni caso mai nessuno l'ha pagato e nessuno mai lo paghera' per cio' che da alpino gli piace di fare, comincia a risparmiare e a riporre in quella sua scatola sulla cornice del camino, o in quell'angolo di cassetto, o nelle mani della moglie, oggi le cinquanta domani le venti e sabato le duecento lire, si da riuscire a raccogliere, nell'arco di un anno, la stenta sommetta che serva alle spese del viaggio, e a far buona figura una volta arrivati, poter offrire senza angustie il calice all'amico che magari lo ha già offerto; e se il pane e salame portato da casa è finito, poter magari sedersi senza patemi al ristorante di citta' che, si sa, e' caro come il demonio.
Dell'albergo per dormire non c'e' da parlarne nemmeno; chi ci pensa a spendere un patrimonio per un letto, anche a trovarlo? In una notte come quella c'e' da accontentarsi a camminare su e giu' per le strade, a raccontarsela fino all'alba stando a sedere in compagnia, in cerchio, dove tocca tocca, sul lastrico d'un sagrato o d'un portico, o sull'asfalto d'un viale di periferia, dove a volte c'e' qualche panchina. E poi, anche se l anotte e' ancora un po' fresca, si va verso l'estate, ed e' passato il peggio.
Cosicche', mentre nell'alto dell'associazione trattano per mesi col prefetto e il sindaco e il questore della citta' prescelta, e concretano un poco per volta il programma con tutti i suoi problemi di afflusso, di ingorghi, di itinerari, di smistamenti che fanno rizzare i capelli ai preposti all'ordine pubblico e fanno invece soridere tranquille le “penne nere”, l'adunata è cominciata da gran tempo nell'animo dell'alpino con la gioia di veder crescere il suo mucchietto di monetine, e ognuna segna un passo in piu' verso la certezza di poter andare, per quei due o tre giorni di festa. O anche per un giorno solo, se la città designata la si puo' raggiungere per le otto partendo magari alle tre o alle quattro di mattina e tornando in nottata, cosi non sui perde neanche un giorno di lavoro e si riduce la spesa, con quello che costa la vita oggidi'.
Inizia quindi da lontano, l'adunata; ben piu' di quanto la gente possa supporre. Ed e' anche, da principio, un incrociarsi di lettere, uno scambiarsi di promesse, un indicarsi luoghi d'appuntamento. C'e' perfino chi ogni volta si contenta di sognare di prender parte, e in questo caso e' un alpino partito emigrante nel dopoguerra, e sono anni e anni che risparmia per pagarsi il biglietto dell'aereo dall'Argentina, dal Brasile, dal Canada, dall'Australia; e infine viene l'anno buono in cui cala finalmente dal cielo per l'adunata, in tempo per far l'incredibile sorpresa ai vecchi compagni, spunta con gli occhi lustri a farsi riconoscere appena ha individuato nella massa quei quattro tipi che lui sa.
Trecentocinquantamila, quattrocentomila Alpino che invadono una citta'. Da tutta Italia, alpini di alpi e Prealpi, dell'appennino, fin dai paesi dell'Etna; alpini delle vallate, dei centri montani, delle città che hanno per orizzonte le cime, i dossi, le creste. Alla data stabilita si caricano dello zaino, del pacco, della valigetta, scendono a piedi tra i prati alla fermata della corriera, e salgono quando questa si arresta ronfando, e subito s'imbattono in qualche altra penna nera. O a gruppetti noleggiano automobili e partono gia' stipati, vocianti; o a gruppi riempono autocarri, autobus interi, e allora nell'andare gia' nascono i cori. O confluiscono nelle citta' brulicando nei treni, e in ogni vagone allora c'e' una fisarmonica che intona le canzoni, la gente fa buo nsangue, unisce la sua voce al coro. Vecchie canzoni del tempo dell'Ortigara, del Monte Nero, dei primi decenni del secolo, gli alpini non hanno bisogno di novita', si accontentano delle canzoni dei nonni, al massim oarrivano al Ponte di Perati, roba del tempo d'albania, trant'anni fa.
Uno per uno, come tante gocce, dalle estreme propaggini s'avvicinano, si fondono, s'incanalano in rivoli che via via s'ingrossano, convergono nel loro moto, nell'immenso corpo d'Italia fanno vene confluenti che portano quel sangue ben vivo che giunge a torrente fino al cuore: la citta' prescelta. Dove irrompe senza freno, trabocca nelle piazze e nelle strade.
……
subito la citta' dava il benvenuto con innumerevoli bandiere, striscioni, manifesti, volantini. Nel portarsi verso il centro il formicolare di uomini con il cappello alpino dava sempre piu' precisa la misura e l'impressione dell'invasione pacifica.
Folti gruppi d'uomini si avviavano verso il luogo del raduno, da cui muovere poi per la sfilata. Da principio era tutt'altro che facile, per un qualunque osservatore, entrare nello spirito delle cose, essere ammesso a comprendere quella realta' che pure pareva evidende e a portata di mano, addirittura in caeri casi grossolana, dispiegata intera davanti agli occhi.
Grossolana, a prima vista, per lo spessore delle suole e per la forma di molte scarpacce, per la fattura paesana degli abiti, la goffaggine dei nodi alle vecchie cravatte; per le voci stesse, che a volte si levavano sonore in un rimbalzo di nomi gridati, quando uno degli alpini si arrestava di botto sul marciapiede e tendeva le braccia in avanti, ma allargate e pronte all'abbraccio verso un qualcuno che a cinque passi piu' in la' s'era subito a sua volta immobilizzato, a guisa di cane da caccia in ferma. Poi, senza dire altra parola, l'uno slanciava nelle braccia dell'altro e restavano li', paghi di sentirsi avvinti, un tutt'uno.
Inutile meravigliarsi, o chiedere perche': sapevano loro, bastava.
Meglio non avventurarsi a giudicarli, da principio, questi uomini che rano giunti dachissa' dove ai marciapiedi della citta', gia' tanto numerosi che molti erano costretti a camminare sull'asfalto, occupando tutta la strada e intralciando il traffico, cosicche' si rigiravano a salutare con un sorriso e un cenno di scusa i cittadini che al volante delle automobili si trovavano a dover segnare il passo. E se un guidatore impaziente ricorreva col dito al punsante del clacson c'era caso che, nella ressa, un alpino si abbassasse al finestrino e rivolto al guidatore gli versasse seduta stante, nell'intento di aiutarlo a pazientare, un bicchierotto di vino fatto sgorgare da un fiasco spuntato per incanto fra quella calca.
……
rigirandoni, di lassu' mi apparve lo spettacolo della folla accalcata a contorno del grande spazio tenuto sgombro: variopinta, vivace; soprattutto mi colpi' perche' era distesa e allegra nelle voci, nei gesti, nei fremiti che la poercorrevano, si da farla finalmente diversa dalla folla aggrondata e cupa e protestante che era usuale veder ein quegli anni nelle manifestazioni di piazza.
Uomini e donne di ogni eta', ragazzie ragazze ridenti, bambini tenuti per mano o gia' issati a cavalcioni tra spalle e collo con confidenza e trnaquillita', poiche' tutti sapevano che lo spettacolo non avrebbe serbato sorprese, sfilavano gli alpini, no nsarebbe sfociato in un qualche fuggi fuggi pericoloso.
Anche di fronte al palco, al di la dello slargo d'una cinquantina di metri rimasto libero per il passaggio del corteo, migliaia di persone facevano siepe; e sopra a esse, dalle finestre e dai balconi delle case sventolavano innumerevoli bandiere tricolori fra grappoli di gente affacciata, salita fin sui tetti per vedere la sfilata. L'attesa si moltiplicava in un crescendo di voci, di gesti, di richiami, di tramestii; un'atmosfera di festa, un'eccitazione piacevole e non contenuta movimentava la grande accolta che si prolungava a perdita d'occhio sui marciapiedi; tutta la citta' era in festa….
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!
Ciao ragazzi,
scusate per "l'assenza", ma non vedo l'ora che arrivi sabato, in modo che potrò sconnettere "la cervice" dai problemi che mi torturano in questo periodo.
Nella seconda foto messa a disposizione da Beppe si individua con facilità il sito dove troverà ospitalità il mio gruppo. Proprio sulla sommità della scarpata a sud dell'ippodromo, trovasi un campo da bocce coperto (tetto bianco posto sul prolungamento dell'asse minore dell'impianto), con antistante palazzina dotata di doppi servizi, bar, locali di deposito, attrezzatura per la cottura, ecc., ecc., ecc., il tutto lungo la Via di Fiume, a 500 metri dall'ammassamento.
Ergo: l'efficenza dei componenti delle Compagnie Genio Pionieri delle Brigate Alpine, che qualcuno ha voluto sciogliere e prova a far dimenticare (ndr.: perchè ritenute anarchiche e ingovernabili nei suoi componenti), ancora una volta ha prodotto dei risultati positivi.
Un fraterno saluto nell'attesa dell'incontro di sabato pomeriggio.
P.S.: Ricordiamoci che a Trieste ci sono due luoghi di culto per tutta l'umanità e per qualsiasi credente: Basovizza e San Sabba. Una visita per una preghiera, un pensiero, un fiore, una breve meditazione, sono convinto siano una buona cosa.
cap. rinaldo ha scritto:Ciao ragazzi,
con antistante palazzina dotata di doppi servizi, bar, locali di deposito, attrezzatura per la cottura, ecc., ecc., ecc., il tutto lungo la Via di Fiume, a 500 metri dall'ammassamento.
...
Un fraterno saluto nell'attesa dell'incontro di sabato pomeriggio.
Due picolissime cose, una formale, la via si chiama Strada di Fiume, nel caso la si dovesse cercare in qualche stradario;
la seconda è molto più seria: a qualche decina di metri c'è la CENTRALE DEL LATTE !!!!! come la mettiamo con la protezione NBC (Nonino Bortolonardini Candolini) ??
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"
(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
Via ragazzi ci siamo quasi....
Non so se è chiaro a tutti l'importanza che ha l'Adunata di quest'anno che si svolgerà in occasione del 50enario del ritorno di Trieste all'Italia.
50 anni eh? Solo nel 1954 finalmente i triestini hanno riconquistato quello che era stato tolto loro dalla guerra.
Mi piacerebbe essere presente venerdì mattina (purtroppo non mi sarà possibile) nel momento in cui verranno ricordati le migliai di persone morte per affermare il loro essere italiani. Italiani come ancora quei pochi ns. alpini delle Sez. di Pola Zara e Fiume.
Quando vedremo sfilarli non fate mancare loro il calore che si meritano.
miaoteo ha scritto:P.s: a quanto mi han detto, con il nucleo di Protzsione Civile di Vicenza, sarò a Muggia, in un campeggio.
Qualcuno è da quelle parti?
Io sarò accampato al campo "MUGGIA 1". Gruppo Alpini Gavardo (Sez. Salò). Se ti va di venire a trovarmi c'è un bichiere di vino che ti aspetta.
Invece per l'incontro con il resto della comitiva, si è gia deciso un orario e un luogo di ritrovo oppure si improvvisa. Sapete, sono un nipote (a riguardo di questo sito) e per me si tratta del primo incontro.
Ciao
Comunque -2
...Ma gli alpini non hanno paura
Art. Marco Zanetti
Gavardo (BS)
12/93 - 63D
5° Rgt. da Mont.
51° Batteria C/A Stinger
Silandro (BZ)
Beppe ha scritto:Mi piacerebbe essere presente venerdì mattina (purtroppo non mi sarà possibile) nel momento in cui verranno ricordati le migliai di persone morte per affermare il loro essere italiani.
Saremo comunque presenti con il pensiero.
...Ma gli alpini non hanno paura
Art. Marco Zanetti
Gavardo (BS)
12/93 - 63D
5° Rgt. da Mont.
51° Batteria C/A Stinger
Silandro (BZ)
ovviamente!
per il ritrovo lascia un pm al grande capo Ax col numero di cell. che anche se potrebbe fare tutto da solo con tutti i soldi che guadagna e chiamare tutto il forum, vediamo in qualche modo di trovarci sab. pomeriggio.
Mi associo a cap. Rinaldo; sara' che come vecchi Peones siamo davvero anarchici e ingovernabili ?
Oltre a Basovizza e S.Saba ricordo di aver visto a Trieste anche un Bosco della Memoria, con tante piccole pietre-lapidi. con i nomi di quelli che non tornarono.
E' molto semplice...ma significativo...
Ricordiamo quelli che sono morti , soprattutto quelli che non sono morti da eroi e quelli che hanno lasciato le loro ossa in terre lontane per colpa di chi antepone l'eroe all'uomo.
Per pareggiare il conto con la tua enunciazione in grassetto , Rinaldo, mi permetto di riportare , strettamente virgolettate, un paio di righe che ho letto oggi e che per me sono di stretta attualita' :
" Naturalmente la gente comune non vuole la guerra...il popolo puo' sempre essere portato al volere dei capi.
E' facile .
Tutto quello che dovete fare é dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo, in quanto espongono il paese al pericolo.
Funziona allo stesso modo in tutti i paesi "
Non é farina del mio sacco.......da parte delle dichiarazioni rilasciate durante il Processo di Norimberga da un certo Hermann GOERING, che credo fosse il capo delle SS....
Buona Adunata a tutti, che sia veramente come ha scritto Bedeschi e riportato qui sopra da Lele