Lele ha scritto:Hellis ha scritto:si penso che nel bene o nel male la politica usa condizioni l'economia mondiale.
Venerdì scorso sono stato convocato da una società piemontese, e si è iniziato a discutere (a livello tecnico) di una soluzione piuttosto avanzata per la gestione di certi componenti, in cui è ovvio che si prospetti uno di quegli investimenti per i quali nel 2004 non si è fatto nemmeno un preventivo budgettario.
E così, discutendo in un momento di "alleggerimento" ho detto all'AD:
<<certo che per prospettare un investimento di questa portata, avete un buon monte ordini acquisito...>>, e lui mi risponde:
<<mah guarda, c'è crisi da 4 anni praticamente, e di là dall'acqua mandano a casa l'avvinazzato. Quindi per forza deve ripartire da li, e dobbiamo tenerci pronti per aggredire il mercato...>>
Sto redigendo uno progetto d'impianto, ma non so nemmeno io se continuare o finirlo qui.
NON HO CAPITO NULLA
in sostanza questa società (ma ti dico che non è l'unica) inziava a considerare "investimenti" cospiqui per il solo fatto che dava quasi per certo che Bush se ne sarebbe andato a casa, e quindi i mercati avrebbero ripreso quota.
Non c'era nessun discorso idealista dietro, ma solo un tentantivo di investire su un'eventuale ripresa del "mercato globale".
Comunque, per quanto mi riguarda ovviamente le elezioni sono degli statunitensi e la loro scelta è più che legittima.
A mio parere solo uno sprovveduto può pensare che nel mercato attuale, una decisione del presidente Usa non condizioni l'economia dell'intero pianeta (nel bene e nel male).
Per me Bush resta un'idiota guidato da un pool di "animaccie nere", e non è all'altezza del ruolo che riveste. Col senno del poi è facile riferirsi al guazzabuglio iracheno.