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C.le Busbani
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La casa e la Patria

Dopo acervi lasciato con la Bandiera, vi voglio proporre questo scritto di Niccolò Tommaseo:

" Chi non è abituato ad amare con riverenza sua madre, non potrà  mai sentire amore riverente alla comune madre: la patria.
Chi non onora suo padre, non saprà  rendere onore agli antenati, che ci prepararono questa patria, e dei quali chi vive dimentico, patria non ha; è come una bestia, che non sa d'onde nasce.
Chi non s'addestra a cordialmente soccorrere i propri fratelli e i congiunti, per gli altri del suo paese non si presterà , se non quando ve lo porti il capriccio o la passione; onde accadrà  che gli altri trattino lui similmente: e non ci sarà , non che patria, vera società ".
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Abbadia
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Tutto dipende dal concetto di Patria....
saluti
Abbadia
Bricchetto
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"Salutala così la Patria, nei giorni delle sue feste: - Italia, Patria mia, nobile e cara terra, dove mio padre e mia madre nacquero e saranno sepolti, dove io spero di vivere e di morire, dove i miei figli cresceranno e morranno; bella Italia, grande e gloriosa da molti secoli; unita e libera da pochi anni; che spargesti tanta luce d'intelletti divini sul mondo, e per cui tanti valorosi moriron sui campi e tanti eroi sui patiboli; madre augusta di trecento città  e di trenta milioni di figli, io, fanciullo, che ancora non ti comprendo e non ti conosco intera, io ti venero e t'amo con tutta l'anima mia, e sono altero d'esser nato da te, e di chiamarmi figliuol tuo.
Amo i tuoi mari splendidi e le tue Alpi sublimi, amo i tuoi monumenti solenni e le tue memorie immortali; amo la tua gloria e la tua bellezza; t'amo e ti venero tutta come quella parte diletta di te, dove per la prima volta vidi il sole e intesi il tuo nome. V'amo tutte di un solo affetto e con pari gratitudine, Torino valorosa, Genova superba, dotta Bologna, Venezia incantevole, Milano possente; v'amo con egual reverenza di figlio, Firenze gentile e Palermo terribile. Napoli immensa e bella, Roma meravigliosa ed eterna. T'amo, Patria sacra! E ti giuro che amerò tutti i figli tuoi come fratelli; che onorerò sempre in cuor mio i tuoi grandi vivi e i tuoi grandi morti; che sarò un cittadino operoso ed onesto, inteso costantemente a nobilitarmi, per rendermi degno di te, per giovare con le mie minime forze a far sì che spariscano un giorno dalla tua faccia la miseria, l'ignoranza, l'ingiustizia, il delitto, e che tu possa vivere ed espanderti tranquilla nella maestà  del tuo diritto e della tua forza.
Giuro che ti servirò, come mi sarà  concesso, con l'ingegno, col braccio, col cuore, umilmente e arditamente; e che se verrà  giorno in cui dovrò dare per te il mio sangue e la mia vita, darò il mio sangue e morrò, gridando al cielo il tuo santo nome e mandando l'ultimo mio bacio alla tua bandiera benedetta".

Edmondo De Amicis. Cuore
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"Perché amo l'Italia? Non ti si son presentate subito cento risposte? Io amo l'Italia perché mia madre è italiana, perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano perché è italiana la terra dove son sepolti i morti che mia madre piange e che mio padre venera, perché la città  dove son nato, la lingua che parlo, i libri che m'educano, perché mio fratello, mia sorella, i miei compagni, e il grande popolo in mezzo a cui vivo, e la bella natura che mi circonda, e tutto ciò che vedo, che amo, che studio, che ammiro, è italiano.
Oh tu non puoi ancora sentirlo intero quest'affetto. Lo sentirai quando sarai un uomo, quando ritornando da un viaggio lungo, dopo una lunga assenza, e affacciandoti una mattina al parapetto del bastimento, vedrai all'orizzonte le grandi montagne azzurre del tuo paese; lo sentirai allora nell'onda impetuosa di tenerezza che t'empirà  gli occhi di lagrime e ti strapperà  un grido dal cuore.
Lo sentirai in qualche grande città  lontana, nell'impulso dell'anima che ti spingerà  fra la folla sconosciuta verso un operaio sconosciuto dal quale avrai inteso passandogli accanto, una parola della tua lingua.
Lo sentirai nello sdegno doloroso e superbo che ti getterà  il sangue alla fronte, quando udrai ingiuriare il tuo paese dalla bocca d'uno straniero.
Lo sentirai più violento e più altero il giorno in cui la minaccia d'un popolo nemico solleverà  una tempesta di fuoco sulla tua Patria, e vedrai fremere armi d'ogni parte, i giovani accorrere a legioni, i padri baciare i figli, dicendo: - Coraggio! - e le madri dire addio ai giovinetti, gridando: - Vincete! -
Lo sentirai come una gioia divina se avrai la fortuna di veder rientrare nella tua città  i reggimenti diradati, stanchi, cenciosi, terribili, con lo splendore della vittoria negli occhi e le bandiere lacerate dalle palle, seguiti da un convoglio sterminato di valorosi che leveranno in alto le teste bendate e i moncherini, in mezzo a una folla pazza che li coprirà  di fiori, di benedizioni e di baci
(...)".

Edmondo De Amicis. "Cuore".
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La canzone del Grappa

La Canzone del Grappa


Monte Grappa tu sei la mia Patria,
sovra a te il nostro sole risplende,
a te mira chi spera ed attende
i fratelli che a guardia vi stan.

Contra a te già  s'infranse il nemico,
che all'Italia tendeva lo sguardo:
non si passa un cotal baluardo
affidato ad italici cuor.

Monte Grappa tu sei la mia Patria,
sei la stella che addita il cammino,
sei la gloria, il volere, il destino,
che all'Italia ci fa ritornar.

Le tue cime fur sempre vietate
per il piè dell'odiato straniero
dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero
che pugnando più volte tentò.

Qual la candida neve che al verno
ti ricopre di splendido ammanto,
tu sei puro ed invitto col vanto
che il nemico non lasci passar.

Monte Grappa tu sei la mia Patria...

O montagna per noi tu sei sacra
giù di lì scenderanno le schiere
che irrompenti a spiegate bandiere
l'invasore dovranno scacciar.

Ed i giorni del nostro servaggio
che scontammo mordendo nel freno,
in un forte avvenire sereno
noi ben presto vedremo mutar.

Monte Grappa tu sei la mia Patria...

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