settembre4
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Ritorno dei Muli

Non era mai successo, nella pur gloriosa storia del Corpo, che un battaglione di alpini sbaragliasse un esercito senza neppure scendere in campo: la battuta circolava in Parlamento qualche mese fa, all'indomani del voto sulla spedizione in Afghanistan, che aveva visto disgregarsi il centro-sinistra. Ma le valorose penne nere non sapevano di doversi arrendere, sia pure momentaneamente, a un avversario ben più insidioso: l'improvvido addio, giusto dieci anni fa, a quel fondamentale componente della realtà  alpina che era stato per oltre un secolo il mulo.
Già . Perché la prevista spedizione sta subendo dei ritardi, come pubblicamente segnalato poco tempo fa. E perché pare che questi ritardi siano dovuti alla presa d'atto che sugli impervi terreni afghani si rivelerebbero inefficaci, o comunque difficilmente utilizzabili, i moderni motocarrelli da montagna che hanno progressivamente rimpiazzato i muli, fino a provocarne la definitiva e totale rinuncia. Costringendo così chi deve ora organizzare la spedizione a Kabul a ricorrere all'originale. Che però non c'è più, perché gli ultimi epigoni di una gloriosa storia (vedi il servizio qui a fianco) sono stati venduti all'asta dieci anni fa.

Interpellato, il Corpo respinge completamente questa versione dei fatti, spiegando che il ritardo nella partenza è dovuto a motivi tecnici. Ma un insistente tam-tam romano rilancia la notizia, aggiungendo che si è dovuto correre precipitosamente ai ripari, andando ad acquistare muli (l'indicazione è che ne occorrano una quarantina) non solo in Italia, ma pure nella vicina Slovenia. Solo che comprare un mulo non è come una Stilo, che ti metti al volante e via. Ci vogliono basti e finimenti. Soprattutto, serve una sorta di corso di formazione: perché caricare un mulo, che sia artiglieria o salmerie, è tutt'altro che semplice; e non lo è nemmeno condurlo. Tant'è vero che nei bei tempi andati c'era un incarico apposito, il 21A, il più temuto e malvisto della naja alpina, vale a dire il conducente («sconcio», nel gergo delle penne nere).

E pensare che un alpino doc come lo scrittore Mario Rigoni Stern, uno che con i muli ci era vissuto, l'aveva detto a suo tempo: «Disfarsi dei muli è un errore tecnico, oltre che sentimentale. Perché dove vanno i muli, i mezzi meccanici ancor oggi non arrivano: basta pensare a certi sentieri impervi dove non riescono ad arrampicarsi neanche i muletti meccanici, e dove, nelle giornate di nebbia, non servono nemmeno gli elicotteri». Quasi una profezia, riletta oggi. Contro l'inafferrabile mullah Omar, tornano decisivi i muli: una rivincita morale, per i tanti quadrupedi piombati nell'anonimato, se non caduti in un oscuro macello, malgrado un invidiabile ruolino di servizio.

che ne dite di questa notizia apparsa sul gazzettino del 04/01/03 ??
questo,secondo me,sta ad indicare la poca serietà  dei nostri politici che alle nostre richieste non danno ascolto e che poi prendono alcune decisioni in base agli scambi di favore che devono restituire
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Mauro
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Ciao settembre4, benvenuto nel forum!!!
Esordisci con questo messaggio che non è niente male e interessante, purtroppo posso dirti poche cose a riguardo, è vero quando si dice 'Disfarsi dei muli è un errore tecnico, oltre che sentimentale. Perché dove vanno i muli, i mezzi meccanici ancor oggi non arrivano', per portarti un altro esempio io ho una casetta in montagna e grazie a loro posso riscaldarmi (ma non solo io, quasi tutto il paese) perchè portano quintali di legna passando per viette strette e facendo molti scalini in salita là  dove alcun mezzo meccanico può arrivare.
E non credo che la tecnologia nè di oggi e nè di un domani possa 'rimpiazzarli' così facilmente. Immaginavo anche che prima o poi sarebbero riapparsi, se così si dice, per la missione in Afghanistan; non ero al corrente di nessuna altro mezzo, e anch'io mi domandavo: ma andranno da soli?
Un salutone!!! :wink:
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
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grazie per il benvenuto anche se è da molto tempo che seguo (in forma anonima) il forum di Vecio.it nella speranza di riconoscere qualche frà .
il motivo per cui sono intervenuto con questo messaggio è dovuto che leggendo alcuni libri sugli alpini Centomila gavette di ghiaccio,Peso dello zaino,Muli e alpini in cui viene descritto il sacrificio anche dei muli,e poi vengono mandati al macello e dopo a distanza di una decina di anni si accorgono che forse hanno sbagliato,è proprio una presa in giro.
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Luigi
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Ciao Luca, e bentornato su Vecio.it (non sei l'azbnct del vecchio forum?).

Certamente nel contesto afgano un reparto salmerie avrebbe dimostrato tutta la sua utilità , ma non penso che si stia cercando in tutta fretta di allestirne uno: questo perchè non mancano solo i muli, manca il personale, le strutture, l'equipaggiamento, soprattutto manca l'esperienza secolare maturata dalle TT.AA. nell'impiego del mulo ed assurdamente distrutta dodici anni fa con la decisione di radiare questi animali dai ranghi.
Comunque, ecco un articolo apparso tempo fa ("Corriere della Sera" del 01/11/2001):

"L'arma finale verrà  dal passato. Perché nelle condizioni medievali dell'Afghanistan non c'è tecnologia che offra garanzie. E allora anche il Pentagono deve ricorrere al più antico sistema di trasporto militare: il mulo. Lo ha detto ieri il ministro della Difesa Rumsfeld: per rifornire i guerrieri antitalebani gli aerei non bastano. "Possiamo paracadutare munizioni e viveri, ma poi bisogna farli arrivare ai soldati nelle trincee. Gli elicotteri sono pochi, volare è rischioso: si usano soprattutto i muli". Non è la prima volta che l'America deve mobilitare i quadrupedi per risolvere le missioni impossibili. La fiducia nei mezzi meccanici crollò in Italia nel 1943, ma in soccorso arrivarono le colonne di "veci" degli alpini e le forze italiane del Sud. E i reparti someggiati furono poi preziosi in Corea. Nessuno pensava però di ricorrere ai muli per combattere la prima guerra del Nuovo Millennio. Ma con la neve attesa per le prossime settimane, le montagne afghane saranno bloccate a tutti i veicoli: si potrà  contare solo i muli. E chissà  se anche i nostri alpini si pentiranno di avere mandato in pensione i loro fedeli compagni d'arme."

Ovviamente gli Alpini non devono pentirsi di nulla, visto che altri hanno deciso la completa cancellazione dei reparti salmerie, ritenuti un ammuffito ricordo del passato. Che non tutti la pensino così è dimostrato dalla loro presenza nelle fila delle esercito tedesco, nonchè dal "Mule packing course" annoverato tra i corsi tenuti dal Mountain Warfare Training Center dell'USMC.
La missione in Afghanistan ha comunque provveduto a correggere non poche opinioni, prima fra tutte quella sull'inutilità  del 105/14 ("the best gun of the world"), prontamente tirato fuori dalla naftalina in previsione dell'impiego su quel fronte...
Mandi.
Luigi
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C'è anche un articoletto sulla "vicenda muli" sull'edizione odierna de "La Nazione" che ha dedicato un dossier di 4 pagine agli alpini: storia di ieri, storia di oggi con l'imminente impegno in Afghanistan, intervista al Presidente Nazionale ANA, ricordo del Gen. Reverberi (Tridentina Avanti! Di là  c'è l'Italia) e di Nikolajewka, e parecchie altre notizie.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Federico
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Ricevuto l'Ordine...

... attendere il contrordine!!

sembra che questa si la situazione in cui (da sempre) si dibatte il nostro Esercito: prima fai e poi disfa: ci si disfa dei Muli per poi "accorgersi" (e non riesco a credere che nessuno agli alti comandi non lo sapesse nel suo intimo) che forse anche "nell'era di internet" il caro vecchio quadrupede può tornare utile!

Il problema vero, come è già  stato indicato, non sta nella carenza di animali: so che il ministero delle'Agricoltura e Foreste da anni mantiene alcune fattorie ove alleva sia i cavalli che gli asini con cui "produrre" i Muli e i Bardotti e di Muli ce ne sono (anche se quasi sicuramente non sono addestrati a portare il basto); per trovarli, comunque, e come si è sempre fatto ci si può rivolgere all'estero.

Ciò che manca, almeno a prima vista, sono i Conducenti. dico a prima vista perchè, in realtà , di Conducenti, in circolazione, ce ne devono essere a migliaia: sono quelli che lo hanno fatto durante la naja; potrebbero essere richiamati ed essere loro ad addestrare quelli di oggi (lo so, lo so... siccome sarebbe una cosa logica NON succederà  mai).

Questo però porterebbe al problema VERO: ce li vedete voi i nostri volontari professionisti a fare i Conducenti? Io, con tutta la buona volontà , no.

Il ridicolo, di tutto questo, è che da anni (prima ancora dell'11 settembre) la Croce Rossa e le altre organizzazioni umanitarie, in Afghanistan, utilizzano colonne di Muli, soprattutto in inverno, per trasportare materiali di soccorso alle popolazioni, dato che solo loro, i Muli, riescono a muoversi in quei posti.

E dire che al giorno d'oggi un Mulo potrebbe anche vedere aumentato il suo carico utile. Ogni animale riesce a trasportare circa 150 Kg. di materiale ma di questi circa 35 erano "mangiati" dal basto. Con i materiali moderni che esistono oggi si potrebbero creare dei basti molto più leggeri e, quindi, aumentare il carico utile di ogni animale diminuendone, in definitiva, il numero totale (e quindi anche quello dei Conducenti).

Ciao
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E dire che al giorno d'oggi un Mulo potrebbe anche vedere aumentato il suo carico utile. Ogni animale riesce a trasportare circa 150 Kg. di materiale ma di questi circa 35 erano "mangiati" dal basto. Con i materiali moderni che esistono oggi si potrebbero creare dei basti molto più leggeri e, quindi, aumentare il carico utile di ogni animale diminuendone, in definitiva, il numero totale (e quindi anche quello dei Conducenti).
Ottimo ragionamento, ma come dici tu LOGICO ma MAI possibile.
Investire soldi su nuovi prodotti alimentari per animali? No ma che scherziamo, meglio se lo si fa per l'uomo, c'è più business.
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Mauro: prodotti alimentari per animali :?:

forse c'è un malinteso... basto non è un errore di battitura di "pasto" :D :D

Ciao
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Credo che il basto sia un nome dato al mulo, di cui non conosco la provenienza; invece per quanto riguarda i 35 Kg, effettivamente credevo fossero 'destinati' a lui. :oops:
Beh, allora di cosa si tratta? :lol:
Ho una leggerissima confusione.
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il basto è quella specie di portapacchi che si mette in groppa al Mulo e su cui poi si carica il materiale da trasportare.

Non ne sono certo ma credo che ce ne fossero di diversi tipi, a seconda del tipo di carico da trasportare, ad esempio quello per il tubo obice non credo che fosse uguale a quello per trasportare le casse di cottura.

Ciao
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Si di basti esistono diverse tipologie. Nel museo del settimo a Belluno c'è il basto del primo mulo, ovvero quello che era davanti a tutti, è riempito di attrzzi da scavo e serviva in caso il sentiero non fosse praticabile o fosse da sistemare.
Nel porticato del comando invece c'è un altro basto di tipo diverso, ma non so che cosa dovesse portare.
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Visto che cominciava ad appassionarmi il discorso, ho trovato questo articolo su di un sito molto interessante e volevo riportarlo: eccolo qua.

Già  si è detto che il mulo è un ibrido prodotto dell'accoppiamento della giumenta con l'asino: della prima conserva i caratteri morfologici interiori e del secondo quelli esteriori, abbinando di questo la robustezza, pazienza, ed adattamento al tiro, al basto e alla sella, e di quella, la forza, la vigoria ed il coraggio. Non ha una voce speciale ma un raglio somigliante a quello dell'asino. L'altezza può arrivare a m 1,75 ed il peso superare kg 720.
Sono caratteri morali propri l'ostinatezza, la caparbietà  e l'intolleranza di essere battuto o sospinto o preceduto da altri; quando è stanco e si ferma per riposare non ammette di venir subito ripreso ed, insistendo, si lede la sua suscettibilità  così da raggiungere lo scopo opposto. Vendicativo, non dimentica chi, a torto, gli ha fatto del male. Va però ricordato che la innata testardaggine, a detta di valenti zootecnici, è dovuto più che a malanimo, ai trattamenti subiti attraverso i secoli, tantoché tale vizio scomparirebbe qualora venisse allevato umanamente.
Nella vita civile e militare - scrive A. Marescalchi - il mulo non è certo risparmiato: accompagna il montanaro nei boschi per il trasporto della legna e carbone, o segue il conducente nelle cave per il carico di pietre da costruzione o nelle sperdute località  alpestri per farvi pervenire viveri ed indumenti o, durante le azioni belliche per far giungere, in zone impervie, cannoni e munizioni, e più di uno di essi si è sacrificato per salvare, con lo schermo del suo possente corpo, qualche soldato.
Tra i monumenti eretti dopo la prima guerra mondiale per onorare questo quadrupede si ricordano quello esistente a Roma, nella Villa Borghese, opera dell'insigne scultore Canonica che lo ha raffigurato someggiante un cannoncino e guidato da un artigliere da montagna, e quello di Biella, pure sito nei Giardini pubblici e dovuto al predetto artista e rappresentante il «Ritorno dell'alpino», Monumento ai Caduti.
...
...In pratica i muli si distinguono in pesanti da tiro (razze belghe ed inglesi) e leggeri da basto (razze spagnole ed italiane).
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Ne ero quasi certo Axtolf e ti ringrazio per la conferma. Ora, dato il tuo post, verrebbe quasi voglia di aprire una discussione, nella sezione tecnica del forum, per cercare di raccogliere informazioni sui Muli e sulle Salmerie Alpine in generale: anche questo è un patrimonio di esperienze che si sta perdendo, ed il solo fatto che ci fossero dubbi sui diversi tipi di basto lo dimostra.

A questo proposito io sono un po' scarso quanto ad informazioni e foto ma magari qualcun altro è più fornito e ci può dare una mano.

Che ne dite?
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Mauro ha scritto:Visto che cominciava ad appassionarmi il discorso, ho trovato questo articolo su di un sito molto interessante e volevo riportarlo: eccolo qua.

Già  si è detto che il mulo è un ibrido prodotto dell'accoppiamento della giumenta con l'asino: della prima conserva i caratteri morfologici interiori e del secondo quelli esteriori, abbinando di questo la robustezza, pazienza, ed adattamento al tiro, al basto e alla sella, e di quella, la forza, la vigoria ed il coraggio. Non ha una voce speciale ma un raglio somigliante a quello dell'asino. L'altezza può arrivare a m 1,75 ed il peso superare kg 720.
Sono caratteri morali propri l'ostinatezza, la caparbietà  e l'intolleranza di essere battuto o sospinto o preceduto da altri; quando è stanco e si ferma per riposare non ammette di venir subito ripreso ed, insistendo, si lede la sua suscettibilità  così da raggiungere lo scopo opposto. Vendicativo, non dimentica chi, a torto, gli ha fatto del male. Va però ricordato che la innata testardaggine, a detta di valenti zootecnici, è dovuto più che a malanimo, ai trattamenti subiti attraverso i secoli, tantoché tale vizio scomparirebbe qualora venisse allevato umanamente.
Nella vita civile e militare - scrive A. Marescalchi - il mulo non è certo risparmiato: accompagna il montanaro nei boschi per il trasporto della legna e carbone, o segue il conducente nelle cave per il carico di pietre da costruzione o nelle sperdute località  alpestri per farvi pervenire viveri ed indumenti o, durante le azioni belliche per far giungere, in zone impervie, cannoni e munizioni, e più di uno di essi si è sacrificato per salvare, con lo schermo del suo possente corpo, qualche soldato.
Tra i monumenti eretti dopo la prima guerra mondiale per onorare questo quadrupede si ricordano quello esistente a Roma, nella Villa Borghese, opera dell'insigne scultore Canonica che lo ha raffigurato someggiante un cannoncino e guidato da un artigliere da montagna, e quello di Biella, pure sito nei Giardini pubblici e dovuto al predetto artista e rappresentante il «Ritorno dell'alpino», Monumento ai Caduti.
...
...In pratica i muli si distinguono in pesanti da tiro (razze belghe ed inglesi) e leggeri da basto (razze spagnole ed italiane).
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Grazie Mauro, molto interessante.

La foto che hai postato (credo quella del Monumento del Canonica) è molto interessante e ad occhio sembrerebbe trattarsi di un bel Mulo da "panse longhe" che trasporta il tubo obice del 75/13 guidato dal suo Conducente Montagnino (direi lo "sconcio" per antonomasia).

Mi suona solo un po' strano questo passo dell'articolo che hai postato: "Va però ricordato che la innata testardaggine, a detta di valenti zootecnici, è dovuto più che a malanimo, ai trattamenti subiti attraverso i secoli, tantoché tale vizio scomparirebbe qualora venisse allevato umanamente." perchè il Mulo è animale sterile: come fa a tramandare la sua memoria (il ricordo dei cattivi trattamenti) attraverso i secoli?

Ciao
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Sull'argomento posso contribuire, ovviamente, con la parte distintivi: i Reparti Salmerie di tutte e cinque le Brigate Alpine ebbero dei distintivi molto belli nel disegno dove generalmente è esaltata la figura del mulo insieme allo "sconcio".
Per me, in assoluto, credo che il più bello sia quello delle Salmerie della Tridentina anche perchè "per forma" è racchiuso dentro un "ferro da mulo" e presenta un bel accostamento cromatico di vari smalti.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!

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