Il Pentagono: «L'effetto serra è peggio di Al Qaeda»
di Romeo Bassoli
Non bastava la guerra in Iraq, la lenta ripresa economica, i sondaggi che lo
danno sconfitto contro Kerry e la morte della cagnetta Spot, in sovrappiù.
Adesso Bush è nei guai anche per la sua politica ambientale. Un rapporto
commissionato dal Pentagono a due esperti di pianificazione strategica ha emesso un verdetto che massacra le scelte della Casa Bianca in materia di ambiente. Il rapporto è sintetizzabile nello slogan scelto dagli stessi esperti: «L''effetto serra è peggio di Al Qaeda».
E giù a parlare di catastrofi globali, con la perdita di milioni di vite umane
nei prossimi vent''anni, di iceberg alla deriva di fronte al Portogallo, di una
Gran Bretagna che diventerà una steppa, di guerre per l''acqua, di un mondo che arriverà «sulla soglia dell''anarchia» e di «conflitti combattuti sul fronte della mera sopravvivenza e non più della religione, dell''ideologia, dell''onore nazionale».
E non è finita. Bush, quando nel 2002 ha annunciato che non avrebbe firmato il piano internazionale anti-effetto serra noto come Protocollo di Kyoto, aveva, contemporaneamente, messo in piedi un gruppo di lavoro per stabilire le «cause naturali» dei cambiamenti climatici e quindi la necessità di non far nulla. È stato realizzato un piano ma gli esperti del National Research Council hanno emesso l''altro ieri un comunicato per dire che il loro piano poteva anche essere interessante e utile ma che non ha in bilancio il becco di un quattrino.
Quindi, non funzionerà mai.
Infine, della serie piove sul bagnato, ecco che 60 scienziati esperti di ambiente aderenti alla prestigiosa «Union of Concerned Scientists» emettono un altro comunicato per dire che la Casa Bianca ha distorto i dati scientifici per sostenere la sua politica contraria ad accordi internazionali in materia di mutamenti climatici. Insomma, per dirla con Totti, per Bush tre pappine e a casa.
Ma il gol più bruciante l''ha segnato certamente il Pentagono con il rapporto
commissionato da Andrew Marshall, un guru della pianificazione strategica del Dipartimento della Difesa. Il rapporto, rivelato dalla rivista «Fortune», smonta le due idee forti dell''Amministrazione. Cioè che l''unica minaccia alla sicurezza venga dal terrorismo ideologico-religioso islamico e che, come ha detto Colin Powell a Johannesburg l''estate scorsa riferendosi alla necessità di ridurre le emissioni di gas da effetto serra, «lo stile di vita americano non è negoziabile».
Il rapporto del Pentagono va giù duro. Dice che l''Europa si ritroverà con una corrente del Golfo più fredda, proprio a causa dell''effetto serra, e che questo trasformerà la Gran Bretagna in una nuova Siberia, che la temperatura sul Vecchio Continente calerà di brutto, che l''Olanda verrà devastata dalle tempeste. E che i conflitti per spartirsi risorse naturali ridotte dai cambiamenti climatici spingeranno milioni di profughi a lasciare l''India, il Sudafrica e l''Indonesia, dove i terreni agricoli saranno devastati e in gran parte resi sterili. Gli Stati Uniti si troveranno assediati e con loro i paesi più ricchi. Così, Germania, Corea e Giappone si doteranno di armi nucleari per difendersi, e comunque la guerra scoppierà in molte parti del pianeta. Per non equivocare, il rapporto afferma che «rivolte e conflitti diventeranno parte endemica della società : la guerra tornerà a definire i parametri della vita umana».
È vero che il Pentagono ha una tradizione di produttore di scenari estremi. È caratteristica che viene da un imperativo fondamentale per i dirigenti della Difesa americana: tutto si può fare, tranne esser presi alla sprovvista. In qualche modo, la moderna tecnica dello scenario l''hanno inventata loro. Ma è chiaro che il convergere di una grande quantità di esperti autorevoli sulla posizione ideologica e irrazionale dell''Amministrazione Bush lascia il segno.
Lo ha capito benissimo quel vecchio fautore della lotta all''effetto serra che è Bob Watson, responsabile del settore scientifico della Banca mondiale: «Può Bush - ha commentato a caldo poco dopo che le agenzie avevano battuto la sintesi del rapporto - ignorare il Pentagono? È ora difficile ed imbarazzante far sparire questo documento. Dopo tutto, la priorità di Bush è la difesa della nazione. Se il clima cambia diventa una minaccia per la sicurezza nazionale e per l''economia, quindi Bush deve agire. È terribile che il presidente ignori il suo stesso governo su questo tema».
Ma sarà un bel problema per il presidente. Perché la sua scelta va in direzione del tutto opposta. Ha fatto fallire il Protocollo do Kyoto e con questo quasi vent''anni di diplomazia ambientale planetaria. Ha scelto di negare tutto quello che viene affermato dalla comunità scientifica internazionale e del suo paese. Vuole una «governance minimalista» degli enormi problemi che vedono intrecciarsi ambiente, povertà e sviluppo. Pensava di assediare e ridurre in macerie la roccaforte della scienza ambientalista americana. Ma ora si trova lui sotto assedio.