Continua la polemica sulla tragica morte del Gen. Cantore , ho comunque apprezzato quanto scritto
dall' alpino Sandro Vio , riportato sul mensile n. 1 genn. 2016 de L' Alpino , dove ne esalta le doti di trascinatore oltre che di avveduto ma temerario comandante ,in una pagina semplice ma concisa .
Per ulteriori ragguagli e punti di vista si puo consultate questo link .
Incredibile!
Ancora ci sono elementi che razzolano nel letame a questo punto?
Se la morte del generale fosse occorsa nel '17, dopo due anni di massacro, va là... si potrebbero ancora comprendere - non giustificare! - certe elucubrazioni.
Ma avanzare simili fantasticherie per le prime settimane di guerra, quando il morale del Regio Esercito era davvero "risorgimentale", è fuori di ogni possibile comprensione, per benevola che sia.
Evito poi di ricordare le precise testimonianze sugli anziani del Belluno, che vollero portare a valle di persona la salma di Cantore (immagino per coprire il loro misfatto...), e sulla posizione in cui avvenne la morte del generale.
Basta averla vista in fotografia per comprendere l'impossibilità di un'uccisione, anche accidentale, da parte italiana.
Bravo Zuma per aver riportato l'intervento dell'alpino Vio, a cui muovo un solo appunto: la "testardaggine" era forse più inesperienza di una guerra non coloniale. Le capacità di tiro e tattiche della fanteria imperiale erano ovviamente ben diverse da quelle arabo-turche, su cui Cantore si era fatto le ossa (come la quasi totalità degli ufficiali italiani).
In ogni caso, un comandante ha il dovere di rendersi conto del teatro in cui operano i suoi uomini.
Anche le circostanze della morte, perciò, rendono il dovuto onore al generale Cantore.
Mandi.
Luigi
P.S.: poi ci si lamenta che l'Italia è in rovina!
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)