Gibbi
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Reimpiego opere difensive

Buonasera a tutti,
Vorrei porre un quesito che all'apparenza sembra privo di logica, ma... Partendo dal presupposto che la Storia ci ha insegnato che gli sbarramenti fissi spesso sono stati aggirati, e considerando il tipo di strategia offensiva del Patto di Varsavia, che sicuramente era ben conosciuta da tutti gli strateghi occidentali(ovvero veloci puntate in avanti atte a raggiungere il cuore dell'Europa in una manciata di settimane), quello che mi chiedo è: possibile, magari nei primi periodi della Guerra Fredda, che il nostro Stato Maggiore abbia mai ipotizzato un reimpiego delle vecchie opere del Vallo Alpino Occidentale?O, più alla larga, esisteva una strategia difensiva per i confini occidentali del nostro Paese, al fine di scongiurare (o almeno ritardare)l'aggiramento del grosso delle forze NATO in Italia?
1°San Giusto
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Re: Reimpiego opere difensive

Se ho ben capito per opere del vallo occidentale intendi quelle sul confine tra Italia e Francia. Direi che se le forze del Patto di Varsavia avessero sfondato in centro Europa arrivando in Francia dopo aver superato il Reno, ormai il loro obiettivo strategico sarebbe stato raggiunto. E' noto che il fronte principale era quello del centro Europa, i principali rinforzi della NATO dovevano confluire lì, il fronte italiano veniva considerato secondario nel contesto globale e i sovietici non avrebbero avuto bisogno di aggirare così in profondità il nostro dispositivo una volta vinta la battaglia principale e molto probabilmente a quel punto noi saremmo già stati fuori gioco. Gli OMG, i potenti e flessibili gruppi operativi di manovra corazzati e meccanizzati sovietici, servivano proprio ad effettuare la rapida penetrazione in profondità specialmente sul fronte centrale, vanificando l'azione di mobilitazione delle forze NATO e ponendo una seria ipoteca sulle sorti della guerra in Europa.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Gianfranco
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Re: Reimpiego opere difensive

Gibbi ha scritto:Buonasera a tutti,
Vorrei porre un quesito che all'apparenza sembra privo di logica, ma... Partendo dal presupposto che la Storia ci ha insegnato che gli sbarramenti fissi spesso sono stati aggirati, e considerando il tipo di strategia offensiva del Patto di Varsavia, che sicuramente era ben conosciuta da tutti gli strateghi occidentali(ovvero veloci puntate in avanti atte a raggiungere il cuore dell'Europa in una manciata di settimane), quello che mi chiedo è: possibile, magari nei primi periodi della Guerra Fredda, che il nostro Stato Maggiore abbia mai ipotizzato un reimpiego delle vecchie opere del Vallo Alpino Occidentale?O, più alla larga, esisteva una strategia difensiva per i confini occidentali del nostro Paese, al fine di scongiurare (o almeno ritardare)l'aggiramento del grosso delle forze NATO in Italia?
Ciao Gibbi,vorrei farti presente che le opere del Vallo Alpino Occidentale(Batterie,Centri di Fuoco,Ricoveri,ecc.) nel raggio di 20 chilometri dal confine con la Francia furono completamente demolite con l'esplosivo in ottempranza alle clausole del trattato di pace del 1947.Si salvarono poche opere ubicate in posizioni la cui demolizione sarebbe risultata pericolosa e le opere che vennero a trovarsi in territorio francese in seguito alle modifiche del confine.
Posso tranquillamente escludere quindi qualsiasi ipotesi si reimpiego di queste opere da parte del nostro Stato Maggiore viste le condizioni delle stesse dopo gli interventi.
Posto volentieri una foto scattata all'interno di un Centro di Fuoco nella zona di Bardonecchia in cui risultano più che evidenti gli interventi di demolizione
:-)(-: Gianfranco
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Vallo Alpino Occidentale-Interventi di demolizione all'interno di un Centro di Fuoco
Vallo Alpino Occidentale-Interventi di demolizione all'interno di un Centro di Fuoco
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Re: Reimpiego opere difensive

Molte Opere Maginot, anche sulla linea della Alpi, dopo la seconda guerra mondiale furono ripristinate e mantenute in efficienza fino agli anni 90 ! :-)
Visita il mio sito nuovo sito sul Vallo Alpino Occidentale!!
http://www.valloalpinooccidentale.altervista.org/
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Re: Reimpiego opere difensive

...Dunque, mi par di capire, al di la del non reimpiego (ed effettivamente avrei dovuto ricordarmelo che avevano buttato giù tutto!), non esisteva comunque una strategia di difesa 'da quella parte'. Che fossimo un obbiettivo secondario tutto sommato si sapeva, ma se negli anni '80 si paventavano addirittura sbarchi anfibi nel sud Italia, pensavo che qualcuno avesse preso in considerazione almeno teoricamente una qualche strategia.
E allora, delle forze stanziate abitualmente nel nordovest, che cosa se ne sarebbe fatto?Sarebbero state mobilitate, ed inviate nel nordest, dunque?
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Re: Reimpiego opere difensive

Gli eventuali aviosbarchi o sbarchi anfibi diretti contro il centro-sud Italia non sarebbero stati a carattere strategico ma miravano ad azioni limitate contro posti di comando, controllo e comunicazioni, infrastrutture varie ed erano volti a portare scompiglio e disorientamento sul nostro territorio più che a conquiste di carattere territoriale. Per cercare di contrastarli si sarebbe fatto uso delle brigate prevalentemente motorizzate e delle forze di mobilitazione previste. Nel nord-ovest una di queste era la brigata Cremona, le restanti forze del terzo corpo d'armata si sarebbero gradualmente spostate verso il nord-est dove il nemico avrebbe applicato lo sforzo maggiore sulle direttrici che passavano attraverso la Jugoslavia e l' Austria. Personalmente, per quanto ne so, le possibilità di attacco attraverso la Svizzera e ancor di più attraverso la Francia dirette contro il nord-ovest dell' Italia si riducevano fortemente o non venivano contemplate per i motivi accennati nel mio precedente intervento.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Re: Reimpiego opere difensive

La catena delle Alpi + la Svizzera neutrale erano un elemento preso in conto nelle pianificazioni del Patto di Varsavia (almeno per la maggior parte di quelle oggi conosciute).
E difficile dire se la Svizzera sarebbe finalmente rimasta neutra… ma faceva comodo per dividere il fronte.
Qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Seven_Days ... iver_Rhine
si parla di una pianificazione conosciuta, bombe atomiche da 500Kt su Vicenza e Verona + diverse basi
come giustamente detto, l'attacco dell'Italia dal lato occidentale non era utile, visto gli obiettivi

Per la Svizzera, le fortificazioni alpine sono rimaste attive fino alla fine del XX secolo, ma si trattava di una difesa a 360 gradi (neutralità)

diverse valutazioni rivelano anche che la forza del partito comunista italiano preoccupava… penso che bisogna cercare qui il motivo del mantenimento delle opere Maginot
poi resta il trauma del "colpo di pugnale nella schiena" del 10 giugno 1940 come lo chiamano i Francesi
Mau65
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Re: Reimpiego opere difensive

Beh, signori, credo di avere ora le idee un poco più chiare, grazie!

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