In queste stesse ore, mezzo secolo fa cadeva il tenente pilota Irnerio Bertuzzi, da Rimini, medaglia d'argento al valor militare.
Era sopravvissuto a tre anni di guerra sul Mediterraneo, in tenzone inesausta con la flotta britannica.
Era uscito incolume dalla mattanza del 4 aprile del '44, quando i reparti aerosiluranti della RSI erano stati frantumati dal maglio della potenza alleata.
Suo l'unico "Sparviero" - di quattro decollati - che sei giorni più tardi riuscì a mettere le ruote a terra dopo l'operazione su Anzio, la notte in cui trovò la morte Carlo Faggioni, "il più bello di tutti".
Ma tutto questo era solo un prender tempo. Nella vita reale non esistono infatti il caso, la fatalità, le coincidenze fortuite.
Perciò il tenente pilota Irnerio Bertuzzi non poteva che morire come tanti altri suoi compagni: contro il nemico di sempre, un'esplosione, una cometa di lamiere e cherosene, e poi quell'angolo di cielo destinato ai martiri ed agli eroi.
Mandi.
Luigi
P.S.: la foto è tratta da Wikipedia. Di meglio non ho, e anche questo è segno dei tempi.