Avatar utente
axtolf
Massa Forum
Massa Forum
Messaggi: 4231
Iscritto il: mar dic 03, 2002 4:16 pm
Reparto: 16° Reggimento "Belluno" C.C.S.
Località: Seriate (BG)
Contatta: Sito web Facebook

Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Da la Stampa di Torino di oggi. Notate la parte che ho sottolineato in neretto.
Ho deciso di inviare una lettera alla redazione, tramite l'email lettere@lastasmpa.it oppure direttore@lastampa.it

C'è "Il barone rampante" ma a influenzare gli italiani è stato piuttosto "Marcovaldo"
MARCO BELPOLITI

Le classifiche come le liste sono fatte per essere discusse. Per vedere chi c'è e chi invece ne è escluso, ma soprattutto per capire quale logica presieda alla stesura dell'elenco dei salvati e dei sommersi. Mi riferisco ai libri scelti da un gruppo di studiosi e professionisti dell'editoria in occasione del Centocinquantenario dell'unità  d'Italia: 150 «grandi libri» e i 15 «superlibri», ovvero i bestseller e i megaseller, per usare il linguaggio del massmarketing oggi così consueto.

Se la seconda, i «superlibri», vuole includere i libri che al loro apparire hanno rappresentato una svolta, un cambio di passo nella rappresentazione del nostro Paese, come si dice nella spiegazione, cominciare con Nievo, con le sue Confessioni, è perfetto, per quanto sia un libro postumo e la sua importanza, come capita spesso per i grandi libri, s'impone lentamente nel tempo. La stessa cosa è accaduta a Primo Levi per Se questo è un uomo, uscito nel 1947 ma letto da pochissimi, mentre l'edizione da cui si deve cominciare è quella del 1958, in parte diversa, arricchita, e pubblicata dall'editore che inizialmente lo aveva rifiutato, Einaudi.

Dubito fortemente invece che Don Camillo sia uno di quei libri che hanno cambiato l'Italia. Guareschi, scrittore di forti umori provinciali, ha piuttosto registrato un aspetto dell'eterna divisione, e insieme non-divisione, del Paese (Peppone e Don Camillo si somigliano moltissimo). Descrive, non «fa gli italiani». E così il libro di Italo Calvino che più ha influenzato gli italiani, le giovani generazioni, è Marcovaldo, che, come ha scritto Domenico Scarpa, è stato il primo bestseller di un ex comunista nell'Italia degli Anni Cinquanta, e anche dopo. Il barone rampante scelto è un bel romanzo, il suo migliore, ma rappresentava soprattutto l'Io di Calvino. Così il Pasticciaccio di Gadda, libro amatissimo, è stato acquistato e soprattutto letto da una minoranza di abitanti del Bel Paese. I miei studenti all'università  oggi lo possono leggere solo con un apparato di note, quasi fosse Joyce. Che sia un gran libro, non c'è dubbio, uno dei più grandi, ma ha influenzato una minoranza.

Lo stacco dal 1958 al 1980 - nessun libro nell'elenco dei «superlibri», saltando gli Anni Settanta - mi pare troppo brusco, e probabilmente risponde a una lettura negativa del «decennio lungo» della nostra storia. C'è Occidente di Camon e Il borghese piccolo piccolo di Cerami, due libri sul fascismo bombarolo, il primo, e sul fascismo della piccola borghesia, il secondo. E poi, se questo elenco non bada troppo al valore letterario, come dicono i curatori, allora perché non includere Porci con le ali, di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, che invece sta nella lista dei 150?

E tra il 1980 e il 2006 non c'è proprio nulla? Niente che ci segni come italiani, nessun libro rimarchevole? E qui vengo alla lista più larga, dei 150 «grandi libri». Procedo dal fondo, perché le cose più interessanti si vedono là  dove ci si avvicina al presente. Margaret Mazzantini con Venuto al mondo. Un successo di vendite, certo, ma non è né un libro di qualità  né di grande importanza sociale. E anche il Paolo Giordano della Solitudine dei numeri primi, megaseller, non mi pare, a parte il botteghino, un campione dei nostri anni. Ci sono romanzi giovanili più significativi. Forse è un caso che siano entrambi libri Mondadori?

La lista dal 2010 con Leopardi di Citati, sino al 1998 con In Asia di Terzani, mi pare poi molto incerta: più attenta alle vendite che non alla qualità  o al significato collettivo e sociale. Di Terzani, semmai, sono importanti i libri dopo la conversione New Age, cui si allude, ma che non si è osato mettere nella lista. Faletti di Io uccido? Perché? I Wu Ming di Q o 54 non sono forse meno meritevoli di citazione? Bestseller per bestseller, di sicuro i due romanzi del collettivo di scrittura appaiono significativi, e indicano un cambio di gusto nel pubblico: evidenziano una letteratura più legata ai blog e al web del Leopardi, frutto ultimo di un autore che con Il tè del cappellaio matto (1972) ha scritto uno dei migliori saggi del dopoguerra (assente). Pontiggia di Nati due volte, libro bello, è indicativo di un'attenzione a un problema sociale, l'handicap, ma forse meritava di esserci come autore di Il giocatore invisibile del 1978, anno della morte di Moro (manca anche Sciascia nella lista, quello dell'Affaire).

Insomma, a leggerla bene la lista è una specie di manuale Cencelli della letteratura, con autori presenti perché politicamente corretti, o significativi giornalisticamente, o solo socialmente, forse, e altri perché si vendono. Un esempio ultimo degli assenti eccellenti: vero che il 1963 sembra un anno straordinario, come registra lo stesso elenco, con una messe di opere imponente, ma preferire il mediocre - letterariamente e culturalmente - Giulio Bedeschi di Centomila gavette di ghiaccio al Primo Levi della Tregua mi pare una svista rimarchevole. O è forse colpo alla botte e uno al Centro?
Vecio.it Forum Admin
Immagine
Immagine
Avatar utente
ziode
Sergente
Sergente
Messaggi: 204
Iscritto il: gio nov 27, 2008 9:43 pm
Località: Genova

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Axtolf,
bene hai fatto a scrivere alla Stampa, anche se a me personalmente tutto l'articolo del signor Belpoliti pare una gran s...ga mentale che non merita la carta sucui è scritta.
un abbraccio alpino
Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono.
(Voltaire)
Avatar utente
Innichen
Sergente
Sergente
Messaggi: 250
Iscritto il: mer apr 28, 2010 11:48 am
Località: fra la Lessinia e i Colli Berici...

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

axtolf ha scritto:Un esempio ultimo degli assenti eccellenti: vero che il 1963 sembra un anno straordinario, come registra lo stesso elenco, con una messe di opere imponente, ma preferire il mediocre - letterariamente e culturalmente - Giulio Bedeschi di Centomila gavette di ghiaccio al Primo Levi della Tregua mi pare una svista rimarchevole. O è forse colpo alla botte e uno al Centro?
Premio Bancarella contro Premio Campiello, ma anche 3 milioni di copie e 130 ristampe contro poco più di mezzo milione di copie vendute.
E' una speculazione disonesta quella del nostro critico letterario, che all'opera di Bedeschi, rifiutata da svariati editori prima di finire alle stampe, molti anni dopo la sua stesura, preferisce il libro di Primo Levi, dimenticando provvidenzialmente che il 1963 era ancora lontano dal 1967 e dalla sua Guerra dei sei giorni, corroboratrice di una nuova e ben specifica letteratura.
Facile quindi demolire, oggi, il Bedeschi sfogando una certa acredine nei confronti dell'alpino, medico e scrittore: in fondo era un ufficiale di artiglieria alpina (in seguito aderì pure alla RSI), quindi un invasore delle Russie, le cui armate liberarono Primo Levi dall'internamento a Birkenau.
Questo il mio personalissimo punto di vista.

Immagine

Il letterariamente e culturalmente mediocre Giulio Bedeschi mentre autografa una copia (dei tre milioni venduti) della sua opera prima
Immagine
Avatar utente
cavalli
Maggiore
Maggiore
Messaggi: 4241
Iscritto il: sab feb 01, 2003 2:59 pm

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

che no si discosta dal mio :D
La Max Trid.
EX Gran Maestro delle Fortificazioni

(riciclato NATO)
Memento Audere Semper
Avatar utente
Hellis
Tenente
Tenente
Messaggi: 2617
Iscritto il: ven gen 24, 2003 2:22 pm
Località: Parma

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

In Italia c'è troppa gente che pensa di dover insegnare qualcosa agli altri.
Avatar utente
Paolino
Sergente
Sergente
Messaggi: 170
Iscritto il: ven giu 11, 2004 11:09 am
Località: Belluno

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Beh, nell'ottica di "libri che hanno dato una svolta al Paese", mi può anche stare bene che "Centomila gavette di ghiaccio" venga sostituito da "La tregua" (anche se, a mio personalissimo avviso, nessuno dei due ha motivo di rientrare). Ma dire che Bedeschi sia stato mediocre letterariamente e culturalmente mi sembra una bestemmia: forse Belpoliti non conosce bene quale autore e curatore di libri e collane storiografiche sia stato Bedeschi...

Paolo
Fortior ex Adversis Resurgo
Avatar utente
lampo
Caporale Maggiore
Caporale Maggiore
Messaggi: 81
Iscritto il: gio set 03, 2009 1:50 pm

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

un offesa a tutti quei giovani che non sono tornati,ma mi domando,perchè quella critica
Sota la boca de foch ol ni de l'aquila
Avatar utente
axtolf
Massa Forum
Massa Forum
Messaggi: 4231
Iscritto il: mar dic 03, 2002 4:16 pm
Reparto: 16° Reggimento "Belluno" C.C.S.
Località: Seriate (BG)
Contatta: Sito web Facebook

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Risposta del Presidente ANA, oggi a pag.40 su La Stampa:

Milano, 14 maggio 2011

Gentile Direttore,
sul suo giornale il giornalista Marco Belpoliti definisce "Centomila Gavette di Ghiaccio" di Giulio Bedeschi "opera letterariamente e culturalmente mediocre", senza forse rendersi conto che, in questo modo, definisce mediocre l'intera cultura alpina.
Immaginerà  il mio stupore nel trovare proprio sul suo quotidiano, che ha seguito con puntuale attenzione la recente Adunata Nazionale di un giudizio così ingeneroso su un libro che, ad oggi, ha superato i 4,5 milioni di copie vendute e che si è aggiudicato il prestigioso premio "Bancarella".
Condivido integralmente il giudizio che di tale articolo ha dato Mursia, editore di Bedeschi,quando dice dice: Nel romanzo di Bedeschi c'è inoltre la cultura degli alpini. Con il suo "culturalmente mediocre" lei ha liquidato anche la loro storia, che gli alpini si tramandano ancora oggi insieme ai valori dell'alpinità . E' una cultura viva, non accademica, non elitaria che, come ha detto il Capo dello Stato nel suo messaggio all'Adunata delle Penne Nere, è "l'essenza dell'Unità  d'Italia".
Gli alpini hanno avuto cantori d'eccezione: Kipling, Rigoni Stern, Corradi, Revelli e Giulio Bedeschi.Ciascuno con il proprio stile, la propria sensibilità  letteraria ha contribuito a formare la nostra cultura e la nostra identità . Sono parte della nostra storia o se vuole della nostra cultura. Se uno di loro è mediocre, allora lo siamo anche noi. Corrado Perona
Vecio.it Forum Admin
Immagine
Immagine
Avatar utente
Abbadia
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2136
Iscritto il: mer feb 26, 2003 12:42 pm
Località: imperia

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Mi permetto solo di contestare l'ultima frase " Se uno di loro é mediocre, allora lo siamo anche noi ".

Frase tipica di certe correnti di pensiero e che non posso condividere perché primo non lo ritengo vero, secondo perché sarebbe vero anche il percorso contrario e cioe' che se uno di noi é mediocre , lo sono anche loro .

L'articolo é stato considerato "critica" e quindi opinione personale che possiamo non condividere ( e io non condivido ) , ma non si possono considerare le critiche tutte alla stregua di un insulto alla ...categoria .
Il Vs, bastiancontrario .
Avatar utente
Nicola
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1605
Iscritto il: lun dic 09, 2002 1:44 pm
Località: Vittorio Veneto

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Bene la risposta immediata, asciutta e composta.

Una curiosità : leggo che Kipling ha scritto degli Alpini. Qualcuno saprebbe dirmi dove?
Di suo ho letto solo Kim e Il libro della giungla (belli :D !)
S.ten Nicola Pagotto
16° Rgt "Belluno"
79° Compagnia
171° corso AUC SMALP 3/98
Avatar utente
wintergreen
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1674
Iscritto il: mar gen 28, 2003 9:18 pm
Località: Bergamo

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Inizialmente ritenevo quello di Belpoliti un commento non condivisibile, ma legittimo, ognuno ha le proprie valutazioni critiche e le esprime .
Tra l'altro ho il massimo rispetto di Primo Levi, sia come uomo che come scrittore.
Ma oggi, per curiosità , ho cercato su Wikipedia chi è Marco Belpoliti. E ho letto:
****************
Nel 1997 ha curato l'edizione critica delle Opere di Primo Levi uscite presso Einaudi, e successivamente, dello stesso autore, una serie di volumi: Conversazioni e interviste 1963-87; L'ultimo Natale di guerra (racconti sparsi e ritrovati); L'asimmetria e la vita 1955-87 (raccolta di articoli comparsi su giornali e riviste); Tutti i racconti. Nel 1998 ha pubblicato un volume dedicato a Primo Levi presso l'editore Bruno Mondadori:
****************
A questo punto non mi sta più bene, la sua non è più critica, ma interesse personale.

Per Kipling
- In occasione dell'84esima Adunata nazionale degli Alpini che si terrà  a Torino dal 6 all'8 maggio, Mursia manda in libreria La guerra nelle montagne di Rudyard Kipling (pagg.128; euro 12,00)
A colpire il grande narratore furono i soldati "con il cappello decorato con una penna d'aquila, in alcuni casi talmente consumata da essere poco più che un valoroso moncherino, ramponi dalle punte letali come zanne di lupo". Da quel "corpo di giovani scapestrati, con il carattere tosto, l'aspetto curato e lo sguardo inflessibile", Kipling resta letteralmente affascinato e regala alle Penne nere pagine straordinarie in cui racconta la guerra sulle vette a 3000 metri di quota dove il rombo delle mine viene interrotto da canti che rimbalzando sulle pareti di roccia "avrebbero ridotto a sussurro anche la più roboante sinfonia di Wagner". Un testo, quello dell'autore del libro della Giungla, molto noto in Inghilterra ma stranamente dimenticato in Italia, riscoperto e riproposto ora da Mursia
Avatar utente
Nicola
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1605
Iscritto il: lun dic 09, 2002 1:44 pm
Località: Vittorio Veneto

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Grazie!
Lo comprerò sicuramente, Kipling è uno scrittore straordinario.

(anche Bedeschi, a mio personalissimo parere, ma non riferitelo a Belpoliti... ci mette un attimo ad ascrivermi al gruppo dei mediocri, letterariamente e - soprattutto - culturalmente).
S.ten Nicola Pagotto
16° Rgt "Belluno"
79° Compagnia
171° corso AUC SMALP 3/98
Avatar utente
Lele
Colonello
Colonello
Messaggi: 6575
Iscritto il: lun dic 09, 2002 11:08 am
Località: Anzola dell'Emilia (Bo)
Contatta: ICQ Yahoo Messenger

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

wintergreen ha scritto: Per Kipling
- In occasione dell'84esima Adunata nazionale degli Alpini che si terrà  a Torino dal 6 all'8 maggio, Mursia manda in libreria La guerra nelle montagne di Rudyard Kipling (pagg.128; euro 12,00)
A colpire il grande narratore furono i soldati "con il cappello decorato con una penna d'aquila, in alcuni casi talmente consumata da essere poco più che un valoroso moncherino, ramponi dalle punte letali come zanne di lupo". Da quel "corpo di giovani scapestrati, con il carattere tosto, l'aspetto curato e lo sguardo inflessibile", Kipling resta letteralmente affascinato e regala alle Penne nere pagine straordinarie in cui racconta la guerra sulle vette a 3000 metri di quota dove il rombo delle mine viene interrotto da canti che rimbalzando sulle pareti di roccia "avrebbero ridotto a sussurro anche la più roboante sinfonia di Wagner". Un testo, quello dell'autore del libro della Giungla, molto noto in Inghilterra ma stranamente dimenticato in Italia, riscoperto e riproposto ora da Mursia
Non male
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!
Avatar utente
Lorenzo
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 754
Iscritto il: mer dic 03, 2003 7:32 pm
Località: Casa mia

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Un reduce alpino contrapposto ad un sopravvissuto all'olocausto?

Non c'è storia. Vincerà  sempre il secondo a mani basse, nella testa degli intelettualoidi italioti.
C.le Lorenzo
7°/92 | 51 mortaista, addetto al tiro/tavolettista | 167^ Cp. Mortai "La Signora" | Battaglione Pieve di Cadore | 12° Reggimento Alpini | Brigata Cadore

Europa risvegliati!
Avatar utente
Lele
Colonello
Colonello
Messaggi: 6575
Iscritto il: lun dic 09, 2002 11:08 am
Località: Anzola dell'Emilia (Bo)
Contatta: ICQ Yahoo Messenger

Re: Bedeschi mediocre, letterariamente e culturalmente

Lele ha scritto:
wintergreen ha scritto: Per Kipling
- In occasione dell'84esima Adunata nazionale degli Alpini che si terrà  a Torino dal 6 all'8 maggio, Mursia manda in libreria La guerra nelle montagne di Rudyard Kipling (pagg.128; euro 12,00)
A colpire il grande narratore furono i soldati "con il cappello decorato con una penna d'aquila, in alcuni casi talmente consumata da essere poco più che un valoroso moncherino, ramponi dalle punte letali come zanne di lupo". Da quel "corpo di giovani scapestrati, con il carattere tosto, l'aspetto curato e lo sguardo inflessibile", Kipling resta letteralmente affascinato e regala alle Penne nere pagine straordinarie in cui racconta la guerra sulle vette a 3000 metri di quota dove il rombo delle mine viene interrotto da canti che rimbalzando sulle pareti di roccia "avrebbero ridotto a sussurro anche la più roboante sinfonia di Wagner". Un testo, quello dell'autore del libro della Giungla, molto noto in Inghilterra ma stranamente dimenticato in Italia, riscoperto e riproposto ora da Mursia
Non male
Lo sto leggendo....a dire il vero escludendo l'introduzione non mi ispira piu' di tanto comunque vabbeh, lo leggero' ugualmente fino alla fine.
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!

Torna a “Vita Alpina di tutti i giorni - Sola Lettura”