Andrea68
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un altro 25 Aprile

il 66° dalla Liberazione.
Da che cosa? Di solito si dice dal Fascismo e la fine della guerra ma non credo che renda bene l'idea.
E' stata la fine di un incubo di paura, sopraffazione, violenza e razzismo. Di un regime che umiliava l'uomo costringendolo a piegarsi a chi in quel momento era il più forte, dove non si era cittadini ma sudditi di un sistema che rispondeva solo a sè stesso.
44.720 caduti e 21.168 mutilati e invalidi della Resistenza, ai quali si vanno ad aggiungere i circa 10.000 civili vittime di rappresaglie, i circa 45.000 militari che combatterono contro i tedeschi dopo l'8 Settembre e i 30-50.0000 che morirono in prigionia in Germania.
E che adesso si staranno tutti rivoltando nella tomba.
In questi giorni è apparso per le vie di Roma un manifesto che augura per il 25 Aprile buona pasquetta, con tre bei fasci littori e il disegno stilizzato di squadristi con tanto di fez. E di poco tempo fa è stata la presentazione di un disegno di legge che propone l'abolizione del divieto di ricostituzione del Partito Fascista. Per non parlare di un'altro disegno di modifica della Costituzione che toglie la sovranità  al popolo per consegnarla al Parlamento.
Siamo messi bene, non c'è che dire.

Mi viene in mente una amara considerazione.
Salvo correzioni, credo che siamo l'unico Paese europeo se non del mondo che sta ancora a discutere, rileggere, ricontestualizzare i perchè e per come di una dittatura e di una guerra finita 66 anni fa.
La Germania nazista è stata senz'altro molto peggio sotto tutti gli aspetti possibili e immaginabili, però finita la guerra hanno chiuso un capitolo e non stanno a menarsela con la contestualizzazione, il revisionismo e balle varie. A parte qualche gruppo di deficienti dalla testa rasata che appena si trovano in più di tre gli arriva addosso la Polizei a manganelli spiegati.
Pare davvero che nel peggio e nel meglio siano più bravi di noi.
In Germania c'è stata la denaficazione: i criminali nazisti hanno dovuto vivere sotto falso nome se non anche scappare in Sudamerica se non volevano finire in galera. Da noi c'è stata subito l'amnistia, firmata nientemeno che da quel Togliatti considerato un traditore della Patria dagli stessi che sono stati graziati (fascisti e pure ingrati). Si sono riciclati nella politica e nell'economia e occasionalmente attentavano all'ordine istituzionale, così tanto per non perdere l'abitudine.

Siamo pieni di pubblicazioni e siti che si premurano di raccontarci la Vera Storia, e non la "solita vulgata resistenziale". Che tanto solita più non è visto che ormai da vent'anni non si fa che fare luce sui crimini dei partigiani durante e dopo la guerra per raccontare la storia in maniera "obbiettiva e imparziale". Dimenticandosi però di citare le belle imprese dell'Italia nell'Asse e della Repubblica di Salò.
Le foibe, Pozus, i titini a Trieste e i profughi dai territori ceduti alla Jugoslavia. Quante volte le abbiamo sentite queste cose? E quante volte invece abbiamo sentito parlare dell'annessione di Lubiana e la Dalmazia e dell'occupazione in Jugoslavia? Sembra che certe cose siano dei crimini solo se le fanno gli altri.
Il triangolo rosso e gli omicidi del dopoguerra. Come se una guerra civile e vent'anni di dittatura non si possano lasciare dietro uno strascico di odio e di vendette. Biasimevole ma comprensibile. Perchè se avessero vinto la guerra loro invece...
Siamo un maledetto Paese incapace di fare i conti con sè stesso, sempre pronto a trovare scappatoie e giustificazioni per continuare a cambiare rimanendo sempre uguale a sè stesso.
Penso che chi ha fatto la Resistenza avesse un'altra idea di Italia, penso che ad essere tradita sia la Resistenza.
m57
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Re: un altro 25 Aprile

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wintergreen
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Re: un altro 25 Aprile

Non sarei così drastico
Concordo che si è esagerato nella ricerca quasi spasmodica delle pagliuzze per contestare la Resistenza , ma questo, per me, è un segno di quelle libertà  che il 25 aprile rappresenta.
I veri valori rimangono immutati anche di fronte alle critiche più cattive.
Ed in molti casi sono state evidenziate situazioni oggettive che per anni erano state tenute nascoste.
Prima la Resistenza era incontestabile, quasi virginale anche negli aspetti peggiori, e ogni voce dissonante era immediatamente isolata.
Per esempio, io sono della prima generazione postbellica, che ha sentito parlare di “volante rossa“ foibe, Porzus, i titini a Trieste solo a quaranta anni, prima sembrava che dopo il 25 aprile nulla più fosse successo.
E di libri ne ho letti tanti e di discorsi molti di più.
Poi tu dici:
^^^
Salvo correzioni, credo che siamo l'unico Paese europeo se non del mondo che sta ancora a discutere, rileggere, ricontestualizzare i perché per come di una dittatura e di una guerra finita 66 anni fa.
^^^
E io rispondo: per fortuna, e spero che si possa continuare a parlarne, magari con un poco meno di retorica da entrambe le parti, vuol dire che siamo ancora vivi.
In altri paesi, si è messa una pietra sopra vedi la Germania; si è detto che Hitler era un pazzo circondato da un gruppo di pazzi è tutto è finito, e se gli ricordi il passato si offendono.
Un esempio quando si parla di II Guerra mondiale si preferisce parlare di nazisti, e non tedeschi, quasi che i primi fossero una specie di marziani , i secondi non esistessero e l'esercito tedesco fosse formato solo da Waffen SS e non anche dalla Wermacht.
Come se i tedeschi di oggi non avessero avuto nonni e fossero nati tutti dopo il 1945.
E non hanno denazificato più di tanto, perché la struttura economico/finanziaria non è cambiata molto tra anni trenta e anni cinquanta. Anche da loro, come in Italia , ci hanno rimesso solo i poveretti.

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