Non bisogna dimenticare che all'inizio degli anni '60 sia l'Italia che gli USA avevano un'idea della guerra basata sulle esperienze della seconda guerra mondiale e della guerra di Corea.
Tutti gli eserciti dei maggiori paesi del mondo erano preparati a scontrarsi in una guera di tipo convenzionale, nella quale utilizzare carri armati, aerei, armi nucleari e qualsiasi altra arma tecnologicamente avanzata fosse disponibile.
Quando gli USA aumentarono l'escalation in Vietnam, nel 1964, inviarono un contingente di truppe di tipo convenzionale (fanteria, carri armati, ecc...).
Gli USA non si resero conto dell'inadeguatezza delle loro tattiche fino alla fine della guerra.
In Vietnam, inizialmente, vennero inviati, in qualità di consiglieri militari, elementi delle forze speciali (USSF), i quali adottarono le giuste tattiche per sbaragliare i Viet Cong. L'ottusità dei politici e dei vertici militari fece sì che, dopo la morte di Kennedy (uno dei più accesi sostenitori dei berretti verdi e della guerra non convenzionale), l'US Army operasse con tattiche antiquate e facesse uso di normali truppe di fanteria.
Soltanto dopo la fine della guerra gli USA si resero conto della vitale importanza delle forze speciali e delle tattiche di guerriglia.
A quel tempo, l'Italia aveva già completato la fortificazione del Nord-Est e non aveva ancora compreso la lezione impartita dai vietnamiti, così come quasi tutti gli altri paesi europei.
I Russi, loro malgrado, la capirono soltanto con la guerra in Afganistan.
Al tempo in cui l'Italia costruì le fortificazioni a Nord-Est, era ancora radicata l'idea che la guerra sarebbe stata vinta con un massiccio scontro di carri, supportati dalla fanteria e dall'aviazione. Oppure che la guerra sarebbe stata vinta da chi aveva più armi atomiche...
