Hellis ha scritto:E tornando al giorno del famiglio reload? in questo caso, giustamente, la Chiesa ritiene di non dover interferire nella vita politica etc etc... vabbeh, prendo atto della coerenza, del piglio risoluto, della solidità morale dei sottanoni neri (magari se ne sono dimenticati un pezzo a villa certosa).
Immaginavo una risposta del genere.
Vediamo di argomentare, anche se sarà probabilmente senza effetto
Cosa ti dà fastidio? Che Berlusconi frequenti donnine allegre?
Intanto meno peggio dei travestiti di Elkann, e poi guarda che l'adulterio è stato depenalizzato millenni fa; e per tutti, non solo per Nilde Iotti e Palmiretto nostro.
Se poi il problema è davvero questo, ti avviso che son quindici anni che il nostro convive con tale Miriam Bartolini in una condizione che in tempi meno incivili sarebbe stata definita di "pubblico concubinaggio".
Se invece si tratta del fatto che Berlusconi difende la famiglia in pubblico, e poi in privato fa altro, non posso non riconoscere che non è una bella cosa. Un po' come Visco che vuole tosare gli italiani e poi si fa la villa come sappiamo.
Però, dimmi, quali effetti hanno tali comportamenti sui destini della Nazione? Pochi, direi. Non è un fornicatore o un evasore in più o in meno che cambia radicalmente la situazione. E poi i comportamenti privati ricadono appunto sui privati. Un po' come un aborto illegale. Non come i cinque milioni di omicidi degli ultimi trent'anni, le cui responsabilità , essendo avvenuti coll'autorizzazione dello Stato, ricadono su tutti gli italiani.
E aggiungo: guarda che le ronde che irrompevano nelle abitazioni private per vedere cosa succedeva all'interno avvenivano nella Ginevra di Calvino, non nella Roma dei Papi.
Tanto che ce ne son stati, di Papi, ai quali Berlusconi non aveva nulla da insegnare.
E loro non avevano neppure bisogno di ricorrere al doping.
Ti dico io allora cosa non va.
Quello che non va davvero è che Berlusconi e i suoi sodali affermino prima di difendere la famiglia, la Chiesa e la Santa Religione, e poi in pubblico, come politici, non lo facciano.
La cosa gravissima è che l'unico Presidente del Consiglio ad essere rimasto in carica per tutti i cinque anni della Legislatura non abbia cancellato l'infamia della legge 178/94, o non sia ritornato ai Patti Lateranensi e alla religione cattolica come religione di Stato.
Queste sono le colpe del Presidente del Consiglio, che la chiesa - e poi spiegherò il minuscolo - evita purtroppo di censurare.
Quelle di Silvio Berlusconi esistono, ma sono ben minori, e riguardano in gran parte solo lui e il suo confessore.
Quanto ai sottanoni, guarda che ormai non li porta più nessuno. Giusto gli infami negazionisti lefebvriani, ma loro sono pure mezzo esibizionisti, come Max Mosley e Sergio Parisse.
L'ottimo Don Verzè poi non veste nemmeno la giacchetta in stile eretico, ma sempre abiti borghesi.
Ma qui, mi dispiace, non puoi muovere la minima critica.
Avete, abbiamo voluto l'apertura al mondo, la collegialità , le chitarre e i bonghi al posto dell'organo, l'Inferno vuoto e il Limbo che non esiste, l'ecumenismo, l'abbandono del proselitismo, le assoluzioni comunitarie e la Comunione sulla mano, e un mucchio di altre schifezze che ora mi sfuggono? Che il Santo Padre deponesse la Tiara, come da volere della Massoneria perseguito per secoli? Che gli Altari davanti ai quali per centinaia di anni i nostri padri si sono inginocchiati fossero presi a martellate, senza che quasi nessuno avesse da ridire? Insomma che l'unica, sola e vera Chiesa si degradasse a una delle tante chiese (ecco spiegato il minuscolo) del Mondo Nuovo?
Sì, l'avete, l'abbiamo voluto. E allora, di grazia, di che cosa ci lamentiamo?
Il grave è che continuiamo a volerlo, sempre di più, perchè quando si legge "Il Corriere della Loggia" o "La Barucchica" o "Fanghiglia cristiana" si legittima implicitamente Berlusconi con il suo codazzo di veline e portaborse. Magari inconsapevolmente, ma è così.
Come un argine: o è intero, o non serve. Non è che se ne può cavare un pezzo, magari per farci passare una strada che viene tanto comoda, e poi sperare che alla prima piena quanto è rimasto in piedi possa fare il lavoro anche del pezzo che non c'è più. O come una catena: può avere le maglie anche del migliore acciaio, ma se in un tratto - uno solo - ci mettiamo un elastico, poi non possiamo stupirci che salti tutto.
Non si può accettare, che so, la blasfema trinità rivoluzionaria del "liberté-egalité-fraternité", e poi storcere il naso per il "libera copula in libero Stato" del Silviuccio. Anzi, molto meno grave scegliere la seconda opzione che la prima.
Tanto meno si può criticare il Ruini o Bertone di turno perchè fanno quello che noi democraticamente abbiamo chiesto.
La matrice del tutto è comune, che si stia parlando della cosiddetta laicità dello Stato o delle feste a Palazzo Grazioli.
Se si accetta la prima, si accettano anche le seconde.
C'è scritto, nel contratto. Molto in piccolo, ma c'è.
Mandi.
Luigi