Me lo avevano presentato per caso a una adunata.... è andato avanti.
Da ana.it
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Era il più “vecio” di tutti. Sante Dal Santo si è spento a 106 anni lo scorso 27 febbraio a Montecchio Precalcino, dove viveva. Classe 1902 (era nato l'8 settembre), Dal Santo era stato chiamato alle armi nel 1922 e inquadrato nel battaglione alpini “Bassano”.
Nel 1924, al termine della naja, aveva concorso a costruire l'Ossario sul Pasubio, inaugurato nel 1926. Poco più tardi la ricerca di lavoro lo aveva portato in Australia dove viveva il fratello maggiore, Agostino. Lavorando duramente vicino a Melbourne aveva messo via qualche soldo che gli permise di ritornare in Italia e, nel 1930, di sposare la fidanzata Prassede, sua compaesana conosciuta anni prima, che gli ha dato 5 figli.
Nel 1939 con l'avvicinarsi del Secondo conflitto mondiale venne richiamato alle armi nel battaglione “Vicenza”, ma fu congedato l'anno successivo.
Ogni anno, il compleanno di Sante era diventato una festa per gli alpini locali. All'Adunata nazionale a Bassano il presidente nazionale Perona era sceso dal palco delle autorità e lo aveva abbracciato.
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QUi invece un intervento da un blog, scritto l'anno scorso poco prima dell'adunata di Bassano:
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Nel bassanese tutto è pronto per l'81a Adunata Nazionale degli Alpini. I tricolori di benvenuto sventolano ovunque: appesi ad alberi, a pennoni improvvisati, a recinzioni di case private od aziende, fuori dai bar o lungo le vie che centinaia, migliaia di alpini -provenienti da tutta Italia e dall'estero- percorreranno per raggiungere Bassano del Grappa.
Tra tutti coloro che non hanno intenzione di perdersi questa bella adunata, ci sarà anche Sante Dal Santo, l'alpino più anziano della sezione di Vicenza, il “vecio dei veci” per questioni anagrafiche, ma ancora decisamente “bocia” per quanto riguarda spirito, scaltrezza e voglia di vivere.
Sante, classe 1902 (e a scriverlo viene la pelle d'oca…), è nato a Caltrano, paesino ai piedi dell'Altipiano dei Sette Comuni. Fin da giovane la sua vita è stata ritmata dal duro lavoro e da tantissimi sacrifici. Già da bambino è costretto a percorrere gli scoscesi pendii montani trainando la slitta per il trasporto del legname o per accudire il bestiame; ma ciò non gli impedirà di frequentare la scuola.
Pochi anni dopo, la Grande Guerra con il fronte che incombe su Caltrano, lo costringe per ben due volte al profugato. Nel 1916 lascerà i poveri averi a Caltrano e con i genitori e tre fratelli si trasferirà temporaneamente in provincia di Padova. Al suo ritorno nel paese natale è arruolato nel Genio Militare per scavare gallerie e trincee sulle montagne caltranesi, ultimo baluardo per arrestare l'allora nemico prima della pianura.
Nel 1917 dovrà fuggire di nuovo da Caltrano, questa volta in veste di capofamiglia per la prematura morte del padre, e accompagnerà la madre e due fratelli in provincia di Varese.
Al termine del conflitto lavora nell'Altipiano alla ricostruzione di Roana, e pochi anni dopo è arruolato come alpino.
Durante il 1924 partecipa con un fratello alla costruzione dell'Ossario del Pasubio; grazie a ciò diventerà socio onorario della “Fondazione 3 novembre 1918” e gli sarà riconosciuta l'onorificenza di “Alpino del Pasubio”.
Prima del completamento dell'opera, a causa delle penose condizioni di vita decide di tentare la fortuna in Australia. Vi giunge dopo 30 giorni di nave, e lavorerà duramente per 5 anni e mezzo alla costruzione di 2 dighe nei pressi di Melbourne, vivendo in baracche costruite con tavole di legno e corteccia. Le condizioni sono durissime, gli unici svaghi consistono in qualche botticella di buona birra locale…
Al suo ritorno in Italia nel 1929 finalmente può coronare il suo sogno: costruirsi una famiglia. Sposa Prassede e nel 1930 si trasferiscono definitivamente a Montecchio Precalcino.
Il duro lavoro però scandisce sempre le sue giornate dato che nonostante faccia il muratore, con l'aiuto della moglie riesce anche a mantenere una piccola stalla e a coltivare i campi.
Arrivano i primi figli, ma il destino vuole che sia richiamato alle armi anche durante un breve periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Finalmente, terminato l'ultimo conflitto, la vita riprende a scorrere più serenamente e Sante, molto attivo nella vita della comunità sia civile che religiosa, ricopre per 5 anni a partire dal 1951 la carica di consigliere comunale e successivamente quella di assessore ai lavori pubblici per un altro lustro. Partecipa anche alla costruzione del campanile di Levà e per moltissimi anni sarà l'alfiere del Gruppo Alpini di Montecchio Precalcino.
Con una vita che sembra uscita da un romanzo, è ovvio che domenica 11 maggio tutti gli alpini acclamanti lo attendano ancora una volta alla loro Adunata Nazionale.
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