Riagganciandomi ad uno scambio di messaggi nel capitolo Fortificazioni moderne in cui dalle mostrine e capellini si è finiti a parlare di stecche, giovani e anziani e najoni in genere, apro questo tema, perchè ci sono giorni che si ricordano sempre, come quando si è varcati in uscita per l'ultima volta il portone della caserma.
Il mio reparto 63° Battaglione Fanteria d'Arresto Cagliari chiuse i battenti il 30/11/1991.
Io mi congedai il 2 ottobre di quell'anno. Eravamo in 8 del 140° corso AUC. Ultimi Sten di prima nomina giunti al reparto.
Quel giorno lo ricordo di felicità e di malinconia.
Vestivamo la drop. Ci fu prima il saluto ufficiale presso l'ufficio del Comandante, poi giù al circolo dove ci consegnarono le medaglie a ricordo del servizio svolto. Un brindisi di commiato ed i saluti.
Un corposo gruppo di fanti si era nel frattempo adunato nei pressi della porta principale della caserma. Di fanti al reparto ne erano rimasti ormai veramente pochi, di lì a poco si sarebbe smobilitato il tutto e scaglioni nuovi non ne arrivavano più da qualche mese.
Ci furono saluti, battute. Un fante fotografava la scena d'addio. Qualcuno mi chiese un gadget per la stecca. Lasciai volentieri due mostrine con i gradi ed una strip con il nome.
Uscimmo dalla caserma nel piazzale antistante, lasciando i fanti al di là del portone.
La caserma era collocata alla fine del paese, San Lorenzo Isontino.
Il sole era basso all'orizzonte, la sua luce filtrava attraverso i vigneti, l'umidità della terra iniziava a farsi vedere. Quei paesaggi autunnali che nel mio immaginario li ho sempre considerati tipici della Fanteria d'Arresto, con i suoi bunker e postazioni.
Ci abbracciammo. Più di una lacrima segnò il nostro viso. Dopo quindici mesi di convivenza fraterna, di tante avventure e sano divertimento era giunto il momento di tornare a casa.
Partimmo, ognuno per le proprie destinazioni: Bologna, Milano, Bolzano, Padova, dove altre persone erano felici in attesa del nostro arrivo.