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M26
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Il giorno del congedo.

Riagganciandomi ad uno scambio di messaggi nel capitolo Fortificazioni moderne in cui dalle mostrine e capellini si è finiti a parlare di stecche, giovani e anziani e najoni in genere, apro questo tema, perchè ci sono giorni che si ricordano sempre, come quando si è varcati in uscita per l'ultima volta il portone della caserma.

Il mio reparto 63° Battaglione Fanteria d'Arresto Cagliari chiuse i battenti il 30/11/1991.
Io mi congedai il 2 ottobre di quell'anno. Eravamo in 8 del 140° corso AUC. Ultimi Sten di prima nomina giunti al reparto.
Quel giorno lo ricordo di felicità  e di malinconia.
Vestivamo la drop. Ci fu prima il saluto ufficiale presso l'ufficio del Comandante, poi giù al circolo dove ci consegnarono le medaglie a ricordo del servizio svolto. Un brindisi di commiato ed i saluti.
Un corposo gruppo di fanti si era nel frattempo adunato nei pressi della porta principale della caserma. Di fanti al reparto ne erano rimasti ormai veramente pochi, di lì a poco si sarebbe smobilitato il tutto e scaglioni nuovi non ne arrivavano più da qualche mese.
Ci furono saluti, battute. Un fante fotografava la scena d'addio. Qualcuno mi chiese un gadget per la stecca. Lasciai volentieri due mostrine con i gradi ed una strip con il nome.
Uscimmo dalla caserma nel piazzale antistante, lasciando i fanti al di là  del portone.
La caserma era collocata alla fine del paese, San Lorenzo Isontino.
Il sole era basso all'orizzonte, la sua luce filtrava attraverso i vigneti, l'umidità  della terra iniziava a farsi vedere. Quei paesaggi autunnali che nel mio immaginario li ho sempre considerati tipici della Fanteria d'Arresto, con i suoi bunker e postazioni.
Ci abbracciammo. Più di una lacrima segnò il nostro viso. Dopo quindici mesi di convivenza fraterna, di tante avventure e sano divertimento era giunto il momento di tornare a casa.
Partimmo, ognuno per le proprie destinazioni: Bologna, Milano, Bolzano, Padova, dove altre persone erano felici in attesa del nostro arrivo.
Stefano
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«Oltre la morte, Fanteria d'Arresto»
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Gio
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Re: Il giorno del congedo.

Del giorno del congedo ricordo che offrii delle bottiglie di spumante ai miei bersaglieri. Ci salutammo, abbracciammo, baciammo poco prima della loro libera uscita. Moltissimi poi mi accompagnarono al parcheggio dove con la mia 500 e un collega sarei tornato a casa. Mi chiesero di tornare a trovarli infatti casa mia stava a 70 km. Lo feci diverse volte. Quel giorno chiesi a me stesso ripetutamente: - e mò?-. Cominciava la vita da "adulto". Fine studi, fine attesa naja, fine naja, ora si iniziava. Spesso mi son pentito di non essermi raffermato.
Tornai anche 2 mesi dopo per il 18 giugno anniversario della festa del corpo: saggio ginnico, cerchio di fuoco, caccia carri etc. Poi i bers inquadrati per andare a mensa. Andai da loro per un ultimo saluto e quasi in coro, in tanti,: -sor tené, ce porti lei a mensa-.
Non me lo feci ripetere 2 volte: diedi l'attenti, di corsa, march e, cantando, il giro più lungo di tutto il piazzale. Io :-k in borghese che guidavo una compagnia che mai aveva cantato così forte e tutti, anche diverse centinaia di ospiti, mi guardavano, moltissimi congedati con invidia :o :shock: :o :shock: :o :shock: :shock: .
All'epoca un brivido, un'emozione ma ora, al ricordo, ho gli occhi umidi.
Che darei per rifarmi un -giro- come quello!!
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cavalli
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Re: Il giorno del congedo.

complimenti due magnifici racconti! bravi! :D
La Max Trid.
EX Gran Maestro delle Fortificazioni

(riciclato NATO)
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