Fino a quando ingoieremo rospi senza sputarli in faccia a tutti senza distinzione di sorta?
Vedete il video, ma ci vuole stomaco per arrivare in fondo ...vi avviso ...
http://oknotizie.alice.it/go.php?us=49f00aa99b11a39f
Cito parole non mieLuigi ha scritto: Penso comunque sia tecnicamente più corretto scrivere che sono stati votati dalla "maggioranza degli elettori".
Mandi.
Luigi
Hellis, gli scomodi al potere non vanno in prima serata su RAI2 con rubrica fissa in apertura, prego.Hellis ha scritto:Travaglio non mi è particolarmente simpatico, anche se resta uno dei pochi scomodi al potere. Dire che le inchieste giornalistiche siano a senso unico, mi pare una inesattezza: al Baffino & Co. ha dato addosso con la stessa energia, mi pare.
Tu hai ragione, ma ti ripeto che la storia della maggioranza degli italiani non sono mie. Ma nemmeno tue. Sono del nostro Presidente del Consiglio.Luigi ha scritto:Hellis ha scritto: Comunque la mia che hai quotato era solo una correzione in stile pignolesco a riguardo del fatto che la maggioranza degli italiani non ha votato Berlusconi (come due anni e mezzo fa non lo aveva fatto con Prodi).
Solo una mera questione di numeri, insomma.
Mandi.
Luigi
P.S.: nel caso le parole da te citate fossero mie, le rinnego completamente. Dovevo aver bevuto
ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ...
ma aveva ben capito che la democrazia indiretta è un'arma a doppio taglioFederico ha scritto:ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ...
Perchè lui fu uno degl intellettuali senz'altro collaterali allo spaccio democratico che derivò dalla rivoluzione.
Vero. Anche se qui, però, la mia non era una questione tanto basata sulla democrazia diretta-indiretta. Ed in ogni caso mi chiedo: se la società è una piramide (quanto alla sua organizzazione), come fa il vertice ad essere costituito da una moltitudine? Oppure: come fa il potere, nelle mani del popolo-moltitudine, ad originare dal basso, dalla base della piramide se, più correttamente, la moltitudine viene fatta corrispondere alla base della piramide sociale? Anche perchè prima di allora, l'origine del potere, la sua proprietà - per così dire - è sempre stata rappresentata in alto, addirittura in "luoghi metafisici". Per certi versi come sostanza e non come forma (prendila cum granu salis ovviamente). E quindi: o hanno sbagliato tutto per decine di migliaia di anni, oppure sbagliamo noi da tre secoli o giù di lì. Tertium non datur, dal momento che delle panzane da centro sociale inerenti l'orizzontalità della società non penso sia il caso di nemmeno parlare.Aquila ha scritto:ma aveva ben capito che la democrazia indiretta è un'arma a doppio taglioFederico ha scritto:ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ...
Perchè lui fu uno degl intellettuali senz'altro collaterali allo spaccio democratico che derivò dalla rivoluzione.
So che le ho già citate, ma non essendo Paganini posso permettermi di ricordare queste parole, di romana precisione ed efficacia, nonchè - dati i tempi - forse anche premonitrici:Federico ha scritto:Il demos conta oggi esattamente quanto sotto all'ancien regime, il tanto vituperato sistema decapitato, letteralmente, dai pii rivoluzionari: un tubo. Anzi: allora, almeno, il demos sapeva di essere una parte essenziale, eppure bistrattata, del corpo sociale. Sapeva di avere un suo posto, per quano infimo e per quanto ingiustamente riconosciuto, in esso. Oggi, invece, tutti pensano di essere qualcuno, di avere un valore sociale, di valer qualcosa anche, se non soprattutto, perchè gli è stato detto, anche se nella pratica NON è vero, che lui è il Sovrano, il Re, capite? Perchè, gli hanno detto, che il Popolo, e tu ne sei parte!, è l'unico vero depositario del potere.
Bravo. Paganini poi era un banfone. I Romani dicevano bis repetita juvant, perciò...Luigi ha scritto:So che le ho già citate, ma non essendo Paganini posso permettermi di ricordare queste parole, di romana precisione ed efficacia, nonchè - dati i tempi - forse anche premonitrici:Federico ha scritto:Il demos conta oggi esattamente quanto sotto all'ancien regime, il tanto vituperato sistema decapitato, letteralmente, dai pii rivoluzionari: un tubo. Anzi: allora, almeno, il demos sapeva di essere una parte essenziale, eppure bistrattata, del corpo sociale. Sapeva di avere un suo posto, per quano infimo e per quanto ingiustamente riconosciuto, in esso. Oggi, invece, tutti pensano di essere qualcuno, di avere un valore sociale, di valer qualcosa anche, se non soprattutto, perchè gli è stato detto, anche se nella pratica NON è vero, che lui è il Sovrano, il Re, capite? Perchè, gli hanno detto, che il Popolo, e tu ne sei parte!, è l'unico vero depositario del potere.
"Soffermiamoci un istante, per esempio, sul mito democratico del "popolo sovrano". Da molto tempo tutte le migliori menti hanno visto in ciò un formidabile inganno: con una mano si dà al popolo un potere per il quale non è fatto e che resta quindi sempre qualcosa di spettrale e di platonico, con l'altra gli si tolgono quei diritti che convengono al ruolo esatto che esso ha nella città . Il certificato elettorale è fiorito sulla tomba delle libertà comunali e corporative. E che cosa rappresenta il potere astratto di votare, di fronte alla schiavitù di un popolo dato in preda agli orrori del liberalismo economico, come nell'Europa del XIX secolo, o a quelli della tirannia statale come in numerosi paesi del XX? Di diritto, in sogno, il popolo guida con mano sovrana il carro dello Stato; di fatto non ha neppure più il potere di controllare e di organizzare le cose che lo toccano più da vicino e che sono a sua misura: tutto ciò che concerne il suo pane quotidiano, la sua indipendenza e la sua dignità professionale"
(da G. Thibon, "Ritorno al reale")
Io non riuscirò mai a comprendere per quale motivo in un reparto militare o in un'azienda, se si vuole che le cose funzionino, pochi comandano e gli altri ubbidiscono, e contemporaneamente si pretenda di guidare uno Stato a partire dal popolino.
Ovviamente ciò non può essere, per cui ai danni si aggiunge la beffa.
Mandi.
Luigi