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Abbadia
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FINO A QUANDO .........

Fino a quando ingoieremo rospi senza sputarli in faccia a tutti senza distinzione di sorta?

Vedete il video, ma ci vuole stomaco per arrivare in fondo ...vi avviso ...

http://oknotizie.alice.it/go.php?us=49f00aa99b11a39f
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Hellis
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Re: FINO A QUANDO .........

Gli ha votati la maggioranza degli italiani, quindi la maggioranza degli italiani è d'accordo con questi investimenti. :--""
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Luigi
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Re: FINO A QUANDO .........

Per favore, quando sottoponete alla Corte dei video potete farne un breve riassunto? Grazie (da parte dei non ADSLati).
In ogni caso vedo che si tratta del letale Travaglio...

Penso comunque sia tecnicamente più corretto scrivere che sono stati votati dalla "maggioranza degli elettori".
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Re: FINO A QUANDO .........

Sinceramente si può fare una collezione di video, dichiarazioni, documenti su chiunque dei nostri politici credo. Da questo punto di vista sono d'accordo con Franco "senza distinzione di sorta", ovvero sono tutti uguali.
Quindi inutile gettarsi contro questo o quello, andrebbero eliminati in blocco.
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cupro
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Re: FINO A QUANDO .........

Travaglio ha fatto la scoperta dell'acqua calda... :? Sono decenni che i politici hanno sbafato (e lo fanno ancora) a danno
di tutti gli italiani senza distinzione di credo politico (:g:) . Per quanto mi riguarda, l'unica cosa che il mio stomaco non sopporta non è tanto travaglio con la sua finta aria di saputello e sicumera saccenteria a senso più che unico, quanto tutta la trasmissione dell'onnipotente Santoro vero santa santorum di una parte politica italiana (:c:) .
non rimpianti, ma solo sane nostalgie.
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Hellis
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Re: FINO A QUANDO .........

Luigi ha scritto: Penso comunque sia tecnicamente più corretto scrivere che sono stati votati dalla "maggioranza degli elettori".
Mandi.
Luigi
Cito parole non mie :--""

Travaglio non mi è particolarmente simpatico, anche se resta uno dei pochi scomodi al potere. Dire che le inchieste giornalistiche siano a senso unico, mi pare una inesattezza: al Baffino & Co. ha dato addosso con la stessa energia, mi pare.
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Re: FINO A QUANDO .........

Hellis ha scritto:Travaglio non mi è particolarmente simpatico, anche se resta uno dei pochi scomodi al potere. Dire che le inchieste giornalistiche siano a senso unico, mi pare una inesattezza: al Baffino & Co. ha dato addosso con la stessa energia, mi pare.
Hellis, gli scomodi al potere non vanno in prima serata su RAI2 con rubrica fissa in apertura, prego.

Finiscono in galera, impubblicati, disoccupati, costretti alla Rete o a qualche casa editrice di microscopiche dimensioni, dimenticati o riciclati come agenti immobiliari, e financo sotto un metro di buona terra.
E se proprio vanno in prima serata su RAI2 - casi del tutto eccezionali - sono autorizzati a parlare per pochi minuti intorno alle 23.00, con accorto e preordinato dileggio.
Per altro le inchieste di Travaglio sono a senso unico, appena ci si liberi della retorica "destra-sinistra" straordinariamente utile al citato potere. Anzi, egli è molto più insidioso di un Fede o di un Santoro.

Comunque la mia che hai quotato era solo una correzione in stile pignolesco a riguardo del fatto che la maggioranza degli italiani non ha votato Berlusconi (come due anni e mezzo fa non lo aveva fatto con Prodi).
Solo una mera questione di numeri, insomma.
Mandi.
Luigi

P.S.: nel caso le parole da te citate fossero mie, le rinnego completamente. Dovevo aver bevuto :-k
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Re: FINO A QUANDO .........

Luigi ha scritto:
Hellis ha scritto: Comunque la mia che hai quotato era solo una correzione in stile pignolesco a riguardo del fatto che la maggioranza degli italiani non ha votato Berlusconi (come due anni e mezzo fa non lo aveva fatto con Prodi).
Solo una mera questione di numeri, insomma.
Mandi.
Luigi

P.S.: nel caso le parole da te citate fossero mie, le rinnego completamente. Dovevo aver bevuto :-k
Tu hai ragione, ma ti ripeto che la storia della maggioranza degli italiani non sono mie. Ma nemmeno tue. Sono del nostro Presidente del Consiglio.
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Federico
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Re: FINO A QUANDO .........

Ma che bello quando si arriva, da parti che a prima vista potevano sembrare opposte, alla medesima conclusione. Voi due, che siete dei ragazzacci, non lo avete scritto chiaro chiaro, però lo scrivete fra le righe. Che cosa? Ma semplice: la democrazia (moderna, ergo la sua versione illuminista) è un'enorme presa per il cu*o.

Il demos conta oggi esattamente quanto sotto all'ancien regime, il tanto vituperato sistema decapitato, letteralmente, dai pii rivoluzionari: un tubo. Anzi: allora, almeno, il demos sapeva di essere una parte essenziale, eppure bistrattata, del corpo sociale. Sapeva di avere un suo posto, per quano infimo e per quanto ingiustamente riconosciuto, in esso. Oggi, invece, tutti pensano di essere qualcuno, di avere un valore sociale, di valer qualcosa anche, se non soprattutto, perchè gli è stato detto, anche se nella pratica NON è vero, che lui è il Sovrano, il Re, capite? Perchè, gli hanno detto, che il Popolo, e tu ne sei parte!, è l'unico vero depositario del potere.

Allora nessuno mai si sarebbe sognato di inventarsi una scemenza del genere. Oggi viviamo tamente immersi nella stessa, da faticare, se ci riusciamo, a capire che di scemenza si tratta. E' il motivo per il quale contiamo meno, molto meno che un popolano di allora, eppure ne siamo fieri.

Ciao
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Aquila
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Re: FINO A QUANDO .........

Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà  del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ... :D
se il destino è contro di noi... peggio per lui!!!
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Re: FINO A QUANDO .........

Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà  del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ... :D
ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?

Perchè lui fu uno degl intellettuali senz'altro collaterali allo spaccio democratico che derivò dalla rivoluzione.
Art. Federico
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Aquila
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Re: FINO A QUANDO .........

Federico ha scritto:
Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà  del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ... :D
ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?

Perchè lui fu uno degl intellettuali senz'altro collaterali allo spaccio democratico che derivò dalla rivoluzione.
ma aveva ben capito che la democrazia indiretta è un'arma a doppio taglio
se il destino è contro di noi... peggio per lui!!!
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Federico
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Re: FINO A QUANDO .........

Aquila ha scritto:
Federico ha scritto:
Aquila ha scritto:Rousseau lo aveva capito duecenti anni fa, purtroppo ci vorrà  del tempo prima che lo si capisca, si pensi di cambiare, si cambi. Ma ho una speranza..succederà ... :D
ehm... parli di Rousseau Jean-Jaques? Quello del buon selvaggio?

Perchè lui fu uno degl intellettuali senz'altro collaterali allo spaccio democratico che derivò dalla rivoluzione.
ma aveva ben capito che la democrazia indiretta è un'arma a doppio taglio
Vero. Anche se qui, però, la mia non era una questione tanto basata sulla democrazia diretta-indiretta. Ed in ogni caso mi chiedo: se la società  è una piramide (quanto alla sua organizzazione), come fa il vertice ad essere costituito da una moltitudine? Oppure: come fa il potere, nelle mani del popolo-moltitudine, ad originare dal basso, dalla base della piramide se, più correttamente, la moltitudine viene fatta corrispondere alla base della piramide sociale? Anche perchè prima di allora, l'origine del potere, la sua proprietà  - per così dire - è sempre stata rappresentata in alto, addirittura in "luoghi metafisici". Per certi versi come sostanza e non come forma (prendila cum granu salis ovviamente). E quindi: o hanno sbagliato tutto per decine di migliaia di anni, oppure sbagliamo noi da tre secoli o giù di lì. Tertium non datur, dal momento che delle panzane da centro sociale inerenti l'orizzontalità  della società  non penso sia il caso di nemmeno parlare.

Ciao
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Re: FINO A QUANDO .........

Federico ha scritto:Il demos conta oggi esattamente quanto sotto all'ancien regime, il tanto vituperato sistema decapitato, letteralmente, dai pii rivoluzionari: un tubo. Anzi: allora, almeno, il demos sapeva di essere una parte essenziale, eppure bistrattata, del corpo sociale. Sapeva di avere un suo posto, per quano infimo e per quanto ingiustamente riconosciuto, in esso. Oggi, invece, tutti pensano di essere qualcuno, di avere un valore sociale, di valer qualcosa anche, se non soprattutto, perchè gli è stato detto, anche se nella pratica NON è vero, che lui è il Sovrano, il Re, capite? Perchè, gli hanno detto, che il Popolo, e tu ne sei parte!, è l'unico vero depositario del potere.
So che le ho già  citate, ma non essendo Paganini posso permettermi di ricordare queste parole, di romana precisione ed efficacia, nonchè - dati i tempi - forse anche premonitrici:

"Soffermiamoci un istante, per esempio, sul mito democratico del "popolo sovrano". Da molto tempo tutte le migliori menti hanno visto in ciò un formidabile inganno: con una mano si dà  al popolo un potere per il quale non è fatto e che resta quindi sempre qualcosa di spettrale e di platonico, con l'altra gli si tolgono quei diritti che convengono al ruolo esatto che esso ha nella città . Il certificato elettorale è fiorito sulla tomba delle libertà  comunali e corporative. E che cosa rappresenta il potere astratto di votare, di fronte alla schiavitù di un popolo dato in preda agli orrori del liberalismo economico, come nell'Europa del XIX secolo, o a quelli della tirannia statale come in numerosi paesi del XX? Di diritto, in sogno, il popolo guida con mano sovrana il carro dello Stato; di fatto non ha neppure più il potere di controllare e di organizzare le cose che lo toccano più da vicino e che sono a sua misura: tutto ciò che concerne il suo pane quotidiano, la sua indipendenza e la sua dignità  professionale"
(da G. Thibon, "Ritorno al reale")

Io non riuscirò mai a comprendere per quale motivo in un reparto militare o in un'azienda, se si vuole che le cose funzionino, pochi comandano e gli altri ubbidiscono, e contemporaneamente si pretenda di guidare uno Stato a partire dal popolino.
Ovviamente ciò non può essere, per cui ai danni si aggiunge la beffa.
Mandi.
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Re: FINO A QUANDO .........

Luigi ha scritto:
Federico ha scritto:Il demos conta oggi esattamente quanto sotto all'ancien regime, il tanto vituperato sistema decapitato, letteralmente, dai pii rivoluzionari: un tubo. Anzi: allora, almeno, il demos sapeva di essere una parte essenziale, eppure bistrattata, del corpo sociale. Sapeva di avere un suo posto, per quano infimo e per quanto ingiustamente riconosciuto, in esso. Oggi, invece, tutti pensano di essere qualcuno, di avere un valore sociale, di valer qualcosa anche, se non soprattutto, perchè gli è stato detto, anche se nella pratica NON è vero, che lui è il Sovrano, il Re, capite? Perchè, gli hanno detto, che il Popolo, e tu ne sei parte!, è l'unico vero depositario del potere.
So che le ho già  citate, ma non essendo Paganini posso permettermi di ricordare queste parole, di romana precisione ed efficacia, nonchè - dati i tempi - forse anche premonitrici:

"Soffermiamoci un istante, per esempio, sul mito democratico del "popolo sovrano". Da molto tempo tutte le migliori menti hanno visto in ciò un formidabile inganno: con una mano si dà  al popolo un potere per il quale non è fatto e che resta quindi sempre qualcosa di spettrale e di platonico, con l'altra gli si tolgono quei diritti che convengono al ruolo esatto che esso ha nella città . Il certificato elettorale è fiorito sulla tomba delle libertà  comunali e corporative. E che cosa rappresenta il potere astratto di votare, di fronte alla schiavitù di un popolo dato in preda agli orrori del liberalismo economico, come nell'Europa del XIX secolo, o a quelli della tirannia statale come in numerosi paesi del XX? Di diritto, in sogno, il popolo guida con mano sovrana il carro dello Stato; di fatto non ha neppure più il potere di controllare e di organizzare le cose che lo toccano più da vicino e che sono a sua misura: tutto ciò che concerne il suo pane quotidiano, la sua indipendenza e la sua dignità  professionale"
(da G. Thibon, "Ritorno al reale")

Io non riuscirò mai a comprendere per quale motivo in un reparto militare o in un'azienda, se si vuole che le cose funzionino, pochi comandano e gli altri ubbidiscono, e contemporaneamente si pretenda di guidare uno Stato a partire dal popolino.
Ovviamente ciò non può essere, per cui ai danni si aggiunge la beffa.
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Bravo. Paganini poi era un banfone. I Romani dicevano bis repetita juvant, perciò... :D

A proposito di latinorum, mi è venuto in mente che il titolo di questo thread è altissimamente evocativo. E dati i discorsi in cui ci siamo incanalati, forse vale la pena che io metta qui di seguito che cosa il titolo scelto da Abbadia ha evocato nel neurone del sottoscritto:

Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihil ne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris?


Che in italiano fa così:

Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza, o Catilina? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci befferà ? A quale limite si spingerà  la tua sfrenata audacia? Non ti dicono nulla il presidio notturno del Palatino, le scolte della città , il timore del popolo, il concorso di tutte le persone perbene, questa munitissima sede del Senato, le bocche ed i volti di questi? Non t'accorgi che i tuoi propositi sono noti, che la tua congiura viene pregiudicata dalla conoscenza che tutti questi ne hanno? Pensi forse che noi ignoriamo che cosa tu faccia nella prossima notte o in quella precedente, dove tu sia stato, chi tu abbia convocato, quali suggerimenti tu abbia raccolto?

La pronunciò Cicerone (questo è solo il primo pezzettino della prima delle 4 Catlinarie) in Senato. L'incipit è famosissimo, ed è entrato nel linguaggio comune delle persone, fino a qualche anno fa. Certo, non nel linguaggio da sms di oggi... Gli argomenti sono anche di attualità : crisi allora, crisi oggi. Il tramonto della Repubblica, la nascita dell'Impero. E poi Abbadia, con questo titolo, me lo ha riportato alla mente.

Ciao

P.S: allora mi stava sui pianetini, ma oggi, a leggere quel "Cic." in fondo alle pagine delle versioni latino/italiano... beh, che nostalgia. Sto diventando vecchio davvero :--""
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