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Caduta confini

Innanzitutto auguroni a tutti voi!
Come saprete, in questi giorni si sono aperte definitivamente le frontiere verso est.
http://messaggeroveneto.repubblica.it/d ... dRegionale
Quella che un tempo era considerata la "cortina di ferro" ovvero quella linea non solo immaginaria tra i paesi ex-sovietici e l'occidente non esiste piu', o meglio e' stata spostata piu' in la'.
Io vivo a pochi km da almeno tre "sbarre" di confine e fin da piccolo ho vissuto con il timore della "Jugoslavia", visti anche tutti quei strani bunker a nostra difesa sulle nostre montagne, da tempo dismessi.
Negli ultimi 10-15 anni pero', questa diffidenza tra "confinari" e' venuta meno anche per un fatto anche di "necessita'" reciproca.
Noi di la': per il buon mangiare, per i casino', per la benzina e la carne a buon prezzo e adesso sento dire anche per i dentisti meno cari; loro di qua' per i negozi piu' riforniti di sciccherie e ultimamente per il turismo.
Volevo chiedere a voi, che che forse piu' di altri soldati avete avuto l'incarico preciso di difendere quella linea tra popoli, cosa provate oggi che quel limite fisico non esiste piu' (anche se il ruolo dei fanti/alpini d'arresto e' venuto meno da tempo).
“Nobis incedentibus rupes ruunt”
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Sperando che non ci sia più bisogno di muri e cortine, di nessun genere, posso solo dire che altre sono state le amarezze per i Fanti d'Arresto, gli Alpini d'Arresto e i Genieri d'Arresto: secondo il mio modestissimo parere, quello di essere stati DIMENTICATI.

Cordiali auguri :wink:
Maurizio, fante d'arresto ("rottamato" NATO)
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Quando si camminava in montagne presso il confine c'era sempre un certo fascino. L'escursione più gratificante, più estrema, più tutto.
Ti sentivi, eri, nei pressi di un'altra nazione e ci eri arrivato a piedi.
Per non parlare poi del confine jugoslavo con possibili graniciari appostati e racconti,purtroppo veri, sul loro conto.
Altre storie, altri tempi che mi fanno sentire più vecchietto. Raccontare queste sensazioni ai ns figli, ai giovani sembrano racconti da reduci.
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Re: Caduta confini

In merito alla caduta del confine posso dirvi che sul messaggero veneto è stato citato il vallo littorio ed il libro RUPI MURATE in quanto uno dei poliziotti di tarvisio che ha partecipato alla cerimonia è proprio l'autore del libro.
E' stata pubblicata anche una lettera di un lettore che molto generosamente ha voluto pubblicamente ringraziare tutti quei ragazzi d'Italia che nella loro meglio gioventù hanno partecipato alla difesa dei confini della Patria per 50anni. (:-D) .
Con molto rammarico ho notato che invece la TV nazionale non ha dato minimamente peso al grande momento storico avvenuto. L'ultimo muro è definitivamente caduto ma le varie cazzate di natale, l'emergenza gelo di ogni anno che da al cambio all'emergenza siccità  o emergenza alluvione o le ammazzatine varie erano più importanti... scusate...ma che MMMerda!!!

Resta a noi il compito di "trascrivere" la testimonianza del confine di chi l'ha vissuto e dei reparti che lo presidiarono.

saluti

Paolo
"Servire la patria in armi è stato un onore, servire la patria con i colori di Genova è stato un privilegio"
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Re: Caduta confini

Ho seguito in rete la cosa,devo ammettere che vedere le foto on line dello smantellamento del valico di Vrtojba mi ha fatto un certo effetto...

Cito, oltre alla Slovenia i nuovi stati membri area Schengen (personalmente l'effetto e piuttosto simile):

Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Malta

Auguroni a tutti per uno strepitoso 2008

Franco
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Re: Caduta confini

sarà  che per natura sono un bastian contrario però tutti questi confini che non ci sono più non mi piacciono di più di tanto!
tutto "sto volemose bene" mi dà  un certo prurito al fondoschiena
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Re: Caduta confini

In tv non si poteva vedere niente di tutto quanto avvenuto. L'atavica paura di poter "offendere" il signorotto di turno nonchè la reticenza che immancabilmente scatta nel momento in cui si va a trattare argomenti accaduti al di quà  e al di là  di un'innaturale confine(per tutto vedi il caso "foibe")coprono tutto di una pusillamine indiferenza retaggio di una cultura storica post bellica che ha voluto sempre e solo dipingerci come un popolo di oppressori e di infami affamatori e dstruttori di civiltà . Non si sono negati ma si sono volutamente sottaciuti tutti i torti e le umiliazioni patite dalle popolazioni italiane che sui confini hanno per primi pagato caro per le conseguenze di intrallazzi politici e di improvvidi politichesi e in conseguenza di ciò, per decenni, è stata negata al popolo italiano la dignità  di sentirsi tale affosando ogni possibilità  di poter crescere in un paese da chiamare "PATRIA" e con la vergogna (sig)di sventolare il vessillo tricolore. lo sò Cavalli che il volemose bene ti lascia un certo prurito ma la cosa è normale. Non si possono cancellare con un trattato e in una notte, decenni di paure e di diffidenze, di odi e di rancori. Cè una nuova umanità  da ricostruire e la cosa non sara ne facile ne di rapida attivazione.Bisognerà  armarsi di pazienza e cercare, ciascuno di noi e nel suo piccolo, di contribuire alla realizzazione di una nuova era.(:m:)
non rimpianti, ma solo sane nostalgie.
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Re: Caduta confini

cupro ha scritto: Cè una nuova umanità  da ricostruire e la cosa non sara ne facile ne di rapida attivazione.Bisognerà  armarsi di pazienza e cercare, ciascuno di noi e nel suo piccolo, di contribuire alla realizzazione di una nuova era.(:m:)
...non nascondo il mio scetticismo (anche se auspico il contrario) e cito: «L'inferno è lastricato di buone intenzioni.» (Samuel Johnson).

Allego anche una foto in tema fortificazioni...tanto per estremizzare :lol: :lol: :lol:

di nuovo Augurisssimi per un fantastico 2008
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Re: Caduta confini

Gradirei salvare la foto nella cartella dello sbarramento a cui appartiene, ci puoi rivelare il nome.
Solo lo sbarr. non è necessario anche l'opera se non vuoi.
Grazie.
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jolly46
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Re: Caduta confini

La caduta dei “confini”, e specificatamente quelli orientali, mi ha suscitato sentimenti opposti, da un lato soddisfazione, dall'altra un po' di amarezza.
La soddisfazione perché in fin dei conti è una vittoria, una grande vittoria contro quella assurda “cortina” che per anni in nome dell'ideologia aveva diviso l'Europa e coltivato odio fra le popolazioni. Oggi pian piano, tra molte difficoltà  e con tante incomprensioni, cerchiamo, spero, la via per una convivenza pacifica nel rispetto dell'identità  storica e culturale di ciascun paese, comunità , minoranza.
Non mi nascondo peraltro chee questi confini oggi vengono tolti essenzialmente per motivi d'interesse economico.
L'amarezza è per il fatto che, in fondo, i principali artefici di questa caduta dei confini (quelli nostri) in fondo in fondo sono coloro che li hanno difesi fino a ieri, in armi.
In questo frangente nessuno si è ricordato di loro, nemmeno per un semplice grazie.
Io il mio grazie l'ho già  dato da tempo e continuerò a farlo.

Per quelle strane coincidenze della vita, uno dei miei ricordi più indelebili (e che tutto sommato penso abbia inciso nella mia formazione e nelle mie scelte successive) è proprio legato ad uno di questi “confini caduti”, forse il più propagandato e pubblicizzato in questi ultimi tempi: la piazza della vecchia stazione della Transalpina di Gorizia ovvero la stazione di Monte Santo.
Erano gli inizi degli anni 60 e fu la mia prima conoscenza con un confine, ma non era bello e sistemato come in tempi recenti, era un filo spinato buttato lì a dividere una piazza sterrata e dimessa ed allontanare dall'Italia il massiccio ed austero fabbricato della stazione, sul tetto del quale era stata eretta una grande stella rossa, forse a ricordare ed ammonire noi che stavamo di qua dal reticolato.
Oltre l'imponente edificio, guardando ad est ed allargando la visuale da nord e sud, ecco il Sabotino, il Monte Santo, il San Gabriele, più in la' la Selva di Tarnova poi il Carso del Faiti, del Veliki Hribak e via dicendo.
E ripensata oggi quanto era beffarda e bugiarda la scritta su quel cartello a penzoloni sul filo spinato: “confine provvisorio italo-jugoslavo”.
E la mia indelebile immagine della stazione di Monte Santo di quei duri anni ancora troppo vicini alla fine della guerra me la ritrovo identica, con la stessa angolazione, quasi fossi io il fotografo, in una cartolina d'epoca che volentieri qui ripropongo e dove il bianco/nero è ben sinonimo dello stato d'animo che sempre provo a guardarla.

Penso sia difficile per chi non ha vissuto, non ha visto, non ha “sentito” quei giorni, capire il clima pesante di quel confine, la “rabbia” dentro nel vedere ad esempio a Merna, alle porte di Gorizia, il cimitero profanato di fatto da un altro reticolato che divideva anche i morti in italiani e jugoslavi e ti occorreva il lasciapassare anche per mettere dei fiori sulla tomba della persona cara.

Oggi possiamo andare alla “Transalpina” come ad una passeggiata in centro, i più giovani ora ed ancor più fra qualche anno niente sapranno o ricorderanno della storia del nostro dopoguerra e di questo confine impostoci e pomposamente definito “linea Morgan”, perderemo la nostra memoria perché in tanti c'è la paura di raccontare i fatti e preferiscono l'oblio e la gita fuori porta ai casinò di Nova Gorica e dintorni.

Scusate se ho forse ripetuto cose già  dette in passato ma questo è quello che mi è passato ripetutamente, vorticosamente quanto nitidamente in questi giorni.
go montesanto1.jpeg
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..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Re: Caduta confini

Piccola parentesi rispetto alla origine del topic.

Se posso??, riguardo la foto di Q.ta 54.
Foto di una delle stanze del Forte Montecchio nord di Colico.
Giusto per sapere, effetivamente il forte era inserito in un settore di copertura della Guardia alla frontiera?

Bella la testimonianza di Jolly46.
By Forte149

"Nella roccia, come la roccia" motto XI° R.A.P.
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Re: Caduta confini

Top ha scritto: Negli ultimi 10-15 anni pero', questa diffidenza tra "confinari" e' venuta meno anche per un fatto anche di "necessita'" reciproca.
Noi di la': per il buon mangiare, per i casino', per la benzina e la carne a buon prezzo e adesso sento dire anche per i dentisti meno cari; loro di qua' per i negozi piu' riforniti di sciccherie e ultimamente per il turismo..

personalmente ho sempre avuto l`impressione che per chi l`avesse voluto, tale differenza sarebbe potuta venire meno anche molto prima. Io mi ricordo di gente che gia` negli anni 70 varcava il confine ogni fine settimana per andare a fare benzina, comprare carne e pane e fare scampagnate. Bastava un po` di buona volonta` ed imparare qualche parola in sloveno, per scoprire che "dall`altra parte" non vivevano gli alieni.
Io sono vissuto a 2km dal confine, ma non l`ho mai sentita come una "cortina di ferro", piuttosto una seccatura dovuta alla facilita` di sconfinamento(con relativo rischio di lungaggini con qualche pattuglia graniciara) quando si andava a funghi o asparagi.
Come ho gia` scritto in qualche altro post, non era raro dare un passaggio in auto a qualche graniciaro che faceva autostop con tanto di mitra per raggiungere la caserma a qualche km dal confine. Inoltre, ancora negli anni 80 in provincia di Trieste venivano organizzate annualmente manifestazioni chiamate "confine aperto" dove si poteva varcare il confine boschivo addirittura senza documenti, in un atmosfera tranquilla da sagra paesana...mi dite se era possibile una cosa del genere alla vera cortina di ferro?
Trovo che l`equiparazione alla cortina di ferro ed il Muro di berlino (con Vopos e campi minati) sia eccessiva e tipica di un giornalismo che deve a tutti i costi cercare del sensazionalismo.

Non posso che gioire nel vedere una naturale apertura che non puo` che portare arricchimento reciproco a tutte le popolazioni che vivono in questo interessante spazio che vede mescolarsi il mondo latino, slavo e germanico.

Buon anno a tutti!
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Re: Caduta confini

Mariner ha scritto:personalmente ho sempre avuto l`impressione che per chi l`avesse voluto, tale differenza sarebbe potuta venire meno anche molto prima. Io mi ricordo di gente che gia` negli anni 70 varcava il confine ogni fine settimana per andare a fare benzina, comprare carne e pane e fare scampagnate. Bastava un po` di buona volonta` ed imparare qualche parola in sloveno, per scoprire che "dall`altra parte" non vivevano gli alieni.
Io sono vissuto a 2km dal confine, ma non l`ho mai sentita come una "cortina di ferro", piuttosto una seccatura dovuta alla facilita` di sconfinamento(con relativo rischio di lungaggini con qualche pattuglia graniciara) quando si andava a funghi o asparagi.
Come ho gia` scritto in qualche altro post, non era raro dare un passaggio in auto a qualche graniciaro che faceva autostop con tanto di mitra per raggiungere la caserma a qualche km dal confine. Inoltre, ancora negli anni 80 in provincia di Trieste venivano organizzate annualmente manifestazioni chiamate "confine aperto" dove si poteva varcare il confine boschivo addirittura senza documenti, in un atmosfera tranquilla da sagra paesana...mi dite se era possibile una cosa del genere alla vera cortina di ferro?
Trovo che l`equiparazione alla cortina di ferro ed il Muro di berlino (con Vopos e campi minati) sia eccessiva e tipica di un giornalismo che deve a tutti i costi cercare del sensazionalismo.

Non posso che gioire nel vedere una naturale apertura che non puo` che portare arricchimento reciproco a tutte le popolazioni che vivono in questo interessante spazio che vede mescolarsi il mondo latino, slavo e germanico.

Buon anno a tutti!
Bravo Mariner! Mi fa piacere vedere che non sono l'unico a pensarla positivamente!
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Re: Caduta confini

E' 'caduto' il confine ad est, quel confine sconosciuto alla maggior parte degli Italiani, ma che per la gente del luogo, che ha vissuto in prima persona i drammi di 60 anni fa, ha rappresentato un peso al cuore e sofferenza all'anima.
Di fatto il confine qui è caduto ai primi anni '90, quando la Slovenia si rese indipendente dalla Yugoslavia. Da allora i nostri vicinanti hanno fatto un'evoluzione economica/sociale incredibile.
Non era una vera cortina di ferro, però c'era una demarcazione evidente fra popoli che in passato hanno sempre vissuto sotto un'unica bandiera (prima austroungherese, poi italiana) e che ora si vedevano divisi per ragioni politiche, ideologiche e di mercato. Infatti noi si andava di là  a far benzina ed a comprare carne; loro venivano di qua a comprare praticamente tutto, dal vestiario, agli alimenti in genere ed al caffè, agli attrezzi di lavoro, alle suppellettili, ecc. Ricordo le corriere cariche di gente che proveniva dalle parti più lontane della Yugoslavia, mentre i più vicini al confine vi giungevano a piedi o in Zastava (la nostra Fiat 600).
C'è sempre stato quel rapporto di amore/odio. Quella demarcazione fra noi e loro. Non era come recarsi in Cecoslovacchia, superando la vera cortina di ferro, ma era diverso. Andare in Austria non era come andare in Yugoslavia: c'era il reticolato e le guardie armate a ricordartelo.

I mie ricordi sono due in particolar modo.
Il primo è legato alla mia infanzia. Quando con mio padre in automobile si percorreva la strada lungo il lago di Doberdò, dove c'erano quelle strane casette metalliche color verde che contenevano chissà  che cosa, e si attraversava il confine per andar a far benzina. Valico italiano: guardiola ed 1 finanziere. Valico Yugoslavo: casetta con 2 della milica (polizia) ed adiacente casermetta di graniciari sempre armati.
Penso che il confine sia stato più loro nei nostri confronti, piuttosto che una linea di demarcazione fra stati.
Il secondo ricordo è legato all'estate 1991, quando vestivo la mimetica. Loro si sparavano a ridosso del confine e noi militari si andava di pattuglia h24 lungo il confine con l'ansia di sconfinare senza accorgersi, con i graniciari che ti scrutavano con il binocolo e li sentivi di notte scarellare le loro armi.

C'è stata in questi giorni a Trieste la mostra '60 di confine' o qualcosa del genere. L'ho visitata per caso e molto di corsa sabato scorso e riguardava la storia della Polizia di frontiera dal 1947 ad oggi. Molto bella: c'erano manichini in uniformi storiche, insegne storiche di valichi, parecchie fotografie e materiale vario. Ovviamente non avevo la macchina fotografica.
Ma vi allego due scudetti da braccio, pescati in rete ma presenti alla mostra, che rievocano quello della Guardia alla frontiera.
Stefano
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Re: Caduta confini

Non riesco a inserire immagini formato bmp

Ma i patch li potete vedere qui.
http://stores.ebay.it/MILITARY-WORLD_Ad ... ubZ7153431
Stefano
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