Pure i russi! Solo noi non riusciamo a fare qualche piccola cosa. Non dico come gli svizzeri ma anche i segretissimi russi ci fregano!
Solo ora ho trovato un po' di tempo per copiare un articolo tratto dal Corriere della Sera questa estate (sabato 18 agosto).
Mezza pagina con 3 piccole foto a colori e una piantina.
Leggermente abbreviato:
Top Secret- Il bunker della Guerra Fredda dentro le viscere della capitale.
Mosca-La stradina dietro la piazza Taganskaja,a poca distanza dal remlino ha conservato il suo anonimo aspetto post-sovietico. Così la palazzina bianca all'angolo non si distingue dalle altre,se non fosse per quel cancello verde collocato di lato,sormontato da una grande stella rossa.
Ma la superficie inganna perché sotto quella casa si cela il Centro di Comando Sotterraneo Taganskij,uno dei luoghi più segreti della storia dell'Urss: una città scavata nelle viscere della terra e progettata per resistere a un attacco nucleare. Da qui,in caso di conflitto atomico,sarebbe stato coordinato lo sforzo di difesa della patria sovietica.
Il Centro fu abbandonato nel 1995 ma solo ora è stato aperto al pubblico,che può visitarlo su appuntamento.La prima sorpresa è la casa stessa: è finta. Esiste solo la facciata:dentro c'è una grande cupola che sigilla l'immenso rifugio anti-atomico. Per decenni gli abitanti di quel quartiere non hanno mai sospettato quale realtà si celasse dietro quelle mura.
Dopo esserci registrati e aver ricevuto la copia di un pass del ministero della difesa sovietico,si entra nell'ascensore che porta a 65 metri di profondità . All'uscita nel sottosuolo,un cartello elenca le regole da seguire: prima di tutto mai staccarsi dalla guida per evitare di incorrere in qualche pericolo. Per il tour si indossa un mantello verde oliva dell'armata rossa, che serve più a far scena che a proteggere dall'umidità . All'ingresso del primo corridoio, un contatore Geiger degli anni 60 ancora funzionante rivela l'eventuale presenza di radiazioni. Poi ci si addentra nel labirinto sotterraneo. Immensi tunnel corazzati da lamiere rossastre si intersecano sottoterra. Porte d'acciaio spesse un metro siglillano i diversi ambienti. Ci sorprende la qualità dell'aria assicurata da un efficace sistema di ventilazione.Nei sotterranei si sente il rumore della metropolitana. Cavi si intrecciano sul pavimento o pendono dalle volte, improvvise deviazioni si perdono nel buio.
La costruzione del Centro fu avviata nel 1951,ancora sotto Stalin, ma venne completata solo nel 1956. Lo scopo della struttura,operativa 24 ore su 24, era di assicurare le comunicazioni dei vertici del paese in caso diattacco nucleare. In uno spazio di 7000 mq lavoravano in permanenza 1500 persone con la possibilità di ospitarne fino a 2500.
Negli anni 60 venne attrezzato per ospitare 5000 persone per 3 mesi in piena autonomia in caso di apocalisse nucleare. L'elite del paese sarebbe sopravvissuta grazie a ingenti quantità di scorte e a un sistema di purificazione dell'aria. Alla fine degli anni 80 il Centro perse la sua funzione chiave e nel 1995 venne decommissariato. L'anno scorso è stato acquistato da una ditta privata che lo sta strasformando in un museo della Guerra Fredda. Già ora si può visitare una collezione di strumenti di comunicazione che popre decenni di attività del Centro. Il tutto presentato con una miscela di appello alla pace mondiale e nostalgia per la potenza sovietica. Il Centro è prima di ogni cosa un monumento alla potenza della patria. E fanno capire che se questa struttura è diventata un museo, altre analoghe sono in piena attività a Mosca e nel resto del Paese.