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Morto Domenico Troilo

ehm la pubblico così come la si trova sull'Ansa....

"""""

CHIETI - La Resistenza ha perso un suo protagonista: a 85 anni è morto l'ex vicecomandante e guida militare dei partigiani della "Brigata Maiella", l'abruzzese Domenico Troilo. Il suo fu un gruppo dai contorni eccezionali: unica formazione partigiana decorata con medaglia d'oro al valor militare e la prima ad essere inquadrata nell' esercito alleato.

Troilo si è spento nell'ospedale di Lanciano, in provincia di Chieti, dopo essere entrato nei libri di storia come comandante di una banda partigiana "apartitica" che ha combattuto al fianco di inglesi e polacchi per liberare dall'oppressione nazista parte dell'Italia centro-settentrionale senza giurare fedeltà  ai Savoia, che ritenevano responsabili del caos provocato dall'armistizio. Dopo aver liberato l'Abruzzo, la brigata risalì la penisola entrando per prima a Bologna e arrivando nel maggio del '45 ad Asiago. Furono ''i nuovi 'mille d'Italià ", come li definì l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del 60/o anniversario delle loro gesta. Ciampi, che in Abruzzo condivise le sorti della Brigata Maiella, due anni fa scorse in quella formazione la "testimonianza della forza di quei valori civili che soli possono dare fondamento e alimento al coraggio militare".

La "Maiella" fu anche l'unico gruppo partigiano ad avere combattuto fuori dai confini di costituzione, inseguendo i nazifascisti lungo quattro regioni. Omonimo del comandante-fondatore ma non-combattente Ettore, morto nel 1974, Domenico si distinse per atti di eroismo, capacità  tattica e due ferite. Oggi anche il segretario dei Ds, Piero Fassino, si è unito "al cordoglio di quanti piangono la scomparsa di Domenico Troilo che, insieme a Ettore, appartenne a quella generazione che con le armi in mano riconquistarono all'Italia dignità , libertà  e democrazia". "Se da sessanta anni - ha aggiunto Fassino - l'Italia è una nazione libera e democratica lo si deve a quanti, come i Troilo, riscattarono l'onore del Paese con il loro coraggio e la loro generosità ".

I Ds abruzzesi hanno ricordato che l'ex comandante ha sempre diffuso senza risparmio "la memoria di tutta la Resistenza abruzzese". Alla figura di Troilo ha reso onore anche Geremia Mancini, segretario abruzzese del sindacato di destra Ugl e, per primo, il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, che ha ordinato di listare a lutto le bandiere dell'Ente regionale sino ai funerali previsti per domani pomeriggio nel Paese natale, Gessopalena (Chieti), perché la 'Maiella' "ha segnato la storia di questa regione e dell'Italia intera". Al momento del suo scioglimento e massima forza, la 'Maiella' contava circa 1.500 combattenti regolarmente inquadrati ma senza le stellette sul bavero: le decorazioni erano state sostituite da un nastrino tricolore perché i volontari erano tutti repubblicani che non volevano giurare fedeltà  ai Savoia e forse per questo furono insigniti della medaglia solo nel 1963.

LA BRIGATA MAIELLALa Brigata Maiella è stata l'unica formazione partigiana decorata con medaglia d'oro al valor militare. "Apartitica", è stata anche l'unico gruppo partigiano ad avere combattuto fuori dai confini di costituzione ed il primo ad essere inquadrato nell' esercito alleato. Domenico Troilo fu il vicecomandante e "capo militare", in pratica l'uomo d'azione sul campo, della brigata fondata da Ettore Troilo, con cui condivideva solo il cognome senza esserne affatto parente, che fu il "comandante" perché fondatore e ideologo della formazione. Lo ricorda il giornalista abruzzese e autore di saggi storici Marco Patricelli che nel suo volume "I banditi della libertà . la straordinaria storia della brigata Maiella. Partigiani senza partito e soldati senza stellette" (Utet) ha ricostruito le vicende della formazione fondata il 5 dicembre 1943 appunto da Ettore Troilo, avvocato socialista ed ex segretario di Giacomo Matteotti, con 15 volontari e guidata in battaglia da Domenico, ex ufficiale della Regia Aeronautica. Al momento del suo scioglimento, la formazione contava circa 1.500 combattenti regolarmente inquadrati ma senza le stellette sul bavero: le decorazioni erano state sostituite da un nastrino tricolore perché i volontari erano tutti repubblicani che non volevano giurare fedeltà  ai Savoia. Nella sua risalita dall'Abruzzo verso gli altipiani di Asiago, la brigata il 21 aprile 1945 entrò a Bologna insieme all'armata polacca.
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direi che questa notizia non c'entra con lo spirito del forum o mi sbaglio?
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direi che questa notizia non c'entra con lo spirito del forum o mi sbaglio?
volevo vedere se qualcuno aveva qualcosa da aggiungere alla notizia, dato che leggendola ero rimasto un pochetto perplesso...
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axtolf ha scritto:
direi che questa notizia non c'entra con lo spirito del forum o mi sbaglio?
volevo vedere se qualcuno aveva qualcosa da aggiungere alla notizia, dato che leggendola ero rimasto un pochetto perplesso...
beato te ! io sono andato fuori dei gangheri!
va bè essere repubblicano, però senza stellette mi sembra un po troppo!
lasciamo perdere quel che è stato è stato!
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Federico
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Pffff!

Tradizionalisti e retrogadi, siete. Incapaci di apprezzare le diversità .

Ciao 8) :lol:
Art. Federico
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E' la nemesi storica, e se non basta, la nemesi geografica, e non basta....
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linzen
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axtolf ha scritto:E' la nemesi storica, e se non basta, la nemesi geografica, e non basta....
basta, basta compagno sindaco!
Andrea68
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Io invece non capisco lo spirito delle vostre osservazioni, a parte l'aperta ostilità . Visto che non siete dei carbonari e che questo forum è pubblico spiegatelo anche ai passanti: cos'è che non vi garba?
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Federico
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Andrea68 ha scritto:Io invece non capisco lo spirito delle vostre osservazioni, a parte l'aperta ostilità . Visto che non siete dei carbonari e che questo forum è pubblico spiegatelo anche ai passanti: cos'è che non vi garba?
Esempio: come fai a dare la MOVM ad un non militare (non portavano le stellette)?

Ciao
Art. Federico
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Luigi
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Una precisazione: tutte le decorazioni a partigiani/patrioti furono al Valor Militare, o cos' mi sembra di aver capito.

Domande in ordine sparso.
Se uno non vuole le stellette, che comunque non sono "decorazioni" tipo quelle dell'albero di Natale, perchè poi accetta le medaglie?
Perchè a quelli che non vollero le stellette si, e a quelli che portarono il gladio con l'alloro no?
Ma non erano abbastanza i primi, di "mille"?
Mandi.
Luigi
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Scusate se vado controcorrente o se magari vedo la cosa da altra angolazione.
Ma siamo sicuri che questa storia delle stellette sia vera od invece sia un'invenzione postuma?
La "Maiella" era una formazione partigiana, ergo ed indipendentemente dal "colore politico" non poteva portare le stellette, non essendo una unità  regolare del Regio Esercito.
Che poi i suoi componenti fossero antifascisti ed antimonarchici è un'altra storia.
Pensate che tutti i paracadutisti della "Nembo" del Regio Esercito cobelligerante fossero antifascisti?
Ho la sensazione che la storia delle stellette non volute sia un'ottima "storiella" postbellica, non si dice e non si scrive mai ma moltissimi comandanti partigiani (anche dei vertici regionali e zonali) erano Ufficiali inferiori e superiori del Regio Esercito "monarchico".
Se non ricordo male il responsabile del CLN dell'Italia centrale, quindi anche con giurisdizione sulla "Maiella" era il Col. De Michelis che, passato il fronte, divenne il Capo di Stato Maggiore del Gruppo di Combattimento "Folgore". E ci sono altri esempi.
Penso che ci sia molta più contiguità  fra formazioni partigiane e reparti regolari di quanto si sia voluto fino ad oggi far credere.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
Andrea68
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Da non militare la questione delle stellette mi sembra secondaria. A mio modo di vedere i fatti sono più importanti delle apparenze, e le azioni che hanno compiuto erano di carattere militare, e come tali trovo giusto che siano riconosciute, per la "Maiella" e tutti gli altri partigiani.

Quanto a quelli col gladio e l'alloro, le loro decorazioni le avranno ricevute dalla RSI. L'attuale Repubblica Italiana è figlia della Resistenza, loro nemica. Va bene il rispetto per chi ha combattuto, ma non vedo perchè dovrebbero riceverne l'elogio.
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jolly46 ha scritto:Scusate se vado controcorrente o se magari vedo la cosa da altra angolazione.
Ma siamo sicuri che questa storia delle stellette sia vera od invece sia un'invenzione postuma?
La "Maiella" era una formazione partigiana, ergo ed indipendentemente dal "colore politico" non poteva portare le stellette, non essendo una unità  regolare del Regio Esercito.
Che poi i suoi componenti fossero antifascisti ed antimonarchici è un'altra storia.
Pensate che tutti i paracadutisti della "Nembo" del Regio Esercito cobelligerante fossero antifascisti?
Ho la sensazione che la storia delle stellette non volute sia un'ottima "storiella" postbellica, non si dice e non si scrive mai ma moltissimi comandanti partigiani (anche dei vertici regionali e zonali) erano Ufficiali inferiori e superiori del Regio Esercito "monarchico".
Se non ricordo male il responsabile del CLN dell'Italia centrale, quindi anche con giurisdizione sulla "Maiella" era il Col. De Michelis che, passato il fronte, divenne il Capo di Stato Maggiore del Gruppo di Combattimento "Folgore". E ci sono altri esempi.
Penso che ci sia molta più contiguità  fra formazioni partigiane e reparti regolari di quanto si sia voluto fino ad oggi far credere.
Non saprei.

Ciò che mi chiedo è: se la Maiella era parte dell'armata degli Alleati, rispondeva o no anche al CLN?

In effetti rifiutare una cosa che non si poteva portare (a meno che quelli della Maiella non abbiano rifiutato una loro integrazione nelle FFAA del Regno del Sud, forse in questo sta il loro "rifiuto delle stellette") sa un po' di volpe e l'uva. E comunque direi che la domanda di Luigi resta: che coerenza c'è nel "rifiutare le stellette" (simbolo delle FFAA Italiane), pur tenendo conto delle tue giuste oservazioni, e accettarne le onorificenze?

Ciao
Art. Federico
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Andrea68 ha scritto:Da non militare la questione delle stellette mi sembra secondaria. A mio modo di vedere i fatti sono più importanti delle apparenze, e le azioni che hanno compiuto erano di carattere militare, e come tali trovo giusto che siano riconosciute, per la "Maiella" e tutti gli altri partigiani.

Quanto a quelli col gladio e l'alloro, le loro decorazioni le avranno ricevute dalla RSI. L'attuale Repubblica Italiana è figlia della Resistenza, loro nemica. Va bene il rispetto per chi ha combattuto, ma non vedo perchè dovrebbero riceverne l'elogio.
Guarda, Andrea, ti dico solo una cosa. L'Italia di oggi ha almeno un paio di altri genitori, oltre a quello da te citato. E con ruoli ben più importanti, sotto tutti i punti di vista, di quelli svolti dalla resistenza. Perchè, allora, limitarsi ad indicare sempre e solo i partigiani?
Art. Federico
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Quanto a quelli col gladio e l'alloro, le loro decorazioni le avranno ricevute dalla RSI. L'attuale Repubblica Italiana è figlia della Resistenza, loro nemica. Va bene il rispetto per chi ha combattuto, ma non vedo perchè dovrebbero riceverne l'elogio.
In base a quale principio? L'Italia attuale non è figlia della sola resistenza, ma è figlia di una guerra civile, in cui si sono fatti tanti pasticci. Dire che l'Italia di oggi è figlia dei partigiani è un po' riduttivo non credi?
E i reparti RSI che hanno difeso i confini dalle mire espansionistiche di Francesi e Titini, tanto per fare un esempio, non hanno fatto l'Italia come la conosciamo?
E i reparti del CLN non hanno fatto l'Italia?
A essere sincero credo che sia ai militari dell'RSI che a quelli del CLN, imporebbe (importava) non le medaglie, ma veder per lo meno riconosciuto il loro ruolo, non meno di quanto è stato fatto per i partigiani o presunti tali (dato che alla fine delle guerra i partigiani si sono moltiplicati, dato che conveniva molto dichiararsi tali).
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