Leggendo e spulciando qua e la i post, i reply e i messaggi vari, mi è parso di capire che buona parte degli iscritti abbia qualche anno in meno rispetto a me, che ne ho quasi 32.
L'idea me la sono fatta osservando gli scaglioni.
Arriviamo al punto.
Mercoledì mattina (26/2) sono stato invitato a discutere con i ragazzi delle quinte, presso l'Istituto Tecnico che ho frequentato circa 14 anni fa.
Ho già fatto questa esperienza circa tre anni fa, e mi ero "smontato" per il gap generazionale (...c'erano solo 7/8 anni di differenza, ma un abisso in fatto di idee). Ovviamente la discussione dovrebbe riguardare quasi esclusivamente l'esperienza tecnica e di lavoro, ma va da se, come l'altra volta, che ci andranno a finire in mezzo ideali etc etc.
A sensazione e sull'esperienza dell'altra volta, saranno tutti ragazzi sollevati dal non dover fare il militare prima di buttarsi nel mondo del lavoro, cosa che per qualcuno di voi è stata invece una scelta volontaria.
La volta scorsa mi ero beccato del "convinto" da un mio coetaneo, che frequentava l'istituto "ai miei tempi", e che ora fa l'assistente di laboratorio (e che non si è fatto la naja); ..in pratica in tono scherzoso, in piena epoca di "occupazioni", mi ero velatamente beccato del fascista da quelli che erano i vostri coetanei.
Allora sorrisi e la smorzai, anche perchè sono idealmente e dichiaratamente sinistroide (anche se la mia sinistra è la sinistra degli operai che si smazzano 10 ore al giorno per tirare avanti, non di chi si fa mantenere a scuola da mamma e papà , ma questa è un'altra storia).
Però, al di la del militare, mi piacerebbe portare una sferzata a 'sti zombi, che li vedo così diversi da voi.
Io credo che, in generale, chi ha avuto modo di staccarsi dalla famiglia per farsi un'anno in mezzo a persone sconosciute con cui dover obbligatoriamente convivere sottostando a regole ferree, si ponga in modo molto più positivo anche nel mondo del lavoro (mi riallaccio a vari post che hanno già parlato di questo).
Che gli racconto a 'sti giovincelli? ditemi voi che avete scelto volontariamente la strada più dura (naja/obiezione)
Non devi farti influenzare da quelli che prendono la parola e ti rovesciano addosso tonnellate di frasi fatte, da "un altro mondo è possibile" a "no logo", magari con la Coca Cola in mano ed i Levi's addosso.
Prova ad osservare chi rimane in silenzio, e prova a coinvolgerlo: vedrai che quasi certamente non sarà allineato e coperto con il verbo ufficiale, ma avrà idee almeno in parte "originali". Purtroppo il coltivare idee non conformiste porta spesso all'emarginazione all'interno di quel "branco" in miniatura che è una classe, e non tutti, a 16 o 17 anni, hanno la forza di opporsi all'omologazione strisciante (come invece di solito facevo io).
Più in generale, moltissimi sono i giovani che mi sembrano aver perso uno degli stimoli fondamentali nella vita, e cioè la capacità di sognare: non solo i sogni ad occhi aperti, tipo quelli di cambiare il mondo che si fanno a diciott'anni, ma anche quelli "spiccioli", che magari non si nutrono di parole gonfie di retorica, ma che però danno un senso a tutta una vita. E la causa di questo fatto, che come dici bene rende molti simili a degli zombies, non è altro che le troppe comodità di cui siamo circondati, l'avere tutto a portata di mano o di tasto, il non essere più abituati al minimo sacrificio per ottenere qualcosa (e magari un sinistrorso par tuo potrebbe aggiungere che una mandria di vitelli da ingrasso fa comodo a molti... ).
Ricordo, sotto naja, cosa significasse anche solo un pasto caldo dopo ore ed ore passate a marciare nella neve con trenta chili di zaino, od una doccia, anche fredda, dopo una giornata di servizio al pezzo, quando si finiva coperti di grasso, olio, terra e pittura mimetica; e proprio la naja, e certo non la società detta "civile", mi ha insegnato che, se nella vita non c'è nulla di facile, sono però anche pochissime quelle cose impossibili da realizzare.
Perchè, come dicono al 22nd, the SAS Regiment, "Who dares wins".
Mandi.
Luigi
P.S.: tanti fra gli obiettori hanno fatto una scelta di comodo, sperando ovviamente di svangare la naja od addirittura, soprattutto negli ultimi anni, di essere lasciati a casa per mancanza di fondi; d'altronde anche molti tra coloro che sceglievano il servizio militare poi si facevano raccomandare per finire nella caserma sotto casa, salvo poi lamentarsi per aver buttato un anno.
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Spero che dopo questo intervento non mi buttiate fuori dal forum!
(infatti ci ho pensato un bel po’, prima di scrivere)
Premesso che
ho fatto il militare (426 giorni) come Alpino (niente raccomandazioni) Incarico 30/C porta arma mitragliatore (MG42/59) nel 1969 in Alto Adige, al termine del periodo degli attentati , quando quindi si era operativi e si facevano le guardie con i colpi nel caricatore.
Non ho fatto lo scritturale, ne l’addetto ai reparti comando e neppure lo spaccista
Ho fatto un campo invernale (20 giorni) ed un estivo (18 giorni fisso e 220 mobile) girando un bel po’ di montagne dell’Alto Adige
Non ho mai staccato alle 17,30 (da soldato semplice un giorno su 4 guardia notturna o corveé e da CM un giorno su 7 picchetto notturno, oltre i servizi di compagnia)
Ho fatto 5 manovre a fuoco (2 notturne)
Ho fatto pattuglie e scorte armate varie (sempre on armi cariche, non di rapprestanza)
Ho sparato
48 colpi di Garand 65 di Fal 962 di MG
Ho tirato 2 SRCM
Nel mio piccolo ho rappresentato l’Italia in un momento, ed in una zona, dove gli italiani non erano ben visti (tranne che non fossero turisti paganti).
Ho anche tenuto 3 lezioni alle mie sorelle di naja per cercare di spiegare cos’è la costituzione, visto che gli ufficiali non ne avevano voglia,o forse non la conoscevano
Penso quindi di aver fatto il mio dovere, visto che ho anche fatto carriera(??) (congedo come CM idoneo al grado di sergente).
Ho anche però visto tante cose che non mi sono piaciute, tipo lo spreco di risorse e di possibilità di utilizzare in modo positivo il periodo di naja.
PERà’ DICO: AVREI POTUTO INVESTIRE MEGLIO (ANCHE PER IL MIO PAESE ) QUEI MESI e le esperienze che ho fatto sotto naja le avrei potuto fare da altre parti.
Si potrebbero scrivere tonnellate di carta su questo argomento, ma limitandomi a un commento veloce direi che la maggior parte delle persone che incontrerai avrà un difetto fondamentale, quello di essere figli di un'epoca in cui tutto è dovuto e in cui tutto quello che si vede si può toccare.
Io oltre a osservare i figli ho osservato i genitori e vedo che non sono molto diversi. I genitori sono gli stessi che parcheggiano dove capita, che ti sorpassano sulla corsia d'emergenza in autostrada, che non dicono nulla quando il figlio si comporta male.
Cosa puoi dire loro? Secondo me dovresti dirgli che le cose non hanno nessun senso se non sono sudate, che una cosa che nella vita nessuno regala niente, che poi quando si cresce le cose cambiano. Spiegagli che le comodità non sono un valore assoluto, ma sono una facilitazione alla vita, non tutta la vita, che avere ambizioni è importante e costruisce le persone che un giorno dovreranno il loro posto d'onore nella società .
Wintergreen, io ho fatto lo scritturale, dovevo essere istruttore ma non è andata così. L'ho fatto in tempi diversi dai tuoi. Potevo scegliere l'obiezione e finire facilmente a casa perchè avendo moltissime attività di volontariato avevo le conoscenze giuste. Ho scelto il militare, e mai avrei pensato di finire negli alpini.
Mi trovi d'accordo su quello che hai scritto, con quasi tutto. Se devo guardare alla mia esperienza personale, ho trovato un modo eccezionale per passare quei mesi, perchè sennò tutti noi non ci conosceremmo perchè questo sito non esisterebbe.
Lavorando in vestizione, ho però visto moltissimi sprechi e moltissime soldi buttati nel cesso senza nessun motivo. Nella mia caserma ho visto moltissime cose sprecate perchè acquistate per niente o acquistate e non utilizzate.
Anche io sono d'accordo, avrei potuto essere piu' utile allo Stato in maniera diversa, lo Stato avrebbe potuto investire meglio i nostri soldi, ma sono felice di aver fatto quella esperienza comunque.
Non ero tra quelli che avevano bisogno di capire il senso del sacrificio e dello sbattersi per avere qualcosa, quindi penso che da questo punto di vista non ci siano stati cambiamenti.
Dico che la naja mi è servita per le amicizie e per questo sito, non per altro.
Sinceramente non avevo intenzione di partecipare a questa discussione, credo che le mie idee siano “sorpassate” e non c’entrino nulla con i tempi attuali.
Proverò a buttare giù qualcosa anche se come dice Ax potremmo scrivere o discutere per anni.
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Io credo a questo dettato costituzionale e quindi sono per un servizio militare di tutti i cittadini, tutti devono essere preparati ed addestrati; teniamo anche conto dell’estensività del concetto ovvero non pensiamo solo alla difesa armata, ma anche alla difesa della nostra cultura, civiltà , modello sociale, e via dicendo (parlo di Italia ma se volete possiamo allargare il concetto all’Europa).
Quindi osserviamo questa parte della Costituzione così come vogliamo che siano rispettate tutte le altri parti, tutti gli articoli sono importanti, non qualcuno di più o qualcuno di meno.
Poi possiamo obiettare quanto vogliamo su come questo dettato viene applicato, su come la struttura a ciò preposta è articolata ed organizzata (domanda: ma la altre strutture pubbliche ed anche molte non pubbliche sono veramente migliori o è meglio stendere un velo pietoso? Almeno nelle Forze Armate esista una traccia di gerarchia e responsabilità che altrove latita ………).
Forse rispetto a voi tutti sono quello che conosce meglio le storture ed i malfunzionamenti dell’organizzazione militare, sono cresciuto in caserma, stavo in un paesino dove i militari erano 4:1 rispetto ai civili, da “grande” ho fatto l’Ufficiale di complemento e dopo sono rimasto a contatto con l’ambiente sia per amicizie che per attività istituzionali.
Cosa devo dirvi, che mio padre, che da 20 anni che è in pensione da Maresciallo Aiutante paga sempre l’affitto di casa mentre molti suoi colleghi (guarda caso addetti alle mense ed ai magazzini) già 30 anni fa se ne stavano in villa?
Oppure che quando avevamo in linea gli M-47 a benzina, la notte c’era la fila ai parcheggi per svuotare i serbatoi? E quante altre se ne potrebbero dire!
Ma guardate che le Forze Armate sono lo specchio fedele della nostra società , anzi per esperienza mi pare che nel “civile” le ruberie siano ancora più consistenti e con un’arroganza inarrivabile.
Ma tutto questo pur grave, gravissimo, non ha niente a che fare con il Dovere richiesto, anche se questo Dovere alla fine si riduce a compiere piccoli atti che sembrano non significare nulla ma che sono invece un tassello di un disegno più ampio.
Ai giovani d’oggi cosa dire? Credo sia molto difficile affrontare con loro un discorso sui diritti e doveri, perché soprattutto questi ultimi sono diuturnamente ignorati dai loro stessi genitori che per non affrontare la fatica di una giusta educazione preferiscono passare sopra a qualsiasi atteggiamento sbagliato dei propri figli. La musica continua poi a scuola dove ci si guarda bene dall’insegnare i Valori od altre amenità del genere: più importante fare qualche corso sperimentale per la vanagloria dell’insegnante.
Personalmente non sono in grado di dare concreti suggerimenti su cosa serva oggi un anno di militare, scivolerei inevitabilmente nei discorsi su Doveri e Valori, incomprensibili o indifferenti ai più. Comunque nei messaggi che mi precedono ci sono degli interessanti spunti che ritengo di condividere.
Come si fa’ a spiegare oggi che certe cose si fanno per la Bandiera senza nulla chiedere e senza nulla pretendere?
Io credo che stiamo arrivando al dunque, ovvero rispetto a come la penso io. Avete tirato in ballo i genitori, e secondo me quella è la quadratura del cerchio.
E in tutto ciò come si pone l'anno di naja? Ovvio. La naja rappresentava il primo vero distacco da casa, dove il pulcino doveva mettere su i denti non dico per sopravvivere, però per imparare ad arrangiarsi. Ho visto un ragazzo che pensavamo fosse "poco normale" (sinceramente tutti pensavamo che fosse un pò tocco), sempre assistito e riverito da mamma , partire per Merano. Quando è tornato non era più lui. Era un ragazzo "normale".
Noi genitori di oggi (ho una bimba di 5 anni e un bocia in arrivo) aggiungiamo l'arroganza e la maleducazione all'iperprotettività . Bisognerebbe spiegare ai genitori, per fare un esempio, che mantenere in vacanza per tre mesi estivi un pistolone di 16/17 anni è un danno prima di tutto per lui.
L'anno scorso avevo in stage un .... di 18 anni (che ne dimostrava 12). Poichè stavamo terminando i collaudi di un nuovo macchinario presso un centro sperimentale, avevo l'occasione di portarlo con me; avrebbe potuto vedere la replica ridotta e perfettamente funzionante (scala 1:2) del braccio installato sullo Shuttle (fabbricato dalla canadese SPAR Aerospace) giusto per darvi l'idea di quello che questo nascente tecnico poteva toccare con mano.
Il giorno prima di andare (tutto spesato ovviamente) mi contatta la madre e mi chiede se per pranzo si sta fuori.. a dire il vero si stava via pure a dormire con ogni probabilità . Morale. Il pischello ha terminato lo stage in piscina, io gli ho firmato le presenze, con buona pace per me che non l'avevo fra i coglioni, di mamma che non lo vedeva "faticare", e sua che non gli pareva vero di cavarsela così a buon mercato. Ah gli ho dovuto pure dare il voto: davanti a sua madre gli ho chiesto che voto si sentiva di chiedermi (io glie l'avrei comunque dato).. praticamente il massimo, lascio a voi ogni commento sul senso di responsabilità .
15 anni orsono si era presentata l'occasione di seguire per una giornata intera i controlli non distruttivi eseguiti sui particolari dei Tornado di stanza a Ghedi, per poco non ci scanniamo visto che i posti erano limitati.
Sinceramente penso che invece di abolire la naja, era opportuno riportarla a 36 mesi, visti i tempi che corrono (e non mi riferisco di certo alla guerra).
Poi, il fatto che ci siano ingiustizie svaccamenti ruberie (dice bene Jolly quando sostiene che le Forze Armate sono lo specchio della società civile) è un'altro discorso... la vita in fondo è questa.
Penso che non ci andrò all'incontro, sarebbe come parlare al vento. Nel mio sperduto paese di campagna, quasi in riva al Po, a 10 anni si cominciava ad andare a raccogliere i pomodori, pagati a cassette. Ma non era un'eccezione, era una cosa normale che valeva per tutti, così come lo era andarsi a fare la naja. Questi qui se gli racconti una cosa del genere ti ridono in faccia.
Così si crea una generazione di debosciati e di falliti.
Hellis ha scritto:
...
Così si crea una generazione di debosciati e di falliti.
Buona settimana a tutti.
Ecco Hellis: questo potrebbe essere un ottimo inizio per il tuo colloquio. Dì loro, papale papale, che sono un branco di debosciati destinati al fallimento.
L'idea secondo me, molto immodestamente, sarebbe proprio questa: far loro capire che anche se loro hanno la fortuna di non doversi fottere (termine che uso nel suo più puro senso "da Caserma") come hanno dovuto fare i loro genitori (poco), i loro nonni (tanto) e i loro bisnonni (da morire) ciò non significa affatto che i loro predecessori su questa terra fossero una massa di imbecilli senza ideali, un branco di pecoroni pronti a seguire gli ordini di chicchessia. Avevano degli obiettivi: mettere insieme il pranzo con la cena, mettere su casa e famiglia eccetera. Il loro comportamento, il loro modo di agire e di sentire ha un solo effetto: quello di sputare sulla loro memoria.
Già l'ho scritto in un altro post: i nostri nonni si sono "sparati" in alcuni casi due o tre guerre: non che sia una cosa da augurare a chicchessia però è la diversa disposizione di spirito che caratterizzava quelle generazioni che quelle generazioni ha reso grandi rispetto alle attuali giovani leve. Loro, i nonni, hanno imparato sulla loro pelle che non si ha nulla per nulla, questi di oggi (e la "colpa" non è solo dei genitori: i mass media ci mettono molto del loro) si sono trovati la pappa pronta e viene loro inculcato che hanno diritto a tutto, senza nessun conto da pagare.
Quel tuo "stagista mammone" tra non molti anni credo proprio che si ritroverà a guardarsi allo specchio e ci vedrà una persona debole. Debolezza della quale potrà ringraziare una sola persona, oltre a se stesso: sua madre.
Anni dopo il mio ritorno da militare i miei fratelli (che per motivi di salute non hanno fatto il militare) mi hanno raccontato le "tragedie" che mia madre faceva in casa quando io ero a naja. Poverina: era angosciata perchè il suo "bambino" (io) non era riuscito a telefonare a casa per tre giorni da quando era partito perchè le cabine erano intasate dalla massa (bei tempi!!) di reclute. Oppure perchè appena lui si cominciava a sentire tranquillo in quel di Merano all'Edolo, lo trasferirono da quei pazzi scatenati della 40 dove gli fecero di tutto, anche saltar giù dagli elicotteri come se fosse Rambo.
Non mi disse mai nulla. Niente di niente. Nemmeno un fiato sulla sua angoscia: io il militare lo dovevo fare, punto e basta, che a lei, a me o a chicchessia piacesse o meno. Era un mio preciso Dovere per me farlo e per lei "sopportare" che io lo facessi e i Doveri, fu insegnato pure a lei, vengono prima di tutto, prima dei Diritti e dei piaceri. Prima fai e poi, semmai, se proprio non puoi evitarlo, chiedi.
Però, ad essere onesti, devo anche dire che non è che la generazione dei maturandi attuali sia poi così differente dalla mia: del mio gruppo di amici della V Scientifico solo uno fece il servizio militare (indovinate chi...), un altro si fece un anno nei Vigili del Fuoco (tanto di cappello: lui almeno si fece raccomandare per fare qualcosa) TUTTI gli altri fecero in modo di sfangarla. Di questi solo uno aveva i requisiti per ottenere l'esonero per motivi fisici (insufficienza toracica), gli altri... beh siamo in Italia, no? Quel Paese, davvero eccezionale, dove non vive un Popolo, am una massa di individui, e dove i furbi vincono sempre.
Saluti
P.S.: mi stavo chiedendo come mai stiamo rispondendo solo (o quasi) noi "vecchietti" a questo thread...
MI associo a Jolly nel definirmi sorpassato nelle idee anche se anagraficamente sono un po' più giovincello; sono uno che si commuove quando sente l'inno nazionale, se poi è associato ad un'alzabandiera (RIGOROSAMENTE ITALIANA) gli occhi mi diventano lucidi e mi viene il groppo in gola.
I miei genitori mi hanno insegnato l'amor patrio ed il rispetto per le idee altrui, la storia mi ha fatto apprezzare queste cose ed oggi ringrazio se so cosa è una Patria e se mi sento fortemente radicato alla mia.
E' difficile mettersi sullo stesso piano di qualcuno che non sa cosa è una Patria, cosa è il rispetto per le idee altrui e che molti sono morti per la difesa di un'idea; nessun genitore di questi "pistoloni di 18 anni" ha avuto il tempo di allevare i propri figli, sono stati allevati a TV, merendine, Jeans all'ultima moda e Nike.
E' normale che di fronte a qualcosa di non omologato, o non appartenente alle sue verità , un 18 enne si sollevi protestando; non vi ricordate come eravate voi a 18 anni?
Io protestavo!!
Lo scontro frontale non serve a nulla e fa restare tutti sulle proprie posizioni, l'unica alternativa è quella di trovare un argomento in cui le idee possano essere condivise, guadagnarsi la fiducia della platea e quindi aprire le menti, poi passare anche ad argomenti che portano inevitabilmente a discussioni, ma una volta aperto il canale ricettivo della platea poi è difficile richiuderlo.
Io sono un appassionato di musica, guarda caso Rock di 30 anni fa, e lo trovo sempre un'ottimo argomento per iniziare una conversazione di qualsiasi tipo con qualcuno di più giovane di me.
E' sempre difficile guadagnarsi l'attenzione, ma personalmente ritengo che ne valga la pena soprattutto quando POTRESTI PERMETTERE ANCHE SOLO AD UNO DEI TUOI ASCOLTATORI DI USCIRE DALL'OMOLOGAZIONE E BRILLARE DI LUCE PROPRIA , AVERE LE SUE IDEE E DIFENDERLE, QUALSIASI ESSE SIANO.
La colpa , come si è detto non è tutta la loro, oggi un insegnante di scuola elementare, media o superiore non si può più permettere di sgridare o bacchettare un alunno, pena la denuncia da parte di qualche genitore!!! (sui genitori si è detto già a sufficenza in questo contesto).
Sulla naja nulla da aggiungere, è sicuramente una "non formazione militare" per come molti l'hanno fatta, ma come ho gia postato in un'altra discussione, ti mette in gioco per la prima volta nella vita, ti fa vedere e conoscere mondi che altrimenti sarebbero lontani anni luce, ti fa apprezzare la vera amicizia, quella disinteressata e che dura per sempre.
Hellis, all'incontro dovresti andare, anche se è come parlare al vento, ricordati che è il vento che ancora trasporta quelli che un giorno diventeranno alberi fiori e frutti.E' impossibile che tu ad essi possa trasferire la commozione dell'Alzabandiera o i brividi che ti corrono nel sangue quando partecipi ad un giuramento o anche solo ad una riunione della tua associazione d'arma.
Fai solo capire che si poò vivere con idee proprie, tu hai le tue e sai difenderle, non vevi inculcare le tue idee ma solo dimostrare che sai metterti in gioco perchè CREDI !!
Un saluto!!
Matteo !!
Ultima modifica di Matteo D. il lun feb 24, 2003 9:39 am, modificato 2 volte in totale.
Art. Matteo D.
Riccione (RN)
2° / 89
17° Gr. Art. c/a l. "Sforzesca"
P.S.: mi stavo chiedendo come mai stiamo rispondendo solo (o quasi) noi "vecchietti" a questo thread...
scusate se nn ho iniziato a postare prima ma nn avevo il tempo materiale per leggere tutti i vostri post. E nn e giusto entrare in una discussione se nn si sa bene di che cosa si sta parlando.
credo che per quanto riguarda la mancanza di ideali abbiate gia detto tutto voi.
MI associo a Jolly nel definirmi sorpassato nelle idee anche se anagraficamente sono un po' più giovincello; sono uno che si commuove quando sente l'inno nazionale, se poi è associato ad un'alzabandiera (RIGOROSAMENTE ITALIANA) gli occhi mi diventano lucidi e mi viene il groppo in gola.
sai matteo, io ho 18 anni (in teoria neanche 18, li compio a maggio) ma nonostante cio, ti capisco, per un semplice motivo... succede anche a me. i miei genitori mi hanno insegnato amore per la patria e so che il militare e un SACRO dovere a cui io devo assolvere. Non lo faccio perche mi sento rambo o chicchesia. mi sento solo ITALIANO. E posso dirvi una cosa? mi inc...zo tanto a sentire gente che mi dice "disonora lo stato e brucia la bandiera" (una canzone punk di un gruppo che nn voglio neanche sapere chi è). A ME DISONORA LO STATO E BRUCIA LA BANDIERA??? io che sopra il mio letto ho un tricolore che e piu grande del letto stesso? io devo disonorare lo stato e bruciare la bandiera dopo che i miei bisnonni si sono fatti la prima guerra, mio nonno materno si e fatto la campagna d'Africa e mio nonno paterno s'e "sparato" il fronte greco-albanese, la Francia e s'e fatto 2 anni e 8 mesi di prigionia in Germania? e nn chissa dove, a Berlino. io spaccherei loro la faccia ma siccome credo di avere la testa sulle spalle nn lo faccio. E poi se quelli che dicono ste cazzate hanno la mia eta mi incazzo doppiamente. Sono sicuro che voi potete capirmi. scusate le parole che ho usato ma ho scritto di getto tutto questo.
Alp. Andrea Villa
8/04
8° Reggimento Alpini
Battaglione Alpini "Gemona"
69^Cp. "La Fulmine"
4° plotone 3^squadra
Beh fa piacere leggere post di "quasi diciottenni" come Andrea.
Spesso ci si può torvare in disaccordo con idee, e più in generale con "il sistema". Però fare disfattismo fine a se stesso (sull'esempio di "brucia la bandiera e disonora lo stato") pone immediatamente in malafede chi lo espone. Se non si è in accordo con un pensiero si ha l'obbligo di proporre un modello diverso, un'idea diversa che si ritiene giusta. Anche se spesso è una goccia nel mare, l'importante è che il nostro pensiero sia coerente con le nostre azioni, e che le nostre azioni tendano al modello che riteniamo più giusto (ovviamente sempre nei limiti della legislazione e nel rispetto degli altri).
Però questo giovane, bravo Andrea, come si diceva in caserma , hai le palle che fumano........
Bravi anche ai tuoi genitori che ti hanno insegnato questi valori, bè, il tuo vecio è un' Alpino................
Mi fà piacere sapere che ci sono ancora giovani con le ns. idee e convinzioni, e poi anche se abbiamo superato i trenta ( 32 ) non siamo mica vecchi.
Garba ha scritto:...hai le palle che fumano........
Bravi anche ai tuoi genitori che ti hanno insegnato questi valori, bè, il tuo vecio è un' Alpino................
Completamente allineato con te.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore
io il militare lo dovevo fare, punto e basta, che a lei, a me o a chicchessia piacesse o meno. Era un mio preciso Dovere per me farlo e per lei "sopportare" che io lo facessi e i Doveri, fu insegnato pure a lei, vengono prima di tutto, prima dei Diritti e dei piaceri. Prima fai e poi, semmai, se proprio non puoi evitarlo, chiedi.
RIASSUMI TUTTO QUELLO CHE E' IL MIO PENSIERO SU QUELLO CHE E' LA LEVA (anche se non ho ancora avuto l'ONORE di porterla fare)
La volta scorsa mi ero beccato del "convinto" da un mio coetaneo, che frequentava l'istituto "ai miei tempi", e che ora fa l'assistente di laboratorio (e che non si è fatto la naja)
A ME DANNO DEL MALATO MENTALE QUANDO DICO DI VOLER ANDARE A FARE LA NAJA; MA COME MI RIPETE UN MIO SOCIO DI UNIVERSITA' (ALPINO NELL'11°): CHI NAJA NON PROVA, LIBERTA' NON APPREZZA.
Ho sentito un aforisma semplicistico, sintetico e volgare ma, ciò nonostante, lo faccio mio: "Ci vorrebbero tutti vegetariani, finocchi e ciclisti". E' una semplificazione, ci mancherebbe.
Il punto è che:
*) se non fosse per i 350.000 soldati che hanno fatto il servizio di leva, noi non saremmo nella NATO, forse l'Europa sarebbe meno sicura, forse, e forse l'Italia lo sarebbe ancora meno. Grazie, a tutti i coscritti.
*) parlare di "pace" senza libertà , significa poco. La pace senza libertà non è pace. E la Libertà , quella vera, si difende anche con le armi.
*) un tempo, a scuola potevano rimandarti a settembre, metterti note sul registro o il sette in condotta; poi andavi a naja, se facevi il tuo dovere fino in fondo, facevano finta di non vederlo - ma lo sapevano, eccome - se marcavi male, ti punivano. Questo significa crescere sapendo che cosa è il criterio di "responsabilità ". Oggi tutto questo è annullato. Quando accade qualcosa non siamo noi i responsabili nel bene o nel male, ma è la storia che ci ha portato a questo. Non solo. Anche i non colpevoli devono partecipare, la chiamano "solidarietà ".
Siamo sicuri che tutto questo "formi" e "fortifichi"?
*) dice: il militare non m'è servito a niente. Si, se avessero predisposto corsi d'inglese e visite culturali alle città d'arte dov'erano le caserme, sarebbe stato meglio. Spesso per ignavia e per il fatto che la "mano d'opera" era obbligata non si sono mai curati di tutto questo. Ma, il servizio doveva servire principalmente all'Italia. Così come le tasse. Scoccia, ma si deve fare.
Mi fermo qui per non consumare la tastiera del PC.
Anch'io, comunque, mi commuovo per la bandiera e col piffero che la espongo quando ci sono le partite di calcio.
E poi, scusate, non ce la faccio proprio, vi devo allegare questo pezzettino uareschiano
UNA VIS
Bricchetto
“L’altoparlante” di Giovannino Guareschi
(…)
La partenza delle reclute della classe di leva doveva riuscire una cosa importante. Peppone mandò in giro lo Smilzo e la squadraccia con ordini perentori: roba buona e molta. E trovarla con le buone o con le cattive.
Ogni recluta doveva partire col suo bravo pacco di cibarie consegnato dal sindaco durante una solenne cerimonia in piazza. E, naturalmente, dopo un discorsetto fatto su misura.
Era il discorsetto ciò che interessava Peppone. I giovani dovevano piantarsi bene nel cervello che essi non sono carne da cannone, che il soldato non è al servizio del governo ma del popolo, e che il primo dovere del soldato è quello di pensare alla pace e di combattere i guerrafondai.
Venne il giorno, una buona giornata di sole, e la piazza era gremita.
Salendo sul palco, che era a poche decine di passi dal sagrato, Peppone guardò con occhio cupo la tromba dell'altoparlante.
“Speriamo che quel maledetto non faccia fesserie!” borbottò. Ed era preoccupato perché, con un arnese così a sua disposizione, don Camillo poteva diventare un flagello nazionale.
“L’importante è che tu non lo provochi,” osservò lo Smilzo. “Lascia perdere il Papa. Batti sul tasto dell'America e del governo venduto. Magari, in ultimo, puoi dare un colpetto anche al Vaticano.”
Incominciò il discorso di Peppone ed incominciarono le sofferenze per don Camillo che stava ad ascoltare nascosto dietro le gelosie di una finestra della canonica.
“Gesù”, pregò mentalmente don Camillo, “poiché mi avete procurato il microfono, datemi la forza di non prenderlo in mano se quel disgraziato dice delle bestialità troppo grosse! Gesù, ascoltatemi perché ho tanto bisogno del vostro aiuto. Pensate che il microfono l’ho già qui in mano e basterebbe che io schiacciassi questa levetta perché la mia voce rimbombasse come tuono nella piazza”.
Peppone incominciò a parlare e non aveva bisogno d'altoparlante 1 perché la sua voce era potente e arrivava fin sull'argine del fiume grande.
“Io vi porto il _saluto del popolo,” incominciò Peppone. “Di quel popolo che ha voluto significarvi il suo affetto con una generosa offerta di commestibili, nonché vino e generi di conforto. Assieme al saluto dei lavoratori io vi voglio portare la voce della coscienza democratica. Quella voce che ha una sola parola: Pace!…
“Gesù, ci siamo”, ansimò don Camillo.
“Pace che vuol dire giustizia sociale, lavoro, libertà ”, continuò Peppone, “rispetto alla vita umana, la quale sono passati i tempi barbari e medievali del popolo considerato come carne da macello per gli interessi sporchi degli speculatori e degli sfruttatori.”
Il maresciallo dei carabinieri che ascoltava dietro un pilastro del porticato si asciugò il sudore e si toccò la tasca dove stavano il taccuino e la matita.
“Voi, figli del popolo”, urlò Peppone, “non siete ai servizio dei politicanti che siedono al governo, ma siete al servizio del popolo! E il popolo vuole la pace! Il popolo vuole soltanto quella pace che è insidiata dalle macchinazioni atlantiche, e quella pace dovete difendere! Non vogliamo cannoni! Vogliamo lavoro e case! Non vogliamo bombardieri e sottomarini: vogliamo strade, scuole, acqua e giustizia! Non vi lasciate ingannare da coloro che, quando arriverete nelle caserme, vi parleranno di patria e di altre balle! La patria siamo noi! La patria siamo il popolo! La patria siamo i lavoratori che soffrono!...”
Don Camillo sudava come una fontana e il microfono gli scottava tra le mani. “Gesù”, implorò, “date un po’ di luce a questa mia povera testa piena di buio. O io, se quello continua, farò una fesseria!”.
Dio lo illuminò e gli diede la forza di staccare il microfono e di innestare la spina dell'altoparlante nel radiogrammofono.
“Se continua farò della musica!”, decise don Camillo.
Peppone aveva ripreso fiato e il maresciallo teneva già tra le mani la matita e il notes.
“Reclute!” urlò Peppone. “Ascoltate la voce del vostro popolo! Andate nelle caserme peché così vuole la barbara legge nemica dei lavoratori, ma dite chiaro e tondo a coloro che tentano di armarvi per combattere i fratelli proletari del grande paese della libertà , che voi non combatterete! Dite che voi…
In quel momento l'altoparlante della torre cominciò a crepitare. Don Camillo attaccava.
Peppone si interruppe e impallidì. E tutti stettero zitti.
Cosa avrebbe detto l'altoparlante?
Ma dalla tromba non uscirono parole.
Uscirono dall'altoparlante le note dell'inno del Piave.
Già , il Piave.
Peppone, rimasto a bocca aperta, non riusciva a innestare la marcia, ma lo Smilzo gli allungò una pedata in uno stinco, e allora si riprese. La sua voce potente si frammischiò alla musica che usciva dall’altoparlante.
“Dite a coloro che tentano di ingannare il popolo, a coloro che diffamano il popolo, che i nostri padri hanno difeso la patria dall’invasore allora e noi siamo pronti oggi a tornare sul Carso e sul monte Grappa dove abbiamo lasciato la meglio gioventù italiana. Dovunque è Italia, dappertutto è monte Grappa quando il nemico si affaccia ai confini sacri della patria! Dite ai diffamatori del popolo italiano che, se la patria chiamasse, i vostri padri, ai quali brillano sul petto le medaglie al valore conquistate nelle pietraie insanguinate, giovani e vecchi si ritroveranno fianco a fianco e combatteranno dovunque e contro qualunque nemico, per l'indipendenza d’Italia e al solo scopo del bene, inseparabile del Re e della patria!”
Ma sì, il Re. E il Re volò via assieme alla patria sulle ali del Piave salutato dalle urla deliranti di una piazza gremita. E il maresciallo dei carabinieri lo vide passare per il cielo della Repubblica ma non lo infilzò col lapis per appiccicarlo sulla carta dei notes.
Anzi lo salutò portando la mano alla visiera.
parlare di "pace" senza libertà , significa poco. La pace senza libertà non è pace. E la Libertà , quella vera, si difende anche con le armi.
cavoli come si fa a nn essere d accordo? ma in quanti sono che al giorno
d'oggi la pensano cosi??? purtroppo nn credo siano in molti. Concludo citando solo una frase del nostro Inno che secondo me significa molto: "Uniti per Dio chi vincer ci puo?"
Alp. Andrea Villa
8/04
8° Reggimento Alpini
Battaglione Alpini "Gemona"
69^Cp. "La Fulmine"
4° plotone 3^squadra